Anche da lontano

di Ceinwynne
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Anche da lontano


Scesi dal treno e salutai Yamato con la mano.

Ero esausta: il viaggio dall'America era stato davvero stancante.
Ma adesso non potevo far altro che godermi il profumo della mia città natale.
E il suo profumo. Probabilmente suonerà strano, ma mi sembrava di poter sentire il suo profumo anche da lontano. Persino in America, dove avevo trascorso gli ultimi dieci anni, potevo sentire il profumo di quest'uomo, a cui mi ero avvicinata così tanto ultimamente.

Era successo per caso. Durante una delle mie visite nel paese dove vivevo durante la mia infanzia, e dove i miei più grandi amici vivevano ancora, avevo notato qualcosa di strano nella mia migliore amica, e avevo capito che si era innamorata del suo migliore amico. Dovevo aspettarmelo, dopo tutto: erano anni che mostravano i sintomi di una bella cotta. Quindi, da brava impicciona quale ero, lo avevo chiamato e gli avevo raccontato del "Piano Cupido". E con mia grande sorpresa, si era offerto di aiutarmi.

Così scoprii che non era cambiato col passare degli anni: era ancora quello affascinante, quello popolare, lo stesso ragazzo scontroso che cercava di nascondere una natura gentile.
Ma non mi aveva mai trattata con tanta tenerezza e confidenza. Ed era anche divertente, persino allegro, pur mantenendo, tra chi non lo conosceva come io avevo imparato a fare, la sua reputazione di "bello e dannato".
Premuroso, affascinante, spiritoso... Lui era troppo per essere vero! Eppure, potevo sentire il suo profumo. Persino in America.
Adesso, comunque, avevo deciso di tornare a vivere nella mia città natale, perciò stavolta non era solo una visita, ero lì per restare.

Ero così felice di vederlo: aveva una storia molto interessante da raccontarmi. Mi aveva detto qualche giorno prima, al telefono, che il suo migliore amico aveva finalmente chiesto alla mia migliore amica di sposarlo, e non vedevo l'ora di conoscere i particolari.

Ah, ma chi volevo prendere in giro? Non c'entravano niente Taichi e Sora. No.
Ero vissuta in America per anni, e non avevo mai sentito la mancanza di qualcuno così tanto.
Quello stupido profumo!
Al momento, l'unica cosa che volevo fare era abbracciarlo. Respirare in quel maledetto profumo.

Perciò lasciai cadere le mie valigie e gli corsi incontro.
Lui mi prese e mi fece roteare. Mi abbracciò stretto, e, con un sorriso affezionato, disse: "Bentornata a casa, Mimi."





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