Tino si è
scoperto malinconico, tutto a un tratto. Da quando l'ha preso quella
smania di fotografare, si è accorto di non potere immortalare
tutto, che alcuni ricordi rimarranno soltanto immagini nella propria
mente. O forse è proprio per quel sentimento che ha cominciato
a voler catturare ogni momento.
Sfogliando l'album
-uno dei tanti- si blocca su una delle prime fotografie scattate. Non
era ancora molto pratico con la macchina e il risultato è una
confusione di colori accanto al ghigno di trionfo di Peter, in piedi
accanto ad una pianta.
Sotto, nella
calligrafia un po' nervosa di Berwald, c'è scritta la data ed
una breve didascalia, nel caso non fosse chiaro cosa rappresenti
quell'immagine. Peter all'acquario, con un colibrì.
Ridacchia,
pensando che tutto si potrebbe dire di quella foto, tranne che
rappresenti anche quell'animale. Eppure c'è... e sono proprio
i ricordi a ricostruire quei colori sfuocati e la risata cristallina
di Peter, in quell'acquario come nel proprio ambiente naturale, con
il viso attaccato ai vetri per vedere meglio i pinguini e la sua
insistenza per vedere i colibrì da vicino.
Sfiora
con le dita quel viso e sorride, pensando che, quando Berwald gli
aveva portato quel dono bizzarro, si era opposto con tutte le proprie
forze. Non aveva mai visto nessuno regalare Nazioni, nella propria
esistenza. Tanto meno Nazioni che dimostrano a malapena tredici anni.
Ma,
alla fine, non ha resistito e si è inevitabilmente affezionato
a quel bambino saltellante, un po' indisponente -soprattutto nei
confronti del vero padre, a dire il vero- ma che ha preso
quell'adozione non solo come un modo per non andare in bancarotta.
Alla
fine, ogni volta che va' via, sente un peso sullo stomaco e si
aggrappa alla mano di Berwald, per non correre verso il bambino ed
obbligarlo a stare con loro, almeno per un altro giorno o un'ora o
semplicemente il tempo di guardare la televisione insieme o giocare
con uno di quei robot che gli piacciono e...
Invece
si morde le labbra e si sforza di sorridere e muovere la mano per
salutarlo, anche quando non può più vederlo. Ed ogni
volta, poi, si ritrova a sfogliare quelle fotografie e ricordare,
nell'attesa di rivederlo presto.
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