Solo una cosa prima di
lasciarvi alla lettura:
"
Per voi
si va nel la pervesione
dolente,
per voi
si va ne l'eterno delirio
mentale,
per voi
si va tra la perduta gente ( io)..
Lasciate ogni speranza, o voi che leggete!"
Bene dopo la mia
personalissima interpretazione del III Canto dell'Inferno di Dante vi
lascio al mio nuovo esperimento premettendo che io purtroppo non
conosco nessuno a parte il mio personaggio che scoprirete leggendo e
che tutto è stato inventato di sana pianta durante le ore
notturne.
Detto questo,
buona lettura:)
Il
mio inizio a Bossier City
Settembre 1988
Odio mio padre.
Ennesimo trasferimento ed ennesima città e tutto per il suo
maledetto lavoro. Io non so cosa ci trova di così bello nel
fare il poliziotto. Viene trasferito da un distretto
all’altro con la stessa facilità con cui si
respira e tutto per delle maledette promozioni di cui ne va fiero.
Ormai io e mio fratello ci abbiamo fatto l’abitudine e non
siamo più così tristi come le prime volte,
perché abbiamo imparato che non dobbiamo affezionarci
più alla gente che incontriamo come facevamo prima.
Sapevo che ci sarebbe stato un nuovo trasferimento, sapevo che ero
troppo felice per poter condurre i miei diciassette anni come tutte le
persone che hanno un po’ di stabilità. E dire che
mi stavo davvero abituando ai ritmi di quella città che due
giorni prima era la mia culla. Colpa di una super promozione che ha
mandato mio padre su un altro pianeta per la felicità. Io e
mio fratello Ryan ci siamo guardati e abbiamo sospirato. Avevamo subito
capito che dovevamo andare a preparare i nostri bagagli. A volte mi
chiedo perché li disfiamo se poi li vediamo di nuovo pronti
per essere messi in auto.
Spero almeno che questa città sia bella, che la casa in cui
andremo ad abitare sia comoda e che le persone siano gentili come
quelle a cui mi ero un po’ affezionata.
Dopotutto sono stata in quella città per due anni e un
minimo di legame c’è stato, ma ho fatto comunque
di tutto per farlo affievolire. Lo so, sarò sembrata
un’asociale ma almeno non sto soffrendo come Ryan, che ha
dovuto lasciare Mary, la sua ragazza nonché la mia migliore
amica per quei due anni davvero meravigliosi. Non devo pensarci
perché così rischio di piangere come sta facendo
mio fratello qui affianco a me.
Non so come comportarmi con lui perché è la prima
volta che lo vedo in questo stato e ho paura che qualsiasi cosa dica
sia quella sbagliata. Ha diciotto anni ma in questo momento mi sembra
di vedere un bambino di cinque che piange per una caramella mancante o
per un pupazzo rotto. Giuro che non vedevo mio fratello in questo stato
da tempo immemore. È stato sempre allegro e ricco di pazzia.
Gli passo una mano sulle spalle e lo stringo a me. Inizialmente fa
fatica ad accettare il mio aiuto silenzioso, colpa del suo orgoglio, ma
poi si abbandona a me e piange.
“ Oh tesoro!” mamma si è appena voltata
perché ha visto la piccola scena dallo specchietto
retrovisore, ma è inutile tanto Ryan la manderà
al diavolo così come ha fatto con papà.
È un ragazzo molto impulsivo, ora ancora di più e
io stessa ho leggermente paura di stare qui vicino a lui.
“ Mamma lascialo stare”
Ho cercato di dirlo nel tono più normale che la circostanza
mi permette, ma credo di averlo detto con un po’ di
acidità. Beh non è solo Ryan che sta male, anche
io sono triste per aver lasciato quei pochi amici che avevo racimolato
come conchiglie sulla spiaggia facendone una collana. Dio quanto mi
mancano! Ma a differenza di mio fratello riesco ad avere più
autocontrollo sui miei sentimenti.
“ Su Lynette non prendertela” dice mio padre
continuando a guidare “ i ragazzi ce la faranno anche questa
volta. Loro sono forti, vero ragazzi?”
“ Questa volta è diverso caro
papà” risponde alterato Ryan “ tu non mi
hai permesso di continuare a stare con Mary, la persona più
importante per me!”
“ Su Ry sta calmo” gli sussurro anche se so che la
sua rabbia non si calmerà. Ci vorranno almeno due giorni, ma
credo che questa volta sarà diverso.
Mio padre non replica, forse perché sa che ne uscirebbe una
guerra senza fine e il silenzio che si viene a creare è
davvero nauseante e continua fino al nostro arrivo a Bossier City.
L’auto si fa spazio lungo le strade brulicanti di gente e poi
svolta alcune vie arrivando in un bel quartiere con grandi case bianche
e piccoli giardini che fanno da contorno. Mi sembra di essere
circondata da case per bambole, e non so perché, sorrido.
È la prima volta che, mettendo piede in una nuova
città, sorrido da sola come una sciocca e senza sapere il
motivo che mi spinge a farlo. Credo che sia per via di queste case e
dell’atmosfera calma e serena che mi ispirano.
Andrò a vivere in una casa per bambole e la cosa mi
entusiasma e credo che la piccola tristezza che avevo si sia
leggermente affievolita. Beh meglio così, perché
non voglio restare triste per tutto il giorno e per quelli successivi.
Scuoto la testa e mi affretto a seguire i miei che sono appena scesi
dall’auto e mio fratello che ha preso quasi tutti i bagagli,
lasciandomi solo una valigia che mi precipito a prendere
perché sono davvero curiosa di sapere come sarà
la casa dentro e soprattutto come sarà la mia camera. Spero
che questa volta la camera sia singola, non voglio condividerla con mio
fratello perché non sempre lo sopporto e poi non mi lascia
mai a pensare ai fatti miei. Papà apre il cancello e poi
senza parlare apre anche la porta che ci conduce in casa. È
immensa e ben arredata e il tutto mi sa tanto di casa, quella casa
confortevole con l’atmosfera piacevole che si respira a
Natale. Corro a vedere le altre stanze e scopro che tutte hanno grandi
finestre da cui filtra una gran luce che evidenza il pulviscolo che
invade l’aria. Ritorno verso l’ingresso dove ci
sono le scale che portano al secondo piano e senza esitare le percorro
e mi ritrovo in un grande corridoio composto da cinque camere e capisco
subito che avrò la tanto sospirata camera tutta per me.
“ Ti piace la tua nuova camera Steffy?”
La voce di mio padre è dolce ed è quella che di
solito utilizza quando cerca di farsi perdonare per quello che ci fa,
ovvero farci spostare da una città all’altra con
semplicità senza pensare ai nostri sentimenti. Beh la mia
camera non è poi così speciale: muri bianchi, due
finestre che danno sul giardino e mobili vari la rendono accogliente e
molto più carina di quella che ho avuto in questi due anni.
La cosa che mi rende per certi versi felice è che non la
dovrò dividere con quel rompipalle di mio fratello e con le
sue manie di mettere in ordine tutto ciò che trova fuori
posto. A volte sembra mia madre, versione maschile!
“ Sì papà” dico sorridendo.
Lo so di averlo già perdonato, anche se vorrei ucciderlo, ma
ogni volta metto da parte l’egoismo e l’orgoglio
perché in fondo con il suo lavoro cerca di non farci mancare
niente.
“ Tesoro vuoi una mano?” mi chiede mia madre
portandomi i bagagli.
“ No faccio sola” dico sorridendo anche a lei.
“ Come vuoi” mi dice “ però
sei hai bisogno di una mano mi trovi in cucina.
“ D’accordo” rispondo, ma so che non la
chiamerò. Farò tutto da sola come ho sempre
fatto. In questi momenti preferisco restare sola per sistemare la
camera perché così mi distraggo dai richiami del
passato, quello che vissuto fino a pochi giorni fa. Sospiro e comincio
a sistemare e non mi rendo conto che quando smetto ormai è
buio.
La porta della camera proprio in quel momento si apre e vedo mio
fratello.
“ Scendi che è pronta la cena” la sua
voce è sepolcrale. Non faccio domande e lo seguo.
“ Eccovi!” esclama mamma cercando di essere
allegra, ma è inutile tanto no riuscirà a
stravolgere la situazione che si è venuta a creare. Ci
sediamo e mangiamo tutti in religioso silenzio. Vedo che mio padre
lancia delle occhiate furtive a Ryan, ma lui si è chiuso in
un silenzio pesantissimo e credo che neanche tre settimane riusciranno
a risollevarlo. Dio che macello!
“ Domani comincerete la scuola” dice mio padre
sollevando gli occhi da Ryan.
“ Di già?” chiedo un po’
scocciata.
“ Non sei curiosa di conoscere i tuoi nuovi amici?”
“ Un po’..” dico.
Non parliamo molto. Il resto della sera lo trascorro in camera mia
continuando a fare sotto e sopra. Sono agitata perché domani
sarà il mio primo giorno di scuola e conoscerò
altra gente.
Me lo sono imposta: non stringere forti amicizie perché
rischi di stare male quando andrai via! Basta essere sempre un
po’ fredda e tutto andrà per il meglio, o no?
No non andrà bene ne sono sicura!
“ Okay Steffy adesso a letto!” mi dico chiudendo
gli occhi e buttandomi sul letto soffice.
******
“ Ecco a voi la scuola!” esclama mio padre. Siamo
in macchina che si è appena fermata dinanzi ai cancelli
della mia nuova scuola, mia e di mio fratello che sembra aver fatto
sparire il broncio. Sembra curioso e credo che sia meglio
così.
“ Bene scendete e andate a divertirvi!”
Prima di scendere dall’auto Ryan dice: “
papà è una scuola! Una sorta di carcere per
poveri ragazzi senza colpa. Pensi che lì dentro ci si
diverte?”
“ Intendevo dire fatevi tanti amici!”
“ Certo..” dice mio fratello in un sussurro. Apre
lo sportello e subito sparisce, mentre io rimango e do un bacio a mio
padre sulla guancia.
“ Tranquillo, Ry la smetterà con questo
atteggiamento da bambino”
“ Sì hai ragione” dice lui sorridendo
“ adesso però vai che sennò farai
tardi”
“ Okay allora a dopo!”
“ A dopo!”
Esco dalla macchina e raggiungo mio fratello.
“ In che sezione andrai tu?”
“ Nella A che si trova al terzo piano” dico
“ tu?”
“ Nella D al primo”
“ Guarda quanti ragazzi che ci sono lì!”
esclamo indicando un gruppetto chiacchierino un po’
più in là “ vai a fare conoscenza! Sono
sicura che sono tutti della tua età”
“ Lo penso anche io” dice Ryan scrutandoli
“ preferisco restare qui”
“ Ciao!”
Sento una voce alle mie spalle. Mi volto e mi ritrovo un ragazzo
leggermente più alto di me, molto magro e con un gran
sorriso stampato in faccia.
“ Ciao..” dico cercando di sfoggiare uno dei miei
sorrisi amorevoli.
“ Io sono Jared Leto” dice “ tu
sei..”
“ Steffy Norton” ci stringiamo la mano senza
smettere di sorridere.
“ Sei tu allora la nuova arrivata!” esclama.
“ Sì sono io” poi sentendo la presenza
di mio fratello ancora lì mi volto e dico: “ e lui
è mio fratello Ryan”
“ Ciao” dice mio fratello cercando di sorridere.
Jared gli sorride e si stringono la mano.
“ Ehi Jay finalmente ti ho trovato!” una seconda
voce nuova mi fa spostare gli occhi da Jared ad un altro ragazzo che si
avvicina a noi con il volto esasperato “ sparisci in due
secondi! Ma dove cavolo vai?”
“ Piccoli dettagli” risponde Jared “
comunque lei è Steffy e lui è suo fratello Ryan.
Ragazzi lui è mio fratello Shannon”
“ Tuo fratello?” esclamo dopo aver stretto la mano
anche a lui “ non sembra! Cioè non vi assomigliate
molto”
“ Purtroppo è così” dice
sospirando Shannon.
“ Ti capisco” dico “ anche io devo
condividere una casa con lui”
“ Ehi!” esclama quasi offeso Ryan. Sorrido e tutti
scoppiano a ridere. Come inizio non c’è male. Ad
un tratto suona la campana, sintomo di tante ore di studio, beh non
è che io abbia problemi. Diciamo che lo studio è
una parte fondamentale di me, non sono proprio una secchiona, ma sono
il tipo che se non si fa i compiti a casa muore.
“ Io vado in classe..” dice con aria mortifera Ryan
e mi lascia sola in mezzo ad una folla scalmanata di gente. Ho perso di
vista quel ragazzo, Jared. Chissà che via ha preso..
“ Quarta A, quarta A..ah eccola” finalmente trovo
la mia classe. Dio mi sento un po’ nervosa. È
sempre stato così e per certi versi dovrei essere abituata,
ma invece non lo sono. Vedo che il professore è
già dentro e sta chiacchierando amorevolmente con due
ragazze. Mostra un comportamento giovanile e il ché non mi
dispiace. Si volta e mi sorride.
“ Ragazzi seduti forza!” esclama allegro. Viene
sorridendo verso di me e dice: “ tu sei Steffy
giusto?”
“ Sì” dico ma credo che sia stato
più un sussurro.
“ Io sono il professor Johnson e sono il tuo insegnante di
storia e filosofia” poi si rivolge a tutta la classe e dice:
“ ragazzi finalmente è arrivata la vostra nuova
amica. Lei è Steffy e spero davvero che voi la facciate
sentire come a casa. Se non lo farete, voleranno molte F quindi vedete
voi come comportarvi” poi prosegue “ ehi
Leto fai spazio, Steffy si siederà vicino a te..”
“ Subito!” esclama sorridendo.
“ Bene Steffy puoi andarti a sedere” poi
avvicinandosi al mio orecchio dice “ so che sei una
studentessa modello, quindi per il bene dell’intera
comunità cerca di fare il possibile per calmare quello
scapestrato di Jared..”
Non posso far altro che sorridere. Devo ammettere che questo insegnante
mi piace, è simpatico.
“ Cercherò di farlo, signore”
Mi da una pacca sulla spalla in segno di incoraggiamento e vado a
sedermi vicino allo scapestrato Jared.
“ Bene tirate fuori i libri, forza!” il professore
Johnson si allontana e mentre prendo dalla borsa il libro di filosofia
Jared mi sussurra: “ non avrai mica intenzione di seguire la
lezione?”
“ No avevo pensato di fare delle barchette di carta
utilizzando questo libro per poi distribuirle ai ragazzi..”
Ridiamo.
“ Sei simpatica lo sai?”
“ Me lo dicono in molti” dico sorridendo
“ ora però sarà meglio seguire la
lezione, non ti pare?”
“ L’idea mi sembra buona, solo che sono tendente
alla distrazione..”
“ Male!” sussurro.
“ Lo so, ma non posso farci niente”
“ Leto hai finito di dare fastidio alla signorina
Norton?” il signor Johnson si volta e focalizza la sua
attenzione su di noi.
“ Ehm..”
“ Mi stava appena dicendo dove siamo arrivati,
perché avevo perso il segno..” spero che questa
scusa vada bene. Il professore mi sorride e poi rivolto a Jared dice:
“ sei stato fortunato signorino! Bene come
dicevo..” riprende il suo discorso, mentre Jared mi guarda e
dice: “ grazie”
“ Figurati” sorrido “ bene ora se non ti
dispiace vorrei sentire cosa dice il signor Johnson e questo dovresti
farlo anche tu..”
“ E va bene” apre il libro e dopo aver visto dal
mio la pagina dove il professore aveva posato la sua attenzione,
comincia a scarabocchiarlo. Io scuoto la testa e comincio a prendere
appunti.
Il risultato finale?
Il mio libro è pieno zeppo di appunti presi a matita, sembra
riscritto, invece quello di Jared è completamente ricoperto
da segni e simboli strani che da lontano potrebbero sembrare degli
appunti.
“ Ma tu non sei normale!” esclama vedendo il mio
libro.
“ Senti chi parla!”esclamo “ almeno io ho
scritto qualcosa di sensato”
“ Beh io ho dato spazio alla fantasia a differenza
tua!”
“ Ma sentitelo! Ti ricordo che siamo a scuola e non ad una
scuola di arte!”
Ci guardiamo con aria di sfida, ma due secondi dopo ridiamo come scemi.
È simpatico, nonostante la sua svogliatezza. Suona la
campana e ci trasferiamo nell’aula di scienze. Lì
faccio la conoscenza di Marianne, con cui mi trovo davvero bene. Lei
è come me, si applica alla lezione e la segue. Fortuna che
non sono tutti come Jared!
“ Così a te piace storia”
“ Sì credo che sia una materia davvero
affascinante” dice Marianne “ a te che materia ti
piace?”
“ Beh non saprei, non ho un disciplina in particolare, ma
credo che filosofia può essere messa al primo
posto” concludo la risposta con un sorriso.
“ Come ti trovi seduta vicino a Jared?”
mi chiede.
“ E’ un po’ rompiscatole, ma credo che
riuscirò a sopportarlo”
“ L’anno scorso ci sono stata io al tuo posto e
stavo per impazzire..”
Ridiamo come due matte mentre lei mi spiega le varie scemenze che quel
ragazzo combinava e le varie note che si è beccato. Sto
instaurando un bel rapporto, ma devo ricordarmi di non affezionarmi a
queste persone perché so che poi ci starei male, ma queste
persone sono davvero simpatiche e amorevoli nei miei confronti e non so
come mai ma per la prima volta mi sento felice già dal primo
giorno. Sto respirando un’aria molto diversa e la cosa mi
piace e mi spaventa allo stesso tempo. Ho paura che ciò che
sto stabilendo vada a farsi fottere fra qualche mese.
“ Marienny mia!”
“ La smetti di chiamarmi così?”
“ Non dirmi che non ti piace come nome!” esclama
Jared che ci ha appena raggiunti agli armadietti “ io lo
trovo bellissimo”
“ Sì una meraviglia!” esclama Marianne
alzando gli occhi al cielo.
“ Cacchio non si apre!” non riesco ad aprire il mio
armadietto. Comincio a pensare di essere interdetta.
“ Aspetta ti aiuto io”
Jared dà un calcio alla porticina che immediatamente si apre.
“ Grazie” dico sorridendo.
“ Figurati” dice, ma ad un tratto la sua faccia si
trasforma in una smorfia. Marianne si volta e io faccio altrettanto. Si
sta avvicinando una ragazza molto magra e con lunghi capelli biondi, ma
che sembrano d’oro. Ha un sorriso malizioso stampato sulle
piccole labbra e si muove come una star. A me sembra una gallina, ma
penso che lo sia perché la faccia di Marianne riflette il
mio pensiero. Si avvicina a Jared e gli sussurra: “ scappa ci
pensiamo noi”
Jared non se lo fa ripetere due volte e va via. Io guardo confusa
Marianne e dico: “ ma che succede?”
“ Quella è Cloe ed è la ragazza di
Jared, ma attualmente Jared ha deciso di rompere solo che miss bellezza
non vuole sentir ragione e ogni volta che lo incontra per i corridoi
gli si attacca come una sanguisuga, perciò se viene qui e
chiede di lui, noi risponderemo che non sappiamo dove sia..”
“ Okay capo messaggio ricevuto” dico sorridendo.
Nel frattempo metto da parte filosofia, scienze e geografia per
prendere i libri di matematica e chimica.
“ Salve ragazze!”
Mi volto e vedo che Cloe è vicino a noi seguita da
un’altra ragazza.
“ Ciao” dico.
“ Oh ma tu devi essere la ragazza nuova!” esclama
sorridendo.
“ Sì sono Steffy”
“ Piacere Cloe”
Dopo le presentazioni si rivolge a Marianne e dice: “ avete
visto Jared da queste parti?”
“ No, è scomparso appena siamo usciti
dall’aula” dice Marianne.
“ Oh va bene” il tono di voce di Cloe indica la
delusione più assoluta “ se lo vedete ditegli che
lo sto cercando”
“ D’accordo” dico sorridendo.
“ Andiamo in cortile” dice Marianne. Annuisco e la
seguo pensando a quello che ho appena visto e sentito.
“ Marianne?”
“ Chiamami Mary” dice sorridendo.
“ Okay, ehm Mary ma Jared l’ha detto a Cloe di
voler chiudere?”
“ Ehm ecco penso di No..”
“ Ma è scemo?!”
“ Io non sono scemo!”
Ho rischiato di avere un infarto.
“ Sì che sei scemo, mi hai fatto prendere un
colpo!” esclamo “ lo sai che non è
normale presentarsi all‘improvviso?”
“ Ti ho spaventata?”
“ No per niente”
“ Scusa” dice grattandosi in modo distratto il capo.
“ Jay ma quant’è che glielo
dirai?” chiede Marianne riferendosi a Cloe.
“ A fine lezione glielo dico”
“ E’ una settimana che dici così, ma poi
scappi appena la vedi” lo rimbecca Marianne.
“ Oggi lo faccio sicuro” dice deciso.
“ Speriamo” Marianne sospira.
“ Tranquilla lo farò..”
Ad un tratto si avvicina un ragazzo davvero carino e subito Jared gli
salta addosso.
“ Canaglia, mi devi una partita!” esclama mentre fa
finta di massacrarlo.
“ Ehi calma!” dice quel ragazzo ridendo. Mi guarda
e io credo di essere arrossita lievemente. I suoi occhi verdi sono
davvero belli!
“ Chi è questo zuccherino?”
“ Lei è Steffy, la mia nuova amica..”
dice Jared scendendo dalle sue spalle.
“ La nostra nuova amica..” lo corregge Marianne
sorridendomi. Che fortuna! Due amici ed è ancora il mio
primo giorno di scuola. Vorrei essere felice eppure ho paura di esserlo.
“ Steffy lui è Gus!”
“ Il piacere è tutto mio” dice
sorridendo Gus. Credo che il mio cuore abbia perso un battito.
“ Io vado” dice ad un tratto Gus “ Dainha
mi sta aspettando”
“ Vai, ma sappi che ti tengo d’occhio
ragazzo!” esclama Jared.
Gus alza il dito medio e sorride.
“ E’ fidanzato?” chiedo con non curanza
mentre lo vediamo andar via.
“ Sì” risponde Marianne sospirando. Vedo
che anche su di lei fa un certo effetto.
“ Ti piace?” le chiedo.
“ Da morire!” esclama “ lui è
bellissimo..”
“ Vorrai dire perfetto” dico osservandolo.
“ Sì, direi che perfetto va bene”
“ Ehi! Vi siete dimenticate di me! Del vostro Jared! Ma come
fate a sbavare dietro a quel deficiente?”
Sia io che Marianne siamo troppo prese ad ammirare Gus che ride e
scherza abbracciando Dainha, per ascoltarlo. Che ragazza fortunata!
“ Basta fissarlo!” esclama quasi urlando Jared,
notando che nessuna di noi lo degna di uno sguardo.
“ Sei geloso?” chiede Marianne sorridendo.
“ Può darsi..”
“ Su entriamo che è suonata la campana”
Jared si muove lentamente mantenendo la faccia offesa.
“ Sei ancora arrabbiato?” chiedo sorridendo.
“ In vita sua Jared ha sempre voluto attenzioni!”
esclama Marianne “ lo conosco dall’asilo e anche a
due anni cercava le attenzioni di tutti”
“ Mi stai disegnando come una diva! Steffy non ascoltarla io
non sono così!”
“ Sì certo, se tu non sei così io sono
Miss Universo!”
Io li guardo e mi metto a ridere di cuore. Anche loro lo fanno dopo un
po’. Entriamo in classe pronti per la lezione di matematica.
Devo ammettere che la lezione non è difficile e in poco
tempo riesco a memorizzare tutto.
“ Adesso fate questi esercizi così imparate a
padroneggiare la lezione appena ricevuta”
Mi metto subito all’opera. Stranamente Jared è
silenzioso e la cosa mi preoccupa. Nonostante sia il primo giorno non
ha fatto altro che parlare e sinceramente sento un po’ la
mancanza delle sue scemenze.
“ Ehi come mai non parli?”
“ Non so come dire a Cloe che la lascio”
Poso la matita sul banco e rivolgo tutta la mia attenzione su di lui.
“ Per prima cosa devi essere molto delicato. Seconda cosa non
devi partire subito dicendo io ti mollo perché non mi va di
stare con te. Devi esporre in maniera chiara i motivi che ti hanno
spinto a non volerla più al tuo fianco. Devi essere gentile,
ma deciso allo stesso tempo”
“ Non ci riuscirò..”
“ Non è mai facile lasciare qualcuno
perché si ha paura di fargli del male, ma di certo non si
può vivere male solo perché non si riesce a fare
quel passo”
Jared mi guarda e facendo un bel respiro dice: “ hai
ragione..”
Gli prendo la mano e dico: “ Cloe
capirà..”
Lui mi sorride e annuisce.
“ Ti sei calmato adesso?”
“ Direi di sì..”
“ Bene allora possiamo fare matematica..”
“ Ma tu sempre allo studio pensi?”
“ No, ma si dà il caso che la professoressa ci ha
assegnato dei compiti da fare e io non vedo il motivo per non
farli..”
“ Lo sai che sei pesante?” esclama Jared
“ simpaticissima, questo sì, ma ei anche
pesantissima”
Scoppio a ridere mentre mi metto al lavoro. Ad un tratto mi sento
scuotere il braccio.
“ Che c’è?” sussurro.
“ Ehm io non ho capito niente di quello che la signorina
Cooper ha spiegato..”
“ Tranquillo te lo spiego io..”
Sorridiamo e ci mettiamo all’opera.
******
“ Sono stata davvero bene con voi”
“ E noi con te!” esclama Jared seguito
dall’assenso di Marianne.
Io sorrido e ad un tratto mi ritrovo Ryan in compagnia di Shannon.
“ Sorellina!”
È di buon umore il ché mi fa rilassare. Capisco
che anche a lui il primo giorno è andato bene.
“ Ry vedo che sei pimpante!”
Mi sorride e la stessa cosa fa Shannon.
“ Beh con Shan devi essere per forza pimpante”
Sorridono con aria complice.
“ Ehi che avete combinato?” chiede Jared curioso.
“ Cose che tu non puoi sapere!”
“ Ma Shan sono tuo fratello!”
“ Ma non sei maggiorenne!”
“ Shan abbiamo un anno di differenza, mica sono un
bambino!”
“ Un anno è un anno!”
“ Su non litigate” dico entrando nel discorso. Ad
un tratto noto Cloe e strattonando Jared lo faccio voltare. Lui
deglutisce.
“ Su forza non farti prendere dal panico” e lo
spingo in avanti.
“ Spero che se la cavi bene” dice Marianne.
“ Lo spero anche io..”
“ Beh io devo andare” dice “
c’è mio padre che mi aspetta”
“ A domani Steffy”
“ A domani Mary”
Mi sorride come non mai e va via.
“ Beh è il caso che vada anche io..”
dice Shannon “ ho un appuntamento io!”
“ Smettila!” esclama mio fratello sorridendo.
“ Non preoccuparti che appena ritorno a casa ti chiamo
così ti racconto tutto”
Sorridono e dopo essersi dati una pacca sulla spalla Shannon va via
salutandomi con un gran sorriso e con l’occhiolino.
Sentiamo un suono e ci accorgiamo dell’arrivo di nostro
padre. Sorridiamo e a razzo entriamo in macchina.
“ Vedo che siete molto allegri” nota mio padre
“ quindi posso affermare che vi siete divertiti”
“ Sì!” esclamiamo insieme sorridendo.
Penso che dopotutto questo trasferimento non sia stato così
male.
Spero solo che duri più degli altri..
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