La mia ispirazione

di GivesMeHope_
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Justin Bieber. “Si. Ok. E’ un cantante e allora?” vi starete chiedendo.
Ecco, è qui che vi sbagliate, perché lui per me non è solo un cantante, un semplice cantante che si sente di tanto in tanto alla radio o alla tv, lui per me è un’ ispirazione, un modello da seguire, insomma. O, più semplicemente, un amico. Un amico che mi “ascolta” quando ne ho bisogno, quando mi sento sola. Un amico con cui sfogarmi e piangere, quando non c’è nessun’altro a farlo.
E credetemi, molte volte può capitare alle ragazze adolescenti (e non solo a loro) tutto questo. Non essere capite, aver voglia di piangere, di scappare da tutto e da tutti… e anche alle tredicenni, seppure appena entrate in questo nuovo mondo chiamato adolescenza, può capitare; forse più a loro che a quelle più grandi, perché spesso gli adulti pensano che siano ancora delle bambine, in fondo, pensano che molte cose non riescano ancora a capirle, però quando realizzano che stanno crescendo, cercano di recuperare i momenti del passato tipo coccole o cose del genere, pensando quasi di poter fermare il tempo e farle restare delle bambine. Ma quello che non capiscono, è che loro lo resteranno sempre in fondo, terranno sempre nel loro cuore i momenti della magnifica infanzia passata. Il fatto è che, a volte, ci sono quei momenti che nessuno riesce a capire, quei momenti in cui ci si chiude in se stesse e non si comunica con nessuno. Perché? Perché forse neanche loro lo sanno e quindi capiscono che nessun’ altro potrà farlo.
Ed è qui che si conosce il vero significato della musica; cioè, che è l’unica di cui ci si può fidare veramente, l’unica che consola e che sa come aiutare, e quindi basta ascoltarla e affidarle i propri segreti. Ed è come se rivivessi tutti i momenti passati, dai più brutti ai più belli, dai più tristi ai più felici, e così via… e appena finito ti accorgi che ogni volta che hai subito una brutta caduta, ti sei rialzato, come quando da piccolo salivi per la prima volta sulla bicicletta senza rotelle e cadevi sbucciandoti un ginocchio, di certo c’era il periodo del pianto, del dolore, ma poi chiudevi la ferita, ti rialzavi e riprovavi finché non riuscivi perfettamente a fare un tragitto senza cadute o fermate, ma l’importante era non mollare, non perdere le speranze, perché se credi in te, credi in quello che fai, sai che nessuno potrà fermarti e sai anche che un giorno ce la farai e compierai la tua missione.
Il succo di questo paragone a quando si era piccoli, è che la stessa cosa può capitare da grandi con i propri sogni, si può cadere, soffrire, ma l’importante è rialzarsi dopo la sofferenza e continuare a lottare, continuare a credere in se stessi.
E tutto questo di certo non l’avrei scritto, non l’avrei mai pensato se non ci fosse stato il mio idolo, perché è lui che mi ha insegnato a credere nei miei sogni, a continuare a lottare per quello in cui credo. Certo, perché lui proviene da una piccola cittadina e ha lavorato sodo per arrivare dov’è adesso. Ha lottato come non aveva mai fatto, perché essendo molto giovane, nessuno gli dava delle speranze, poiché pensavano che non ce l’avrebbe fatta senza l’aiuto della tv, o cose del genere. Ma lui non ha mollato, soprattutto grazie al sostegno della sua famiglia, dei suoi amici e di tutti quelli che gli stavano accanto.
Lui è il mio migliore amico, che mi consola con la sua musica, con i suoi sorrisi, certo, perché appena vedo una sua foto mi trasmette speranza, e con la sua storia, perché so quanto ha combattuto e so che ogni cosa è possibile se si crede in se stessi. Perché è l’unico che mi fa provare emozioni mai sentite prima, che con ogni sua canzone sa trovare il rimedio per la mia sofferenza e strapparmi un sorriso. Perché quando piango e sono triste, mi basta ascoltarlo attraverso le sue canzoni e subito mi calmo e provo a capire come uscire da quel labirinto di tristezza, e non di certo scappando dal problema e mettendolo da parte, no signore! Ma affrontandolo fino a combatterlo e a trovare l’uscita del labirinto che porta alla felicità. 





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