Il colore del sangue e dell'amore

di Aggrodolce
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«Vorrei tanto che morissi e che non tornassi più!»
Quelle parole risuonavano nella mente dell’albino come pugnalate, le stesse che si stava dando violentemente, nel vano tentativo di morire.  
Perché, perché non posso morire?
Perché devo soffrire mille volte più degli altri?
E perché la gente non capisce, facendomi soffrire ulteriormente augurandomi di farlo, una volta per tutte?
Non capisce quanto io possa stare male, non potendo morire?
Non capisce i miei sentimenti?
Ma no, in fondo sono solo un semplice essere umano.
Inutile, oserei dire, come mi ritiene la gente.
Inutile e fastidioso.
Eppure, perché sento che qualcuno è qui con me?
Perché sento che mi sta aiutando?
Non dovrei avere nessuno, non ho né una famiglia né degli amici.
Ho solo … -
Ma cosa succede?
Perché non sento più dolore?
Improvvisamente, si è fermato!
Chi … ?
«Smettila! Adesso basta!»
Chi mi chiama? ...
«Hidan! Smettila!»
Chi è? …
Questo tocco … Deve essere per forza … !
 
Poche ore dopo, il ragazzo si ritrovò disteso su un Futon, il busto completamente fasciato.
Ricordò cosa fosse successo e anche, per l’ennesima volta, la frase del compagno.
Sentì delle gocce calde sfiorargli il viso, ma poi riuscì a reprimerle, non appena vide chi era steso accanto a lui.
Volto coperto da una maschera, occhi chiusi, in mano un rotolo di bende sporco di sangue.
Allora … Quella persona …
Sì, era proprio lui.
Il suo compagno, Kakuzu.
Lo aveva fermato, aiutato e medicato, e ora giaceva addormentato vicino a lui.
E fu guardandolo, che Hidan realizzò una cosa.
Ovvero, che non era vero che non aveva nessuno.
Anche se l’accaduto era stata colpa del compagno, e solo sua, poi lo aveva aiutato.
Il ragazzo sentì le gocce salate tornare a solcargli il viso, ma questa volta per ragioni del tutto diverse da quelle di pochi istanti prima.
Erano tornate per significare solo una cosa, ovvero la felicità e la commozione che Hidan provava in quel momento.
Non lo avrebbe  mai detto a parole, o di fronte a Kakuzu, ma era contento di averlo come compagno.
Era contento di avere qualcuno che si occupasse di lui.
Era contento semplicemente di avere una persona come Kakuzu, forse.
Perché lui, quel medico, era come il troppo sangue che Hidan aveva versato, facendolo stare male.
Indispensabile, per lui.




.... E daje, eccola che ritorna.
Pensavate di esservi liberati di me e delle KakuHida, eh? E INVECE NOH. <3
Ok, questa è nata da una ruolata con la mia DonnaH personale, quindi spero non vi dispiaccia se gliela dedico con tutta me stessa. <3
Lo so che è un po’ una schifezza, ma abbiate pazienza, io non so scrivere e non saprò mai farlo.
Quindi siate clementi.
Bye-bi.
Saga <3 




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