E tutto per un solo, unico, dannato Sì.

di sonounaspugna
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Tregua?

Percepivo rumori, profumi e ragionavo. Parlavo nella mia testa, cercando di dare un senso alla situazione.
Fino a poco prima ero stata in grado di aprire gli occhi e intravedere ombre, almeno.
Ora?
-Ti avevo detto di non tornare mai più!-
I miei si stavano ancora scannando. Pregai arrivasse un’infermiera, conoscendoli  tra qualche minuto la situazione sarebbe precipitata.
Io ero inutile, lì, inerme su quel letto d’ospedale.
-Chi ti ha avvisato che Marta era qui?-
-Ho chiamato a casa perché è morta mia madre. Volevo che le ragazze sapessero, dopotutto era loro nonna.- Sentii qualcosa rompersi dentro di me. Nonna Barbara non c’era più? Nonna Barbara era.. era..
-Oh, mi spiace.- la voce di mia madre risultò quasi colpevole.
-E quella che ti stira i vestiti..-
-Cassie, si chiama Cassie, Gabbe.-
-..Beh, lei mi ha detto che Marta era stata ricoverata qui.-
Mia madre sospirò pesantemente.  -Vuoi  cominciare a comportarti da padre?- parlò cercando di mantenere ferma la voce.
-Sono qui per questo, Annabeth.-
-E allora vai di là. C’è Melanie da sola, in sala d’aspetto. Preferisco non veda la sorella in questo stato.-
-D’.. D’accordo.- rispose balbettando, incredulo del cambiamento d’umore di mia madre.
-La riconoscerai, indossa un vestito rosa e bianco.-
Sentii dei passi allontanarsi.
-Oh.- mia mamma lo fermò. –E adesso ha undici anni.- commentò con un velo di sarcasmo.




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