Lei
era lì
-
Ehi, Charlie!
Il
ragazzo si guardò intorno per capire chi lo stesse
chiamando, quando notò una ribelle chioma verde in
lontananza. Sorrise e fece
cenno alla sua amica di raggiungerlo.
-
Dora!
Tonks
lo fulminò con un’occhiata intimidatoria.
– Non
chiamarmi così, te l’ho detto un milione di volte.
-
A me darebbe fastidio essere chiamato per cognome…
-
Solo perché voi Weasley siete una marea: che
succederà
quando anche i tuoi fratelli più piccoli saranno in
età da Hogwarts?
-
Ah, non lo so: io me ne sarà andato da un pezzo!
I
due ragazzi risero, passeggiando tranquillamente verso la
capanna di Hagrid.
-
Ti piacciono i miei capelli oggi? – chiese improvvisamente
Tonks indicandosi la testa. – Sono per la grande occasione!
-
Grande occasione… - ripeté Charlie bussando alla
porta del
guardiacaccia. – Avrà veramente portato qui un
uovo di drago? Secondo me si è
sbagliato…
-
Shh! Non dirlo a alta voce, vuoi che ti sentano? Ah, sono
così emozionata!
Charlie
alzò gli occhi verso di lei, lanciandole uno sguardo
innamorato: era così carina quando sorrideva…
-
Ma quanto ci mette Hagrid? – si lamentò Tonks
passando un
braccio sotto quello del ragazzo e baciandolo teneramente sulle labbra.
– Non
vedo l’ora di scoprire se è davvero la volta
buona!
Charlie
si asciugò le lacrime con il dorso della mano, piena
di graffi e bruciature come braccia e gambe, e osservò
ancora una volta la
lapide che aveva di fronte.
Erano
passati alcuni giorni dalla morte di Ninfadora Tonks,
ma non aveva visitato la sua tomba finché il cimitero non si
era svuotato. Non
voleva che gli altri sapessero che guardava ancora con rimpianto ai bei
giorni
di Hogwarts passati insieme a lei.
- Da grande voglio
studiare i draghi!
Quando
Tonks glielo aveva annunciato, lui aveva sentito un
tuffo al cuore. Lei, Tonks, in mezzo ai draghi? Troppo pericoloso, lui
non lo
avrebbe mai permesso.
E
invece era lei quella che giaceva sotto metri di terra, la
ragazza che era rimasta a Londra, mentre lui, in Romania, aveva
rischiato solo
di ustionarsi. Nient’altro.
Posò
una rosa bianca sulla tomba dell’amata di un tempo e
accarezzò delicatamente la foto che lo salutava dalla lapide.
In
quel momento non sentiva alcun tuffo al cuore. Non
sentiva niente.
|