Nel mirino solo me
Nel mirino solo me.
Che sia pura e semplice follia quella sensazione scivolosa che
si snoda fra i miei neuroni, nel mio corpo, intorpidendo lo stomaco
- contraendo i muscoli intercostali così da impedirmi il
respiro?
Mediocre menzogna artefatta fra le dita di una bambina spaventata da tutto, impressionabile da nulla.
Cieca preghiera orgogliosa di un perdono indesiderato e immeritato -
senza aver sbagliato, si può sperare di non averlo fatto?
Dunque un vano pentimento, quello di cui si fa carico un'anima vuota e
sanguinante, accasciata su di un muro decorato a sangue che recita le
parole più sagge che gli occhi lacrimanti avrebbero mai
carezzato.
Tu non puoi sfuggire a te stesso.
L'inossidabile realtà di un dolore forse stupido, forse irrisorio; qualcosa di chimico.
Alleggerirsi, infine, dal peso di esistere meditando su quanto
fantasiosamente si possa porre fine ad una vita, ad un'esistenza, ad
una mente persa in ricordi ancora non abbastanza lontani.
Chiudere in ogni barattolo un sospiro quando mi sento felice,
collezionando i momenti in cui mi sento più viva come
fotografie; per frantumarli quando rimarrò senza fiato e voce.
Una ferita aperta colora ed ospita il mio respiro.
E non mi ricordo più se fa male, o mi consola.
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