Interceding Is Often Hard
Interceding
is often hard
The Naval Criminal Investigative Service
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I
personaggi presenti nella storia sono tutti di proprietà di
Donald P. Bellisario (tranne il nuovo personaggio che ho creato io e
che è di mia esclusiva proprietà); questa storia non
è stata scritta con alcuno scopo di lucro.
Salve a tutti! Questa è la prima storia che scrivo
sull'NCIS (che è decisamente la mia serie TV preferita!!). Vi
preannuncio che in questa storia non ci saranno delle indagini su un
caso o cose del genere: questa ff parla solo dei personaggi della
serie, soffermandosi di più su qualcuno di loro.
La storia è ambientata in un momento indefinito della serie; in
futuro, se si faranno riferimenti a degli episodi specifici questi
verranno riportati in una nota.
Questo capitolo è un esperimento; ne ho già
preparati degli altri, che eventualmente pubblicherò in futuro
se la storia stuzzica la vostra curiosità ;) quindi fatemi
sapere se la ff è valida per avere un seguito!
A chi volesse avventurarsi nel leggere questo capitolo auguro buona lettura!! :)
Lo stolto cerca la felicità lontano; il saggio la coltiva sotto i propri
piedi.
James Oppenheim
Capitolo 1
In cui una canzone molesta porta ad
una presentazione rivelatrice
Bastò che
riferissi il mio nome e le mie generalità alla reception
dell’edificio con i muri esterni arancioni per permettermi
l’accesso ai piani superiori. Fu più facile di quanto
avessi immaginato.
Dopo essere stata sottoposta a
un accurato controllo – con tanto di perquisizione, metaldetector
e rovistamento nella borsa – la guardia armata mi permise di
salire in ascensore. M’informai velocemente riguardo a quale
piano dovessi andare e, dopo aver premuto il pulsante corrispondente,
le porte fredde e metalliche si chiusero di fronte a me con un suono
dolce e l’ascensore iniziò il suo viaggio.
La sala sulla quale si
aprirono le porte era davvero grande, con il soffitto alto due piani.
Uomini e donne vestiti elegantemente camminavano veloci su e giù
attraverso i corridoi formati dalle scrivanie, ordinatamente separate
con divisori di metallo. Quasi tutto – separatori, muri, moquette
– era arancione, e ciò che non era di quel colore
risaltava agli occhi con il grigio metallizzato. Soprattutto la scala
sulla destra della stanza e la ringhiera del piano superiore, che
circondava l’intero perimetro della sala e si affacciava sul mare
di lavoratori seduti al proprio tavolo. La lunga parete alla mia
sinistra era tappezzata da foto di facce in bianco e nero, incorniciate
in riquadri grigi. Alcune di loro erano barrate di rosso. Era alquanto
inquietante.
Mi avvicinai alla prima
persona che riuscii a fermare e le domandai le informazioni che mi
servivano. La donna m’indicò un punto al di là di
un divisorio. La ringraziai e mi diressi verso il luogo che mi aveva
mostrato.
Superato il pannello di metallo, tuttavia, non trovai quello – o meglio chi
– stavo cercando. Ciononostante, sapevo chi fossero l’uomo
e la donna che erano seduti alle rispettive scrivanie, anche se questi
non avevano nemmeno l’idea di chi fossi io.
L’inconveniente, comunque, non era un aspetto negativo. Al contrario, avrebbe fatto aumentare l’effetto sorpresa.
Mi avvicinai cautamente alla
scrivania della donna. “Mi scusi?”, iniziai. Poi, quando
quella alzò lo sguardo, continuai: “È questo
l’ufficio dell’agente Gibbs?”.
La donna si accigliò, guardandomi dalla testa ai piedi. Potevo indovinare cosa stesse pensando. Cose del tipo: cosa ci fa un’adolescente qui dentro? E perché chiede di Gibbs?
Nonostante tutto, la donna dai lunghi capelli mori mi rispose cortesemente: “Sì. Chi lo cerca?”.
Non risposi alla sua domanda,
ma mi limitai a porgliene un’altra. “È quella la sua
scrivania?”, le chiesi, additando il tavolo ben in vista accanto
a quello dove si trovava l’altro uomo, che non potevo vedere
poiché alle mie spalle.
Lei si accigliò ancora
di più e scosse leggermente la testa. “Ehm... no”,
disse insicura. “Ma non vedo come questo...”.
Non le lasciai finire la
frase. Mi diressi verso la scrivania nascosta da un divisorio di
metallo, accanto al tavolo della donna, individuandola – andando
per esclusione – come quella che stavo cercando. Ci posai la mia
borsa con forse troppo vigore e mi accomodai sulla sedia imbottita
piegando lo schienale all’indietro.
Trovai il mio iPod nella tasca
dei jeans e m’infilai le cuffie, tanto per ascoltare della musica
nell’attesa. Mi misi a canticchiare a bocca chiusa.
Intenta
a cercare nel lettore mp3 la canzone che dalla mattina continuava a
risuonarmi in testa senza voler smettere – così da cercare
di mettere fine alla mia agonia ascoltandola ancora e ancora fino a
farmi stufare –, non mi accorsi che l’uomo seduto alla
scrivania di fronte, che fino a quel momento non avevo badato
minimamente, si era avvicinato a me con espressione sospettosa.
“Mi dispiace
disturbarti, ragazzina”, iniziò quello sarcasticamente,
costringendomi a togliermi le cuffie e ad alzare gli occhi verso di
lui, “ma mi piacerebbe sapere chi sei e perché cerchi
l’agente Gibbs”. Piegò la testa da un lato.
“Tanto più, non sei autorizzata a spaparanzarti sulla sua
sedia e ad abusare dei suoi spazi in questo modo”. Si
chinò leggermente in avanti per farsi più vicino.
“Si arrabbierebbe molto se sapesse che una ragazzina qualunque
sta toccando le sue cose”.
Non riuscii a trattenere una risata. “Ah, non credo che questo accadrà”, esclamai euforica.
L’uomo appoggiò
le mani sul tavolo e si allungò verso di me, imitando la mia
risatina. “Come fai a dirlo, ragazzina?”.
Se mi avesse chiamata di nuovo ragazzina, gli avrei dato uno scappellotto sulla nuca.
Raddrizzai la schiena,
raggiungendo l’uomo, poi abbassai lo sguardo e finsi una risatina
divertita. “Lei non sa chi sono io...”. Alzai gli occhi per
guardare la reazione del tizio. “...agente speciale Anthony
DiNozzo”, conclusi.
Quale soddisfazione vedere la
sua espressione sconcertata! Meglio di uno scappellotto. I suoi occhi
si spalancarono e la sua smorfia da sfottente sparì in un
secondo.
La voce che volevo sentire interruppe la risposta che l'uomo di fronte a me aveva intenzione di darmi.
“DiNozzo!”, urlò da qualche punto dietro di lui.
Tony si drizzò in un istante. “Sì capo!”, esclamò.
La voce si fece più
vicina. Ora era alle sue spalle. “Perché stai toccando la
mia scrivania?”, gli domandò con tono minaccioso.
DiNozzo tolse le mani dal
tavolo, fissando, con la stessa espressione scombussolata, un punto
indefinito di fronte a lui. “Niente, capo”, rispose, poi si
voltò verso la voce con il palese tentativo di nascondermi dagli
occhi grigio ghiaccio che lo stavano fissando.
L’uomo cui appartenevano la voce e gli occhi si spostò di lato e fu a quel punto che mi vide.
Gli sorrisi, contenta di
vederlo, e alzai le spalle con aria innocente. “Io gliel’ho
detto che andava bene se stavo qua, Jethro, ma il tuo agente non mi ha
dato retta”, mi giustificai, usando un tono dispregiativo quando
arrivai a dire ‘agente’.
Tony assunse la stessa
espressione sconcertata di prima. “La conosci?”, chiese a
Gibbs, mentre indicava velocemente ora me ora lui agitando furiosamente
il dito.
Jethro mi fissò con
sguardo di rimprovero, aggrottando le folte sopracciglia. “Non ti
sei presentata?”, mi accusò.
A quel punto, mi alzai
lentamente in piedi, feci il giro della scrivania e mi piazzai di
fronte a Tony. Allungai una mano verso di lui e alzai il mento,
assumendo un’espressione provocatoria come quella che lui aveva
usato con me. “Piacere, Amy Steel”, mi presentai quando
quello, dubitante, afferrò la mia mano. La sua espressione
confusa era uno spasso. Ovviamente il mio nome non poteva suggerirgli
nulla.
“Piacere”, mormorò, senza cambiare espressione.
“È mia nipote”, spiegò Jethro.
Tony sciolse la presa dalla
mia mano e fissò prima me e poi Jethro con aria confusa.
L’unico suono che gli uscì dalla bocca sembrò un
urlo a bassa voce che conferì una nota inquietante alla
situazione.
*Nota dell'autrice*
Rieccomi qua alla fine del capitolo! :)
Questo capitolo è
partito come un'idea strampalata, ma poi, con un po' di buona
volontà, sono riuscita a trasformarlo in qualcosa di - almeno
credo... :) - leggibile.
Sarei davvero felice se mi lasciaste un commentino per sapere le vostre
impressioni, se pensate che possa essere un valido inizio per una long
:)
A tutti gli appassionati dell'NCIS mando un bacione! :*
A presto!
Chiara
P.S: per tutti i fan Tiva: se la storia continuerà non sarete
delusi! Ho in mente qualche ideuzza... ma per ora non svelo altro! :)
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