Kagura
si svegliò
quando il sole era già alto nel cielo. Accanto a lei c'era
un
vassoio con la colazione. Una colazione per cinque persone.
Almeno sa quanto mi piace mangiare.
Concluse fra sé e
sé.
Si lanciò sul
vassoio pochi secondi prima che Sogo entrasse nella stanza.
“Buongiorno,
principessa delle dormiglione, sono le dieci della mattina.”
Un'espressione di
puro orrore si formò sul viso della ragazza.
Le DIECI della
MATTINA? Ho dormito
per tutta la notte qui? Gin mi farà a pezzi, si
sarà di sicuro
accorto che sono uscita di casa.
Ingurgitò
la
colazione più in fretta che poteva, mentre Sogo la osservava
attentamente.
Una volta sazia, si
voltò a fissare il ragazzo.
“Cos'hai da
guardare, mai vista una ragazza che mangia?”
“Oh, che mangia
si, che mangia completamente nuda no.”
Kagura si infilò
in fretta e furia sotto le lenzuola, mentre lui la raggiungeva
gattonando sul letto. La baciò sulla fronte.
“Non capisco
perché ti nasconda, non è nulla che non abbia
già visto. Comunque
i tuoi vestiti sono asciutti. Te li vado a prendere?”
“Si, grazie.”
“Te li vado a
prendere solo se mi lasci guardare mentre ti rivesti.”
“Da quando sei un
maniaco?”
“Da quando ti
amo.”
Kagura intrecciò
le braccia dietro il suo collo e lo attirò a se,
concedendogli
qualche bacio.
“Permesso
accordato. Ma mi devi promettere di accompagnarmi subito a casa una
volta rivestita.”
“Accidenti, sei
peggio di un avvocato difensore quando si accorda sul patteggiamento.
Va bene, accetto.”
I
ciliegi erano
stati rovinati dalla tempesta, notò Kagura quando
ripassarono di
fronte al parco dal quale era scappata di corsa.
Non si era salvato
nemmeno un singolo fiore.
Era triste, ma con
un sorriso si ritrovò a pensare che aveva fatto bene ad
uscire per
ammirarli. Non aveva solo visto quegli splendidi boccioli, ne aveva
trovato anche uno da tenere tutto per se.
“Siamo
arrivati.”
Sogo scese
dall'auto e fece il giro per aprire la porta a Kagura. Lei lo
ringraziò con un bacio.
“Quando ci
vedremo ancora?”
Lui le allungò un
bigliettino con il suo numero del cellulare.
“Quando vuoi.
Spero non ti dispiaccia, ma per caso potrei passare di qui qualche
volta e sentire un'improvvisa mancanza di voglia di lavorare. Se
volessi passare un po' di tempo con te, mi ospiteresti?”
“Quando vuoi.”
“Perfetto. Ora
scusami, ma devo andare a farmi cazziare da Hijikata. Spero che prima
o poi muoia.”
Kagura rise e
rimase a guardarlo fino a che non svoltò per una strada
laterale.
Corse dentro casa,
poiché non poteva restare oltre sotto il sole.
Gintoki,
Shinpachi
e Sadaharu erano in casa. Gin stava sbraitando al telefono e
Shinpachi stava facendo dei segni su una mappa.
“Dovete averla
vista da qualche parte, insomma, è una piccola peste con
manie
distruttive! E' difficile non not... Oh.” Gintoki rimase a
fissarla, la cornetta appoggiata sull'orecchio e lo sguardo... beh,
il solito sguardo da pesce lesso.
Sadaharu le saltò
addosso nello momento in cui Shinpachi si alzò per correrle
incontro. Il ragazzo finì schiacciato sotto le zampe del
gigantesco
cane.
“Ahahhahaha, dai,
basta leccarmi Sadaharu, mi fai il solletico!” Rise felice
Kagura.
“Hai idea di
quanto fossimo preoccupati? Insomma, ti avevo detto di non uscire con
quel tempo!”
“Scusa Gin, ho
trovato un'amica per strada e sono andata la lei. Mi sono dimenticata
di avvisare.”
“Un'amica...
quindi non c'entra nulla il fatto che sei stata scaricata qui da
un'auto della Shinsegumi? Dimmi almeno che non hai combinato
casini.”
La ragazza arrossì
fino alla punta dei capelli.
“Non ho fatto
niente, davvero. Mi hanno dato solo un passaggio fino a casa.”
Gintoki sorrise con
l'aria di chi la sa lunga.
“Ah, i giovani...
comunque ho una cosa per te.”
Si abbassò dietro
la scrivania e riapparve con in mano una bellissima piantina bonsai.
Un ciliegio bonsai.
“Visto che sei
scappata per vedere i ciliegi, o almeno così sembra, ho
pensato di
regalartene uno tutto per te. Sei in grado di prendertene
cura?”
Il ciliegio aveva
un solo bocciolo.
“Dicono che per
farle crescere bene, le piante debbano avere un nome.”
Kagura
sorrise.
“Non ti
preoccupare, ne ho già uno in mente...”
Gintoki sospirò,
grattandosi la testa.
“Ah, l'amore...”
Note:
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! GIOIA, TRIPUDIO! E' LA FF PIU' LUNGA CHE
ABBIA MAI SCRITTO! Offro da bere a tutti! BARISTA, DACCI DENTRO COL
LATTE ALLA FRAGOLAAAAA! Anzi no, ritiro. Non ho abbastanza soldi. E
wow comunque, anche se non ho indugiato sul sesso. E' quello che fa
vendere. In ogni caso, il conto del brindisi lo lascio a voi *fugge
verso nuovi lidi*
Non so
se ve ne
siete accorti, sono un po' fissata con i cilegi.
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