Sì
lo ammetto.
A volte
capita anche a me.
Ci sono
momenti in cui mi soffermo e penso. Penso a te.
Penso a come
sarebbe la mia vita senza di te.
Penso a come
sarebbe il mio letto se tu non ci fossi. Tu che appena torni dal lavoro
lo stropicci buttandotici sopra senza forze dopo una giornata al
distretto.
Provo ad
immaginarmi il mio bagno senza le tue cose: il lavandino senza il tuo
spazzolino sempre fuori dal bicchiere, o il tuo profumo in bilico
sull'angolo della mensola. Quante volte te l'ho ripetuto di metterlo
meglio?
Guardo la
camera da letto, la nostra camera da letto: le tende che abbiamo
comprato insieme, la nostra foto sul cassettone, la mia sveglia sul tuo
comodino.
Se
non fossi entrata nella mia vita non ci sarebbe il bicchiere d'acqua
vicino all'abat-jour che tu puntualmente porti in camera la sera prima
di venire a letto, e io puntualmente riporto colmo in cucina tutte le
mattine. Non l'ho mai capito sai, per quale motivo ne porti sempre uno
a letto e non ne bevi mai un sorso?” Per ogni
evenienza...”mi dici.
E io
sorrido. Sei tutto ciò che un uomo potrebbe
desiderare.
Allungo il
braccio ti sfioro. La tua pelle, liscia come il velluto sembra essere
stata fatta a posta per essere toccata dalle mie mani, o
così voglio credere.
Sei
perfetta. Vorrei che tutto si fermasse. Vorrei che tu rimanessi qui con
me. Always.
Beh, forse
questa è una mezza verità
Credo che il
bello della nostra storia sia sia stata proprio questa
libertà di sceglierci. Sì, ne sono certo. Amare
è anche libertà: libertà di rimanere
noi stessi, libertà di amarci profondamente senza mai
annullare le nostre personalità, libertà di
fonderci con il corpo e con la mente e non aver paura di fidarci l'uno
dell'altra.
Mi chino
verso la tua spalla che comincio a ricoprire di baci.
Ah, stai
sorridendo.
“Rick....”
“Non
volevo svegliarti.” Sono un pessimo bugiardo.
“Sei
un bugiardo. Un pessimo bugiardo” Apri gli occhi.
Benchè
sia notte fonda non è buio nella stanza. Il tuo sorriso
irradia luce in camera e mi riscalda. Ti strofini gli occhi.
“Perchè
non dormi?” mi chiedi. “Che ora
è?” ti giri e guardi l'orologio di tuo padre:
“le 2.30?” ora ti sento frustrata.
Ti volti
verso di me, mi fissi, ti avvicini, di più, di
più, sempre di più, lentamente.
“Così
mi uccidi” ti sussurro
“Uh,
lungi da me sign. Castle fare codesta cosa!” Mi mordi il
labbro. Sei fresca, e … dolce. Ti giri ora, completamente:
sono sopra di te, i tuoi capelli sono arruffati, una spallina della
canottiera abbassata. Fissi la mia bocca.
“Mi
hai svegliata” dici. Ridi. I tuoi occhi brillano,
è incredibile.
“Seh...”
“Che
facciamo ora?”
“Mmmm...Non
so.” la mia mano scorre su di te ovunque dal seno
all'anca, incomincio a baciarti il collo partendo dal lobo
dell'orecchio.
“Allora
vediamo...” dico. Un bacio. “Monopoli?”
Questa cosa
del dover formulare pensieri coerenti mentre ti ho così
vicino è più complicata del previsto.
“No,
Monopoli è troppo lungo.” mi lanci un'occhiata.
“Va
bene, No Monopoli...” Le mie labbra affamate si spostano dal
collo al petto: affondo la faccia nell'incavo del tuo seno. Francamente
la canottiera di seta ora è ingombrante ma decido di
spostarla con le mani più in alto, senza sfilartela.
“Indovina
chi?”
Ti piace
tutto questo almeno tanto quanto piace a me perchè inarchi
la schiena, mi sfiori le spalle e le tue gambe sono avvinghiate a me.
“Non
gioco ad Indovina chi con te alle 2.30 di notte!”
Scendo
sempre di più, fino all'ombelico,.
“Ok...Cluedo!”
“Ahaha”
ridi... “No!”
“Sono
bravo a scoprire....” la mia lingua sta assaggiando il tuo
ventre morbido e profumato “.... l'assassino”
"Castle" ti
esce fuori un filo di voce.
Tiro su la
testa. Le mie mani tornano su, lasciano le tue lunghe gambe e risalgono
i tuoi fianchi.
Un telefono.
Alle 2.30 di
notte?
"Rispondi"
mi dici agitata. "..Alexis!?" chiedi.
"Pronto! Ehm
sì, sì sono io. Sì... Ah,
sì scendo subito.."
"Allora? Chi
era?" Tocchi ripetutamente l'anello di tua madre che hai al collo, come
sempre.
"Tutto ok.
Sembra che ci sia stato un guasto al quadro elettrico del palazzo. E
sono l'amministratore, devo andare a confermare che tutto sia stato
risolto."
"Eh?"Ora sei
stupita come se ti avessero detto che so volare. "Ma se quando non
funziona una lampadina vuoi chiamare l'elettricista?!"
"Non
è vero!" il mio ego maschile subisce un colpo.
"Mmmm, va
bene Manny TuttoFare, vorrà dire che inizierò il
gioco da sola..."
Zan. Ecco
fatto.
"Detective
lei é crudele"
"Sí,
prendi le chiavi quando esci, non credo che sarò in grado di
aprir.."
"Shhh!
Basta. Ho il cervello che sta andando in cortocircuito!"
"Chiamo
l'elettricista?". Mi sciogli con quello sguardo.
Eh
sí, sono l'uomo piú fortunato che conosca.
"Ci metto 5
minuti. "
"Io non lo
so..."
"Smettila
Kate! "
"Ciaoooo! "
E mentre mi saluti ho già un piede fuori dalla porta.
Cantuccio mio:
Ce l'abbiamo fatta a partorire.
Sono io. Qualcuno si ricorda ancora di me? Non so. Sono quasi scomparsa
e non ho recensito un granchè. Mi scuso. Sono stata sabotata
dalla tecnologia.
Ma ora, per vostra somma disgrazia, sono tornata.
Che dire, questo è il primo capitolo. Ce ne sarà
un altro finale che posterò presto.
Lo so che qui rischio di essere ripetitiva ma un grazie alle
fantastiche ragazze del Castle Made of EFP Writers. Siete meravigliose. I complimenti si sprecano. Un saluto enorme alla Fe' che ci manca tantissimo. Torna prestoooo! :)
Un grazie alla mia braintrainer ;)
Ringrazio tutte voi che avete letto le mie storie, coloro che hanno recensito, quelle hanno inserito le ff nelle preferite o nelle scelte o nelle ricordate. Grazie davvero, è strano, ma fa davvero piacere. Grazie 1rebeccam, lizz1183, Luli87, Spuffy93
Per chi interessasse I'll be your man
A presto, :)
RM
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