L'esame

di Norberta_
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L’esame

Si sentiva tutti gli occhi puntati contro e si chiedeva il motivo. Forse era per il semplice fatto che era circondato da ragazzi e ragazze di non più di vent’anni e lui, nonostante ne avesse appena trentasette, si sentiva vecchio e fuori luogo. “Le promesse vanno mantenute, Ron” disse la sua coscienza. In effetti, Hermione era stata abbastanza persuasiva e se aveva imparato qualcosa in quegli anni di matrimonio, era che solo un malato di mente ospite del San Mungo avrebbe tentato di contraddirla.

- Ronald Bilius Weasley- sentì una voce roca chiamarlo.
- Arrivo – si avvicinò con passo incerto.
- L’esaminatore la sta aspettando in quella macchina blu. Si ricordi la carta d’identità.
Ron fece un respiro profondo e strinse nella mano sudata il pezzo di carta. Appena salito sull’auto, il mago vide due enormi occhi a palla che lo fissavano con aria severa e mentalmente tornò indietro nel tempo, sentendosi ancora uno studente di Hogwarts del primo anno, spaventato e insicuro.
- Carta d’identità – disse l’uomo con voce impassibile e, dopo averla ricevuta, riprese – Ok, possiamo iniziare – accompagnando quelle parole con un cenno del capo.
Ron cercò di ricordare tutti i consigli pre-esame della moglie, ma in quel momento la sua mente era più aggrovigliata dei capelli di Bellatrix e capì di doversela cavare con le proprie forze. Sicuro di sé, posizionò il sedile, sistemò lo specchietto retrovisore e allacciò la cintura e, dopo aver controllato che non arrivasse nessuno, partì. L’esaminatore non disse nulla. “Ok, se non parla vuol dire che va tutto bene, o almeno spero” si disse l’esaminato, più che altro per calmarsi ed evitare di pensare alla furia di Hermione che si sarebbe scatenata nell’eventualità di una sua bocciatura.

Dopo pochi minuti, però, la sicurezza di Ron venne meno. Infatti, l’uomo, sempre col suo tono distaccato, gli chiese di accostare ed eseguire un parcheggio a S tra due macchine parcheggiate sulla destra.
- Per le mutande sporche di Merlino! – sbottò il rosso.
- Mi scusi?
- Niente, niente. Ora metto la retro.
E così fece, ma purtroppo si dimenticò di controllare nello specchietto prima di partire.
- Non le sembra di aver dimenticato qualcosa?- domandò bruscamente la persona accanto a lui.
Ron sentì le orecchie andargli in fiamme e un black-out totale investì la sua mente. Capì di essere nei guai. Il parcheggio a S non era mai stato il suo forte. In una frazione di secondo decise di fare una cosa che sicuramente sua moglie non avrebbe mai approvato. La vedeva già guardarlo, con occhi di fuoco e con le mani sui fianchi, e urlargli: “Tutto ciò è illegale Ronald Weasley!”. “Tanto” si disse “non lo saprà mai” e con un sorriso furbo estrasse di nascosto la bacchetta dalla tasca dei jeans e la puntò sull’esaminatore, mentre quest’ultimo era impegnato a controllare la strada. “Confundus” pensò. Subito l’uomo lo guardò con occhi vitrei e aprì leggermente le labbra, con un’espressione molto simile a quella di Luna quel giorno in cui l’aveva conosciuta sul vagone dell’Espresso per Hogwarts. Ron terminò in qualche modo la sua manovra.
- Ehm… Io avrei finito- gli disse esitante.
- S-sì, sì, certo- balbettò l’uomo.
Gli porse quel sospirato pezzo di plastica, Ron lo firmò con mano tremante e finalmente uscì dall’auto. Si sentiva più leggero e rilassato di quando, più di diciannove anni prima, il suo migliore amico aveva posto fine al periodo di terrore di Lord Voldemort.

Tornò a casa con passo spedito, impaziente di raccontare alla sua famiglia quell’incredibile impresa. Aprì la porta e vide sua moglie sul divano che lo aspettava ansiosa. Le sorrise ed Hermione gli buttò le braccia al collo, soffocandolo. Dopo qualche secondo si staccò e lo guardò meravigliata.
- Davvero ce l’hai fatta senza problemi?- gli chiese.
- Sempre questo tono sorpreso.
 
  





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