Titolo:
War & Paix
Autore:
Tifawow
Fandom:
Axis Power Hetalia
Rating:
Arancione
Genere:
Generale(c'è un po' di tutto)
Avvertimenti:
Shonen-ai, Yaoi, Raccolta, Drabble
Pairing:
Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland.
Note:
questa raccolta è un totale esperimento! Ho provato a
chiedere ai miei amici più intimi di darmi tre parole a
testa, le prime che venivano loro in mente. Le ho poi elaborate in
varie drabble a seconda di quello che mi ispiravano, includendo nel
testo quelle stesse parole.
Questa volta ho anche deciso di affidare ai miei amici la scelta della
coppia, dicendo a loro di darmi due nazioni a caso: ignara di quello
che stava scatenando, una di loro ha esordito con “Francia e
Inghilterra”. Mia (anche se l'Italia/Giappone mi ha tentata)
U_U
Duel mortel
– 100 parole
Partenza ~
Sguardo ~ Abbraccio
Il duello era l'unica costante
della loro unione.
Letteralmente e
figuratamente si erano rincorsi, combattuti, presi e uccisi fin dalla
partenza del loro strano rapporto, in quell'unica regola che lo sanciva.
Uno sguardo. Una sfida.
Una lotta. Una vittoria e una sconfitta.
Era quello il loro amore.
Era quella la loro
guerra.
Per Inghilterra non
c'era niente di più sublime che avere di fronte Francia, le
reciproche lame puntante l'una sul petto dell'altro in un gesto di
guerra, le mani saldamente intrecciate in un gesto d'amore.
Insieme affondavano.
Insieme si stringevano.
E la loro morte si
perdeva in un abbraccio.
Abracadabra
– 200 parole
Risveglio ~ Segnale ~ Oroscopo
Arthur era una persona davvero
strana. Sotto la facciata di gentiluomo inglese nascondeva una discreta
dose di stranezza e di bizzarre abitudini che, dalla superstizione,
sfociavano alla magia vera e pura.
La passione per la
stregoneria, l'abitudine di lanciarsi il sale alle spalle, il rifiuto
categorico di proseguire su una strada se prima era passato un gatto
nero, la continua ricerca di un segnale del destino che gli indicasse
la via... erano tutte cose che facevano parte di Inghilterra, strambe e
infantili, e che Francis aveva imparato a conoscere nel corso degli
anni.
Cose totalmente sue.
E non voleva dire niente
se lui lo prendeva sempre in giro per quelle sue piccole e folli manie
-Allora, Harry Potter... che cosa dice la palla di cristallo?-.
Di Arthur, amava
follemente anche quelle -E' l'oroscopo! Brutta rana ignorante!-
sibilava lui, alzando appena gli occhi dalla lettura mattutina delle
ultime pagine del giornale che seguiva sempre il rituale del risveglio,
per fissarlo con fare seccato.
-Oh. E che cosa dice il
tuo oroscopo?-.
E ancora di
più le amava quando Arthur distoglieva gli occhi arrossiva,
imbarazzato -Cavolate...- e quando la sua voce si abbassava, diventando
quasi impercettibile -Che sono molto fortunato in amore...-.
Vieux albums
– 150 parole
Ricordi ~ Aurora ~
Libertà
Non piaceva ad Arthur ricordare.
Perché ad
ogni ricordo, ad ogni singolo istante di vita erano legati pensieri
brutti, sensi di colpa, rimpianti, desideri mai realizzati.
Eppure a volte, poco
prima che il sole iniziasse a splendere nell'aurora, Arthur si
svegliava e saliva in soffitta. Ascoltava le assi antiche cigolare
sotto i suoi passi, uniche testimoni del suo segreto. Si sedeva di
fronte al suo baule polveroso, aprendolo con delicatezza, custode del
suo più grande tesoro.
In quella rete di
ricordi e sensazioni vi era una persona che tra le altre spiccava, che
in bene o in male appariva sempre in quegli album dimenticati e in quei
ritratti ingialliti che erano la sua vita: Francis.
La Francia che odiava?
La Francia che... amava.
E solo in quel momento,
quando era solo e nessuno poteva giudicarlo, Arthur si prendeva la
libertà di amarlo, incondizionatamente.
Sopratutto per questo
non gli piaceva ricordare.
Diamond Wire
– 100 parole
Follia ~ Ripetersi ~
Salvezza
Follia.
Tutto nel loro rapporto
lo era.
Non c'era niente di
normale tra lui ed Arthur e lo sapeva bene: un secondo prima si
lanciavano maledizioni in ogni lingua comprensibile ed un attimo dopo
erano nudi, uno sopra l'altro, intenti a consumare una passione e un
amore che non aveva eguali nel tempo.
Era un ripetersi di
azioni, di mani che si tendevano per la reciproca salvezza e che subito
venivano pugnalate.
Follia.
Autentica e pura.
Era consolante per
Francis constatarlo: in quella pazzia, nulla sarebbe stato mai
abbastanza forte per spezzare quel sottile filo di diamante che li
univa.
Pause
– 200 parole
Asso
~ Medaglia ~ Porcellana
Per Arthur il thè
delle cinque era il momento prediletto della giornata, una ricorrenza
sacra che aveva il sapore di un rituale. Che fosse in guerra o in pace
non c'era giorno che, scattata l'ora, non si sedesse almeno per qualche
minuto, gustandosi con calma la sua bevanda prediletta.
Amava il contatto delle
sue labbra con la porcellana fredda, il gusto un po' amaro che gli
scottava la lingua, il fragile tintinnio dell'argento del cucchiaino.
Sarebbe stato tutto
perfetto.
Se quella maledetta rana
francese non avesse sempre qualche asso nella manica per infilarsi a
casa sua e disturbarlo proprio in quel momento!
-Che cosa facciamo,
Arthur?-. (Niente!)
-A che cosa pensi,
Arthur?-. (Agli affaracci miei!)
-Mi ami, Arthur?-.
(NO!!!)
Alle fine, stufo ed
esasperato, non poteva far altro che appoggiare la sua tazza sul
tavolino e zittirlo nell'unico modo che con lui funzionava: sdraiandolo
a terra e chiudendogli la bocca con la propria.
E mentre, soddisfatto,
Francis si permetteva di esplorare le natiche inglesi con le mani
perdendosi in quel bacio, Arthur pensava che per la sua
pazienza prima o poi avrebbero dovuto conferirgli una medaglia.
Non poteva ammettere
che, sopratutto per quello, era il momento della giornata che preferiva.
Not
just sex – 150 parole
Abbraccio
~ Carezza ~ Pugno
Fare l'amore con Angleterre era
sempre una battaglia. Ogni azione, dal semplice spogliarsi al rotolarsi
sulla prima superficie orizzontale disponibile, aveva il sapore di un
incontro di lotta libera e per giorni entrambi ne portavano ben
visibili i segni.
Per ogni carezza c'era
una pugno.
Per ogni abbraccio un
insulto.
Per ogni bacio un morso.
A volte dava quasi
l'idea che fossero ancora in guerra o ai tempi dei corsari, quando i
loro incontri avvenivano in pace nascosti nelle stive, e in guerra
stipati in qualche cella.
Francis prediligeva modi
più tranquilli di fare l'amore, ma ormai sapeva che, dietro
quelle piccole manie di violenza, Arthur celava un sentimento diverso,
che non era pronto ad affrontare.
E anche se il suo
inglese continuava a insistere che fosse solo sesso tra di loro, era
certo di leggere nei suoi occhi un sorriso sincero, ogni volta che gli
sussurrava “Je t'aime”.
Dans
le coeur de la révolution – 150 parole
Fratelli
~ Labbra ~ Storia
Qualcosa era visibilmente
cambiato in Francis, uno strano morbo lo aveva infettato rendendolo
irriconoscibile, destinandolo a cambiare il corso della Storia.
Gli illuministi
chiamavano quel qualcosa Rivoluzione.
Il cuore pulsante della
Francia, la voglia di libertà, l'essere tutti fratelli.
Arthur lo chiamava
carneficina.
Tradimento, urla, morte
e ghigliottina.
E a capo di tutto
quello, terribile, vittorioso, trionfante nel mare di sangue con il
quale lo aveva incoronato il popolo francese, stava Francis. Con la
sadica espressione della vittoria gli sorrideva spavaldo dal suo posto
d'onore ai piedi del patibolo, diverso dal romantico e fastidioso
francese che era sempre stato, rigirando tra le mani una rosa fin
troppo carmina.
E con gli occhi
spalancati per il terrore e il disgusto, Arthur lo fissava chiedendosi
il perché.
Non il perché
di tutto quello.
Il perché,
nonostante quell'orrore, il sangue e il ghigno beffardo disegnato sulle
labbra di Francia, lui continuasse disperatamente ad amarlo.
Sweet
smoke – 150 parole
Sogno
~ Letto ~ Lacrime
Francis non poteva affrontare
quegli occhi.
Quell'espressione seria
ed irritata che si era trasformata in un ghigno apatico, assuefatto dal
dolce profumo dell'oppio e dal corpo senza forze di Cina, che giaceva
poco distante dai piedi di chi lo aveva sottomesso.
Francis non ce la faceva.
Aveva affrontato guerre,
carestie, epidemie e sconfitte di ogni tipo, ma niente era paragonabile
a quanto stava vedendo, alla consapevolezza di star perdendo, secondo
dopo secondo, il suo Inghilterra dietro volute di fumo dolciastro.
Lo terrorizzava vederlo
avvolto di seta, sdraiato in un letto non suo macchiato di sangue e
lacrime, bruciato dall'astinenza per quella droga che era diventata
più importante persino di lui.
Peggiore che da pirata,
quando disdegnava il loro amore brandendo spada e moschetto.
E davanti alla sua
paura, Francis poteva solo chiedere gli occhi, sperando di sfuggire
allo sguardo perso di Arthur, augurandosi che tutto fosse solo un
brutto sogno.
Question
de goût – 100 parole
Lucidalabbra
~ Sigaretta ~ Mimosa
Essere baciato da Francis aveva
sempre un sapore nuovo, diverso per ogni occasione.
C'erano i baci che gli
dava non appena finito di prepararsi per un'uscita quando, soddisfatto,
gli schioccava sulle labbra un casto bacio appiccicoso di lucidalabbra.
I baci di
riconciliazione dopo un litigio, quando le sue labbra sapevano di
tabacco per aver fumato una sigaretta dopo l'altra.
E c'erano i baci
alcolici, dopo una serata a bere vino o flute di champagne e Mimosa.
Tutti sì con
un sapore diverso, ma unici e incomparabili a qualsiasi altro bacio che
Arthur avesse ricevuto.
Indelebili.
Come tutto nel loro
amore.
..::.Fine.::..
Ringrazio di cuore
tutti coloro che si sono soffermati a leggere questa storia♥
Un bacione a tutti voi!
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