Profumo

di Rota
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*Autore: margherota

*Fandom: Angel Sanctuary

*Titolo: Profumo

*Personaggi: Cry, SetsunaCry

*Genere: Introspettivo, Sentimentale, Drammatico

*Avvertimenti: Flash, What if...?

*Rating: Verde

*Note: Piccolezza per Alexiel Fay, che si sarà domandata dove cavolo fossi finita e se avessi davvero dimenticato di scrivere la fanfic per lei (L)

Non è niente di ché, mi è venuta in mente ma ci ho impiegato tanto tempo a metterla giù per questioni tecniche, chiedo venia °°''

Ovviamente è dal punto di vista di lei - ovviamente è molto velatamente Angst, perché purtroppo questa splendida coppia non può essere altro (L)

 

 

Il cuscino aveva il profumo di lui - ed era dolce, l'avrebbe riconosciuto tra mille altri, perché solo Setsuna aveva quel particolare profumo di miele, come quello dei bambini, proprio sopra la testa.

Era per lei un piacere profondare il viso dentro le pieghe morbide della federa: la ragazza riusciva a immaginare quasi con perfezione di immergere il naso e le guance tra i ciuffi morbidi e chiari dei suoi capelli. A occhi chiusi, era sicuramente più semplice, come delineare i contorni del suo viso dagli affossamenti appena più caldi e da quelle piccole conche che ancora erano rimaste impresse a stampo, come immagini sulla pellicola di una fotografia.

La morbidezza al tatto, quella che sotto le dita vezzeggiava appena i polpastrelli, induceva la mente - con crudele raffinatezza - a immaginare la delicatezza della pelle di lui, perché Cry si rendeva conto di non aver mai abbastanza indugiato sul suo corpo da poterlo ricordare abbastanza.

Respirava a fondo, e già diventava tutto più labile, più ossigeno che tracce di Setsuna nell'aria. Il pensiero che sulla Terra, tra braccia calde, c'era qualcuno che non aveva la necessità di ricercare su un cuscino le tracce dell'amato, mordeva la coscienza come un tarlo molesto.

Eppure Cry, nonostante l'orgoglio, ancora non riusciva ad allontanarsi dall'oggetto - ormai umido di tutte le lacrime che aveva raccolto.

Ancora poco e persino l'ultima traccia del profumo se ne sarebbe andata. Stretta così, rannicchiata quasi in un angolo, aveva cominciato solo a contare i secondi.

Poi nulla, alito di vento. Il ricordo aveva penetrato carne e polmoni, e non sarebbe bastati cent'anni per farlo svanire.





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