Sentii il polso
stretto in una presa ferrea, mi voltai e ti
riconobbi. Il pugnale cadde tintinnando sul terreno. Allora iniziai a
urlare
contro di te, cercando di scacciarti, riversando tutta la mia
frustrazione in
quelle parole e nel braccio ancora sano con cui gettavo polvere; non
volevo che
mi vedessi così disperata e patetica. Ma tu risposi col
silenzio e quel residuo
di orgoglio che mi rimaneva crollò d’un tratto. Ti
supplicai di aiutarmi… io
che non avevo mai pregato nessuno nella vita, al massimo raggirato per
ottenere
qualcosa. E fu allora che mi ritrovai il tuo cappello di paglia sulla
testa per
la prima volta. Avevi deciso di prestarmi il tuo Tesoro e combattere
contro
Arlong, nonostante non sapessi quasi nulla sul mio conto. Ancora non
capisco
come tu abbia potuto credere in me allora... per istinto forse, come
tuo
solito?
Qualunque sia
stato il motivo, quel giorno mi donasti una
nuova vita, la libertà di realizzare il mio sogno e dei
compagni. Sempre quel
giorno, pensai che quel cappello significasse fiducia,
e tale sentimento divenne reciproco.
Così
diventasti il mio Capitano ed io la tua Navigatrice.
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