"... AND WINTER IS COMING"
Morte. Non c'è altro odore nell'aria.
L'alba copre tutto di un cupo riverbero rossastro.
Il cielo plumbeo sembra gridare che l'inverno sta arrivando.
Lasci cadere la lama che hai tra le mani e cammini in mezzo alle
macerie, verso la balconata che si affaccia sul cortile.
Quando alzi lo sguardo vedi il sole sollevarsi piano oltre le montagne
e coprire tutto di un riverbero rosso disegnando lentamente il profilo
di un giorno nuovo. Un giorno a cui tu non sai dare un nome... l'unica
cosa che sai è che non guarderai mai più il sole
con gli stessi occhi.
Eviti una balaustra crollata e sei all'aperto, su quel piccolo balcone.
In alto, come se fossi un re.
L'alba fende pigra la foschia, ti sputa in faccia il suo calore.
È un tepore incerto, fra quelle montagne non è
mai stato il sole a farla da padrone, eppure ti fa male. Male come deve
averne fatto a lei mentre la luce inghiottiva il suo grido disperato e
trasformava in cenere le parole “ti amo” rimaste
sospese nella piega delle labbra.
La pietra del selciato è un tappeto di sangue e cadaveri e
quasi non hai la forza di guardare. Ma laggiù c'è
la tua gente.
Le urla di acclamazione ti sfiorano appena, come se nemmeno fossero un
vero rumore. Tra le voci che gridano il tuo nome ne manca una. In mezzo
agli sguardi fieri che ti accolgono ce n'è uno che si
è spento per sempre.
Ma le urla continuano:
hai vinto. Quegli occhi sono luci sulla via del ritorno
dal mondo dei morti. Quegli occhi non sanno quanto ti è
costato. Quegli occhi si aspettano di vederti sollevare le braccia,
unire la tua voce al loro grido.
Hai vinto. E sei solo, davvero
come se fossi un re...
Quando le grida cessano, quando gli occhi smettono di aspettare, il
silenzio è freddo come una tomba. Una folata di vento invade
il castello filtrando da ogni apertura, riecheggia tra la pietra e ha
la voce di un mondo nuovo da costruire.
Abbassi lo sguardo. Avrai anche vinto ma tutto quel sangue pesa come
piombo.
È sangue versato per sete di vendetta, sangue che lascia
orme sul terreno e lo sai che quelle orme prima o poi verranno seguite.
Lo sai che la bilancia non può pendere da una parte sola.
Il vento è freddo a contatto con la pelle, spinge nuvole
dense a coprire il sole. Sta arrivando l'inverno, la stagione della
notte e mentre stringi i pugni capisci che in nessuna notte a venire
potrai più riposare.
Sta arrivando l'inverno. E altri ancora ne arriveranno.
Quando hai spinto la lama su per la gola di Viktor non hai pensato
all'eternità, all'inverno, alla notte... pensavi alla
vendetta e alla musica che fa dentro le tue vene. Ma
l'immortalità rende ogni musica un eco infinito e ora sai
che è a quel ritmo che dovrai ballare tutta la vita.
“Lucian...”.
La voce di Rize tradisce una certa apprensione. Lo guardi, tornando
alla realtà.
“E' finita davvero?”.
È una domanda non un'affermazione. Forse anche lui ha
sentito la voce dell'inverno che ora ti rimbomba nella testa facendosi
beffa dei tuoi pensieri, della tua vittoria, della tua vendetta..
“No” rispondi.
L'aria che ti esce dai polmoni sembra bruciare.
“E' appena cominciata!”.
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Amo follemente il personaggio di Lucian
nella saga di Underworld. DOVEVO scrivere qualcosa su di lui
(sì, anche una delirevole oscenità, scritta di
getto, come quella di cui sopra). Nient'altro da dichiarare.
"Winter is coming" è una citazione della saga "A song for
Ice and Fire" di George R.R. Martin, per la precisione è il
motto della casata nobiliare a cui appartengono i personaggi principali
di quei libri.
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