Snow

di _eco
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Autrice: l u l l a b y
Titolo: Snow (Io sono quella dai totoli mono-parola in questo fandom)
Personaggi: Susan Pevensie/Charlie (sarebbe il figlioletto di Susan) *se lo spupazza tutto e lo lascia libero di sguazzare sulla neve*
Genere: Fluff (decisamente Fluff, mannaggia a me), Sentimentale.
Conteggio parole: 694 (Titolo escluso, virgolette incluse).
Note: One-shot, futuremoment *ama i futuremoment*

Ah, per ultima cosa, questa shot è interamente dedicata a quella santa di TheGentle95 che ha giudicato questa shot, e che come sempre è troppotroppo gentile con la sottoscritta.
E' tutta tua, Marie.

Snow

« Mamma, guarda la neve! », esclamò una figura minuta, in piedi poco più in là, le braccia protese verso l’alto, nel vano tentativo di intrappolare un fiocco fra le mani, prima ancora che esso potesse sciogliersi a contatto con i guanti di lana.
Susan si alzò dalla panchina di pietra, affondando gli stivali nello spesso strato di neve che ricopriva il giardinetto.
« Anche a Narnia c’era la neve », si lasciò sfuggire mentre raggiungeva il piccoletto, che stentava a reggersi in piedi sotto il peso del cappotto fattogli indossare dalla madre dopo cinque minuti buoni impiegati a rincorrerlo per tutta la casa.
« Chi è Nalnia? », domandò il piccoletto, voltandosi verso la donna che conservava sul viso “un pezzo di mare”, come diceva il papà.
« Narnia, tesoro. Si dice Narnia », lo corresse Susan, sorreggendolo per la magra schiena, in modo da evitare che rovinasse per terra, nonostante fosse assolutamente sicura che il piccolo Charlie sarebbe stato felice di poter sguazzare in mezzo alla neve.
« E che cos’è? », insisté il bambino, mentre gli occhi scuri si riempivano di curiosità.
Susan strinse le labbra, indecisa sulla risposta da dare al figlioletto, che con impazienza si divertiva ad affondare ripetutamente i piedini nel candido manto.
« E’ un altro mondo, è più bello del nostro », cominciò la donna, sedendosi per terra, e fregandosene del cappotto che s’impregnava di acqua gelida, « ricordo che la prima volta in cui ci andai c’era tantissima neve – circondò le esili spalle del bambino che si era seduto accanto a lei – e il sole nemmeno si vedeva. E c’era la casa dei castori, e la diga, e il laghetto ghiacciato ».
« Laghetto ghiacciato », ripeté entusiasta il piccolo Charlie, battendo i guanti fra loro.
« Proprio così. E io, zio Peter e zia Lucy lo attraversammo un giorno. E stava per spezzarsi, perché il ghiaccio non reggeva il nostro peso, e per di più c’erano i lupi della Strega Bianca, che volevano prenderci con loro », raccontò Susan, ingrossando la voce nel tentativo di farla sembrare molto simile a quella di un vero narratore, « ma poi, con la sua spada magica, zio Peter portò in salvo le sue sorelle », terminò.
Charlie spalancò la bocca per la meraviglia e gli occhi color cioccolata presero a fissare la mamma, quasi a domandarle se tutto ciò fosse successo davvero.
« E’ lontana Nalnia? », chiese il bambino.
« Non troppo », rispose la madre, piegando le labbra in un sorriso.
Sfiorò il viso con le lunghe ciglia, mentre nelle sue iridi azzurre si dipingeva il ricordo sfumato di una grande Stanza Vuota, il cui silenzio era lievemente interrotto dal fastidioso ronzare di una mosca. A troneggiare in quella camera nascosta nella penombra, vi era un grosso Guarda Roba, dalle fattezze non troppo curate; ma poco importava che il legno non fosse il più pregiato, quando quell’armadio custodiva il mondo che da ragazzina l’aveva fatta sognare.
« Allora mi ci porti, mamma? Eh, mi ci porti? », trillò Charlie, tirando su col naso.
Susan arricciò le labbra in un sorriso intenerito, mentre una fitta le sfiorava il petto, ricordandole quanto la voce del piccolo Charlie suonasse simile a quella che aveva Lucy il giorno in cui propose di giocare a nascondino.
« Vedremo, ma credo che prima dovremo far passare questo raffreddore », chiarì Susan, raccogliendo il bambino fra le braccia e tirandolo su.
« Quale raffleddore? », replicò il piccoletto, dimenandosi nel vano tentativo di sfuggirle.
« Quello che ti verrà se continuiamo a stare qua fuori », esclamò la donna, trattenendo le risate al vedere il faccino imbronciato del figlio, « facciamo una bella cioccolata calda. Che te ne pare, Charlie? », propose, sapendo bene quanto al bambino piacesse il liquido denso e color cacao.
Charlie si arrese, affondando il viso tondo nei capelli color ebano della madre, e sentendo già il profumo della cioccolata calda invadergli le narici.
Susan entrò in casa, e prima di chiudersi la porta alle spalle, guardò un’ultima volta il manto candido che aveva coperto l’erba ben falciata del modesto giardinetto, chiedendosi se anche a Narnia stesse nevicando.

l u l l a b y 's space: Lo so, il finale è tremendamente scontato, ma non avevo voglia di imbarcarmi in chissà quali frasi fatte...quindi ho optato per la semplicità che più semplice si muore. Bene, eccomi ritornata, dopo mesi di assenza in questo fandom. A dire il vero non è la prima shot dopo questo periodo di "stand by", ma le serbo un particolare riguardo. Perché mi è venuta di getto, e poi c'è Susan ( in quale mia shot non c'è Susan?), ma vabbé.
Scusate se vi ho tanto inorriditi, ma ci tenevo molto a postarla, soprattutto per far felice la mia cara Marie (oggi voglio chiamarti così!), che si accontenta sempre di poco.
Grazie a chiunque abbia letto ^^
Sono impaziente di leggere i vostri pareri :)
u l l a b y





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