Di carta, d'inchiostro, di pioggia di Juu_Nana (/viewuser.php?uid=41273)
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- Nicola devo
confessarti una cosa -
Eravamo sdraiati a pancia all’ aria sul prato lungo il fiume.
- Cosa c’è? - mi aveva chiesto lui - se vuoi dirmi
che ti sei innamorato di me ti dico subito che non ho ancora cambiato
sponda - aveva aggiunto, placido.
- No, tranquillo. Tu non c’ entri niente - avevo detto io.
Avevo le mani intrecciate dietro la testa e fissavo il cielo chiazzato
di nuvole.
- Però sì, mi sono effettivamente innamorato - ho
sospirato, chiudendo gli occhi.
Nicola era scattato a sedere.
- Ma dai! Mi stai prendendo per il culo? - aveva esclamato.
- No sul serio - avevo risposto, tradendo una punta di irritazione.
- Bella lì! -
Il mio migliore amico mi aveva tirato un pugno sulla spalla.
- Non ci credo, proprio tu! Tu che ripetevi in continuazione che
innamorarsi è solo una gran rottura di palle sei stato
trafitto da cupido. Dovresti pubblicarlo in prima pagina -
- Guarda che ti picchio. E comunque non gliene frega niente a nessuno
della mia vita sentimentale -
- E chi è la tua bella? - aveva riso Nicola, tutto gasato.
Mugugnai qualcosa, girandomi su un fianco.
- Non ho sentito -
- …ele -
- Cosa? -
- Rachele! -
- EH?! -
Nicola aveva sobbalzato tanto da rischiare di finire in acqua.
- Rachele di terza A?! -
Bofonchiai un assenso.
- … mi auguro ti passi presto, o prevedo un bel
po’ di casini e un cuore infranto - aveva commentato
sconsolato.
- Grazie Nicola, tu sì che sai confortare la gente -
borbottai tirandomi a sedere.
- Beh, pensa solo al tipo con cui sta. Per avere mezza speranza di
competere con lui dovresti fare sollevamento pesi per i prossimi
vent’ anni -
Ho sogghignato.
- Con chi sta? Con chi stava, vorrai dire -
- Si è mollata? Sul serio?! -
Alzai il mento.
- Chi è il giornalista tra noi due? - avevo chiesto
sprezzante.
- Lei, signor capo redattore - aveva ironizzato Nicola accennando a un
saluto militare.
Poi si era grattato la fronte.
- Beh, è una buona cosa. Non che ti dia chance in
più, ma almeno puoi provarci senza rimorsi e soprattutto
senza rischiare un occhio viola -
L’ho guardato malissimo. Poi gli ho messo la mano su una
spalla. Lui aveva seguito incerto il movimento con lo sguardo.
- Nicola… - proruppi con un’ espressione
spaventosamente solenne.
- … ma vaffanculo -
E lo spinsi in acqua.
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