Quinto capitolo Straordinarie coincidenze
Capitolo 5
Straordinarie
coincidenze
Il
Belli, che ha tradotto i documenti solo fin qui', aveva visto giusto ed ora occorre solo
attendere che giunga il materiale da Lisbona promesso dal prof Sampaio Fontes.
E naturalmente eseguire discrete indagini sul furto subito, indagini portate
aventi da Brayden Kelly. Mentre Belli torna a lavorare sui documenti per
estrarre il resto della storia, l' investigatore viene a sapere che ultimamente
una grossa imbarcazione a vela, che non si era mai vista prima in quei luoghi,
, ha incrociato piu' volte a largo della zona di Guimar, dove appunto e'
avvenuto il ritrovamento e piu' volte diversi membri dell' equipaggio sono
scesi a terra aggirandosi, apparentemente senza motivo, in prossimita' degli
scavi. Come traccia e' piuttosto debole ma al momento e' tutto quello che hanno
e, vista la situazione, non possono permettersi di sottovalutare nessun
indizio. Saputo che il veliero salpata l' ancora subito dopo l' episodio del
furto, ha fatto rotta per l' isola di Gran Canaria, i tre amici, aspettando che
il Belli prosegua con il suo lavoro, decidono di andare a cercare l'
imbarcazione. Per fortuna L' australiano e' in grado di pilotare un po' di
tutto e quindi, noleggiato un piccolo aereo, un Cessna C172, iniziano a
sorvolare le possibili zone dell' arcipelago dove essa puo' trovarsi .
17^
Volo : volo VFR dall' aeroporto di Tenerife a quello di gran Canaria dopo il
periplo completo dell' isola. Circa 145
Mn
La
ricerca non da' esito ma vengono a sapere che una imbarcazione simile a quella
che stanno cercando, e' passata al largo di Puerto de Mogan diretta verso l'
isola di Planaria.
18^
Volo : Volo VFR dall' aroporto di Gran Canaria a quello dell' isola Planaria,
dopo un giro completo dell' isola. 205 Mn
Dell'
imbarcazione non c' e traccia ma scesi a terra vengono a sapere che si e'
fermata a Puerto del Rosario per rifornimenti e quindi e' ripartita con
direzione sud.
19^
Volo : Volo VFR dall' aeroporto di Planaria a quello di Tenerife. 146 Mn
Da
ricerche discretamente effettuate da amici di Sarti, risulta che il veliero si
chiama 'Chem' e appartiene ad una societa' con sede a Capo Verde. Probabilmente
e' li' che e' diretta. Giunge il materiale da Lisbona. Fontes e' stato di
parola: si tratta della copia del giornale di bordo del galeone San Felipe. In
esso si legge che la nave salpa da Lima il 12 dicembre del 1596 diretta in
Spagna con una sosta prevista secondo la prassi, presso l' isola di Madeira per
rifornimenti. A bordo i prigionieri sono confinati nella stiva ma vengono
trattati comunque abbastanza bene. Il viaggio e' piuttosto lungo e durante il
tragitto si stabiliscono legami di amicizia fra prigionieri ed equipaggio, con
grande preoccupazione degli ufficiali. Alla fine del mese di gennaio del 1597,
quando il capitano ritiene di essere in prossimita' delle isole Azzorre una
terribile tempesta coinvolge la nave e per quattro giorni tutti coloro che
possono, combattono per affrontare la situazione, equipaggio e prigionieri.
Quando la tempesta si placa, la nave e' ridotta quasi ad un pontone
galleggiante. Tirata su alla bell' e meglio una velatura di fortuna, spinti da
un forte vento e senza la possibilita' di controllare la loro posizione in modo attendibile, causa
il cielo perennemente coperto, gli spagnoli procedono ancora per sei giorni.
Quando finalmente avvistano un ' isola essa si rivela essere El Hierro, detta cosi' perche' all' epoca si
riteneva attraversata dal 'meridiano di ferro' ossia il primo meridiano europeo
che si incrociava venendo dalle Americhe, nell' arcipelago delle Canarie. La
tempesta, con i suoi terribili, venti, aiutata dalle forti correnti oceaniche
relative a quella zona, ha portato la nave circa 200 miglia fuori rotta. Parte
dell' equipaggio considera questo un segno. Non vogliono assolutamente portare
i prigionieri in Spagna. Alcuni marinai, inoltre, durante il viaggio hanno
stretto relazioni sentimentali con alcune donne del gruppo. Gli ufficiali
stessi convengono che senza l' aiuto dei prigionieri la nave sarebbe andata
perduta. Il comandante decide per il momento di procedere alla riparazione del
vascello in un luogo riservato. Si porta sulla costa orientale dell' isola, al
riparo di un' alta scogliera chiamata Roques de la Bonanza e procede con i
lavori. Quando questi sono quasi terminati, durante una notte, i prigionieri e
una buona parte dell' equipaggio scompaiono letteralmente. Non mancano
scialuppe ne' viveri. Ricerche effettuate lungo la costa e nell' interno non
danno alcun risultato. Il comandante Vicencio Ramos, decide con gli uomini
rimasti di fare ritorno a Lima dove riferira' l' accaduto, disposto a subire le
conseguenze dei fatti. Purtroppo nell' agosto nel 1597, quando ha quasi
raggiunto la sua meta,, gli elementi atmosferici si accaniscono di nuovo sulla
nave mandandola a sfasciarsi sugli scogli dell' isola de Los Barbados, dove i
superstiti saranno raccolti dopo qualche mese da Sebastiao Rodriguez Soromenho.
Il contenuto del giornale di bordo quindi corrisponde esattamente con quanto
descritto nei rotoli trovati nella tomba. Il nome dell' imbarcazione che
cercano, Chem, colpisce i nostri amici, infatti si tratta del nome con il quale
gli aztechi indicavano le loro imbarcazioni. Decidono di seguire la pista della
nave e quindi partono per Capo Verde utilizzando i mezzi messi a disposizione
da una societa' di trasporti del luogo il cui rappresentante ha fatto amicizia
con loro, e che copre la tratta interessata, seppure con un itinerario legato a
motivi commerciali.
20^ Volo
: Tenerife – Laayoun
21^
Volo : Laayoun – Tazadit
Mentre
attendono di imbarcarsi per Nouarott, il prossimo scalo nel loro viaggio, il
Belli racconta il seguito della storia ricavata dai documenti. Durante la sosta presso l' isola di El
Hierro, nel corso dei viaggi a terra destinati a procurare viveri e acqua, i
prigionieri vengono in contatto con un gruppo di nativi. Questi sono un gruppo
di discendenti degli abitanti dell' isola, i 'Bimbaches', che a loro volta
appartengono ai sopravvissuti del popolo dei Guanci che abitava in origine
tutto l' arcipelago. Essi costituiscono una sorta di resistenza al potere degli
spagnoli che governano la zona con severita'. Fanno parte del movimento anche
diversi spagnoli che non accettano i metodi duri dei loro connazionali. Il
gruppo incontrato si dichiara disposto ad aiutare i prigionieri e la parte di equipaggio
che li appoggia. Cosi' viene organizzata la fuga nel corso di una notte.
Approfittando di una veloce imbarcazione il gruppo viene trasferito sull' isola
di Tenerife, sulla quale il movimento ha una serie di basi sicure. La base
principale si trova nel centro dell' isola, alle falde del vulcano Teide. Si
tratta di una zona particolarmente inospitale, circondata da fumarole e pozze
di fango bollente dove raramente si avventura qualcuno. All' inizio del 1598,
il gruppo viene trasferito nella zona di Guimar, a est, dove la vita e' piu'
confortevole. Fino alla fine del XV secolo, prima dell' arrivo degli spagnoli
la zona era stata la residenza di parecchi re di Tenerife, detti 'mencheys'.
Nella zona sorgono delle antiche piramidi, sotto le quali sono ricavate delle
ampie caverne abitabili e che, opportunamente organizzate offrono un naturale e
confortevole rifugio. La comunita' e' cresciuta e inizia un periodo di vita
serena ma anche prudente, essendo ancora vivo nei sopravvissuti il ricordo dei
fatti della laguna Hacacina. Gli spagnoli concentrati su quella che era la
capitale dell' isola in quel tempo, porto Guarachico, nella zona nordovest, non
danno fastidi. K'Ininch Janaab Pakal ha
trovato una nuova compagna, una nativa dell' isola, di nome Nale. La comunita'
non dimentica mai di possedere un capitale che va protetto per la sua unicita'.
Entrano in contatto con vari gruppi che per diversi motivi non hanno gli
spagnoli in simpatia. Fra gli altri c'e' un popolo di abili navigatori
originari di Capo Verde che cerca di convincere il gruppo a spostarsi in quell'
arcipelago poiche' la vita e' piu' semplice e tranquilla. Infatti a Tenerife
sono frequenti le minacce. Nel 1599 i
marocchini che hanno invaso l' isola di Lanzarote, tentano uno sbarco su
Tenerife ma vengono fortunatamente ricacciati in mare. Un anno dopo ci provano
gli olandesi che pero' alla fine preferiscono attaccare e conquistare l' isola
di Las Palmas. E le 'visite' degli inglesi non mancano. La situazione comunque
precipita nel maggio del 1604, quando un grosso proprietario terriero locale,
Patricio Suarez, rivendica la proprieta' di tutta la zona circostante le
piramidi. Nascono quindi attriti e scaramucce sempre piu' violente fra gli
spagnoli ed il gruppo che viene erroneamente scambiato per un insediamento di
nativi locali. Durante uno di questi scontri viene ferito gravemente K'Ininch Janaab Pakal. Malgrado le cure dopo
poco, nel febbraio del 1605, egli muore. Distrutta dal dolore, a distanza di
pochi giorni, lo segue anche la sua fedele compagna. I superstiti decidono di
seppellirli con tutti gli onori che si tributano ad un capo e alla sua donna.
Prima pero' essi devono essere vendicati. Cosi' nella notte del 12 marzo del
1605, un gruppo di ardimentosi, prende d' assalto la villa di Patricio Suarez,
uccidendolo nel sonno assieme a tutti coloro che erano nella costruzione.
Procedono alla sepoltura del loro capo con una importante cerimonia.
Considerano il defunto come l' ultimo
dei 'mencheys' dell' isola e come tale tributano a lui e alla sua sposa
onori senza pari. Sigillano e rendono irraggiungibile l' apertura della caverna
che funge da tomba e poi, poiche' l' uccisione del proprietario terriero e'
stato un passo estremamente grave e dara' di certo luogo a tremende
rappresaglie a breve termine, il gruppo decide di approfittare dell' offerta
della popolazione di Capo Verde che ha offerto ospitalita' nel loro arcipelago.
Qui termina la storia narrata dai documenti ritrovati. Se c' e' un seguito
forse potranno svelarlo ritrovando il Chem. Purtroppo un nuovo colpo di scena
si manifesta al momento dell' imbarco. Belli e tutti i documenti che aveva con
se' sono spariti. Ora veramente non hanno piu' in mano nulla. Kelly e'
furibondo perche' dichiara che non si e' accorto di niente. Ora piu' che mai e'
importante trovare il veliero. Decidono di continuare il loro viaggio perche'
ormai non hanno piu' nulla da perdere.
22^
Volo : Tazadit – Nouarott Jet
23^
Volo : Nouarott – Praia
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