Questo pezzo parla di Torchwood Miracle Day, il POV
è quello di un Angelo ormai molto vecchio che continua a
seguire e osservare Jack.
Mi è venuto in mente vedendo l'ottavo episodio, dalle frasi
che Jack gli dice poco prima di staccargli la spina. E' una scena che
mi ha colpito molto e ho voluto provare a buttare giù
qualcosa perché il personaggio di Angelo mi è
piaciuto moltissimo, credo sia diventato il mio preferito <3 Almeno per quanto si sa finora, se poi ci saranno dei colpi di scena pazienza XD
Wander in the Fog
Cammini lentamente per le vie della baia di
Cardiff, appoggiandoti all’elegante bastone da passeggio ad
ogni incerto e
piccolo passo, le gambe sono malferme e quella leggera brezza fredda ti
penetra
sotto il pesante cappotto e i vestiti, fin sotto le membra, facendo
scricchiolare le tue anziane ossa.
Ti chiedi come debba sembrare la tua figura a
tutti i passanti che ti incrociano, che ti lanciano occhiate furtive
chiedendosi se ce la farai a fare un altro passo o se cadrai
inesorabilmente al
suolo, sotto tutto il peso della tua vecchiaia.
Perché alla fine ti ha colpito, è riuscita a
raggiungerti nonostante tu vi abbia combattuto come meglio potevi, per
tanti
anni, con ogni metodo, studiando e ricercando ogni valido appiglio per
non
cederle.
Ti ha trovato.
Ti ha trovato giorno dopo giorno nella sua folle
corsa, ti ha investito e ti ha portato con sé. E sei stato
un povero sciocco, ti
sei illuso, per anni, ti sei illuso che la scienza e la perseveranza ti
avrebbero protetto.
Ti sei illuso e hai pregato affinché il buon Dio
ti ascoltasse e ti salvasse, ti conservasse, per
lui.
Ma il Signore non ti ha ascoltato, non ti ha mai
ascoltato, nonostante le grida
soffocate, nonostante gli anni e la fatica, l’impegno, per
assolvere te stesso da
tutte le colpe. Colpe che forse erano state troppo grandi,
imperdonabili,
nonostante le preghiere di perdono che celebravi costantemente, nel
buio della
notte, nella vergogna, anche mentre le commettevi.
Il Signore non ha cambiato le leggi del Tempo e
ora sei lì, ricurvo sulla schiena, infagottato in una calda
giacca che non
riesce a ripararti dal gelo.
Ti siedi stancamente su uno dei gradini in pietra
e allunghi le magre gambe davanti a te, abbassi lo sguardo e vedi
comparire,
innanzi ai tuoi stanchi occhi scuri, mille immagini passate, come
sempre non
appena abbassi le palpebre, sono sempre in agguato ad attenderti.
Un lieve tepore si dipana dal tuo cuore e ti
scalda l’animo non appena rivedi i suoi
luminosi occhi e il suo sorriso dolce, e riassapori i suoi baci, le sue
languide carezze e la sensazione delle sue forti braccia che ti
stringono e ti
tengono al sicuro. Al sicuro dal mondo intero, e ti fanno sentire speciale. Perché voi lo
eravate davvero.
Rivedi i tuoi mille spaventosi errori e ancora
rabbrividisci, il suo sangue, le sue grida, le sue preghiere di aiuto
mentre ti
implorava pietà, ferito, tradito… E rivedi il suo
perdono, nonostante tutto il
dolore che gli hai causato, rivedi un perdono che non ha tardato a
mostrarti. E
poi l’abbandono…
Quello che avete condiviso è quanto di più
prezioso il mondo potesse offrirti, e al contempo, quanto di
più doloroso.
Non hai mai provato nemmeno a voltare pagina, non
hai mai neppure pensato di poterlo fare, nonostante ti sia fatto una
famiglia,
una famiglia che hai sempre molto amato e che ti ha dato tanto, il tuo
cuore e
la tua anima sono state per sempre, indissolubilmente, legate a lui.
E la cosa che più di tutte ti ha tenuto in vita,
facendoti raggiungere quella soglia tanto avanzata, è stata lui.
E’ stata la sua perpetua e continua presenza nel
mondo, sapere cosa stesse facendo, in quali fantastiche avventure fosse
coinvolto, con chi. Poter vedere
ancora il suo splendido e perfetto volto, le sue spoglie immortali,
seppur così
distanti da te.
E’ stata questa la fonte della tua longevità. E
quando hai smesso di sperare che il Signore ti avrebbe permesso di
poter essere
come lui, di potergli essere compagno nella sua infinita vita, ti sei
accontentato di spiarlo da lontano, solo per vederlo, solo per sapere
che
stesse bene, che nessuno gli facesse del male.
Quante volte avresti voluto avvicinarlo,
parlargli, anche solo toccarlo o guardarlo di nuovo in quegli occhi
magici, che
ti hanno incantato dal primo istante che si sono posati su di te, ma
non hai
mai voluto farlo, non hai mai potuto.
Non sei altro ormai che una pallida ombra di te
stesso, un residuo grottesco di ciò che eri, e lui non deve vederti in questo stato.
L’immagine che di te vuoi che
resti impressa nella sua memoria eterna è quella di un
giovane ragazzo
intraprendente e un po’ ingenuo, ‘abbastanza bello
per fare l’attore’, che lo
ha fatto innamorare, e non quella di un povero vecchio patetico,
ricurvo su se
stesso.
“Signore…”
Una calda voce conosciuta e amata ti ridesta
“…si sente bene?”
Senti il respiro accelerare e il tuo infiacchito e
vecchio cuore aumentare i suoi battiti, e sorridi, di te stesso, per
come, dopo
tantissimi anni, troppi anni,
ancora
la sua sola presenza ti fa arrossire e sentire come un bambino,
insicuro e
confuso.
Non alzi lo sguardo e annuisci cercando di
alzarti, facendo leva sul bastone, subito senti la sua presa, forte e
delicata
al contempo, sostenerti per il braccio ed aiutarti, gentilmente. Ti
permetti di
levare gli occhi scuri su di lui e una scarica ti colpisce in pieno
petto. Quanti
decenni era che non lo avevi così vicino al tuo
viso…
Jack…
Bellissimo, sorridente, alto e perfetto, coperto
dal suo elegante cappotto militare. Identico, in ogni più
piccolo dettaglio che
hai sempre gelosamente custodito in te, a come lo rammentavi, a come lo
sogni,
costantemente, e ti toglie ancora il respiro.
“E’ sicuro di stare bene? Posso fare
qualcosa?”
Sorridi ancora e un velo di malinconia ti offusca
per un attimo la vista
“Non si preoccupi…”
Riesci a mormorare con la tua voce roca e bassa,
chini educatamente il capo e ti allontani da lui quanto più
in fretta le tue
vecchie gambe ti permettono di fare.
“Addio Jack…”
Sussurri, perché non ci saranno altre occasioni di
vederlo, di parlargli, perché la tua vita è ormai
agli sgoccioli, lo senti, lo sai.
E probabilmente è solo uno scherzo del tuo vetusto
e malridotto sguardo, o lo sciocco desiderio di un povero e penoso
vecchio, ma
lo vedi girarsi verso di te, con la coda dell’occhio. Senti
il suo sguardo
osservarti con curiosità, con sospetto, come si osserva
un’indecifrabile
immagine, cercando di afferrarne il ricordo.
Un fantasma del suo passato, è questo quello che
sei, nulla più.
Dura solo un attimo, un breve istante di Luce
prima di immergerti ancora nel vento, nelle nubi, nella nebbia, al
posto che ti
compete, da dove puoi continuare ad osservarlo, finché il
Signore te lo
consentirà.
Nascondi
le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba…
Nascondimi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è
morto!
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Nascondi le cose lontane,
involale, al volo
del cuore!*
*Versi
di Nebbia- Giovanni Pascoli
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