Oggi voglio
(il volere non
è in mio potere).
Oggi è
un giorno
che non esiste e posso permettermi di essere qualsiasi cosa: aprire le
ali,
squarciarmi la pelle, bruciare al lume di una candela.
Diventare vento.
Posso
permettermi qualsiasi azzardo e presa di posizione:
pensare come mai ho fatto. Essere crudele, ridere degli altri, frustare
la
morale.
Uccidere l’empatia,
ma solo la mia.
Oggi voglio farmi male, picchiarmi con le mani piene di
chiodi. Voglio
distruggere il mio volto,
la mia vita per intero, per fuggire lontano da me.
Per non rincontrarmi più.
Oggi voglio urlare contro il cielo e poi guardarlo
dolcemente.
Scavare a fondo nella terra fino a farla sanguinare, fino
a spezzarmi dita e unghie.
Oggi
voglio farvi male perché mi annoio, perché ne
sento il
bisogno.
Prendervi a male parole come fossero bastonate e non ascoltarvi,
fraintendervi, umiliarvi.
Oggi
non vedrò nessuno, non parlerò con nessuno e per
quanta
rabbia possa provare non la sentirà nessuno, non mi sentirà nessuno. Ed
è un peccato, perché la mia rabbia è
molto
più bella di me.
Oggi
voglio poter dire di non esistere (nemmeno per me) e
galleggiare come una nuvola delirante in un cielo di un grigio
disturbante. Ed
essere arrabbiata, fissare tutti con odio (se solo ci fosse qualcuno) e
prendere a pugni le mie gabbie, i miei limiti, tutte le mie ossa.
Un
giorno come questo è il mio
giorno e posso provare a dimenticare che spesso il volere non
è
in mio potere, che forse non lo è mai stato. E urlare,
urlare ancora più forte,
cercare di farvi sentire, capire, ma in questo giorno delirante
– che non
esiste – si può solo fingere, e posso fingere di
odiarvi, odiarvi fino ad
avvelenarmi le vene, quando invece vi amo tutti. Tutti.
Oggi
devo raccogliere i miei pezzi sparsi e sperare di non
vedere in essi alcun riflesso di me, chiamare l’empatia con
morbidi sbuffi,
come fosse un gatto, e sentirla ronfare forte sul mio petto.
Ha
vinto di nuovo lei e il tramonto del giorno che è solo
mio mi annega negli occhi, in spasmi di luce dorata e rossa come il
fuoco.
Anche
nel mio giorno, anche mentre per il mondo non
esistevo, sono riuscita a perdere. Quanta rabbia (che non esiste)!
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