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IL
REGALO DI JOE
- Capitolo 8° -
Gli occhi blu scrutavano il piccolo pacco incartato di rosso e con fiocchetto
d’orato. Vicino a lui vi era un bicchiere di vino rosso, la bottiglia mezza
piena era posata invece sul tavolo della cucina che intravedeva da li. Aveva
iniziato a bere dopo la perdita dell’uso della gamba destra, affogando il
dolore nell’alcool, poi aveva smesso limitandosi a bere un bicchiere ogni
tanto.
Mandò un’occhiata alla donna, che tenevamo in braccio un bambino, seduta
vicino a lui; era la sua vicina d’appartamento, una trentenne sola abbandonata
a se stessa, lo dichiarava il suo eroe eppure lui aveva solo fatto nascere il
suo bambino e le aveva dato un lavoro come inserviente all’ospedale, niente di
più.
“Su aprilo!” il sorriso della donna si allargò mostrando i meravigliosi
denti bianchi, “Non è una bomba non ti preoccupare!” insistette già
eccitata per la sorpresa.
Con un rapido gesto Joe sfilò il nastro dall’involucro aprendo senza tanti
complimenti il regalo. Osservò la strana pietra che faceva da ciondolo su una
collanina d’orata, “Ti piace? È un’antica pietra indiana, l’incisioni
su di essa è di una lingua sconosciuta!” la donna osservò il giovane dottore
che ammirava il piccolo oggetto, “È bellissima…Ti sarà costata un
patrimonio…Linda io volevo portartelo dalla Cina dopo natale…” imbarazzato
si attorcigliò la collanina al polso evitando lo sguardo dell’amica, “Dalla
Cina! Fantastico e quando parti?” “Domani…Ti prometto che porterò un
regalo sia per te che per il piccolo Joe!” disse allungando un dito verso il
viso paffuto del bimbo che subito prese tra le sue piccole mani.
“ Anch’io parto, sai? Vado in Italia da mia madre…era entusiasta di essere
nonna che ha voluto invitarci per questa vacanza da lei! Beh è stata meno
felice del nome…Vorrebbe conoscerti un giorno, forse per pasqua…?” Kido
alzò gli occhi verso il calendario dove di solito metteva ogni appuntamento e
viaggio “Si…Sono libero per un paio di giorni…potrei farli diventare tre
al massimo quattro…si può fare, e poi voglio assaggiare i piatti italiani!”
“Bene e meglio che vada, ho l’aereo fra un’ora ed è sempre meglio andare
in anticipo…sai com’è!” “Si…è un inferno New York…a volte mi
domando se ci siamo davvero…” disse dando un’occhiata a tutti i bagagli
della donna “Non credo proprio, io devo ancora vedere un omino tutto rosso con
le corna e la coda, ma credo che ci siamo vicini!” rise mentre usciva
dall’appartamento bloccandosi d’improvviso, “Ah! Stamattina è arrivata
una lettere per lei da parte di un certo Iori…con tutte queste chiacchiere me
ne sono dimenticata” tirò fuori dalla tasca dei larghissimi pantaloni
sportivi, “Ecco. È un po’ stropicciata ma…” “Grazie Linda! Sei
davvero gentile! Sarei andato io a prenderla oggi pomeriggio…” “Scherzi?!
Va beh, ora scappo, ma non ti azzardare più a dire certe cose! È il mio
lavoro…” “All’ospedale non per le case!” “Si, si…Faccia buon
viaggio domani…” urlò ormai già al secondo piano, “Anche a lei!” fu la
risposta del giovane dottore.
Chiuse la porta sospirando, “È il natale delle ricomparse…Allora Iori cosa
vuoi ?” aprì velocemente la busta stando attento a non strappare il
contenuto, sedendosi sul divano prese il candido foglio.
<
so che detesti andare per le lunghe perciò andrò subito al sodo. Abbiamo
bisogno di un medico fidato che conosca DigiWorld! Jun la sorella di Daisuke è
ricoverata nell’ospedale dove lavoro come centralinista…Sono sicuro che
centra qualche digimon! La sua malattia è sconosciuta e la paziente a parlato
di un digimon…Zudomon…Jun però non è cosciente e crediamo che sia in
qualche modo giunta a DigiWorld…
Ecco perché chiedo il tuo intervento, sei un ottimo medico e un grandissimo
amico, so che non mi deluderai.
Iori Hida>>
Gli occhi blu seguirono per varie volte le poche righe prima di capacitarsi del
problema che aveva di fronte.
‘No! Perché tutte a me?’ sbuffò portandosi una mano sulla fronte,
non aveva la minima intenzione di rimettere piede in Giappone e poi il giorno
seguente sarebbe dovuto partire per la Cina con Will Cooper detto Lardo in
ricordo del suo corpo prima di una ferrea dieta. Senza contare che
quest’ultima era il suo migliore amico e aveva organizzato quella gita
turistica solo per passare un po’ di tempo con lui, essendo entrambi molto
occupati per vedersi di frequente.
Lanciò un’occhiata alla collanina malamente attorcigliata sul polso,
intravedendo l’ora, presto sarebbe arrivato Lardo per andare a comprare
qualcosa da mettere sotto i denti durante il viaggio. Non poteva dirgli che
tutto era annullato per colpa di Iori Hida probabilmente si sarebbe messo a
ridere come un pazzo ricordandosi che quel ragazzo era un giocatore di scacchi!
Joe si maledì un paio di volte, come aveva potuto inventarsi una scusa tanto
banale? Giocatori di scacchi pronti ad massacrarlo di botte se tornava in
Giappone…Si come no, poteva inventarsi che in realtà erano dei Serial Killer!
“Al diavolo Daisuke e Jun! Io ho qualcos’altro di meglio da fare, non ho
tempo per certe sciocchezze!” strinse le mani intorno al foglio facendolo
diventare una pallina che buttò sul pavimento dietro di lui.
Prese il bicchiere di vino bevendolo tutt’un fiato, “Si ora va meglio…”
si disse stiracchiandosi sul divano.
“Muoviti Joe! Non ho tutto il tempo!” Will colpì con violenza la porta, lo
stava chiamando da cinque minuti buoni e nonostante l’amico avesse una gamba
fuori uso sapeva essere molto veloce.
Il giovane dottore mugolò per qualche secondo, “Arrivò, arrivo!” sbottò
alzandosi sull’unica gamba sana mentre con una mano stringeva un bastone
decorato da semplici figure femminili che tendevano le mani verso l’alto.
Aprì la porta vedendo il viso arrossato dell’amico, “Ma dico! Sarò al
coperto ma questi corridoi sono peggio di una cella frigorifera!” “Se lo
dici tu mi fido!” Will infatti lavorava in una ditta di macelleria…lavorava
per modo di dire, lui era il figlio del proprietario e per notare l’efficienza
dei lavoratori si travestiva e si presentava come nuovo addetto.
“Va beh, ora prendi qualche spicciolo che andiamo al supermercato!”
“Aspettami giù che prendo il capotto!” Will alzò una mano come in segno di
diniego, “Io aspetto qui, voglio scendere in ascensore!” “OK! Come vuoi
tu! Cerca però di non lamentarti della sporcizia!” disse superandolo “E
quando mai mi sono lamentato?” “Sempre…” “Non è vero…una volta al
massimo due…” “Lardo sei entrato in questo lurido ascensore solo tre volte
se contiamo anche questa” scrutò l’amico mentre cercava di non sfiorare le
pareti di acciaio, “Allora? Ciò non significa che non posso usarlo anch’io
questo trabiccolo” rispose sistemando il cappello sui corti capelli neri per
poi lisciarsi l’impermeabile grigio, “Hai ragione…Sai che Linda è
partita?” buttò per cercare di deviare il discorso, “Partita? Dove di
grazia?” “Italia! La sua patria…potremo andarci a pasqua…” “Italia
eh? Però a Firenze ci dobbiamo andare!” uscì dall’ascensore mandando
un’occhiata al giovane dottore che annuiva, probabilmente già progettando
l’itinerario.
“Senti…Dov’è questo supermercato?” “Vuoi scherzare? È qui dietro
l’angolo!” Joe sbuffò per l’ennesima volta, sapeva benissimo che lì non
c’era un supermercato, ma bensì un tabaccaio, ma decise comunque di non
disturbare l’amico che stava fissando attentamente una donna che passeggiava
dall’altra parte della strada.
“Uhm…” mugolò assottigliando gli occhi “Io quella la conosco…” si
incurvò leggermente come se quel gesto gli desse più visuale, “Capelli
biondi, slanciata, seno prosperoso…” da canto suo Kido osservava un’altra
figura decisamente più vicina a lui solo che restava immobile, appiccicata su
un foglio di carta.
“Oddio! È Klara!” il dottore si girò verso la donna conosciuta come
L’incantatrice, Klara Weenter, colei che rubava i cuori a tutti e dopo gli
restituiva a pezzi. Will aveva avuto una sorta di storia con lei, ma entrambi
erano dei cacciatori e per nessuno dei due quella relazione era una vittoria, ma
lui sapeva che entrambi si amavano ancora, anche se avevano deciso di non
vedersi più e di non pensarsi più.
Ritornò con gli occhi sulla fotografia attaccata al palo, ‘Così sei scappata
di casa…Chissà perché, con tutti quei soldi e un futuro certo ’ tirò su
con il naso, massaggiandosi rumorosamente le mani, “Non era in Canada?”
chiese all’amico immobile come un manichino che annuì.
“È inutile che stai qui ad osservarla, non ti eri giurato che non l’avresti
degnata di uno sguardo? Allora cosa stai facendo lì impalato?!” Kido si avviò
lungo il marciapiede che portava a uno dei più piccoli supermercati del mondo.
“A-Aspettami Joe!” urlò correndo verso l’amico, che camminava con fatica
sul ghiacciato marciapiede.
In silenzio camminarono per alcuni metri trovandosi davanti alla porta
semicoperta dai cartelloni, “Dobbiamo entrare qui dentro?” Will osservò la
piccola stanza da un spiraglio di vetro, “Non possiamo…” “Su! Non essere
così superficiale, qui ci sono un casino di cose buone!”
L’interno del locale era caldo e accogliente, mentre un profumo dolciastro ma
non sgradevole si insinuava nelle sue narici si precipitò al banco della carne.
“Quattro fettine di tacchino, ti va il tacchino oggi…?” Joe si voltò per
vedere l’amico in faccia, ma per suo gran stupore non era vicino a lui, ma a
rimediare qualche tisana rilassante, un porta fortuna per i loro viaggi
‘Credevo che odiasse questi posti…’
“Poi?” il macellaio lo stava fissando, aspettando altre ordinazioni, “Del
macinato…Ecco, così va bene.”
“Non lo trovo giusto! Insomma io devo portare tutte queste borse e tu invece
solo quella!” Cooper come sempre faceva la sua lagna, un rito che, secondo
lui, avrebbe portato molta più fortuna delle tisane e che a malavoglia Joe
doveva subire, anche se le più delle volta rideva divertito alle piccole gaff
commesse dall’amico.
Entrarono a fatica nell’appartamento, ognuno con l’idea di sedersi e
rilassarsi mentre l’altro cucinava, “Non ci penso nemmeno! Questa è casa
tua e ai fornelli ci stai tu!” “Scherzi? Tu mi hai fatto sprecare un
patrimonio perciò ora…” prese il grembiule a fiorellini gialli e lo porse
all’amico, “…ci pensi tu!” concluse.
La discussione durò per un paio di minuti, dopo la quale entrambi si erano
messi a preparare il pranzo all’italiana, almeno così lo definiva Cooper.
“A tavola! Che è pronto!” urlò un entusiasta Will superando il balcone con
un fazzoletto in testa, il grembiulino floreale e, ovviamente, una pentola piena
di pasta alla matricina.
Dietro di lui, Joe, che a fatica teneva in mano il vassoio ricolmo di patatine
fritte e carne, i capelli legati in un grazioso codino, che non gli stava
nemmeno male, e indosso una maglia larghissima grigia come i pantaloni ormai
sporchi di vernice da anni.
“Buon appetito!” urlarono all’usignolo, fondandosi nell’abbondante
piatto pasta.
“Mi passi la maionese…Uhm…Non è che hai una ragazza?” chiese Will
avvicinandosi all’amico, “Lardo che dici? Sono solo come un cane…Tu credi
che con questa gamba qualcuna mi noti?” allungò la mano porgendo un
barattolino “OK! Capito l’antifona…Solo che hai una collanina sul
polso…” “Ah! Linda mi ha fatto un regalo…Siamo a natale…Non fare
quella faccia e mangia!” ordinò inghiottendo un paio di patatine.
“Anche tuo fratello ti ha mandato un regalo, vero?” Joe guardò stupito
l’amico, avvolte si chiedeva se era un veggente da quante cose sapesse in
anticipo, “Credo che non sia per la futura festa…” si bloccò per mangiare
un boccone di cotoletta.
“Sai” continuò con la bocca ancora piena, “È arrivato un tizio ieri…mi
ha detto di chiamarsi Shin e che dovevo assicurarmi che tu aprissi il più
presto possibile…” un altro boccone “…il regalo di tuo fratello…” un
sorso d’acqua “…ha detto che è importantissimo!” allargò le braccia
per far inglobare tutto ciò che lo circondava.
Il pacco era sul tavolino di vetro davanti a loro, Joe lo osservava dubbioso con
un misto di paura mentre Will cercava di stare serio.
‘Oddio e se è in pericolo? Se invece ha scoperto qualcosa sui digimon che
io non so…se per caso…No! È impossibile, mio fratello non si metterebbe in
un mare di guai…oppure si..?’
“Allora? Lo apri quel coso?” chiese impaziente dando una gomitata nel fianco
dell’amico che risvegliato rispose con un “Ahia!”
“Aprilo!” aveva insistito Cooper saltellandogli accanto, “Si, si, ma
smettila di fare l’idiota!” si piego con il busto e con l’aiuto di un paio
di forbici taglio lo scotch che sigillava il pacco.
Aperto ne strase fuori una busta ripiena di fotografie sui digimon e una
lettera, “Fuori! Non mi avevi detto che tuo fratello lavorava nei cinema, che
sono per un film sui mostri?” Will entusiasta si mise ad ammirare le foto dei
animali digitali.
<
tutto è cambiato da quando te ne sei andato dal Giappone, mamma piange tutto il
giorno e papà non sa più cosa fare…
Io non posso stare con loro, le mie ricerche me lo impediscono!
Soprattutto ora devo distaccarmi, ora che ho scoperto…M4 e Ld/B60…Sono due
mondi legati con DigiWorld e la Terra.
Non so come spiegartelo ma M4 è la vera Terra, il nostro mondo e lo spazio
fuori da esso sono solo prigioni, ma non solo per il nostro corpo ma anche per
il nostro intelletto e la fantasia!
Ci hanno imprigionati, ma ora voi avete creato un collegamento con l’altra
prigione Ladron che corrisponde con DigiWorld e tu, con tutti i digiprescelti
del mondo rischiate la morte…Come me del resto…
Si, Joe io probabilmente verrò ucciso, ma tu devi giurarmi che cercherai di
salvare il nostro mondo, anzi, metti la parola FINE a questa prigionia!
Devi trovare HAAL una pietra particolare suddivisa in due parti, su una di esse
vi è una scritta sconosciuta mentre sull’altra è inciso un disegno circolare
con all’interno una goccia, trovata questa usa il WYRD un dischetto che
contiene ogni informazioni sul passato, presente e futuro di ognuno di noi!
Ora viene la parte più difficile perciò stai bene attento oppure porta sempre
con te questo pezzo di foglio .:
Per poter leggere il WYRD devi prendere prima la pietra, più precisamente la
metà con il disegno e inserirla sull’apposito disegno che ti comparirà
davanti, scrivi poi: odnom ied irotanrevog i omais oin
Cambiata poi la schermata ti comparirà un altro disegno su di esso dovrai
appoggiare l’unica metà della pietra che ti è rimasta, lo schermo cambierà
di nuovo e dovrai digitare un’altra frase, purtroppo io ne ho solo la metà,
il foglio in cui vi era scritta era bruciato per metà:
Bruciano le streghe e i folletti...
Attento però ai numeri in alto a sinistra essi sono il tempo, possono farti
invecchiare in giro di pochi secondi se aumentano di velocità…
Ah! C’è un’altra cosa che devi sapere su WYRD esso non è come un nostro
file, è una specie di labirinto dove il protagonista sei tu e in gioco è la
tua vita, anche lì dovrai avere i progetti di Ipno… Ti sarà utile!
Credo di averti detto tutto…Devi riunirti con i digiprescelti è far crepare
quei bastardi!!!
Con affetto
Tuo fratello
Shin>>
(Continua)
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