Le Vecchie Abitudini

di indiceindaco
(/viewuser.php?uid=141677)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


È stato strano stringere fra le dita quella pergamena.
La stessa di quattordici anni fa. Uguale l'intestazione, uguale le istruzioni da seguire, uguale la formalità.
Ed ora eccomi qui.
Ripercorro, a ritroso, il filo dei miei ricordi.
Nel mio abito elegante, tra i compagni di un tempo, in Sala Grande, non sono più a mio agio. Vedo Blaise, Theo, Pansy, Daphne e mia moglie, Asteria, al mio fianco, come un tempo.
Solo in quest'occasione mi rendo conto di quanto possa pesare l'assenza, di quanto la guerra abbia deturpato i volti di tutti noi: dove sono Tiger, Goyle, Marcus? Dove quel nostro essere sprezzanti di tutto e di tutti?  Noi Serpeverde prendiamo posto. Un applauso si leva, fra i Grifondoro. 
Penso, come per riflesso, che dev'essere perché Potter ha appena fatto il suo ingresso in Sala.
In fondo, le vecchie abitudini non cambiano ed il mio astio è pari a quello di un tempo.
Gli altri sono sbigottiti quanto me quando vedono Potter, in piedi, bacchetta puntata alla gola, che esclama:
-Quest'applauso è rivolto ai Serpeverde presenti oggi, che hanno mantenuto inalterata la loro fierezza e dignitosa integrità, accettando l'invito della preside McGranitt, e dimostrando che agli errori si può rimediare. Grazie.
Un boato d'applausi esplode non appena Potter conclude il suo breve discorso.
Durante tutta la durata del suo spocchioso ciarlare ha tenuto il suo sguardo nei miei occhi, nonostante la distanza che ci separa. 

***

-Malfoy?
Quella sua odiosa voce è riuscita a raggiungermi anche lì. 
Sono uscito, avevo bisogno di annegare i miei pensieri nel Lago Nero.
Alzo lo sguardo: Potter, con quel suo sorriso, due bicchieri di quello che sembra Whiskey Incendiario in mano, e quello sguardo di primavera.
Mi avvicina il bicchiere, lo afferro automaticamente. 
-Vorrei brindare.- dice con calore.
-Io penso che tu abbia bevuto fin troppo, Potter. Non saresti qui, altrimenti.- dico guardandolo di sbieco.
Non riesco a pensare, quel suo sguardo mi attraversa, mi studia, mi spoglia.
-Forse. Vorrei brindare alle vecchie abitudini.
Faccio una smorfia a quelle parole, uno dei miei ghigni migliori.
Vecchie abitudini? Ma cosa è rimasto?
Faccio tintinnare il bicchiere contro il suo, non curante, e butto giù d'un fiato.
Brucia nella gola.
Vedo la sua mano, adesso, la tende davanti a sé.
Mi spiazza: è la stessa immagine di quel settembre di quattordici anni fa, ma i soggetti non sono più gli stessi, e non si tratta solo di essersi scambiati i ruoli.
-Forse sono ancora in tempo, per scegliere ancora dei nuovi amici- mi dice, con quella sua ingenuità, quella purezza, schifosamente Grifondoro. 
Lo guardo, palesando il mio disappunto e l'effetto che il Whiskey ha su di me.
-Non avevamo brindato alle vecchie abitudini, Potter?- dico, il tono mellifluo di una volta.
-Si, Malfoy, affinché cambino, però!
Scoppio a ridere, e ridiamo insieme, io e Potter.
Ci stringiamo la mano, finalmente, dopo quattordici anni, ancora ridendo.
Sì, le vecchie abitudini cambiano, eccome.


Image and video hosting by TinyPic

Grammatica:9.2/10
Originalità: 7.5/10
Rispetto della trama:5/5
Gradimento personale:7.5/10
Totale:29.2/35




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=800772