e mai nel giorno tacque
I
gigli bianchi che crescevano sulla riva del fiume, la luna che si
specchiava sulla superficie dell'acqua, le lucciole che vorticavano
vicino ai giunchi, il gufo che mandava i suoi richiami sommessi la
notte, le farfalle che si posavano sui fiori di campo, la primavera e
l'estate.
Forse era anche quel dolce profumo di resina che impregnava l'aria,
misto al vago sentore di muschio.
Era tutte quelle cose, la sua Baccador, e non ne era nessuna,
più bella di qualsiasi altra meraviglia della natura,
gioiosa
come una fanciulla, saggia come un'antica regina.
Tom coglieva i gigli e li riponeva in un cestino di vimini ogni
mattina, li portava a casa e lei se ne adornava i capelli, intrecciando
le sue ciocche bionde con i petali candidi del fiore.
Li raccoglieva e li donava a lei, perchè era delicata e
bianca e armoniosa come un giglio.
Li raccoglieva sulla riva del fiume, lo stesso dove l'aveva incontrata
innumerevoli anni addietro: camminava tranquillo, quel giorno,
ripensando tra sè all'ultima bizarra trovata del Vecchio
Uomo
Salice e l'aveva vista intrecciarsi fiori tra le trecce.
"E
dal pianto la voce nel bosco svanisce" cantava "e si
trasforma in un sasso che muto non tace".
La sua voce era come lo scrosciare del fiume, allegra e fresca come una
leggiadra pioggia di primavera.
I suoi piedi scalzi vorticavano sull'erba appena umida, le mani si
posavano delicatamente sugli steli, i capelli brillavano come sottili
fili d'oro al sole brillante del mattino.
"E
dal pianto la voce nel bosco svanisce e si trasforma in un sasso che
muto non tace"
ripeteva e quelle parole acquistavano un senso nuovo, misterioso e
bellissimo, così come era misteriosa e bellissima la dama
del
fiume.
Si era avvicinato a lei cautamente, temendo che, proprio come nel canto
che intonava, la sua voce svanisse, tramutando in pianto e tristezza la
gioia e la vita della foresta.
Infine, quando non fu che a pochi passi da lei, ella gli sorrise e i
denti candidi furono come le stelle della sera.
" Ciao Tom! " esclamò " Mi hai trovata, infine. Cosa aspetti
a
portarmi nella tua casa? Vedi, il mattino sta per finire ed io ho
già raccolto tutti i gigli che crescono sulla riva."
Le aveva preso la mano come se la conoscesse da tempo, portandola a
vivere nella sua dimora sulla collina e Baccador era rimasta
lì,
a danzare e a farsi il bagno nel fiume e a donare la vita ad ogni
albero, foglia o sasso del bosco.
Tom raccolse l'ultimo giglio e si avviò fischiettando verso
casa, pensando alla pioggia e al vento che presto avrebbero fatto
visita alla Terra.
La collina era ancora nascosta dagli alberi, ma già la voce
melodiosa di Baccador lo raggiungeva, portata sulle ali di una farfalla
bianca.
"E
dal pianto la voce nel bosco svanisce e si trasforma in un sasso che
muto non tace"
cantava.
Devo ringraziare innanzitutto FataFaby89 per
aver indetto questo meraviglioso contest e per essere stata
così
gentile con me, non me lo sarei mai aspettato. Incollo qui il suo
giudizio:
Sintassi
e grammatica: 9.5/10
Ottima grammatica, sintassi perfetta. Annoto solo le sviste e le grafie
errate, quali perchè, sè, bizarra,
e alcuni periodi che forse potevano recare una punteggiatura diversa;
ma è davvero pochissima cosa. Attenzione anche agli spazi
ripetuti.
Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10
La tua storia grida Baccador in
ogni singola minuscola parola. Leggendo si ha l’impressione
di
udire il suono dell’acqua, del vento, della foresta; di tutto
ciò che è Baccador per il mondo e per Tom. E lo
stesso
Tom, con i suoi pensieri delicati e profondi, è
assolutamente
lui – all’apparenza un po’ meno brioso
dell’originale tolkeniano, forse, ma non certo meno
credibile.
Complimenti davvero.
Originalità: 9.5/10
Già per il pairing che hai scelto ti sei conquistata la mia
eterna, commossa riconoscenza! L’immagine che hai proposto
– di un Bombadil che coglie i gigli per la sua Baccador e
riflette sul loro primo incontro – in apparenza
può
sembrare quasi banale, e invece ha in sé una forza di
novità non indifferente. Adorabili le prime parole che
Baccador
rivolge a Tom. Uno splendido sviluppo del tema, ancor meglio reso dalla
lyric scelta, il cui uso perfetto mi fa
praticamente sciogliere in lacrime.
Stile: 10/10
Un lessico accurato, perfettamente consono alla descrizione delle
immagini e dei personaggi; una struttura lineare persino nello sbalzo
temporale in cui ci immergiamo a partire dai ricordi di Tom. Al di
là di alcuni periodi che personalmente avrei costruito in
modo
diverso, ho davvero amato anche lo stile.
Gradimento personale: 9.5/10
Magica. Una delle migliori shot su questo fandom che abbia mai letto.
Non esagero.
+ 5 punti bonus per la lyric
Totale: 53/55 punti
Grazie,
grazie ancora, mi ha fatto un piacere infinito. Devo specificare
inoltre che la frase in corsivo è tratta da "Una storia
d'amore
e di vanità" di Morgan.
Grazie anche a tutti voi che
avete letto e che sarete così gentile da lasciare un
commento.
|