Titolo: La fine del mondo
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Tenth Doctor, Nine
Doctor, Rose Tyler
Rating: G
Genere: malinconico
Conteggio parole: 987
Riassunto: Centinaia di secoli di
storia erano scoppiati sotto i suoi occhi.
Tutte le
meraviglie del genere umano, la sua grande tecnologia, la sua storia
erano state distrutte in un colpo solo.
La Terra era
stata cancellata dall’Universo.
Avvertimenti: one-shot
Note: partecipa alla missione
dell’ottava
settimana
del Cow-T @maridichallenge, con il prompt Fine del mondo per il Vampire!Team.
1. ambientata
alla fine di The Christmas Invasion
2. non
è stata betata per cui ogni errore è mio e mio
soltanto. Se li trovate segnalatemeli.
Disclaimer: La storia è
basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a
chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a
scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.
La fine del mondo
Il
Dottore offrì la mano a Rose, muovendo scherzosamente le
dita.
“Questa
tua mano mi dà ancora i brividi.”
Commentò la ragazza con un accenno di sorriso.
Lui le sorrise a
sua volta, sapendo che Rose non avrebbe rifiutato il suo invito.
Le
lanciò un’occhiata complice, mentre la compagna
abbandonava ogni titubanza e intrecciava le dita alle sue.
Fu come tornare
indietro nel tempo e ritrovare un gesto che pensava di aver
dimenticato.
Il Signore del
Tempo sentì il suo braccio venir attraversato da un brivido
che lo riportò a un’altra storia. La loro prima
avventura a spasso per il tempo e per lo spazio.
Era
più giovane allora, aveva un’altra faccia e una
personalità molto diversa.
Girava con una
giacca di pelle a quel tempo, e aveva delle enormi e orribili orecchie
a sventola.
Aveva portato la
sua compagna alla fine del mondo. Nel senso più letterale
del termine.
Non era la
classica fine del mondo, quando la Terra si trovava minacciata da
alieni o altre catastrofi naturali.
Era la fine del
mondo vera e propria.
Uno scoppio che
avrebbe per sempre cancellato la Terra dall’Universo, senza
che nessuno potesse farci nulla. Nemmeno un Signore del Tempo.
Aveva portato
lì Rose per stupirla.
Il racconto di
quell’esplosione l’aveva sempre affascinato e, per
una volta, lui voleva essere un semplice spettatore di un avvenimento
meraviglioso.
Erano arrivati
sulla piattaforma panoramica con il suo fedele TARDIS e si erano
confusi con gli altri ospiti, eccitati dall’idea che la Terra
stesse morendo.
Rose era contenta
al suo fianco. Felice e stupita di essere lì, a
così pochi passi dalla Terra e allo stesso tempo
così distante da casa.
Tuttavia
l’aveva vista adombrarsi a poco a poco, mentre il suo pianeta
diventava una palla incandescente. Doveva immaginarlo, sciocco di un
Signore del Tempo, che forse quell’esperienza era difficile
da affrontare come prima avventura. Ma non ci aveva pensato, troppo
preso dagli avvenimenti che si erano poi susseguiti in quella misera
ora.
Aveva dovuto
salvare la vita degli ospiti della piattaforma panoramica e proteggere
Rose allo stesso tempo. L’aveva messa in pericolo come il
più sciocco dei novellini. La prima regola dei viaggi nel
tempo era mai separarsi dalla propria compagna. Invece lei gli era
sfuggita da sotto al naso, rifugiandosi in una sala panoramica ad
ammirare da sola il suo mondo bruciare.
Il sole si era
espanso proprio come le aveva raccontato, bruciando tutto
ciò che incontrava sul suo cammino. Il Dottore aveva lottato
contro il tempo, avrebbe fermato la fine del mondo stessa se questo
avesse significato non perdere Rose.
Ci era riuscito
appena in tempo: come nel più classico dei film
d’azione.
Erano tutti in
salvo, mentre la Terra bruciava davanti ai loro occhi.
“La
Terra è morta e nessuno era qui a guardarla.”
Aveva mormorato la sua compagna, con le lacrime che pizzicavano nei
suoi occhi.
Centinaia di
secoli di storia erano scoppiati sotto il suo sguado.
Tutte le
meraviglie del genere umano, la sua grande tecnologia, la sua storia
erano state distrutte in un colpo solo.
La Terra era
stata cancellata dall’Universo.
Non
c’era più nessun puntino luminoso in cui fare un
giorno ritorno.
Il Dottore aveva
sospirato, i suoi due cuori stretti in una morsa dolorosa.
Sapeva bene cosa
aveva provato la sua compagna in quel momento. Lo sapeva dolorosamente
bene.
La Guerra del
Tempo aveva cancellato il suo mondo. Non aveva più una casa
a cui fare ritorno. Aveva solo il suo TARDIS e l’intero
Universo a sua disposizione. Era un viaggiatore senza fissa dimora,
condannato a muoversi per l’eternità senza poter
più far ritorno a casa.
Lui,
però, a differenza di Rose, era anche l’unico
rimasto.
La sua intera
razza era stata spazzata via da quella sanguinaria guerra.
Lui era
l’ultimo Signore del Tempo, il sopravvissuto che si era
macchiato di genocidio per permettere all’Universo intero di
avere un futuro.
Non le aveva
detto nulla, a quel tempo.
Il dolore era
ancora troppo fresco e dilaniante.
Si era avvicinato
alla compagna e le aveva stretto rassicurante la mano, cercando di
trasmetterle tutta la sua comprensione.
“Andiamo?”
le aveva sussurrato, mentre blocchi di Terra si muovevano ancora nello
spazio, sgretolandosi davanti ai loro occhi.
Rose aveva
annuito, seguendolo in silenzio, lasciando il suo pianeta bruciare nel
silenzio della solitudine.
L’aveva
portata a Londra, nel bel mezzo della vita. Si era beato
dell’espressione di gioia che si era dipinto sul volto della
sua compagna. Il suo sorriso aveva scacciato via le lacrime, la fine
del mondo era solo un ricordo molto lontano, perché
lì la vita continuava a scorrere.
“Avrei
voglia di patatine.” Era stata la richiesta che Rose gli
aveva fatto, aggrappandosi al suo braccio.
E proprio come
allora Rose gli stringeva il braccio, domandandogli divertita dove
l’avrebbe portata.
L’aveva
guardata con affetto. La sua piccola e fantastica Rose
l’aveva salvato così tante volte da quando aveva
messo piede sul TARDIS.
Senza di lei,
anche quel giorno, la Terra non avrebbe conosciuto futuro.
Era solo grazie
al suo coraggio che gli umani potevano dormire sonni tranquilli. Lui
era solo stato il loro campione, usando la forza invece che la
diplomazia per impedire la fine del mondo.
Non era nel suo
stile, lo doveva ammettere. Questa sua nuova rigenerazione adorava
parlare e trovare una pacifica soluzione, ma con alcuni popoli solo una
prova di forza poteva mettere fine a una guerra. E non gli era andata
neanche tanto male, se si escludeva il piccolo problemino che aveva
avuto con la sua mano, ma non si poteva di certo lamentare.
La Terra era
salva. Questo era importante.
Guardò
Rose un’altra volta, stringendole con più forza la
mano.
Ora sapeva dove
l’avrebbe portata. Basta catastrofi, basta fine del mondo.
Le avrebbe
mostrato le reali potenzialità del suo popolo, le avrebbe
fatto vedere il futuro che quei piccoli e meravigliosi umani erano
riusciti a costruire, risollevandosi continuamente in piedi e
continuando a lottare per la loro felicità.
Fine
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