Schwarz und weiß

di indiceindaco
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 Indice: Il mio primo contest. In un certo senso, sono molto affezionato a questa storia!
NdA (eventuali):Perché non si sa molto del personaggio, ho fatto qualche approfondimento. Probabilmente ho raccolto informazioni errate, me lo si faccia notare, eventualmente.
Si tratta del probabile futuro di Nott dopo la seconda guerra magica. Diventato Mangiamorte, Theo, si troverebbe ad Azkaban. Qui, il ragazzo si aggrapperebbe a un unico ricordo d’infanzia, a lui molto caro. Probabilmente un cimelio, ovviamente di orgine babbana: un pianoforte.
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Bianco e nero.
Sembra quasi che la mia vita si sia involta seguendo questo perenne contrasto.
Bianco.
Il marmo di una lapide, quella di mia madre, Crisania.
Da troppo tempo non poggio i miei palmi sul suo freddo giaciglio.
Nero.
Il nome che porto, che devo alla mia discendenza, da una delle divinità della Casa di Odino[1].
Bianco.
Il candore della mia pelle.
Nero.
Il marchio che ancora adesso la deturpa.
Bianco.
Il volto pallido che aveva mio padre, quella notte. Già sapeva di avermi perduto, per sempre[2].
Nero.
Il mio sguardo, vigile e schivo.
Bianco e Nero: il mio unico ricordo felice, al quale mi aggrappo in queste notti senza fine, per sfuggire al Nero dei dissennatori.
Bianco.
Il cappio che pende al mio collo, un lenzuolo immacolato.
Bianco e Nero: ostinato quel ricordo. Ottantotto tasti, bianchi e neri.
Quel giorno sfiorai quell’armonia di suoni. E fu il più bel giorno della mia vita.
Non ricordo dove o con chi fossi.
Nella mia mente non c’è spazio che per quei due colori, che colori non sono.
Ed anche adesso, l’uomo che sono diventato, che uomo forse non è, si ancora a quel ricordo.
Spero di salvare la mia mente? Le mie mani che sfiorarono quei tasti?
Mi butto giù, in un suono sordo, che l’armonia ha dimenticato.
Metto fine a quest’avvilupparsi di pensieri e dolori.
Questo groviglio fatto di perenni contrasti.
Per ritrovarmi, finalmente, in un confortante grigio cenere.
 
 
 


[1] I Nott amano vantarsi di discendere da una delle divinità della Casa di Odino, Nott, appunto, la personificazione della notte.
[2]La notte in cui Theodore ha, probabilmente, ricevuto il Marchio Nero.
 
 
 
 
Ed ecco il giudizio :D
Grammatica: 9.8/10 
Stile e forma: 10/10 
IC e caratterizzazione personaggi: 10/10 
Originalità: 15/15 
Gradimento personale: 5/5 
Punti bonus: 1/3 
Tot: 50.8/53 

Se mi permetti, innanzitutto vorrei complimentarmi per l'accuratezza delle informazioni che hai raccolto su Theodore. Il fatto che ti sia impegnato così tanto nella ricerca indica che quando fai un lavoro ci tieni a farlo bene, perciò complimenti!
Passando alla storia, ti ho dovuto togliere un pochino alla grammatica per un solo, minuscolo errore: “Dissennatori” si scrive con la lettera maiuscola. Ma davvero, mi sarei mangiata le mani quando ho dovuto toglierti quei decimi, perché il resto della storia è perfetto. Lo stile è sublime. Usi un linguaggio molto ricco, ricercato ed elegante, che ritengo si adatti alla perfezione al personaggio. E ovviamente meriti il massimo anche nell'originalità: insomma, tutti continuano a scrivere di Nott come il bel figo a cui corrono dietro tutte le Serpeverde, nessuno che io sappia aveva ancora esplorato il suo lato tragico. E tu qui me lo uccidi addirittura! E in un modo così perfetto, malinconico...Che dire, si nota tanto che ho adorato questa storia?

 
***
Grazie, grazie e ancora grazie!
Non so che altro dire!
 




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