Candle.
-
Does it
matter? -
La chiamavano “Processione
delle Candele”.
Tutti gli abitati di quel piccolo
paesino si riversavano
festanti in strada e, armati della loro candela accesa e colorata, camminavano al
nel buio della sera,
diretti al Santuario.
Il Santuario era, una volta, la
chiesa principale del paese.
Era una piccola struttura di pietra, semplice e poco decorata,
nonostante il
grande campanile che svettava all’orizzonte, sopra il quale
stava ritta in
piedi la Croce.
Ora
la chiesetta era
chiusa al pubblico, in quanto troppo piccola per contenere la gente
durante le
messe, e veniva aperta un’unica volta all’anno: la
notte della Processione.
Durante questa notte la folla creava
un unico cordone di
gente che entrava ed usciva con ordine dal Santuario, in assoluto
silenzio.
Allen strinse tra le mani la propria
candela di cera rossa,
la piccola fiammella che bruciava silenziosa nel buio, tremolando
appena. Prese
un profondo respiro, alzando lo sguardo al cielo puntellato da piccole
stelle,
sentendosi incredibilmente leggero.
Si lasciò trascinare per
qualche minuto dalla folla che
accorreva al Santuario, perso nei suoi pensieri.
- Yo, Allen! –
L’albino si girò
di scatto, ritrovandosi faccia a faccia con
il viso sorridente di Lavi.
- L.. Lavi? Come..? Quando..?
– balbettò l’albino, confuso,
accigliandosi poi quando vide che la candela dell’altro era
verde acido. – e
quella dove l’hai presa? – domandò
stizzito, arricciando le labbra.
Il rosso si limitò a
sorridere con aria ebete, come suo
solito, facendo ondeggiare ritmicamente la propria candela.
- Importa? – disse
retorico, mentre sulle sue labbra
appariva un ghigno divertito.
No, si
disse
Allen, ormai dimentico dei propri dubbi, non
importa.
Lavi lo prese sotto braccio,
ridacchiando della sua
espressione smarrita.
- Andiamo anche noi? –
domandò, mentre già lo trascinava
verso la chiesetta. – queste tradizioni senza senso mi sono
sempre piaciute un
mondo. – lo
informò allegramente, ed
Allen avrebbe voluto replicare che non era senza senso, ma non riusciva
a dire
niente.
Si lasciò trascinare dalla
mano calda di Lavi, che ora era
scesa lungo il braccio per stringere la sua. Lo affiancò
lungo il percorso,
mentre la gente smetteva gradualmente di parlare come a rendere omaggio
ad un
luogo ritenuto sacro.
Improvvisamente, Allen si
ritrovò dentro al Santuario, la
mano ancora stretta in quella di Lavi, mentre la folla cominciava a
spargersi
per tutta la chiesetta.
Era sicuro che non avrebbero dovuto
starci tutti, eppure
avanzava ancora spazio. Eppure non ci fece molto caso.
Piuttosto, si attardò a
contemplare quello che era uno
spettacolo affascinante: l’interno
del
Santuario, scuro come la notte, puntellato dalle piccole luci delle
candele.
Allen non distingueva la gente, solo
tanti piccoli barlumi
che illuminavano fiocamente visi speranzosi. Visi che tutt’ad
un tratto si
ritrovò a riconoscere, nonostante non fosse in grado di
collegare alcun nome. E
pian, piano, quelle candele venivano spente, e lui si ritrovava ad
osservare
dei buchi d’oscurità.
- è molto bello, vero?
– sussurrò quasi senza accorgersene
all’orecchio di Lavi, sentendosi un po’ infantile.
Il rosso annuì, senza dar
molta importanza all’imbarazzo dell’albino,
strattonandolo a sedersi su una
panchetta di legno.
- perché spengono le
candele? – domandò incuriosito Lavi,
appoggiando la propria accanto a sé e guardando verso di lui
con una strana
luce ad accendergli lo sguardo.
- perché quando si esprime
il proprio desiderio si fa così –
ribatté Allen, senza pensarci, stringendo un poco la mano
del rosso. Adesso
c’era molto più buio di prima, solo poche candele
erano rimaste accese e la
folla stava lentamente scemando.
- quindi devo esprimere un desiderio,
eh? –chiocciò Lavi,
studiandolo. Riprese la candela con la mano libera, rigirandola ed
osservandola
interessato, quasi non l’avesse mai vista prima – e
a cosa serve che io spenga
la candela? –
- perché così
il desiderio può arrivare fino a Di-
spiegò, ma venne interrotto
dall’esclamazione
di Lavi.
- ah! Ho capito! –
cinguettò allegro il rosso, scoccandogli
un sorriso. Poi gli lanciò uno sguardo emozionato, chiuse gli occhi per
qualche attimo e, dopo
poco, soffiò tutto soddisfatto sulla sua candela.
La fiammella si spense lasciandoli al
buio, eccezion fatta
per la candela di Allen, l’ultima rimasta ancora accesa.
- non chiedi niente, Allen?
– sbuffò spazientito Lavi,
chinandosi su di lui.
- e tu? Che cosa hai chiesto?
– domandò l’albino, senza
riuscire a trattenersi. Quando Lavi si avvicinò ancora di
più si ritrovò a
fissarlo negli occhi.
- Importa? – chiese il
rosso ad un soffio dalle sue labbra,
con aria vagamente malinconica. Allen scosse la testa, chiedendosi
perché mai
l’altro avesse così improvvisamente cambiato tono.
Ma non ci fu più tempo per
pensarlo, perché chiuse gli occhi
non appena la bocca di Lavi incontrò la sua.
Allen balzò a sedere
quando sentì degli improvvisi colpi.
Lavi ed il buio erano completamente
scomparsi, di fianco a
lui non c’era nessuna candela e avvertiva i mille spuntoni
del gelo
trafiggergli la pelle.
Solo dopo collegò che i
colpi provenivano dalla porta
affiancata al letto su cui stava dormendo; qualcuno stava bussando.
- Si? – domandò
automaticamente in un mezzo sbadiglio,
cercando di contenere la delusione che iniziava a dilagare nel suo
petto. Si
tolse le coperte di dosso, sedendosi a lato del letto, dando le spalle
alla
porta che pian piano veniva socchiusa.
Baba si sporse oltre
l’uscio, ed Allen fu sicuro che stesse
sorridendo, quando cominciò a parlare.
- Allen, è quasi
l’ora della Processione. Vieni? –
L’albino si morse le
labbra, annuendo appena. L’altro la
dovette trovare una risposta abbastanza convincente, perché
chiuse gentilmente
la porta.
Allen non si mosse, si
limitò a far vagare lo sguardo oltre
la finestra, verso il cielo che pian piano si tingeva di scuro.
Fottuto,
fottutissimo
sogno!
Baba l’aveva talmente
assillato con i racconti delle passate
Processioni che lui era addirittura arrivato a sognare di andarci con
Lavi!
Dopo qualche attimo di rabbia,
arrivò improvvisamente il
senso di vuoto.
Chissà che cosa stava
facendo ora Lavi.
Era fuggito talmente in fretta. Non
l’aveva nemmeno
salutato.
Che cosa stupida. Anche Lavi
gliel’avrebbe detto. Che cosa
stupida.
Eppure si sentiva preoccupato.
Nel bosco, si sarebbe aspettato di
veder spuntare Lavi, non
Linalee. Oh, accidenti. Perché doveva sempre preoccuparsi?
Forse Lavi era ancora in missione,
per questo non l’aveva
seguito. Per questo nessuno aveva tentato d’intrufolarsi in
prigione. Lavi avrebbe
tranquillamente potuto usare la scusa di essere Bookman, per andare a
trovarlo.
Sbuffò, indispettito dai
suoi stessi pensieri, alzandosi dal
letto.
Perché le cose dovevano
essere sempre così complicate?
Si vestì in tutta fretta,
lanciandosi poi giù per le scale.
La Madre e Baba l’aspettavano sulla porta.
Entrambi erano stati molto sorpresi
nel vederlo apparire
sulla soglia, la settimana prima, ma l’avevano accolto
volentieri,
tempestandolo di domande ed assicurandogli che avrebbero risposto a
tutte quelle
che lui avrebbe voluto porre, non appena si fosse completamente
ristabilito. La
Madre, però, continuava ad avere un atteggiamento strano,
quasi sorpreso, nei
suoi confronti.
Gli porsero una candela,
già accesa. Era verde acido.
La chiamavano “Processione
delle Candele”.
Tutti gli abitati di quel piccolo
paesino si riversavano
festanti in strada e, armati della loro candela accesa e colorata, camminavano al
nel buio della sera,
diretti al Santuario.
Una volta giunti alla meta, scendeva
il silenzio, mentre
ognuno esprimeva il proprio desiderio, soffiando sulla propria candela.
Si diceva che in quel modo i sogni
sarebbero arrivati
fino a Dio, che avrebbe esaudito
tutti quelli che non si erano persi lungo la strada verso il Cielo.
Allen si sedette in silenzio accanto
ad un Baba ancor più
esagitato del solito, fissando la propria candela.
Che cosa desiderava, lui?
Chiuse gli occhi.
Fa’
che stia bene. Ti
prego.
Soffiò gentilmente sulla
propria candela, sempre ad occhi
chiusi, spegnendola.
- cos’hai desiderato,
Allen? – gli chiese Baba, con un
sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Allen gli sorrise malinconico di
rimando.
- Importa? –
NdA ~
Ok, non
uccidetemi.
Per piacere, voglio arrivare viva almeno fino al 7 settembre.
Non riesco a
scrivere
qualcosa di allegro su loro due, davvero. - L’ho detto, io,
che ho qualche
serio problema.-
E,
seriamente, se
dobbiamo dare la colpa a qualcuno diamola a Phantom_Miria,
che mi ha esplicitamente ordinato di scrivere più
Laven.
Ecco fatto.
Spero tu
sia soddisfatta. Come rovinare un paring. (Dovrei scriverci un libro!)
Vabbè.
insomma. BWAAA
ç____ç
..
La fic non
sarebbe
dovuta terminare così.
Io
già mi vedevo Lavi
chiuso in prigione che vede la classica pallina di luce atterrargli sul
palmo
della mano. A quel punto lui avrebbe ovviamente pensato ad Allen e
tutte quelle
robe lì.
Ecco, nella
mia mente
finisce così.
Ma era
banale. Quindi
ho allegramente tagliato quel pezzo.
Uh, su,
infondo non è
così brutta come shot, vero? *W*
Ma
è così triste
T___T (perché
mi sto lamentando di una
cosa che ho scritto io? o.ò)
*schiva i
pomodori*
Al solito,
commenti,
critiche e quant’altro sempre ben accetti.
Alla
prossima! :3
P.S. porca
puzzola
pigmea, è da giugno che non posto nulla! ARGH!
_ L a l a
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