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immediatamente dopo la 2x22
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het, spoiler, angst
N/A:
scritta per il TVG!fest
@ vampiregeometry
con prompt Caroline/Elena/Stefan
– Stefan se n'è andato.
After
He Left
E'
il peso del mondo, quello che si abbatte sulle sue fragili spalle
alla fine di quella giornata interminabile. La mole di un universo
senza regole di cui aveva accettato l'esistenza solo per lui.
E
Stefan ora se n'è andato.
“Stefan,
dove sei? Katherine dice che ti sei consegnato a Klaus. Ti prego,
rispondimi”.
Si
rigira nel suo letto con il cellulare stretto tra le dita.
Un
tintinnio di bicchieri le giunge dal piano inferiore. Lei e Damon,
per quella sera, sono come estranei in una stessa casa: l'annuncio
fatto da Katherine ha aperto una voragine nella loro amicizia appena
rinsaldata.
La
traccia di quel bacio le brucia sulle labbra.
Non
voleva che Damon morisse, ma non voleva neppure che Stefan se ne
andasse per sempre dalla sua vita.
Il
telefono squilla. Cinque, sette, dieci volte.
Scatta
la segreteria.
Bonnie
l'ha chiamata poco dopo che Damon si è ripreso.
Suo
fratello è morto e tornato in vita senza che lei lo sapesse. E'
stata a un passo dal perdere anche lui, l'ultimo brandello che le è
rimasto di una famiglia ormai distrutta.
Se
questa fosse una notte come tutte le altre, rotolerebbe sul fianco
destro per accoccolarsi contro il petto di Stefan. Le sue dita si
insinuerebbero tra i suoi capelli, accarezzandoli piano, fino a farle
dimenticare ogni brutto pensiero, e lei finirebbe per addormentarsi,
tranquilla come una bambina, cullata dal ritmo regolare del suo
respiro.
Affonda
il viso nella federa del cuscino: porta ancora il suo profumo.
“Stefan,
ti prego, devo parlarti. Dimmi almeno che stai bene.”
Non
sta bene, lo sa.
Digita
quella frase solo perché c'è una parte di lei che ancora spera di
venir smentita, anche solo con un sms. Una parte di lei che vorrebbe
credere con tutte le sue forze che Katherine abbia mentito, che abbia
architettato l'ennesimo dei suoi trucchetti per separarli. Quasi le
mancano i giorni in cui lei e Stefan dovevano fingere di essere in
crisi per non scatenare la sua gelosia: non immaginava che ci fosse
qualcuno di molto più pericoloso della sua doppelganger pronto a
renderle la vita un inferno.
Ricorda
il modo in cui Klaus si è categoricamente rifiutato di sacrificare
Stefan al posto di Jenna. Che cosa vuole da lui?
Preme
il tasto della chiamata rapida. Il suo è il primo numero
memorizzato.
Nessuna
risposta.
Non
avrebbe mai saputo scegliere tra Jenna e Stefan: non avrebbe neanche
avuto il coraggio di pensare quale dei due avrebbe preferito salvare.
Quando Klaus ha scelto al suo posto, una minuscola parte di lei ha
provato sollievo.
Ora
li ha persi entrambi, e non le resta più nessuno su cui fare
affidamento.
C'è
Damon accanto a lei, ma non è la stessa cosa. Elena ha
disperatamente bisogno di una roccia solida a cui aggrapparsi in
quella folle tempesta, e lui è così imprevedibile, così impulsivo,
che non riesce a pensare di potervi fare affidamento. Per quanto sia
importante per lei, Damon non è come Stefan.
“Chiamami,
rispondimi, ti prego. Ho bisogno di sapere che stai bene. Ho bisogno
di te”.
Non
ha la forza di addormentarsi, perché sa che domani non avrà la
forza di alzarsi e affrontare le conseguenze di quello che è
successo.
Tutti
le chiederanno dov'è Stefan e lei dovrà spiegare l'accaduto a
Bonnie, Alaric, Caroline, Jeremy. Dovrà anche inventare una scusa da
usare con il resto della città per giustificare il suo improvviso
allontanamento, perché sa che non tornerà presto.
Una
borsa di studio? Un problema in famiglia? Elena non è mai stata
brava a mentire. Tenere segreti i suoi cari è stato uno dei lati più
spiacevoli del suo incontro con Stefan e, alla fine, tutte le bugie
che aveva raccontato sono venute a galla.
Ci
penserà Damon a trovare una storia credibile. Lascerà fare tutto a
lui.
Per
qualche minuto si addormenta, il cellulare ancora stretto tra le
dita.
L'immagine
del volto di Stefan sporco di sangue, deformato dalla fame come l'ha
visto dopo la cerimonia di Miss Mystic Falls, la riscuote subito dal
suo torpore.
Se
non l'avesse visto con i suoi occhi ridotto in quello stato,
probabilmente in quel momento sarebbe più che certa di avere sue
notizie entro il mattino dopo, al più tardi la sera. Il tempo di
approfittare di una distrazione di Klaus per scriverle un sms, per
rispondere ad una delle sue tante chiamate – anche in quel momento
sta facendo l'ennesimo tentativo stroncato dalla segreteria
telefonica – e lei sarebbe tornata a respirare, per poi
pianificare, con l'aiuto di Bonnie e Damon, una strategia per
liberarlo dall'ibrido.
Vorrebbe
che il problema fosse soltanto lui: il malvagio e potentissimo
Originario che l'ha uccisa ed è diventato completamente immortale.
Vorrebbe doversi preoccupare solo di questo, ed è assurdo da
pensare, dato che fino a qualche giorno fa avrebbe dato qualsiasi
cosa per sfuggire a quell'incubo.
La
verità è che vorrebbe soltanto fidarsi incondizionatamente di
Stefan ed avere la certezza che vuole tornare a casa, da lei.
Purtroppo sa che non è così.
A
un certo punto, smette di pensare.
Non
ha più le forze di pigiare i tasti del telefono, così si limita a
fissare il buio.
Si
chiede se anche lui stia fissando in quel momento la stessa oscurità.
Si
accorge di aver dormito solo quando la sveglia un vociare dal piano
di sotto.
Riconosce
il tono acuto di Caroline, ma non riesce a coglierne le parole, un
po' perchè è ancora intorpidita dal sonno, un po' perchè il suo
udito non è fine come quello dei vampiri.
La
sua mano cerca istintivamente il cellulare tra le lenzuola.
Nessun
messaggio, nessuna chiamata.
“Sta
dormendo!”
Damon
prova a mettersi in mezzo. Tenta di proteggerla, come sempre. Anche
lui sa perfettamente che non è ancora pronta ad affrontare la
realtà.
La
porta si spalanca.
Il
volto di Caroline è un misto di ansia e incredulità.
Elena
si alza lentamente del letto. Indossa ancora vestiti del giorno
prima, sporchi di sangue laddove il sangue è colato.
Damon
si ferma sulla soglia della stanza, fa una smorfia seccata, quasi si
volesse scusare con lei.
Per
un momento, tra loro, regna un silenzio irreale. Tutti e tre in piedi
nella stanza di Stefan, dove ogni cosa è come l'ha lasciata, si
fissano, timorosi di aprire bocca.
Alla
fine è Caroline a parlare.
“Elena...”
La sua voce ha quell'inflessione supplichevole che tante volte le ha
sentito usare per chiedere un favore. “Dov'è Stefan?”
Gliel'ha
già detto Damon, lo sa.
Giù
in salone, quando a lei arrivavano solo voci soffocate, le ha
spiegato quello che è successo, proprio come aveva immaginato.
Caroline, però, ha bisogno di parlare lei, ha bisogno di sentirsi
dire che non è vero niente, che Stefan è soltanto andato a caccia
nel bosco, questa mattina, proprio come tutte le altre, che tornerà
prima che se ne accorgano. E' questo che Elena vorrebbe dirle, perchè
l'unica cosa che desidera è un po' di stabilità nella sua vita: la
meriterebbe, dopo tutto quello che ha passato.
E,
invece, non solo le viene negata, ma si trova addirittura nella
condizione di dover essere lei il punto di riferimento di chi le sta
intorno.
E'
così stanca di essere forte.
Eppure,
esserlo è nella sua natura – il fuoco delle Petrova,
direbbe Katherine.
Così,
di fronte a quello sguardo smarrito che la guarda con trepidazione,
lascia uscire dalle labbra la verità, anche se nessuno di loro vuole
davvero sentirla.
“Stefan
se n'è andato”.
Mentre
gli occhi di Caroline si spalancano all'inverosimile, lei sente i
suoi riempirsi di lacrime.
Ora
che l'ha detto a voce alta, suona tutto più reale, troppo.
In
fondo alla camera, Damon china il capo, un cipiglio aggrottato sul
viso.
Elena
piange in silenzio, fissando il vuoto.
Due
braccia familiari le cingono la schiena; presto anche il corpo di
Caroline è scosso dai singhiozzi. La sente sussultare, le loro
lacrime si mescolano. Non sa più chi delle due stia consolando
l'altra; probabilmente, si stanno solo sfogando entrambe.
Damon
torna silenzioso al piano di sotto.
“Tornerà”
dice Caroline a un certo punto, la voce incrinata. “Vero?”
Elena
ripensa ai ricordi che hanno infestato il suo dormiveglia, ritorna a
quei giorni in cui riconoscere Stefan in quell'estraneo che mentiva e
si nutriva in segreto di sangue umano era quasi impossibile. Eppure,
nonostante vederlo così le avesse spezzato il cuore, non aveva
mollato. Insieme, ne erano usciti.
“Lo
riporteremo a casa”.
Elena
annuisce. Scosta con delicatezza Caroline da sé per guardarla negli
occhi.
“Lo
riporteremo a casa”, ripete, e sul viso le spunta l'ombra di un
sorriso.
Non
deve smettere di avere fiducia.
In
Stefan, in lei, in loro.
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