Spero di non essere andata OOC, specialmente su Jack, e di
non aver 'gonfiato' troppo il tutto, ma amo troppo questa coppia per
non farlo!!
Hope’s
Prisoner
Un altro soffio, un altro sospiro, un altro gemito
soffocato sfuggì alle sue labbra, lucide e rosee, riempiendo
tutti i sensi di
Jack. Il viso di Ianto era affondato nella sua forte spalla e le sue
mani erano
strette intorno alle braccia del capitano.
Jack sorrise, teneramente, era delizioso il persistente
pudore del ragazzo, nonostante fossero amanti da tempo, nonostante
tutto ciò
che avevano fatto e passato insieme. Il suo innocente e sensuale
tea-boy
manteneva una squisita timidezza e un pizzico di vergogna che gli
colorava
sempre le guancie di un leggero rossore, non appena Jack gli lanciava
uno
sguardo.
E non era difficile captare le furtive occhiate
del giovane gallese verso il suo amato capitano, con quei suoi occhi
luminosi e
chiari, sensibili e sempre sereni, carichi di mille sensazioni e parole
non
dette. Confessioni celate e trattenute, con impaccio e ritegno.
Spostò le mani dalle lisce cosce del giovane fino
alla sua bella schiena, premendolo su di sé ancora di
più, spingendo in lui
ancora più a fondo. Ianto si inarcò ancora, sotto
il peso gentile del suo
amante, e trattenne il respiro mentre Jack continuava a farsi strada
dentro di
lui, stringendogli i fianchi.
Non era mai stato come se lo sarebbe aspettato,
Jack era dolce, accorto, pieno di attenzioni, continuava a carezzare
tutto il
suo corpo con quelle mani morbide, infiammanti e calmanti al contempo,
depositava teneri baci su tutta la sua pelle chiara e liscia e si
muoveva
lentamente. A piccoli affondi ripetuti seguirono lunghe e profonde
stoccate,
movimenti fluidi e completi che colpivano sempre quel magnifico punto,
conducendolo all’estasi.
Non era mai stato più bello che con lui, non aveva
mai provato un simile piacere, non aveva mai neppure pensato che lo
avrebbe travolto,
lui non era così.
Ma Jack…
Jack era stato un fulmine a ciel sereno nella sua
vita, era stato la medicina e la luce che lo avevano salvato nel
momento più
buio della sua esistenza.
Nel momento in cui non aveva più nulla per cui
valesse la pena di vivere.
Si era rimproverato mille volte di quei timidi
sentimenti che lentamente si erano insinuati dentro di lui per
quell’uomo,
quando ancora stava lottando per Lisa.
Ma la colpa e il rimorso avevano lasciato ben
presto il posto all’imbarazzo e all’illusione.
Illusione che lui potesse rappresentare davvero
qualcosa di importante per Jack. Quell’uomo misterioso e
immortale, dalla
bellezza perfetta e dalla sensualità sconcertante che
sicuramente aveva amato,
e avrebbe amato, persone molto più importanti di un semplice
ragazzino del
Galles.
E poi era subentrato altro, emozioni e sentimenti
che Jack non pronunciava, perché non ne aveva bisogno, li
palesava in altro
modo, li svelava ad ogni abbraccio e ad ogni bacio che gli donava
nell’intimità
del loro letto.
Nel buio e nel silenzio, dove sarebbero stati
protetti, celati e conservati gelosamente, in un universo che si
logorava
intorno a lui.
E non erano illusioni di un ragazzino innamorato,
‘i tristi sogni di un amante part-time’.
E non c’era niente di più bello che essere tra le
sue braccia, stretto a lui, con le dita tra le sue ciocche castane e
sentire il
proprio cuore battere all’unisono con il suo.
“Jack…”
Fu appena un soffio, un lieve mormorio, il
capitano gli portò le mani ai capelli e si scostò
leggermente indietro col
busto per poterlo vedere negli occhi chiari e offuscati dalla passione.
Gli
prese le labbra tra le sue, assaporando pienamente il loro dolce sapore
e lo
guidò a stendersi supino sulla piccola branda che spesso li
ospitava entrambi
su di sé.
Era la sua dolcezza a spiazzarlo sempre, lo aveva da
sempre spiazzato, e colpito, da subito, da quando si erano ritrovati
l’uno
sopra l’altro in quel magazzino, dopo esser rotolati via
dallo pterodattilo.
Ianto gli portò le braccia al collo e si strinse
forte al suo corpo con le mani e le gambe, non smise di baciarlo, a
costo di
perdere il respiro, e il capitano si perse totalmente in quel caldo
abbraccio e
tra quei deliziosi mugolii soffocati del giovane, che morivano nella
sua bocca,
mentre i movimenti del suo bacino diventavano più veloci e
più esigenti.
E raggiunsero insieme il culmine, affacciandosi
sulla soglia di quel dolce oblio, nel medesimo istante.
Jack sentì il viso di Ianto poggiarsi sul suo
torace, come sempre faceva, gli strinse la vita sottile e gli
portò una mano ai
capelli. Era così che si addormentavano spesso, ascoltando
null’altro che il
suono dei propri respiri. Ed erano quelli i momenti di assoluta
chiarezza, come
pochi Jack ne aveva avuti nella sua lunga ed eterna vita. Vi era una
pace e una
serenità che poche volte aveva assaporato così
pienamente, perché quello che
sentiva per quel giovanissimo ragazzo dagli occhi celesti in
quell’istante,
andava al di là di numerose esperienze passate.
Ne era stato spaventato? Forse… Perché non era
così che doveva andare, non l’aveva previsto. Non
dopo tutto quello che aveva
passato negli anni, vissuto, visto e sofferto, che lo perseguitava
giorno dopo
giorno, e lo avrebbe sempre seguito… nonostante il capitano
Jack Harkness si
sforzasse con tutto se stesso per soffocare dentro di sé
ogni cosa…
E nonostante avesse obbligato se stesso a non
patire più simili sofferenze, per anni.
Per anni era riuscito ad adempiere quest’ordine.
Ma aveva presto capito che vietare a se stesso di
provare determinati sentimenti, impedire al proprio cuore di
affezionarsi alle
persone, di amare, sarebbe stato inottenibile, crudele e sbagliato.
Aveva capito che l’umanità risiede proprio in
questo, tutta la sua bellezza e magnificenza, tutta la sua essenza,
risiede nella
capacità di Amare.
Amare nonostante tutto, Amare nonostante il
dolore.
E Jack non avrebbe mai perso la sua umanità,
questo era un obiettivo, una missione, che gli consentiva di andare
avanti.
Jack era un’anomalia, era diverso, era sbagliato,
ma rimaneva pur sempre un
umano, ed era sua intenzione rimanerlo per sempre, qualsiasi cosa fosse
accaduta, qualsiasi prezzo avrebbe dovuto pagare.
E stringere a sé quel ragazzo, sentire il calore
del suo corpo e la sua mano muoversi adagio sul suo petto, carpire la
serenità
di quel prezioso momento, non faceva altro che rammentargli la sua
conclusione,
e confermargli che quel che si era concesso di vivere era stato giusto.
Si sentiva squisitamente umano con lui, come non
si sentiva da molto, ed era magnifico.
Un giorno gli avrebbe detto addio, avrebbe visto
morire anche lui, chissà quando, chissà dove e
chissà come, ma Ianto si sarebbe
spento, prima o poi. Mentre lui sarebbe stato costretto a continuare il
suo
cammino su quella terra, giovane ed eterno.
Lo strinse ancora di più a sé, gli prese una mano
e intrecciò le loro dita. Sospirò profondamente
“Pensieri profondi, capitano?”
Mormorò il ragazzo col suo bellissimo accento
gallese e una voce assolutamente serena. Ianto si tirò
leggermente su col busto
e incatenò gli occhi nei suoi. Sorrideva, il suo sguardo
brillava. Jack aveva
notato fin dal primo momento tutta l’avvenenza di quel
ragazzino coraggioso e
testardo, ma mai gli era apparso meraviglioso come in quel momento.
Non parlavano mai del futuro, di cosa sarebbe
accaduto, di cosa avrebbero fatto da lì a un anno, di futuri
possibili
progetti, non era necessario, se Jack aveva imparato qualcosa nella sua
lunga
vita era che nulla era più prezioso del presente.
Nulla era più importante che vivere quegli attimi,
perché sarebbero presto terminati, fin troppo presto.
E non parlavano di sentimenti, c’era stata
vergogna, c’era stato imbarazzo, ed era poi subentrata la
spontanea certezza.
Se Ianto non aveva mai fatto mistero dei suoi
sentimenti per lui, per Jack diventava ogni giorno più
impossibile nasconderli in
sé. Perché la verità era che, dopo le
innumerevoli avventure che aveva avuto,
dopo i grandi Amori della sua vita, quel ragazzo,
quell’Amore, lo aveva
spiazzato. Lo aveva colto del tutto impreparato, per la sua forza e la
sua
intensità, e non si sarebbe mai aspettato di provare di
nuovo qualcosa di una
tale grandezza.
E mentre continuava a carezzargli la liscia pelle
e a guardare in quegli occhi chiari, tremendamente dolci e incantevoli,
dopo
tanto tempo, ricominciò a sperare.
Un’altra emozione squisitamente umana, e del tutto
irrazionale che quasi non rammentava più.
Speranza per un futuro diverso, speranza in un
domani del tutto nuovo e migliore.
Sperare di poter tornare indietro, di tornare
quello che era.
La squisita Speranza di poter tornare umano, senza
domandarsi quando e perché, ma un domani, per un qualche
motivo… E poter
finalmente vivere la sua vita, viverla pienamente, viverla umanamente… magari con
lui…
Era da molto che non si concedeva di provare
quell’emozione.
E sorrise, sorrise serenamente e catturò di nuovo
le dolci labbra del ragazzo.
“Pensieri sereni,
Ianto Jones…”
Mormorò soffiando sulla sua bocca
“Questa è una
novità…”
Ianto sorrise
“…a cosa lo dobbiamo?”
Ronfò sul collo del capitano, depositandovi dei
teneri baci e dei piccoli morsi. Jack sorrise ancora
“A te”
Una risposta immediata, istintiva, sincera.
Sfuggita alle sue labbra senza riflessione alcuna.
Una risposta umana.
Una risposta, semplicemente, innamorata.
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