In my mind my dreams are real

di Lyla Vicious
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Hey, sono ancora io. Questa storia l'ho scritta l'anno scorso ed è ispirata a varie canzoni degli Oasis, di cui ero e sono tutt'ora una grande fan. Detto questo per un fan sarà molto semplice indovinare le canzoni.
Comunque i personaggi mi appartengono a metà, le canzoni non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Enjoy it, vedrò di aggiornare.

Black 


Estate.

La città brillava vissuta e piena di speranze davanti ai tuoi occhi.

Avevi vent’anni e in testa la voglia di cambiare il mondo, di volare a ritmo di chitarre distorte.

Apristi lo sportello, entrasti nell’auto.

La sigaretta ancora sulle tue labbra a tracciare il tuo futuro.

Cercavi qualcosa che la vita non ti aveva mai dato: il successo, l’ebbrezza della fama.

Non era poi chiedere tanto per un dio della chitarra.

Volevi scappare dalla città, quella prigione grigia.

Era il tuo sogno diventare una rockstar, almeno per quella notte volevi essere una star del rock’n’roll.

Una star del rock’n’roll.

Quella frase ti bucava il cervello come un tarlo nel legno.

Da anni pensavi che quello sarebbe stato il tuo destino.

Vivevi la tua vita per le stelle che ti brillavano sopra la testa.

Era da anni che suonavi la chitarra e annotavi su un notes tutto quello che ti faceva sentire più vivo.

La gente diceva che sprecavi il tuo tempo, che erano tutte illusioni.

Rinunciare ai tuoi sogni, quella per te era un illusione.

Sempre meglio che andare ad Oxford o a Cambridge a studiare legge come i tuoi ti imponevano con forza.

Non volevi che qualcuno decidesse il tuo futuro, dovevi ancora scrivere il tuo destino che nitido ti attraversava la mente e ti attraeva con forza.

Il palco, i tour…cose che niente avrebbe potuto farti odiare o toglierti per nulla al mondo.

La cultura per te non voleva dire niente, cazzo, si vive una volta sola, giusto?

Volevi prenderti una pausa da tutto il mondo che frenetico non ti lasciava neanche la libertà di respirare.

Le colline e i grattacieli ti scorrevano davanti e inalavi lo smog dal finestrino aperto.

Tutto il mondo era grigio, senza speranze per nessuno.

Cosa cazzo volevano farti credere? Che potevano manipolarti neanche fossi una marionetta in un fottuto teatrino?

No, se pensavano che eri solo un altro di quelli stupidi idioti a cui facevano il lavaggio del cervello erano proprio fuori strada.

Tu, Liam, non ti facevi mettere i piedi in testa da nessuno, dal giorno in cui eri nato.




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