Come Ombra e Luce

di Ayame Yui
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Note dell’autrice:  Ciao a tutti!!!! ^^ Questa è la mia prima FF che scrivo, quindi siate carini e coccolosi XD
Scherzooooo!! Dite tutto quello che volete…. o_O ok….magari senza farmi venire voglia di buttarmi dalla finestra!!! XD
Sinceramente non ricordo come sia nata l’idea di questa storia, forse da un sogno o forse dal mio fantasticare prima di addormentarmi… Bèh, vi lascio il Prologo (?) tanto per iniziare  =)
Se vi va, recensiteeeee!!! Grazie, arigatou, danke, gracìas… insomma vi ringrazio! :D
 
 
 

Prologo

 
Il suo profumo di uomo entrava nelle mie narici, stordendomi completamente, era la seconda volta che lo incontravo da sola in quel modo, ed era la seconda volta che peccavo.
Ero una sporca bugiarda, mentivo a tutti, ai miei amici, a quella che per me era diventata la mia nuovafamiglia e soprattutto mentivo a me stessa.
Ma ci credevo, o almeno facevo finta di crederci, cercavo di darmi una stupida possibilità.
 
Un cielo senza stelle, una notte senza luna, un’alba senza sole, ecco cos’era diventata la mia vita, senza quel dannato angelo dallo sguardo indifferente.
Sentivo il suo fiato che mi solleticava il collo come la brezza estiva, facendomi rabbrividire e scuotere in piccoli tremiti.
Aveva occupato il mio orizzonte, eclissandolo totalmente, i miei confini erano indefiniti, sfocati, infranti…mi aveva imprigionata in un sogno che sapeva tanto di bugia.
Ero sempre stata libera come un uccello che vola in alto nel cielo e che vede le persone da lontano,  senza mai incontrarle, per paura di affezionarsi.
Non avevo mai avuto nessuno, e questo mi stava bene, visto che non volevo nessun legame ma appena lo vidi, appena i nostri sguardi si incrociarono, tutto cambiò.
Mi sconvolse, sentivo di appartenergli incondizionatamente, nonostante lui stesse sbagliando ogni cosa della sua vita, nonostante lui fosse dalla parte oscura, ma dopotutto se vi è la luce vi è anche l’ombra.
 
Lui era il padrone e io la schiava.
Lui era l’aguzzino e io la vittima.
Lui era il predatore e io la preda.
 
Dovevo svegliarmi, dovevo reagire, non potevo continuare a sprofondare nelle tenebre con lui, dovevo trovare la chiave di quel cuore malato, dovevo sanare l’anima di quel corpo martoriato.
Era una follia, ero divenuta completamente pazza oltre che una sciocca illusa.
Lui era fuoco io ero ghiaccio.
Deliravo, la testa mi girava, forse stavo sbagliando completamente ma dovevo illuminargli quel mortale cammino a cui si era legato, dopo tutto cosa avevo da perdere?
Se i miei nuovi e unici amici mi avessero scoperta, li avrei persi comunque, e allora perché non cercare di salvare un “angelo” a cui sono state strappate le ali?
 




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