Staying back watching her shine

di olor a libros
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Il mio nome è Andrea.
Ma il nome da solo non vi dice niente, così aggiungerò anche il cognome e vedremo se in questo modo riuscirete a sentire qualcosa.
Il mio cognome è Swift.
Già, Andrea Swift; Certamente vi suonerà strano, preferireste un altro nome ad accompagnare Swift.
Riesco quasi a vederlo, quel cognome nella vostra testa che brilla, e chiama accanto a sé un nome capace di brillare altrettanto.
Taylor, è questo il nome che dovrebbe esserci.
E questo è il nome di mia figlia.
Taylor Swift.
Questo il nome che ogni volta esce da migliaia di bocche spalancate; questo il nome che stanno chiamando anche adesso, in un unico grido che mi avvolge completamente.
E io, io sono "la mamma di Taylor Swift"; quella dolce e grassottella mamma che parla con i fans e li aiuta ad incontrare Taylor nei famosi T-Party.
Ma non fraintendetemi, è così bello essere la mamma di Taylor Swift.
E' tutto quello che chiede un genitore: stare dietro ai propri figli a guardarli brillare, stando abbastanza lontano dai loro passi perché si scelgano da soli la strada, ma allo stesso tempo abbastanza vicino da poterli acciuffare prima che cadano.
E così faccio io, anche se a dirla tutta il mio posto non è alle spalle di mia figlia, ma sotto un palco.
Sotto un palco, a guardare lei lassù, a vederla con gli occhi dei suoi swifties, i suoi fans che la amano tanto.
Immersa fra tutti quei sorrisi e quelle lacrime di gioia, sposto lo sguardo e non incontro altro che occhi pieni d'amore che guardano lei, mia figlia.
Ed è la più grande ricompensa, vedere l'amore in così tante paia di occhi; quell'amore che ha creato Taylor ed in parte anch'io, avendo a mia volta creato lei.
Tutti i viaggi, tutta i sacrifici che feci per aiutarla a raggiungere il suo sogno; e ora questo enorme tour mondiale, giorni passati in aereo sempre al suo fianco - anzi, dietro - tutte le speranze che ho riposto in lei; tutto questo all'improvviso è niente, di fronte alla gioia di essere lì a guardarla brillare.
Siamo stati in Asia e parte dell'Europa, ed ogni volta Taylor era accolta come una vera stella. E' stato incredibile, scoprire che non sarebbe esagerato dire: "Mia figlia è amata da tutto il mondo".
Abbiamo visto tanti di quei luoghi, città fra le più strambe, visi diversi fra loro, ed è stata un po' come una seconda luna di miele.
Una luna di miele... Con mia figlia. E la sua band. E tanti, tanti ragazzini urlanti. Non ci siamo annoiati, vi dirò.
Questa sera siamo in Italia, Milano.
Lei è come sempre sul palco, e come sempre sta dando il meglio di sé.
E, come sempre, io mi perdo in divagazioni. Sto diventando parecchio sentimentale; dev'essere l'età, o forse è l'ambiente da favola che si crea ad ogni concerto.
Eppure vedendola lì, i riflettori puntati contro, la sicurezza - ma sicurezza dolce - con cui si muove, quell'aura che la circonda come fosse invincibile, non posso non pensare a quando era solo una ragazzina, in cerca di un posticino in questo mondo.




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