26 Dicembre 1892, sulla strada verso Kaleb,
Archadia.
Indescrivibile. Indescrivibile l’emozione di
quell’istante, niente avrebbe potuto distrarmi in quel
momento.
Un
lago. Un lago capace di risvegliare la mia anima, i miei pensieri.
L’acqua
cristallina permetteva di guardare in profondità e di
riflettere i colori del mondo.
Kelly
era più raggiante che mai, sprizzava felicità
trasmettendo le sue emozioni a tutto ciò che toccava e che
le stava intorno, me compreso.
Abbiamo
deciso di prenderci una pausa durante il cammino, il caldo era
terribile e l’unica via di salvezza era l’ombra di
qualche albero. Ci siamo rilassati, abbiamo parlato, ci siamo guardati.
Indescrivibile
anche questo momento. Attraverso i suoi occhi sono riuscito a scoprire
un nuovo mondo, sentimenti puri, innocenti, che nessun altro possedeva.
Una risata, una battuta, una smorfia, acquistavano il senso profondo
che prima non ero abituato a dar loro.
Il
suo vestitino turchese svolazzava grazie a un leggero venticello che le
accarezzava i capelli, mi chiedevo quanto sarebbe durato tutto questo,
quanto tempo ci avrebbe messo a guastarsi tutto.
Le
nuvole cambiavano velocemente direzione, il sole cominciava a
scomparire e il paesaggio a cambiare, tutto diventava tetro, e
l’emozione di una giornata sparì in un attimo.
Le
querce cambiavano aspetto, proiettavano ombre cupe e sinistre, ma non
erano le sole.
Non
siamo riusciti a trattenerci un secondo di più, avevamo un
compito che ci attendeva.
La
dimora della vecchietta si trovava esattamente a metà del
tragitto tra Neval e Kaleb, poco dopo il lago. Durante il giorno
sarebbe sembrata un’adorabile reggia, ma dopo che tutto era
diventato buio rispecchiava completamente il territorio circostante.
Tutto era strano.
Le
finestre scure non permettevano il filtrare della rara luce della luna,
la tinta esterna color avorio aveva perso la sua bellezza originaria,
mista al verde delle piante che si arrampicavano sulla fiancata. Il
portone era maestoso, segno di una grandezza antica, caduta in
disgrazia con il tempo.
Non
abbiamo fatto in tempo a toccare il campanello che la porta si
aprì da sola.
Dall’altra
parte c’era un giovane dall’aria antipatica, con la
puzza sotto il naso, con i baffetti all’inglese di classe
aristocratica, ma il suo aspetto poteva essere definito
decisamente inquietante.
Io
e Kelly ci scambiammo uno sguardo interrogativo, e ci decidemmo a
parlargli. Esattamente nello stesso momento in cui apriva bocca.
-Posso
fare qualcosa per voi signori?
-Beh
si, mio fratello ci aveva consigliato di passare qui e…
-Tranquillo
Immanuel, lasciali passare, so già tutto. Prego,
accomodatevi.- parlò all’improvviso
un’anziana signora dall’altra parte della stanza,
mentre scendeva dalle scale.
Non
so dire se fossi più incantato dalla maestosità
dell’atrio o dalla compostezza della signora.
L’interno era completamente diverso da come me lo aspettavo,
ben illuminato, caldo, accogliente, ciò di cui avevamo
bisogno, ciò che speravamo, ma non immaginavamo.
-Mi
chiamo Lady Ivalovna, e sono la proprietaria di questa reggia, lui
è Immanuel, mio fedele servitore. So perché siete
venuti qui, Korm mi ha già contattata. Oh, non chiedetevi
come abbia fatto, abbiamo i nostri mezzi.
Io
e Korm ci conosciamo da lungo tempo, ma ancora non abbiamo acquisito
molta confidenza. Io lo sto aiutando a trovare i tuoi cari genitori- mi
rivolse uno sguardo malefico- solo perché sono
l’unica che ne ha l’opportunità.
Sappiate che da ora in poi io vi seguirò sempre nel vostro
viaggio anche se non sarò con voi.
Durante
tutto il suo discorso non siamo riusciti neanche ad aprire bocca, tale
era il nostro stupore davanti alle due figure ossute.
Fissandoci
neglio occhi, io e Kelly abbiamo avuto una delle nostre non rare
conversazioni telepatiche:
-Lud,
secondo te dobbiamo fidarci di questa tizia? Secondo te è
davvero affidabile come ha detto lo zio? O dovremmo cercare di tenerci
alla larga?
-Secondo
me dobbiamo ascoltarla senza darle troppa confidenza, ancora non
sappiamo se è davvero dalla nostra parte,
d’altronde tuo zio ancora non ha confidenza con lei, lo ha
detto lei stessa!
Tutto
questo in un battito di ciglia.
-Bene,
sembra che vi abbia convinto. Ora ho qualcosa da dare ad ognuno di voi
due, dopodiché le nostre strade si separeranno
temporaneamente, voglio solo che mi promettiate una cosa, che non
abbandonerete per nessun motivo i vostri obbiettivi e il vostro
viaggio, chiaro? Siete gli unici che possano trovare i due dispersi, e
vi dirò di più, non sono gli unici.
Oltre
a loro scomparvero altre 13 persone, di cui non conoscete
l’esistenza, ma le cui informazioni potranno portarvi alla
fine del vostro percorso.
Il
21 Luglio del 1886 i vostri genitori intrapresero un lungo cammino tra
mari e continenti. Dopo l’incidente con il Galkimasela
decisero di scrivere un libro, un libro speciale. Un bestiario, in cui
sarebbero state raccolte tutte le informazioni necessarie alla
sopravvivenza nelle lande desolate e non ancora esplorate della Terra.
Avevano
sofferto tanto per quella creatura e avevano sentito di altri attacchi,
alcuni comuni, alcuni rari, che avvenivano in diversi luoghi del mondo,
non volevano che altra gente soffrisse.
Scrissero
buona parte del libro, ma mancavano ancora parecchie creature
sconosciute.
Le
prime di questi sono i quattro Behemoth Polimorfi, bestie leggendarie
capaci di dominare i quattro elementi Aristotelici, Fuoco, Aria, Terra,
Acqua.
Incontrarono
il Behemoth Polimorfo d’acqua durante uno dei loro numerosi
viaggi marittimi. Di loro non sappiamo più nulla tranne
questo…- mi porse un frammento di quaderno spiegazzato e
messo a dura prova dall’acqua, ma stranamente ancora intatto.
-Questo
è un pezzo del libro che scrissero i miei!
-Esatto,
ma è tutto quello che rimane del libro, leggi cosa
c’è scritto dietro.
Sul
retro della pagina c’era una scritta quasi illeggibile,
creata in fretta e furia, macchiata di sangue. Recitava queste parole:
Tu che st…ai leggendo qu…esto messaggio, ci sono
1…5 persone naufr…agate su un
arcipe…lago scono….sciuto, le coordinate sono
…………, abbiamo bisogno di
aiut..o urgent….e
-Il
messaggio fu inviato alla deriva su una zattera il 3 gennaio 1887 e
ritrovato da me il 14 giugno 1890 sulla riva del lago che si trova qui
vicino, lo presi, lo lessi, e all’inizio non credetti che ci
sarebbe potuta essere qualche probabilità di tirarli fuori
vivi. E’ stato Korm, che ho contattato dopo varie ricerche a
farmi cambiare idea. Si fidava ciecamente di quei due, e non era
disposto a perdere la speranza.
E’
venuto il momento di darvi ciò che vi spetta. Kelly, a te
riservo questa, una mappa speciale, qui sono segnate tutte le tappe del
viaggio dei vostri genitori, l’avevano persa poco prima di
prendere il traghetto e naufragare a causa del Behemoth.
A
te invece, Ludwig, lascio un mio fedele compagno, spero solo che non vi
spaventiate troppo.
Dalla
finestra si librò nella camera un essere bellissimo.
All’inizio non ero riuscito a distinguere i contorni, tanto
era brillante.
Quando
si posò a terra quasi cacciati un urlo di spavento. Quella
che credevo fosse un’aquila enorme era un grifone, un
esemplare unico mai visto prima. Le ali e il corpo erano dorate e
sembravano cariche di forza e di vigore, le zampe e le piume emanavano
riflessi argentei, simboli di ragione e equilibrio.
-Il
mio amato alleato ha molte qualità nascoste, tocca a te
scoprirle e sfruttarle a tuo vantaggio, ti do solo un aiuto, il
coltello con il quale Korm sconfisse Galkimasela, era stato forgiato
con le piume di questo grifone. Và, Ifrit, accompagnali
durante il loro cammino, e tienimi aggiornata sui loro progressi- disse
rivolta al grifone, accarezzando le sue ali piumate.
-Il
vostro obbiettivo è svolgere tutte le tappe del viaggio di
Larissa e Lorenz, ricostruire tutte le informazioni andate perdute
delle creature, e ritrovarli.
-Guarda,
la prima tappa è la pianura di Doyn, possiamo arrivarci con
qualche altro giorno di marcia!- esclamò Kelly estasiata.
-Oh
cara, non ce n’è affatto bisogno. Immanuel,
accompagna all’uscio i nostri ospiti, sai cosa intendo.
L’uomo
aprì di nuovo il portone, facemmo in tempo a scendere dal
porticato e a salutare Lady Ivalovna che lo scenario cambiò
di nuovo, stavolta drasticamente.
Ci
girammo, la casa era sparita, ma avevamo una sorpresa davanti. Eravamo
arrivati alla pianura di Doyn, eravamo pronti, equipaggiati e motivati,
eravamo carichi di energia e con un nuovo compagno accanto, avevamo le
idee chiare, ora niente ci avrebbe fermato.