Sevvy
scosse i suoi lunghi capelli setosi (ebbene sì,
setosi,
setosi) mentre camminava per i
corridoi di Hogwarts dopo essere
tornato dal suo lavoro part-time al frantoio.
“Come
mi sento leggero, anche
oggi ho donato i miei due ettolitri d’olio
alla comunità
magica” canticchiava, mentre
due uccellini cinguettanti lo seguivano, una musica dolce suonava
nell’aria e
il sole splendeva (certo, c’era un’atmosfera da
Mulino Bianco, per chi non
l’avesse capito Sevvy è sempre stato un angioletto
e la sua passione per i
coniglietti pucciosi è cosa ormai nota). I corridoi di
Hogwarts erano pieni di
piccole Grifondoro in divisa, tutte Lavanda style, che lo guardarono
adoranti
mentre faceva ondeggiare la sua chioma morbida e corposa passando tra
di loro
come Cristo tra i plebei. Poi entrò nel suo ufficio e vide
che lo aveva
lasciato con la modalità per studenti accesa: tutta quella
lugubritudine lo
rese triste, quindi arricciò gli occhi, il naso e anche la
bocca prima di
ricordarsi che possedeva una bacchetta magica (fatta di legno di rosa e
peli
del culo di un Teletubbie). Quindi la tirò fuori e
attivò la modalità privata
che esprimeva veramente la sua personalità: le pareti si
tinsero di rosa
shocking, apparvero centrini di pizzo e quadretti di zio Voldy
incorniciati, e dal
soffitto scese una pedana con sopra Dolores Umbridge che faceva la
lap-dance
sulle note di Beyoncé.
Finalmente
soddisfatto, Sevvy si sedette sulla sua poltrona a fiori, si
collegò su
Facebook e mandò un messaggio a Silente: “Al, mi
sono veramente stufato di fare
il doppio gioco con zio Voldy e fingere di farlo con te e
contemporaneamente
aiutare Potter ma fingere di odiarlo, odiare Malfoy ma fingere di
aiutarlo pur
odiandolo, odiare Paciock e non fingere un’emerita cippa, e
devo anche
partecipare a quelle bruttissime riunioni a Villa Malfoy dove tutto
è nero e
nessuno mi prepara mai una cioccolata calda!”.
Immediatamente
Silente rispose con una faccina triste: “Come ti capisco,
anche io mi sono
stufato di salvare sempre il culo a Potter e rimediare alla sua
ottusaggine con
le mie erudite spiegazioni! Dai che abbiamo quasi finito, tra un
po’ io e Voldy
fingiamo di tirare le cuoia in rapida successione così
possiamo organizzare un
toga party fighissimo a Beauxbatons”.
Sevvy
non era molto soddisfatto, ma uscì da Facebook pensando di
andarsi a distrarre
facendo precipitare Paciock dalla scopa. Solo quando fu al campo da
Quidditch
gli venne in mente che Paciock non aveva mai avuto una scopa
perché era troppo
imbranato per fare qualcosa di più impegnativo di una
passeggiata, ma ormai era
lì e i Grifondoro stavano stracciando i Serpeverde millemila
bilioni a zero,
grazie al solito Potter che aveva barato mettendo in campo novecento
Boccini con
la collaborazione di Baston, che oltre a fare il giocatore
professionista di
Quidditch fabbricava Boccini di contrabbando, e ingoiandoli tutti a
ripetizione. L’aitante ed affascinante professore si sedette
sugli spalti,
chiedendosi perché mai Potter
fosse così bravo a Quidditch e così demente da
non capire che l’allusione di
Diggory al bagno dei prefetti era un aiuto e non un invito sessuale, e
si trovò
casualmente proprio vicino a Weasley e Granger. Decise quindi di
rivolgere loro
la parola in barba al suo personaggio.
“Weasley,
tu non eri il portiere dei Grifondoro?”
In
effetti
Ron indossava ancora la divisa giallorossa e gli rivolse un gran
sorriso
dicendo: “Mphovo fof, ‘affù
vo’fevvo e ‘ajjù foffa ”.
“Granger,
per caso Potter gli ha insegnato il Serpentese?” chiese Sevvy.
“Nossignore,
ha detto che sta mangiando una torta e lo ha fatto mentre stava
mangiando una
torta, per questo non ha capito” spiegò Hermione
pazientemente.
Sevvy
stava per dire a Ron che aveva uno spinacio incastrato tra gli
incisivi, quando
i suoi occhi color cromatura-di-Mercedes-scolorita si incrociarono con
quelli
nocciola di Hermione e tutto il caos della partita parve svanire (NdA:
in
realtà il caos era svanito per davvero perché la
partita era finita mentre
Sevvy cercava di capire cosa avesse detto Ron, ma non voglio rovinare
l’idilliaco momento in cui un professore di
mezz’età capisce che è innamorato
di una studentessa sedicenne che lo crede un Mangiamorte e acquista la
certezza
che la sedurrà ignorando tutte le leggi sulla pedofilia).
Sevvy
ed Hermione furono catapultati in un prato in riva al mare dove due
cavalli
bianchi correvano; anche loro erano vestiti di bianco e quando
partì la musica
delle Olimpiadi capirono che dovevano lanciarsi l’uno verso
l’altra al
rallentatore. Quindi Sevvy scosse la nera chioma profumata e
cominciò a
correre, e la musica delle Olimpiadi venne sostituita dalla colonna
sonora
della pubblicità del detersivo perché era un
peccato sprecare dei vestiti così
bianchi… Hermione era quasi arrivata tra le sue possenti
braccia quando la Sprite si
materializzò
accanto a loro e fece un gran rutto. Quindi tutta la magia si
spezzò e la
coppietta felice scoprì di non essersi mai mossa dal campo
da Quidditch.
“Scusate,
ho mangiato pesante” disse la Sprite.
Sevvy
arricciò di nuovo tutto l’arricciabile e le
urlò dietro: “Vai a fare la cicciona
da un’altra parte, mi hai rovinato la mia fantasia pura e
casta sulla mia
allieva di sedici anni!”. Poi si girò verso
Hermione e si chiese se anche lei
avesse vissuto la stessa magia. In effetti lei sembrava davvero
stordita e per
un attimo Ron si chiese se un Bolide non l’avesse colpita
(poi tornò a mangiare
la sua torta sbattendosene altamente della sua migliore amica). In
realtà nella
mente di Hermione si agitavano immagini diverse: la bellezza di Sevvy,
i
capelli di Sevvy, il compito di Divinazione da consegnare domani,
Sevvy,
l’ultimo numero di Cioè, il frullatore che le
avevano regalato i suoi genitori
al compleanno, la forza delle braccia di Sevvy… Alla fine,
indovinate un po’,
Sevvy fu quel che prevalse. I due restarono a guardarsi per ere
geologiche
mentre gli spalti si svuotavano, calava la sera e da qualche parte nel
mondo i
panda si estinguevano. Alla fine Sevvy si disse che doveva riprendere
la sua
aria da professore rompicoglioni e sbottò:
“Granger, lurida Mezzosangue! Che ci
fai fuori dal castello di sera? In punizione nel mio ufficio,
stanotte!” Poi
fra sé e sé, mentre Hermione si allontanava con
gli occhi a forma di cuoricino
(NdA: e certo, si era innamorata del più figo tra le
centinaia di ragazzi
disponibili ad Hogwarts… Bè, almeno da sposati
avrebbero risparmiato sullo
shampoo), aggiunse: “Che genio che sei, Severus! Stanotte la
avrai nel tuo
ufficio! Sarà meglio che dica a Dolores di mettersi il
bikini!”. E si avviò
verso il castello: non vedeva l’ora che arrivasse il momento
del castigo.
Angolo
dell’autrice
Cheffigata,
ho
appena scritto il primo capitolo della mia prima fic demenziale! Ok,
adesso ci
sono un paio di credits necessari: prima di tutto a Lily_James che sta
scrivendo una Dramione da rotolarsi dalle risate e che mi ha spinto a
dedicarmi
anch’io alle demenzialità ridacchianti; e seconda
ma non per importanza
Chiarolla che mi ha promesso di aiutarmi aggiungendo le sue due manine
sarcastiche e pungenti all’umorismo delle mie. Detto
ciò, mi sento un po’
immodesta ma devo proprio dirvi che questo capitolo ha fatto sganassare
anche
myself mentre lo rileggevo, soprattutto per la prima parte in cui Sevvy
si
personalizza l’ufficio :’D Mi raccomando, recensite
a più non posso, anche solo
per dirmi “Fa schifo” (no, ok, non ditemi solo che
fa schifo, casomai ditemi
anche perché fa schifo così posso
migliorare… anche se vorrei tanto che nessuno
di voi pensasse che fa schifo, ma non si può avere tutto
dalla vita). Buona
lettura! :)
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