Midnight

di NanaBianca
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Ancora un'ultima spazzolata ai lunghi capelli e poi quella pesante giornata si sarebbe finalmente conclusa.
Elena fissò la radiosveglia: a pochi minuti dalla mezzanotte la stanchezza si concentrava negli occhi, facendo sembrare tutto stranamente rallentato.
 
Una folata di vento mosse le tende, e un secondo dopo Damon era seduto sulla panca sotto la finestra.
Un attimo di spavento precedette e causò un sospiro liberatorio.
«Damon... è tardi, cosa ci fai qui?»
«Per un vampiro mezzanotte è l'alba» disse lui con voce dolce, abbozzando anche un mezzo sorriso.
Intanto lei aspettava una risposta più esauriente che tardava ad arrivare; poi, di colpo, se lo ritrovò di fronte. Troppo... troppo vicino.
Si guardarono intensamente, quasi fino a rendere tangibili i centimetri che li separavano.
Lei si perse in quell'azzurro imperscrutabile e lui in quella profondità carica di dolcezza.
«C'è qualcosa che non puoi ricordare...» le confessò dolcemente, prima di darle un tenero bacio sulla fronte.
Lei fissò le sue labbra fino a quando queste furono vicine, tanto vicine da sentirle sulle proprie. Erano come le aveva sempre e segretamente immaginate: morbide e travolgenti. Era dunque questo il suo modo di baciare? Non ci si aspetta qualcosa di tanto dolce e delicato da una bocca che ha spezzato tante vite. Eppure era lui. Damon. Con una  mano poggiata sulla sua guancia e l'altra a cingerle la vita.
Finalmente vicini.

Gli occhi le si aprirono di colpo. Elena guardò la radiosveglia posata sul comodino: non era mezzanotte, erano le sei e trentacinque.







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