Premessa:
La storia si svolge sei anni dopo la Grande Battaglia. Tutto, fin qui,
è
avvenuto secondo ciò che
J. K Rowling ci
ha premesso di sapere a proposito dei personaggi e dei loro sviluppi al
di
fuori della scuola. Ma attenzione, non lasciatevi ingannare: questa
è una
Draco/Hermione e come tale il tono della storia
cambierà lungo la strada. Gli
avvertimenti OOC e WHAT IF? non
sono lì
per caso.
Buona
lettura
Cursed love
Chapter
one: The Bride and the Groom
<<
Allora? Come sto? >>
Hermione
uscì dal camerino afferrando maldestramente
quell’ammasso insulso di raso, tulle e pizzi. Pensava di
sembrare una meringa glassata; gli invitati l’avrebbero
scambiata senz’altro per la torta, bastava che stesse in
silenzio e si mettesse di fianco alle bomboniere.
<<
Fai schifo tesoro. Sembri una meringa. >>
Deliziosa,
piccola ed impertinente Ginny, avrebbe dovuto sposare lei invece del
fratello.
<<
Ma signorina Weasley, non dica così la prego! La signorina
Granger sta da favola! Sembra una principessa in attesa del suo
principe! >>
Gli occhi
della commessa del negozio di spose si fecero grandi e luccicanti, come
se inconsciamente stesse sognando ad occhi aperti il suo, di principe.
<<
Senta signorina Lumer, non ci sarebbe un abito un po’
più semplice di questo? >> chiese Hermione
paziente.
L’interpellata
parve pensarci un po’ su, la delusione era palese nei tratti
del suo viso.
<<
Vedrò ti trovare qualcosa di suo gradimento >>
sibilò fredda prima di allontanarsi dalle due ragazze.
Hermione si
guardò di nuovo attraverso il riflesso dell’enorme
specchio; una nuvola bianca dai capelli castani. Avrebbe dovuto essere
felice giusto? Insomma stava per sposarsi e, a giudicare
dall’esorbitante serie a puntate sulle spose che sua madre
l’aveva costretta a guardare, il momento della prova del
vestito era uno dei più commoventi per una neo sposa.
<<
Tesoro, non fare il broncio, vedrai che troveremo ciò che ci
serve. >> disse la suddetta genitrice col suo solito fare
da “mia figlia si sposa, non vedete come sono
felice?”.
Esatto,
Hermione si era portata dietro Ginny solo ed esclusivamente per
temperare le zuccherose esclamazioni di sua madre e della commessa del
negozio che, guarda caso, era una delle sue amiche del Bridge.
In quel
momento la vide correre nella loro direzione con un’altra
serie di vestiti impacchettati.
<<
Credo di aver scovato qualcosa! >> disse, il sorriso
forzato sulle labbra, mentre le porgeva un tubino bianco che di strano
aveva solo il minuscolo spacco sulla coscia.
Oggettivamente
faceva schifo, ma era mille volte meglio di sembrare una meringa giusto?
<<
Mh, carino. >> mugugnò Hermione.
<<
Sì, non male. >> si unì Ginny.
<<
Non se ne parla proprio! Patricia, falle riprovare quello di prima per
favore! >> ed ecco che la genitrice rovinava ogni sogno
di passare inosservata.
Due ore e
diversi tentativi dopo la meringa era rimasta tra le preferite di sua
madre, ed Hermione dovette assistere alla controversa discussione
sull’enorme rosa che troneggiava sul decolté:
tenerla o eliminarla? Dilemma amletico, fosse stato per lei avrebbe
tagliuzzato tutto il maledetto vestito con un
bell’incantesimo "taglia e cuci" e se ne sarebbe fatta uno
tutto nuovo. Hermione si prese un appunto mentale, avrebbe potuto farlo
dieci minuti prima della cerimonia, a quel punto nessuno glielo avrebbe
impedito no?
Ginny le si
avvicinò piano all’orecchio mentre le altre due
stavano ancora discutendo animatamente.
<<
Dirò a tutti gli invitati che è di un
Magistilista famoso: nessuno avrà il coraggio di
controbattere nulla. >>
Cara, vecchia,
affidabile Ginny, se solo non fosse stata una donna…
<<
Come farei senza di te? >> le chiese.
<<
Semplice, ti saresti già buttata giù da un
dirupo! >> ridacchiò quella.
Hermione diede
una veloce occhiata all’orologio, chissà cosa
stava facendo Ronald.
§§§
<<
Miseriaccia Harry, mi sento come quella volta che ho indossato per
sbaglio la divisa da Quiddich di Ginny! >> disse Ron
guardandosi allo specchio e maledicendo i sarti magici.
Il suo
migliore amico lo squadrò con l’aria di chi si sta
divertendo un mondo.
<<
Non c’è niente da ridere! Sto soffocando!
>> sottolineò lui.
<<
Ti devi sposare, non devi parare nessuna Pluffa, quindi direi che va
benissimo così com’è. Il trucco
è trattenere il respiro per un po’.
>> rispose Harry pratico.
<<
Per dieci ore? Miseriaccia Harry, fortunatamente ci si sposa una volta
sola! >>
Lo vide ridere
a crepapelle.
<<
Forza su, pensa a come sarà bella Hermione quel giorno.
>>
Al solo
pensiero a Ron vennero gli occhi lucidi, stava per sposare la sua
‘Mione, cosa sarebbe stato un vestito stretto a paragone?
Nulla.
Avrebbe fatto
qualsiasi cosa per quella donna, ed in effetti ci era arrivato
pericolosamente vicino.
<<
Oh per Merlino Ron, smettila di emozionarti ogni volta che si parla di
lei, è la sposa che piange, non l’opposto!
>> era intervenuto George, ridendo anche lui.
<<
Non sto piangendo! Sono emozionato, razza di insensibile!
>>
George
raccolse le mani al petto all’altezza del cuore, fingendo una
ferita mortale.
<<
Che dolore! Essere insultato dall’uomo che per conquistare la
sua donna l’ha sfinita al punto di farsi saltare addosso nel
bel mezzo di una battaglia! >> annunciò il
fratello mimando un malore.
Il riferimento
alla guerra però, non era passato inosservato, nessuno rise
in modo sguaiato, nemmeno George.
<<
Il punto non è come, conta solo che io ci sia riuscito!
>> annunciò Ron cercando di smorzare la
tensione.
<<
Sì, sì, come ti pare! >> lo
liquidò l’altro.
<<
Ronald, Harry, credo di aver trovato! >> la voce
squillante di mamma Weasley li fece voltare di scatto. La donna teneva
in mano una cravatta gigantesca, di un colore che sfumava dal rosso
intenso al rosa pallido.
<<
Non vorrai farmi mettere quella, vero mamma? >>
impallidì Ron.
<<
E’ perfetta tesoro! E costa solo dieci galeoni! Un vero
affare! >> trillò lei.
In quel
momento avrebbe voluto sprofondare nel Lago Nero. I suoi genitori si
erano offerti di pagare almeno il suo abito da sposo, visto che lui ed
Hermione erano fermi nel dire che avrebbero sostenuto tutte le altre
spese. Il problema dello shopping alla Weasley era però
proprio quello: sua madre non si esimeva mai dal tirar fuori i cimeli
più osceni del negozio, pur di spendere poco.
<<
Ehm, signora Weasley, eravamo d’accordo con Ron che avrei
acquistato io la cravatta, come regalo per l’addio al
celibato! >> disse Harry all’improvviso.
Ron si
voltò vittorioso verso la madre, grazie al suo migliore
amico, era salvo da quello scempio di cravatta.
<<
Oh beh, se è così … Credo che
l’acquisterò comunque, sai, per tuo padre, una
cravatta in più non fa mai male no? >>
In quel
momento Ron ebbe un moto di compassione per il capostipite Weasley, non
era potuto venire perché era stato trattenuto da Kingsley in
ufficio, e non sapeva quanto gli sarebbe costato
quell’imprevisto.
<<
Prego signor Malfoy, si accomodi. >> la voce del sarto li
fece voltare tutti in direzione dell’ingresso, dove un
distinto Draco Malfoy avanzava regale verso la pedana di fianco a Ron.
Appena entrato
si girò verso i presenti perdendo d’improvviso
ogni velleità.
<<
Weasley, Potter. >> salutò piano.
<<
Ciao Malfoy. >> disse Harry tranquillo.
Ron dal canto
suo fece finta che nessuno fosse entrato nella stanza, continuando
imperterrito a provare le cravatte poggiate di fronte a lui.
<<
Il signor Weasley si sposa il suo stesso giorno signor Malfoy! Non
è una bellissima coincidenza? >>
cinguettò il commesso.
Malfoy parve
scrutarlo con più interesse e Ron
s’irrigidì.
<<
Congratulazioni allora. >> disse piatto.
<<
Grazie, altrettanto. >> borbottò Ron in
risposta.
La
conversazione finì lì, perché nello
stesso istante il sarto decise di spostare gli Weasley in
un’altra stanza, dove avrebbero potuto scegliere con
più calma. Secondo Ron era solo una mossa strategica; Malfoy
aveva denaro in abbondanza da spendere e sicuramente il proprietario
non voleva offendere la sua famiglia ostentando abiti che loro si
sarebbero potuti permettere solo fra mille anni.
<<
Sai mamma? A proposito della cravatta, credo d’averci
ripensato … >>
§§§
Il tintinnio
del campanello all’ingresso annunciò
l’arrivo di Blaise Zabini che, carico di pacchi, si
avvicinò allo specchio per ammirare il lavoro del sarto.
<<
Mh, cognato, credo tu sia fantasticamente bello! >>
Draco
alzò gli occhi al cielo, da quando aveva sposato Daphne
Greengrass, sorella della sua futura moglie, Blaise aveva preso a
chiamarlo cognato solo per farlo arrabbiare.
<<
Questo abito costa duemila galeoni, lo credo bene che io sia bello, mi
stupirei del contrario! >> annunciò
all’amico.
Blaise
poggiò i pacchi su di un divanetto e si diresse
piano vicino alla specchiera.
<<
Ho saputo che la tua dolce metà ha speso una cifra
spropositata per il suo abito, credo che la piccola Astoria ti
ridurrà sul lastrico molto presto. >>
asserì tentando di sistemargli la manica della giacca.
<<
Astoria mi ama Blaise, il nostro non è certo un matrimonio
combinato come lo è stato il tuo. Certo, lei è
una Purosangue, ma questo non cambia nulla. >> rispose
Draco pacato.
Blaise fece
una faccia computa, a metà tra il preoccupato e il severo.
<<
Vuoi dirmi che se fosse stata una Sanguesporco sarebbe stata la stessa
cosa per te? >> chiese.
Draco
sbuffò, quante volte avrebbe dovuto ripetergli che la guerra
era finita tempo prima? Quante altre discussioni avrebbero avuto sulla
dominanza del sangue puro?
<<
Non ho mai creduto nelle favole di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato,
lo sai Blaise. E negli ultimi tempi non credo ci abbiano fatto molto
affidamento nemmeno io i miei genitori. Sai che abbiamo assunto una
Nata Babbana per gestire i nostri affari? >>
spiegò.
L’espressione
dell’amico lasciò intravedere tutta la sua
disperazione.
<<
Nata Babbana? E da quando usi i termini politicamente corretti?
>>
<<
Da quando Harry Potter mi ha tolto da Azkaban. >>
La risposta
secca di Draco decretò la fine della discussione. Non aveva
nessuna intenzione di riproporre all’amico la solita
pantomima dell’uguaglianza, ma di certo se l’era
cercata.
Le cose erano
decisamente cambiate per lui e la sua famiglia dopo la guerra, sua
madre si era palesemente schierata dalla parte di
Potter&Friends dichiarandolo falsamente morto e questo, dopo la
sconfitta del lato oscuro, gli aveva garantito un lasciapassare per la
libertà. Draco aveva ben presto scoperto di adorare la
libertà, molto più di tutte quelle stupidaggini
sul sangue puro e la superiorità, si era così
lasciato alle spalle la sua vecchia vita ed ogni connessione con
quest’ultima.
<<
Signor Malfoy, lasci che le dica che questo vestito le cade a pennello,
credo sia perfetto. >> lo strisciante tono del sarto lo
fece ridestare dai suoi pensieri. Quando era entrato?
<<
Grazie. Credo che mi stia molto bene. >> si
limitò a dire.
Il gran giorno
si avvicinava e lui avrebbe dovuto sentirsi eccitatissimo, in fondo ci
si sposa una volta sola no? Invece l’unica cosa che
sentiva era una sorta di rassegnazione, come se sposare Astoria fosse
l’unica alternativa possibile; la strada più
comoda e meno tortuosa. Amava Astoria, l’aveva adorata dal
primo istante in cui le aveva messo gli occhi addosso, allora
perché questa sensazione?
Draco non era
di certo tipo da azzardate alzate di testa, l’avrebbe
sposata, lei gli avrebbe dato degli eredi e la sua vita sarebbe scorsa
senza scossoni di nessuna sorta; infondo questo era ciò che
lo differenziava da quelle teste calde dei Grifondoro, giusto?
§§§
<<
Pronto? >>
<<
Mione! Mi manchi!>>
Non chiamarmi così,
mi innervosisce. Un giorno gliel’avrebbe detto,
ne era sicura, doveva solo trovare il coraggio.
<<
Ciao Ronald, anche tu mi manchi. >> rispose invece.
<<
Come è andata la prova vestito? >>
Hermione certe
volte si rammaricava di aver insegnato al fidanzato l’uso dei
cellulari, e quello era uno di quei momenti. Era stata una giornata
orribile e lei avrebbe solo voluto infilarsi il pigiama ed affogare in
un chilo di gelato al cioccolato, o meglio, di Nutella. Invece le
toccava anche mentire.
<<
Benissimo, credo di aver trovato il vestito perfetto! >>
disse simulando finta positività.
<<
Anch’io! E vuoi sapere com’è?
>>
<<
No Ronald, i Babbani ritengono che porti sfortuna, lo sai.
>> rispose.
<<
Oh… beh, allora … ehm, ti passo Harry, vuole
sapere come stai. >>
Rumore di
sottofondo, qualche secondo di silenzio.
<<
Hermione! >>
La voce di
Harry la fece sentire subito meglio.
<<
Ciao Harry. >> disse.
<<
Ginny ha fatto la brava oggi? >>
Se
non ci fosse stata sarei morta.
<<
Certo, è speciale come sempre. >> rispose.
<<
Approfondiremo il concetto di speciale a quattr’occhi.
Comunque non indovinerai chi abbiamo incontrato oggi al negozio di
sartoria. >>
Hermione in
tutta sincerità se ne fregava.
<<
Chi? >>
<<
Draco Malfoy. Pare che anche lui si sposi il 30 Giugno, esattamente
come voi! Non è una cosa strana? >>
Chi
se ne frega.
<<
Sinceramente credo sia una cosa positiva, almeno i riflettori saranno
puntati su di lui e non su di noi. >> disse schietta.
<<
Sai, ora che ci penso, hai ragione tu. Ma non mi chiedi come
è diventato Malfoy? >>
Hermione
sospirò.
<<
Non è che io sia particolarmente interessata a Malfoy,
Harry. >> rispose sinceramente.
<<
Brutta giornata eh? >>
Dolce, caro,
vecchio Harry.
<<
Già. >>
<<
Ciao Hermione, Buonanotte. >>
<<
‘Notte. >>
Passi
veloci.
Un
corridoio buio e freddo, ma stranamente familiare.
Una
risata soffocata.
Qualcuno
la stava seguendo, ma era qualcuno di conosciuto, di fidato. E lei
voleva essere presa.
<<
Forza, non sai fare di meglio? >> si ritrovò a
dire.
Sentiva
il battito regolare del suo cuore fare il paio con quello dei passi
alle sue spalle. All’improvviso un odore familiare la fece
sobbalzare. Lui era esattamente di fronte a lei, eppure era sicura di
averlo lasciato indietro.
<<
Un giorno Serpe sarai costretto ad insegnarmi tutti i passaggi segreti
che conosci. >> gli disse prima di abbracciarlo.
Sapone
di Marsiglia. Un profumo che da tempo aveva imparato ad associare a lui.
<<
Certo, tutto ciò che vuoi. >> le aveva
sussurrato Draco Malfoy prima di baciarla sulle labbra.
Hermione si
svegliò di soprassalto, tutta sudata. Impiegò
solo pochi secondi a capire che era stato solo un incubo, un dannato
incubo. Scosse la testa immaginando che la conversazione su Malfoy
avuta poche ore prima con Harry doveva averla influenzata in qualche
modo. Ci avrebbe pensato l’indomani, ora aveva troppo sonno.
§§§
<<
Certo, tutto ciò che vuoi. >> aveva sussurrato
ad Hermione Granger prima di baciarla sulle labbra.
Draco
spalancò gli occhi all’improvviso, senza
però muovere un muscolo. Voltò la testa verso
destra, Astoria dormiva pacifica al suo fianco, aveva il sonno leggero
e dovette stare attento a non svegliarla. Si ricordò subito
del sogno e si chiese che razza di giochetti gli stesse facendo la sua
mente. Aveva appena sognato la Granger, con ancora indosso la divisa di
Hogwarts, e lui la stava baciando. In quel momento Draco decise di
essere troppo stanco per pensare, la notte avrebbe di certo portato
consiglio.
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SPAZIO AUTRICE::::::::::::::::::::::::::::::
Ecco il primo capitolo di una mini-Long che in totale ne
conterà cinque o sei. Niente di impegnativo insomma. La
stesura è abbastanza veloce, ho appena finito il terzo
capitolo, quindi prevedo una pubblicazione altrettanto veloce.
L'ispirazione mi è arrivata grazie ad un sogno, e credo
fosse il segno di quanto bisogno abbia di scrivere, quindi ho pensato:
perché non pubblicarla?
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Grazie a tutti.
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