Les
Adieux
L'Addio
Doveva
saperlo, i suoi genitori avevano sbagliato. Non era certo colpa sua,
lei era perfetta.
Non
era certo colpa sua se era nata un anno dopo Schroeder.
...Che
a settembre sarebbe partito per un college privato, a studiare
musica.
*
Se
n'era andato così, senza salutare. Un giorno, Lucy entrò in casa
sua, per sentirlo suonare, una delle ultime volte.
Stavolta
rimarrò in silenzio, sì, ce la farò.
Ma
c'era solo il suo rivale, il piccolo pianoforte.
Dal
salotto, una melodia, ma era solo il padre di Schroeder.
La
Lontananza
“Assurdo
che Schroeder abbia lasciato qui il suo vecchio pianoforte.” “Linus,
solo tu non ti decidi a lasciare quella coperta.” “Sono un
adolescente, ho tutto il diritto di avere dei complessi e di essere
nevrastenico. Comunque, riflettici bene. Schroeder ha sempre suonato
con questo piano.” “Le gambe e le braccia gli si sono
allungate così tanto che, evidentemente, non ci riesce più.” Linus
la fissava con aria assorta.
“Chissà
come festeggeranno lì il 16 dicembre. Chissà quanto saranno grandi
i piani. Chissà come saranno carine le musiciste.”
Fece
appena in tempo a scansare quell'odioso pianoforte.
*
Nemmeno
una lettera. Lucy non era come suo fratello, oh no! Aveva capito
subito che inviare lettere a Babbo Natale e al Grande Cocomero era
solo una perdita di tempo!
Ma
aveva spedito a Schroeder centocinque lettere. E l'unica posta che
arrivava erano bigliettini di Sally.
Dopodomani
è il 16 dicembre.
Il
Ritorno
Quella
città era piena di maleducati: una bella ragazzina, lì da sola,
sotto la pioggia battente, e nessun cavaliere che le offrisse il
proprio aiuto! Nel proprio vicinato, ne avrebbe fatto le spese
chiunque, ad ignorarla così, a partire da quella testa rotonda di
Charlie Brown.
“Ehi,
lei! Sa dov'è il college privato per musicisti? Non ho mica tempo da
perdere, io!”
*
Musica.
Solo
musica, di ogni tipo, con ogni strumento.
E
nella sua valigia un vecchio piccolo piano, smontato per l'occasione.
“Cerco
Schroeder. È un ragazzo biondo, con la fissa per Johnny Seb Bach.”
“Signorina,
qui tutti veneriamo Johann
Sebastian Bach. Lei non è
autorizzata a stare qui.” “Lucy Van Pelt?”
Quella
voce. Per quanto solitamente arrabbiata, seccata, irritata,
esasperata, era sempre meglio di qualunque cosa di Johann
Sebastian Bach.
*
“Cosa
ci fai qui?” Schroeder sembrava solo sinceramente...stupito.
“Ti
ho portato questo.”
Lucy
aprì con inaspettata cura la valigia, estraendone il piccolo piano.
“Mi
sembrava di averlo lasciato a casa.” “Infatti. Insieme a me, è
per augurarti buon compleanno di Beethoven! So che non riesci a
suonare senza questo, e senza me e i miei gomiti!”
Schroeder
sorrise. “Mi avevano proposto di suonare qualcosa per festeggiare
questa data. Ma...Davanti agli altri...Con quel piano troppo
grande...” “Che aspettiamo, allora?”
Lucy
si sfiorò i gomiti.
“Sono
mesi che aspettano di tornare all'opera.”
*
“Un
giorno supererò questa paura e suonerò con un pianoforte immenso,
te lo prometto.” “Cos'hai detto?” “Che supererò questa
paura.”
“Dopo.” “E
che suonerò con un piano immenso.” “Me
lo...prometti?” Schroeder aggrottò le sopracciglia, mentre
fuori pioveva ancora.
“AH!
Giorni felici! Ho una promessa di Schroeder! Ho un legame con
Schroeder!” “Perché sei qui?” “Come, perché?” Lucy
non era mai cambiata, con quel cipiglio autoritario e quel modo di
fare arrogante.
“Non
mi hai nemmeno salutata.” Ma era solo apparenza. Perché Lucy
era fragile, lunatica, innamorata.
“Mi
è venuta voglia di toast e the.”
Lucy
sorrise.
Allora
non mi hai dimenticato, Schroeder.
“Credo
dovresti migliorare le tue conoscenze musicali. Ti ho
salutata,
avevo detto a papà di mettere in salotto Sonata per pianoforte n.26,
non appena ti avesse vista arrivare.” “Sarebbe?” “Si
chiama Les adieux, gli addii.” Lucy rovesciò un po' di the, una
cosa così, detta da quel
Schroeder era un'emozione.
“Pare
non riesca mai a salutarti di persona.” “Ma tanto torno
sempre.” Torno sempre da
te.
“Ci
hai messo pochissimo burro d'arachidi!” “Non ti lamentare,
Schroeder! Poi sai che sono più brava a fare cupcakes!”
Schroeder
fissava la pioggia scrosciante.
“E
per ringraziamento, mi hai anche fatto baciare da uno stupido
bracchetto! Puah!”
No,
Lucy non era cambiata mai.
La
pioggia continuava a cadere.
Chissà
quanta ne era caduta sul viso di Lucy.
Chissà
se era più leggera del bacio che le aveva appena dato.
“Anche
quel Natale, io ti avevo baciato, lo sai, Lucy? Credo che, da oggi in
poi, questo giorno mi sarà ancora più speciale.”
La
Sonata per pianoforte n. 26 detta «Les adieux» in tre movimenti
programmatici (l'Addio, la Lontananza, il Ritorno), è stata davvero
scritta da Beethoven. Mi sembrava perfetta per questa piccola idea
:) Piccoli punti che potrebbero non essere di immediata
ricognizione: 1)Lucy compare nelle strisce il 3 marzo 1952,
Schroeder il 30 maggio 1951:ecco perché scrivo che lui è più
grande di lei di un anno
2)Schroeder
non riesce a suonare se non col suo piano in miniatura. Mi immagino
che, dopo parecchi anni, davanti al pubblico, questa cosa gli sia un
po' rimasta :)
3)Lucy,
in una striscia, chiama Bach Johnny-con conseguente grande
irritazione di Schroeder xD
4)Lucy,
in un'altra striscia, dice qualcosa tipo : “Mi piacciono i giorni
di pioggia. Quando saremo sposati, ti preparerò toast e the, nei
giorni di pioggia.”
5)Il
bacio di Snoopy si riferisce alla striscia del 16/12/1984: Lucy porta
un cupcake a Schroeder per il 16 dicembre(lo festeggiano più di
Natale xD) e lui la bacia sulla guancia...Ma quando lei riapre gli
occhi e si trova di fronte Snoopy, scappa(nonostante il musicista la
rincorra xD)
Spero
vi piaccia :) Adoro Lucy e Schroeder, e spero di non averli resi OOC.
HikariKanna
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