Lavi dgm ff 2
Lavi
guardò Allen con occhi sognanti. Non si sarebbe mai
aspettato di
veder realizzato il suo più grande desiderio: uscire con il suo ragazzo, mano nella
mano.
Quella notte, nel locale di Jerry, aveva messo a dura prova i suoi
sentimenti e quelli di Allen, pronto a un rifiuto, ma con sempre un
briciolo di speranza dentro di se. Quando Allen aveva pronunciato
quelle parole non aveva saputo resistere e si era lanciato con un
delicato bacio sulle labbra del ragazzo:
-
Quello che sto cercando di dirti è che questo futuro che non
riesco a vedere lo posso sempre costruire, così che appaia
finalmente davanti ai miei occhi e io lo possa guardare con un sorriso.
Insieme a te. Io... voglio stare con te.
Adesso,
davanti a quel quadro di Kandiskij, "Diversi cerchi", non
potè che rivedere un eclissi di Luna: il Sole, l'aver
conosciuto
il ragazzo che
amava, aveva illuminato la sua vita, e l'ombra, la sua ombra, si era
riflessa su quell' astro di cui non avrebbe mai potuto fare a
meno, Allen. Si, l'idea di andare a vedere quella
mostra era stata fantastica.
Sentì
la stretta sulla sua mano rafforzarsi e il respiro
del compagno vicino al suo orecchio.
- Non
sembra anche a te che...
Il
discorso che aveva
bisbigliato corrispondeva esattamente a quello su cui aveva
ragionato pochi secondi prima. Gli sfuggì un
risolino
soddisfatto mentre pensava a quanto in quel momento fossero uniti. Sul
viso di Allen apparve un espressione sorpresa e nell'
oscurità
della sala, illuminata solo dai fari posti sui quadri, Lavi gli
strappò un bacio a fior di labbra.
- Mi
trovi
d'accordo... vedi, in realtà i cerchi dipinti su questa tela
a
sfondo nero, che sembrano fluttuare nel vuoto, direi nello spazio,
ricordano dei pianeti, legati tra loro da un'attrazione
gravitazionale. I due cerchi più grandi posti al centro
invece
riprendono l'idea di un eclissi lunare.
Nella
sala si era udito rimbombare un "wow" sincero, al quale il rosso aveva
messo subito fine tappandogli la bocca con una mano.
- Sono o
non sono Bookman Junior? Ho passato notti intere sui libri, qualcosa
dovrò pur sapere,
mormorò
allontanando lentamente un dito dopo l'altro da quelle labbra sottili e
invitanti. Le osservò, preso da mille pensieri, ma non fece
in
tempo ad avvicinare il suo volto a quello del ragazzo che fu
strattonato da quest'ultimo verso il quadro successivo.
Dopo una giornata
dedicata solo a loro, i due si erano dovuti malgrado tutto separare.
Bookman aveva concesso a Lavi, dopo una discussione andata avanti una
notte intera, di poter uscire la sera, ovviamente una tantum, e
stranamente aveva accettato la sua relazione con Allen: il vero
problema in fondo non era lui, ma il fatto che suo nipote si sarebbe
potuto distrarre dallo studio. Il ragazzo aveva argomentato
riguardo l'età, la necessità di crearsi una vita
al di
fuori delle mura domestiche e, con un pizzico di furbizia, aveva
aggiunto:" Solo così potrò veramente documentare
la
storia: conoscendo i comportamenti delle persone, potrò
comprendere al meglio le decisioni prese nel corso del tempo."
Pur sapendo di commettere un errore il vecchio Bookman aveva
ceduto e ora il rosso poteva uscire con Allen senza troppi problemi.
Per questo non si fece scrupoli prima di tornare a casa, nel chiedere
al suo ragazzo di andare quel Sabato sera in discoteca, un esperienza
nuova per entrambi. E quest'ultimo, titubante, aveva accettato.
-
Lavi, io me ne vado,
mormorò Allen nel panico.
- Ma è la tua frase preferita? Anche quando siamo andati la
prima volta da Jerry hai detto la stessa cosa e poi hai visto come
é andata.
Il rosso camminava veloce lungo il marciapiede, trascinando con se un
terrorizzato Allen, che borbottava su quanto si sentisse a disagio e su
come improvvisamente gli avesse cominciato a far male la pancia.
- Non è vero - rispose il rosso spazientito - semplicemente
non
te la senti di venire. E comunque a pranzo hai mangiato una
quantità industriale di cibo, quindi, semmai fosse vero, il
mal
di pancia è più che giustificato. Ma verrai
comunque.
E con quest'ultime parole i due frenarono bruscamente, ritrovandosi in
fondo a una fila fortunatamente non troppo lunga.
- Lavi, sono ancora in tempo per scappare. Io me ne vado.
- Assolutamente no! Perchè sei così nel panico?
chiese dolcemente il rosso guardando il suo ragazzo negli occhi. Si era
spazientito non poco per quel comportamento, ma tornando con gli occhi
su Allen aveva provato il solito senso di calore e si era fatto
più tenero, quasi comprensivo.
- Senti, io so che finirà male questa sera. Non vedi quel
tizio
vicino la porta? E' da quando siamo arrivati che ti osserva con un
sorrisetto che non promette niente di buono, quasi ti si volesse... -
cominciò a borbottare, imbarazzato da quello che stava per
dire
- ... quasi ti si volesse
portare a letto, ecco. Lavi, ti prego...
Il rosso nel frattempo si era girato ad osservare "il tizio" che, con
una
sigaretta accesa tra le dita, lo guardava con fare malizioso. Di
istinto fece passare un braccio intorno alle spalle di Allen,
stringendolo a se, guardando con perplessità l'uomo,
indubbiamente affascinante, ma sicuramente pericoloso. Tornò
a
guardare Allen e divertito gli posò un tenero bacio sulla
guancia.
- Tranquillo, mi hanno insegnato come difendermi. E
difenderò anche te.
Il ragazzo annuì, deglutendo e afferrando con una mano la
maglia del compagno.
- Va bene,
rispose cercando di farsi coraggio, eppure quell' uomo non gli piaceva
per niente e era ormai sicuro che avrebbe provocato a entrambi non
pochi guai. Perso nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivato
all' entrata. Un uomo che poteva somigliare, senza usare troppo la
fantasia, ad un armadio si piazzò davanti a loro.
- Siamo in due,
affermò il rosso con sguardo serio. L'omaccione
annuì e li fece passare.
Quando misero piede dentro il locale Allen rinpianse vivamente di non
aver passato la serata da Jerry. La musica alta e le luci psichedeliche
davano fastidio all' albino più di quanto avesse immaginato
e,
cosa ancora più fastidiosa, quella gente scatenata lo
innervosiva e non permetteva di muoversi liberamente.
Lavi dal canto suo era affascinato, non tanto per la confusione quanto
per la quantità impressionante di gente che, fuori
controllo, si
muoveva freneticamente lì dentro. Afferrò
saldamente
Allen per mano e se lo trascinò dietro, deciso a godersi
fino in
fondo la serata. Al bancone una ragazzina sfegatata serviva drink uno
dietro l'altro, ballando e urlando come un'assatanata.
- Prendiamoci qualcosa,
urlò il rosso, più per farsi sentire che per
altro. Allen non fece in tempo a rispondere che si
ritrovò
davanti un cocktail dal dubbio contenuto. Nonostante Lavi lo stesse
bevendo neanche fosse Coca Cola, lui decise per il momento di
tralasciare le bevute e dedicarsi all' individuo di poco prima che,
entrato nel locale, continuava a fissare il rosso. Si chiese chi
potesse
essere e inconsciamente portò una mano ad afferrare il
braccio
del suo ragazzo. Che non trovò.
Cominciò a guardarsi intorno spaesato e con orrore
scoprì che anche il bellimbusto di poco prima era sparito.
- Cerchi qualcuno?
domandò la barwoman
sorridente e spiritata.
- Si, il ragazzo che si trovava vicino a me poco fa.
- Oh, il rossino? Bè, è appena diventato un altra
delle prede ti Tyki Pon.
- Tyki chi?
- Tyki Mikk. E' il proprietario del locale ed è estremamente
affascinante. Gli piacciono i tipi come il tuo amichetto. Comunque
piacere, io sono Road, Road Kamelot, e tu?
- Allen Walker.
La ragazza avvampò. Il tono distratto con cui l'albino aveva
pronunciato il proprio nome era stato per lei un colpo di fulmine e
notò con immenso piacere che il ragazzo era oltretutto anche
molto carino.
- Senti Allen, perchè non lasci perdere il tuo amico e non
stai un po' con me? Eh? Mi piaci tantissimo.
A quell' affermazione il ragazzo arrossì, spiazzato da tanta
schiettezza e forse anche un po' lusingato. Tuttavia il rossore
sparì quasi subito e sul viso tornò un
espressione
preoccupata.
- Ti ringrazio molto, Road, ma adesso devo proprio cercare il mio...
amico...
pronunciò a malincuore. Avrebbe preferito dire il mio
"stupido e
ingenuo ragazzo", ma si trattenne, onde evitare inutili discussioni.
- Che peccato Allen! Torna presto però, mi piaci tanto!
La ragazzina sorrise e lui non potè far altro che
ricambiare,
salutando con un cenno della mano e gettandosi subito dopo nella
mischia. Spiaccicato tra una persona e l'altra si mosse a tentoni,
mormorando ogni tanto uno "scusi" o "mi dispiace", senza ovviamente
venire considerato. Ormai non sapeva più cosa fare, senza
contare che la temperatura era salita e stava sudando come non mai.
Uscì per qualche secondo da quella moltitudine, giusto per
riprendere aria, e lo vide. Tyki Mikk in piedi di spalle e tra le sue
braccia, completamente perso nel bacio che si stavano scambiando, Lavi.
Un flusso di pensieri cominciò ad affollargli la mente.
" Si è completamente dimenticato di me. E' preso da quel
bacio.
Non è forzato, sta collaborando, lo sta baciando come bacia
me.
Ha gli occhi chiusi, le sue braccia sono intorno al suo collo, le mani
di quel mostro toccano i suoi capelli, i capelli rossi che amo tanto...
io, cosa devo fare?"
Spaesato si guardò intorno, improvvisamente terrorizzato da
tutte quelle persone e da quel caos. Mosse un passo indietro,
spaventato, si girò, con ancora un pizzico di indecisione e
alla
fine scappò.
" Jerry! ", urlò la sua mente mentre veloce percorreva la
strada fatta poco tempo prima insieme al suo ragazzo.
Lavi si svegliò, intontito. Si aggrappò a
qualcosa
davanti a lui e alzò lo sguardo nel tentativo di
identificare la
persona che lo stringeva per le braccia. Aveva due sole certezze: la
vista era appannata e in ogni caso quello non era Allen.
- Ehi guercino, tutto ok?
- Ma chi diavolo sei?
tentò di urlare, con la rabbia che aumentava ogni secondo di
più. Sentì tra i suoi denti un sapore metallico e
toccandosi il labbro inferiore scoprì con orrore che era
tagliato e sporco di sangue. Con la lingua tentò di leccarne via almeno un po',
ma
questo non fece altro che aumentare il suo terrore. Quello non era il
suo Allen, puzzava di sigaretta e, tastando con le mani,
scoprì
che portava una camicia, come l'uomo che aveva intravisto fuori dal
locale. Cercò di ripercorrere a ritroso quello che
era
successo:
ricordava di essere entrato in quella maledetta discoteca, della sua
euforia, dei due cocktail, di come l'aveva bevuto tutto d'un sorso e...
da quel punto in
poi i pensieri erano confusi. A stento ricordò delle mani
che lo
afferravano e lo portavano in un angolo, vicino a dei divanetti e lui
che, perso in quella situazione, non si ribellava. E poi... il bacio!
Questo spiegava
il perchè del labbro rotto, e il cocktail il
perchè fosse
così confuso.
- Stronzo... mi hai drogato...
disse con un moto di rabbia, riacquistando pian piano la vista. Si
innervosì ancora di più quando vide sul volto
dell' uomo
un sorrisetto compiaciuto, strafottente e che malcelava una dose
inesauribile di malizia.
- Bravo guercino, intrigante e intelligente. Ho scelto un ottima preda
e Road ha fatto un ottimo lavoro.
Il rosso lo spintonò via con una rabbia sempre
più
crescente e veloce si guardò intorno, spaventato dall' idea
che
Allen avesse visto tutto.
- Se cerchi il ragazzino sappi che appena ci ha visti è
scappato
fuori dal locale. Sembrava sconvolto, d'altronde eri così
preso
dal nostro bacio che...
- Stronzo!
Gli sputò in faccia prima di scappare, ancora barcollante,
all'
inseguimento di Allen. Ma ormai di lui non c'era più nessuna
traccia.
Allen spalancò il portone in legno massiccio. Il fiatone
causato
dalla lunga corsa non accennava a diminuire e alcune lacrime pungevano,
decise a scendere. " Non é questo il momento di piangere.
Forza,
fatti coraggio!"
Le luci si accesero e la voce di Jerry che poneva la solita domanda
suonò imperiosa attraverso il microfono.
- Jerry, sono Allen! Aiutami, ti prego!
Fu un attimo. Le luci si accesero e il portone in fondo al corridoio si
spalancò. Uno spaventato Jerry corse veloce incontro al
ragazzo
che si lanciò tra le braccia dell' uomo. Ad Allen
scappò
un singhiozzo quando sentì la prima carezza sui
suoi
capelli e la
voce di Reever lontana che con tono preoccupato chiedeva cosa fosse
successo. Decise di non piangere, non ancora, ma ormai aveva resistito
anche troppo e tutte le lacrime trattenute sgorgarono in un pianto
disperato. L'uomo sentì il suo grembiule bagnarsi e quando
Reever
arrivò i due aiutarono il ragazzo ad alzarsi e ad entrare.
Si lanciarono un occhiata preoccupata, sapendo bene qual'era
il problema: Lavi.
Lavi correva disperato, ripercorrendo anche lui la strada che avevano
fatto all' andata, sicuro che Allen, visto il suo scarso senso dell'
orientamento, non si sarebbe mai lanciato in vicoli sperduti.
Probabilmente era tornato a casa, anche se aveva qualche dubbio in
proposito dato che era troppo lontana da lì. Non che non
fosse
possibile, ma se fosse stato lui avrebbe scelto un posto in cui avrebbe
trovato di sicuro qualcuno pronto ad aiutarlo e, nel caso del suo
ragazzo, a consolarlo.
" Sono stato uno stupido, un imbecille, un ingenuo, mi sono comportato
in maniera imperdonabile... ti prego, fa che sia da Jerry."
Continuò a correre disperatamente, ignorando la mancanza di
fiato e il dolore lancinante alla testa, segno che ancora doveva
riprendersi del tutto da quella maledetta droga.
- Cosa ha combinato Lavi?
La domanda di Jerry era stata decisa, sicura, senza troppi preamboli.
Sapeva perfettamente che il ragazzo aveva fatto qualcosa e forse
sapeva anche cosa. Allen alzò lo sguardo su di lui, non
più di tanto stupito dalla domanda, ormai abituato al sesto senso che
regnava in quel locale.
- Scommetto che hai beccato quell' idiota di un coniglio a baciarsi con
un altro, nè?
Kanda, diretto come al solito, aveva centrato in pieno il
problema
e questo non potè che far scappare un leggero risolino ad
Allen.
Era ormai da un po' che lui e Lavi frequentavano quel locale e non
provava più sorpresa nel vederli usare il loro famoso "sesto
senso". Come se non bastasse, lo scorbutico Yu li faceva sempre
innervosire con la sua schiettezza fin troppo azzeccata, e questo ogni
tanto causava alcune azzuffate tra lo scostante cameriere e
l'euforico Bookman Junior, che portavano a parecchie risatine da parte
di tutti, clienti compresi.
- Si - ammise con un sorrisetto forzato - è così.
Abbiamo
provato ad andare in discoteca, ma c'era un tizio, un tale Tyki Mikk,
che lo aveva puntato da un po'. Ho provato ad avvartire Lavi, ma lui ha
detto che non c'era problema, che si sarebbe potuto difendere e ci
siamo presi due cocktail. Io non l'ho bevuto, lui si, il tempo di
girarmi e era sparito. L'ho cercato disperatamente e alla fine
l'ho trovato che si baciava con quel tale, completamente avvinghiato a
lui.
- Tzè.
Era stata la risposta di Kanda, che si era girato per tornare a servire
ai tavoli. Komui, che dalla cucina aveva sentito, stava digrignando i
denti per la rabbia mentre forsennato lavava i bicchieri. Reever, nel
frattempo, si era appoggiato sconsolato al bancone, con una mano a
massaggiare gli occhi.
- Quel cretino... si è fatto drogare.
Commentò in un inaspettato fremito di rabbia.
- Ma stai tranquillo, tesoro! - intervenne Jerry con la sua solita voce
femminile - Verrà qui da te! Ti ama troppo e voi due insieme
siete adorabili!
Concluse scandendo bene ogni singola sillaba dell' ultima parola. Il
sorriso che aveva sul volto, aperto e gentile, tirò su
di morale Allen che, ripresosi, si offrì di aiutare. In
cucina.
- Ma certo, caro! Certo che puoi!
Rispose il capo-cuoco, sapendo perfettamente che la dispensa si sarebbe
svuotata in pochi secondi. Ma quel piccolo fiorellino aveva bisogno di
distrarsi in quel momento e di ricaricarsi, perchè da li a
breve, ne era certo, sarebbe arrivato quello sciocchino di Lavi.
Lavi spalancò il portone di legno e subito una voce
risuonò nello stretto corridoio.
- Lavi! Sei un cretino, uno stupido, un...
" Non è Jerry ", pensò, aggiungendo poi
mentalmente: "Questo è Komui, poco ma sicuro."
Dato che di norma era un tipo tranquillo, e sfaticato, si sorprese nel
sentirlo così arrabbiato e solo la voce in sottofondo di
Reever
che tentava di fermarlo lo fece desistere dallo scappare. In quel
momento però non poteva farlo, se l'uomo aveva reagito a
quel
modo, insultandolo, era di certo perchè Allen si trovava
lì e aveva raccontato tutto. Il respiro di sollievo che
tirò fu subito seguito da un groppo allo stomaco, e la voce
seria di Reever che gli ordinava
di entrare fece aumentare il suo senso di colpa.
Si incamminò verso la porta d'ingresso del locale,
lentamente,
timoroso di poter essere ucciso da un momento all' altro. E quando
entrò tutti gli occhi, compresi quelli dei clienti,
erano puntati su di lui. Eccetto quelli di Allen che, seduto su una
sedia e appoggiato al bancone, sembrava addormentato.
- Quando è venuto qui era disperato! Dopo che si
è divorato tutto quello che avevamo in dispensa...
- ... con il mio permesso!
aggiunse frettolosamente Jerry con voce melodiosa.
- Si... dopo che si è divorato tutto - Reever assunse un
tono dolce - si è addormentato.
Lavi spostò lo sguardo dall' uomo ad Allen e si
rattristò.
Chiuse per un attimo gli occhi, stringendo i pugni, arrabbiato con se
stesso per aver portato il suo ragazzo in quel locale e per essersi
fatto fregare così stupidamente. Li aprì di
scatto, deciso a rimediare, ma una mano si parò davanti a
lui.
- Stupido di un coniglio, non penserai di rimediare con un semplice
"scusa", "perdonami", "sono un imbecille".
- Togliti dai piedi Yu - ringhiò - non posso vederlo in
quello
stato. E' tutta colpa mia! Sono un cretino che si è fatto
fregare come un bambino di due anni. Io gli devo chiedere scusa, sono
disposto anche a legarmi un masso al piede e buttarmi nel Tamigi pur di
farmi perdonare...
- Così moriresti e basta,
constatò Komui pensieroso.
- Non mi interessa! Se così facendo riuscissi ad avere il
suo perdono morirei felice!
- Tsk, stupido di un coniglio.
Kanda si fece da parte, permettendo a Lavi di raggiungere il ragazzo
che, svegliato dagli urli, si guardava intorno insonnolito. Fece giusto
in tempo a riconoscere una folta capigliatura rossa, poi si
ritrovò stretto in un abbraccio.
- Perdonami, perdonami, perdonami...
Continuava a sussurrargli nell' orecchio Lavi.
- Sono stato un cretino, non mi sono accorto della droga nel cocktail,
mi dispiace, mi dispiace davvero. Io, sono disposto a fare qualsiasi
cosa, non voglio che finisca qui, io...
voglio stare con te.
- Sembra così facile dire di si, che ti perdono, ma ho paura
che
possa accadere di nuovo. Promettimi, promettimi che non
accadrà
mai più.
- Te lo prometto.
- Che non andremo più in quel posto.
- Te lo prometto.
- Che non andremo più in una discoteca.
- Hai la mia parola. E il mio amore.
Allen si gettò tra le braccia del rosso. Finalmente un
sorriso
era apparso sulle sue labbra e Jerry non potè far altro che
tirare un sospiro di sollievo.
- Siete la coppia più adorabile che abbia mai visto!
commentò afferrando lo spumante. Il locale a quell'
affermazione
riacquistò la sua solita atmosfera piacevole, con le sue
luci
soffuse, le pareti rosate e la leggera musica di sottofondo.
- Per celebrare il lieto fine, da bere per tutti!
- No, noi no, grazie.
Rispose Lavi trascinando tutti, Allen compreso, in una risatina e
facendo apparire un ghigno soddisfatto sul viso di un sollevato Kanda,
che pensò: "Che perdita di tempo", prima di tornare al suo
lavoro.
Jerry, con le sue lunghe trecce dondolanti e il suo sorriso,
si avvicinò guardandoli con occhi sognanti.
- Tesori miei, sapendo che tu, Lavi, saresti tornato e che tutto si
sarebbe risolto per il meglio, ho preparato un
divanetto solo per voi due, vicino la finestra, così avrete
più intimità. Niente alcolici, quindi vi faccio
portare
due coke e qualche stuzzichino.
I due ragazzi si guardarono per qualche secondo, presi alla sprovvista.
Subito dopo un sorpreso Allen si ritrovò tra le braccia di
un
euforico Lavi che, senza dare importanza ai borbottii del compagno, lo
portò al loro divanetto, lo fece sedere e lo
baciò.
- Come bacio te non bacerò mai nessuno - sussurrò
mentre
riprendevano fiato - perchè non bacerò mai
più
nessun altro all' infuori di te.
Allen sorrise, facendo sfiorare delicatamente i
loro respiri, e prima di ricominciare da dove si erano interrotti
aggiunse:
- Sai, stavo pensando che nel quadro di Kandiskij, "Diversi cerchi",
non ci siamo solo noi. Ci sono Jerry, Reever, Kanda, Komui e tutte le
persone del locale... e perchè no, anche il vecchio Bookman.
Siamo tutti uniti. Tra di noi c'è un attrazione
gravitazionale, noi siamo l'eclissi
e loro sono quei bellissimi pianeti che ci circondano, e che ci
vogliono bene. In quel dipinto non ci siamo solo noi.
- Mi trovi d'accordo,
fu la risposta di Lavi mentre con le dita sfiorava delicatamente il
volto del compagno.
Hello there!
Sono di nuovo qua, per vostra sfortuna, con il seguito di "Sesto
senso". Un seguito
particolarmente smielato, oserei dire, ma non ho potuto fare a meno di
postare un altra one-shot su Lavi, Allen e il bellissimo (a mio parere,
eh) locale di Jerry. Un appunto: io sono stata solo una volta in
discoteca e ci sono rimasta poco per scelta personale, quindi non ho la
più pallida idea di come sia in realtà
l'atmosfera.
Indubbiamente qui ho esagerato, prima volta subito una pseudo-droga, ma
volevo dare l'idea di come il locale dei Noah non fosse un posto
bellissimo. Ribadisco, il locale dei Noah. Scusate, ma ci tengo a
specificare, non vorrei creare malintesi. ^^' In ogni caso, ammetto di
aver reso Sir Tyki Mikk un gran bastardo, ma sappiate che l'ho fatto
con rammarico, essendo appassionata anche delle TykixLavi.
Ma torniamo ai nostri due giovincelli: ho la netta impressione di
essere uscita fuori dagli schemi comportamentali dei due. -_-
Più che altro in alcuni punti le reazioni di
Allen mi hanno lasciata perplessa, forse perché di norma lui
è agguerrito e nel locale invece scappa, deluso. Ora che ci
penso, effettivamente Allen non sarebbe mai scappato. O_O
Tyki e Road ho cercato di renderli il
più Noah possibile, mentre con i ragazzi del locale mi sono
divertita un mondo nel descrivere le reazioni di Reever e Komui. XD Un
po' anomalo Kanda forse, ma diciamo che non perde mai l'occasione per
far innervosire il prossimo. XD
Basta, non aggiungo altro altrimenti rischio di annoiarvi. Ultima cosa,
giuro ultima, Kandiskij. Kandiskij per me resta sempre Kandiskij, lo
adoro, in particolare quel quadro. Ho pensato che sarebbe stato bello
inserirlo in questa fan fiction, tutto qua. :)
Spero sia stata una lettura piacevole e non fatevi scrupoli a
commentare, anche se avete qualcosa da ridire o qualche suggerimento.
In particolare fatemi sapere se c'è qualche orrore che mi
è sfuggito. Grazie. :D
Ringrazio con tutto il cuore bethan
e Endo,
che hanno recensito la prima one-shot, "Sesto senso" per l'appunto.
Spero
di poter rispondere il prima possibile ad entrambe usando la nuova
opzione "Rispondi". Prometto che lo farò il prima possibile.
^^
Ringrazio anche Annaly07,
ire-chan
e ValeXAnime
per aver aggiunto la fan fiction tra le preferite e nuovamente Endo per
averla inserita tra le ricordate. ;)
Chiudo qui. xD
See ya!
saku
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