E io ho scelto te

di mamie
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Uno

 

Kurogane pensò che l'avrebbe ammazzato volentieri con le sue mani. Perché l'idiota sorrideva. Stava morendo, e sorrideva con quel suo sorriso falso e quella faccia da schiaffi già piena di ombre.

L'aveva preso per il bavero e per poco non finiva lui l'opera, tanto gli faceva rabbia. Fortuna che era svenuto di nuovo.

C'è un modo per salvarlo? Aveva chiesto alla strega. E lei aveva risposto

C'è, ma…

Kurogane non si era soffermato sul ma…

Era abituato a prendere decisioni rapide. In battaglia se non sei veloce a decidere sei morto, oppure sono morti quelli che stanno con te. Senza concedersi la minima esitazione aveva zittito l'idiota che cercava debolmente di protestare e porto il braccio per mescolare il suo sangue a quello del vampiro. Gliel'avevano colato in bocca a forza, Fay aveva spalancato l'unico occhio che gli era rimasto e poi aveva cominciato ad urlare.

C'era voluta tutta la forza del ninja per tenerlo fermo mentre il mago continuava ad agitarsi con dei rantoli orribili per un tempo che gli era sembrato eterno.

Alla fine Fay aveva alzato la testa e l'aveva guardato con una sorta di ansimante implorazione, il suo occhio azzurro mutato in una pupilla felina dorata. Poi era ricaduto sul letto come schiantato da un fulmine.

Kurogane gli aveva sistemato la benda sull'orbita vuota, con delicatezza, attento a non fargli male.

Ora sarebbe venuta la parte più difficile, fargli tornare la voglia di vivere. Già l'idiota non ne aveva mai avuta molta… ma lui… quand'è che si era reso conto esattamente che non poteva lasciarlo andare?

Sapeva che avrebbe pagata cara quella decisione, ma non gli importava. L'unica cosa che gli importava in quel momento era che lui fosse ancora vivo, che adesso respirasse piano contro la sua spalla come un bambino addormentato e che in qualche modo ne erano venuti fuori tutti assieme.

Al resto, ci avrebbe pensato. 





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