Disclaimer:
i personaggi del Doctor Who appartengono alla BBC, A Steven Moffatt e a
chiunque ne detiene i diritti, scrivo senza scopo di lucro
The Eleventh's Rose
I Pond volevano vedere
gli anni '70.
Volevano andare a un concerto grandioso, un "vero concerto rock",
dicevano.
A lui era sempre piaciuta la musica rock, amava i concerti e,
soprattutto, adorava i Pond.
Comunque, quale che fosse il motivo, aveva deciso di accontentarli.
< Tenetevi forte, voi Pond! > aveva esclamato mentre il
TARDIS iniziava a traballare, tremolare e a fare tutte quelle splendide
cose che il TARDIS faceva per rendere i suoi viaggi
più divertenti. Oh, sì, il TARDIS lo conosceva
bene, sapeva sempre cosa si nascondeva nei suoi cuori e lo portava
esattamente dove aveva bisogno di andare.
Probabilmente era per questo che avrebbe dovuto capire subito che la
giornata sarebbe stata disastrosa, non appena aveva aperto la porta e
visto che quelli non erano affatto gli anni'70 ma gli anni '90, si
sarebbe dovuto girare e tornare indietro.
Ovviamente non lo aveva fatto. Stupido vecchio Dottore!
< Oh, Dottore, mai una volta che ci portassi effettivamente dove
volevamo andare! > Amy aveva la faccia imbronciata e adorabile
che la caratterizzava e lo aveva guardato con aria di rimprovero e le
braccia conserte.
Si era voltato verso di lei con una mezza piroetta.
< Credo che sia il 1991 o 1992... tanto è lo stesso!
> aveva messo un braccio attorno alle spalle di Amy e l'altro
attorno a quelle di Rory, < Che vi importa? Gli anni '70 sono
sopravvalutati, tutti quei pantaloni a zampa di elefante mi mettono i
brividi... >
Con una piccola spinta li aveva lasciati andare un po' più
avanti, rimanendo poco distante.
< Coraggio, forza, siamo a Londra! Andate e divertitevi! Io
darò un'occhiata in giro. >
Si erano allontanati con un allegro sorriso e lui si era ritrovato a
guardarsi intorno: il TARDIS er atterrato in un piccolo parco con
un'altalena, uno scivolo e uno di quei giochi colorati in cui i bambini
si arrampicano. Il fatto che quel luogo avesse un'aria stranamente
familiare avrebbe dovuto metterlo in allarme ma, ancora, non lo fece.
Aveva chiuso la porta e messo le chiavi nella tasca della giacca, per
poi avviarsi verso una zona più interna del parco, seguendo
con lo sguardo le figure, rimpicciolite dalla distanza, di Amy e Rory
che si tenevano per mano.
Era stato in quel momento, proprio quando meno se lo aspettava, che si
era sentito tirare una manica.
La bimba era in piedi accanto a lui, una sorprendente esplosione di
capelli biondi e guance rosa, lo stesso colore del cappotto
che indossava e della fascia che le cingeva la fronte e le manteneva i
capelli.
Era rimasto immobile, incapace di distogliere lo sguardo o di parlare,
lui che di solito non taceva quasi mai.
E poi era arrivata: la sensazione di essere un altro eppure
se stesso, la consapevolezza di essere un vecchio uomo che cercava
affannosamente un motivo per continuare, per andare avanti.
Solo dopo si era accorto che la bambina, quella bambina dolce come
zucchero filato e luminosa come il sole, gli stava parlando.
< Sei buffo, > gli aveva detto, < il tuo
farfallino è buffo. >
< Il farfallino è figo > , aveva risposto
meccanicamente e lei aveva riso.
Era stato improvviso, semplicemente ad un tratto lei era scoppiata a
ridere ed i suoi denti magnificamente storti le avevano dato una grazia
particolare, genuina e aperta... lo aveva scaldato come un sorso di
thé bollente.
< Mi piace il tuo farfallino > aveva esclamato per poi
correre via, agitando la sua piccola mano rosea per salutarlo.
Deglutire gli era risultato troppo difficile, le parole incastrate in
gola come non gli capitava da molto tempo, solo quel nome scivolato in
un sussurro roco.
< Rose... >
Ma lei era sparita, volata via in un turbinio di capelli biondi.
***
Si ricorda solo questo momento ora, solo quell'unico momento, il
Dottore, di tutta la giornata, nè Amy che racconta qualcosa,
nè come è tornato al TARDIS, nulla se non la
risata di Rose e la tentazione irrefrenabile di abbracciarla.
È qualcosa che si insinua nelle ossa, la solitudine che lo
attanaglia sempre e che sembra aumentata a dismisura.
Non riesce a credere all'effetto che ha ancora su di lui, nonostante
quel nuovo corpo, quella nuova personalità, vederla
così era stato devastante.
Sembra un fantasma fattosi carne, la sua Rose, uscito dai pensieri e
dai sogni che ancora lo scuotono nei brevi periodi in cui si concede di
dormire. È sempre un po' sfuocato, lontano, ma presente,
nonostante i Pond, nonostante l'attrazione irrefrenabile per River, il
pensiero di Rose e di quel che avrebbe potuto (dovuto) essere lo
tormenta ancora.
< Dottore? > Amy lo scuote dai suoi vaneggiamenti;
è preoccupata, riesce a vederlo, perchè lui
è stranamente silenzioso, ma lui le sorride rassicurante.
< Stai bene? >
< Certo > risponde cercando di suonare allegro come al
solito < perchè non dovrei stare bene? >
Lei lo guarda perplessa, ma non aggiunge altro e se ne va augurandogli
la buona notte. Eppure sente uno sguardo puntato su di lui, occhi
scrutatori che non hanno intenzione di lasciar perdere.
Rory si avvicina cautamente e il Dottore pensa che è strano,
perchè di solito è Amy quella testarda, quella
che non lascia perdere, non Rory. Il ragazzo si siede e lo guarda
manovrare la consolle per un po', in silenzio, titubante.
< Rory, tua moglie si chiederà dove sei finito!
>
< Non sai quante volte ho visto quello sguardo in altri uomini!
> dice invece, optando per un metodo diretto, < lo
sguardo di chi ha visto la sua ex! >
Tenta di scherzare, ma si interrompe quando si accorge che il Dottore
si è portato le mani al volto. Il groppo alla gola
è tornato.
< Ho incontrato Rose > sussurra con la voce
improvvisamente roca.
Rory lo guarda e capisce, riesce a percepire la solitudine, la
sofferenza, l'attesa. Ad un tratto si ricorda che Rory ha atteso
duemila anni di potersi ricongiungere alla donna che amava e la cosa lo
conforta, sapere che alla fine lui ce l'aveva fatta.
< Posso attendere duemila, tremila anni, anche tutta
l'eternità, ma tutto ciò che potrò
avere, Rory, sono ricordi, rimpianti, sensi di colpa e l'immagine
luminosa di una bambina vestita di rosa. >
Rory lo guarda, la tristezza nei suoi occhi è come una luce
fioca e calda.
< Chi è Rose? > chiede ma il Dottore non sa
rispondere.
Rose era il sorriso che le illuminava il viso, il tocco morbido delle
dita intrecciate alle sue mentre si prendevano per mano, il ricordo
dolce delle loro labbra che si incontravano quando il Vortice del Tempo
era dentro di lei, era la forza che gli aveva infuso, la sensazione di
non essere solo, di avere qualcuno accanto... era Rose ed era giusto.
Ma come poteva dirlo a Rory? Erano cose talmente incorporee che se ne
avesse parlato avrebbero potuto dissolversi come una bolla di sapone,
divenendo irraggiungibili come lei.
Eppure, se chiudeva gli occhi e si concentrava, se riversava il suo
intero io in quella ricerca, riusciva a sentire la sua metacrisi umana,
quell'altro sè che avrebbe potuto invecchiare con Rose,
avere lei vicino per tutta la vita.
< Dottore? > Rory lo scuote leggermente, posando una mano
sulla sua spalla.
< Rose è la mia Amelia Pond > dice infine,
senza realmente averne avuto l'intenzione. Forse quella era la
verità e non avrebbe mai potuto esprimerla con altre parole.
È felice che Rory sia lì, che lui riesca a
capirlo come nessuno poteva fare. Una piccola parte della sua mente
aveva pensato di dire tutto ad Amy, una volta, oppure a River, la
meravigliosa River Song che lo conosceva meglio di quanto non si
conoscesse egli stesso.
Ma lo stava dicendo a Rory e ne è felice.
< Se lei è la tua Amy > risponde <
allora puoi sentirla, Dottore, puoi sentirla sempre così
come io sento lei. >
E sa che è vero, che il ragazzo ha ragione e che anche in
quel momento sente la presenza di Rose aggrappata ai suoi due cuori e
non è più la bambina che aveva visto quel giorno,
ma la ragazza che aveva conosciuto e amato per così lungo
tempo , e sembra che gli stia sussurrando qualcosa all'orecchio: "Te
l'ho promesso, Dottore, starò con te per sempre".
Angolo
autrice:
Ed eccoci giunti in
fondo a questa cosa qua, una piccola one shot che avevo voglia di
scrivere da tanto e che ci ho messo tanto (tutta l'estate) a scrivere.
Adoro i momenti in cui il Dottore e Rory parlano a quattrocchi, mi
sembra sempre che tra quei due ci sia molta più comprensione
di quanta ce ne sia con Amy che invece il Dottore sembra sempre voler
proteggere e mi è sembrato più naturale che lui
si confidi con lui come ha fatto in vari episodi. Non riesco proprio a
rassegnarmi alla conclusione tragica della storia con Rose, e sono
sempre una shipper convinta, anche se al momento sto shippando
selvaggiamente anche River/Dottore... ma, eih, Rose è sempre
il grande amore del Doctor!
Mi raccomando, una
recensione non ha mai ucciso nessuno, in compenso fa felici molti
autori!
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