Amortentia
Nickname: _Aras_
Titolo: Un
bacio può rovinare la vita
Genere:
Romantico
Rating:
Giallo
Tipologia:
One-shot
Avvertimenti:
One-shot
NdA: Il
primo paragrafo è un James POV, ho tentato di renderlo in terza persona
ma non veniva bene, quindi ho preferito tenerlo così; mentre il resto è
un POV esterno che mantiene comunque i pensieri dei personaggi, stile
Dan Brown insomma.
Il resto delle note leggile dopo la fanfic sennò non servono a nulla.
Credits:
Nel primo paragrafo i versi in corsivo sono tratti da Forse un
angelo-Studio3
La battuta di James "Un bacio può rovinare la vita" è una citazione di
Oscar Wilde
Amare una persona significa amarla tanto intensamente da scordarsi di
se stessi è una frase di Jim Morrison
Un bacio può rovinare la vita
Quella
notte il materasso era più duro e scomodo del solito. Il cuscino era
vuoto e le coperte mi davano un fastidio
atroce. In realtà, il letto era esattamente lo stesso di sempre, ma
addormentarsi era dannatamente difficile. Avevo sempre le sue parole in
testa.
"No,
Potter. No, no, no. Non verrò con te a fare una passeggiata al Lago,
non uscirò ad Hogsmeade con te, non ti sposerò. Non farò mai nulla con
te."
Incrociai
le braccia dietro la testa e fissai il soffitto. Sospirai, ripensando
al suo viso. I suoi occhi brillavano di rabbia, era infervorata. Mi
odiava, eppure era così bella, così dolce, così perfetta.
Ti vedo ridere
Quando rideva i suoi occhi brillavano, - non come oggi, no -
erano luminosi e vivi ed era stupenda.
Sei così semplice
Era
bellissima ed era vera. Non aveva niente di speciale, niente che la
rendesse superiore agli altri. Era la sua semplicità a renderla
meravigliosa.
Mi sembra facile capire che sei
unica
Non conoscevo nessuna come lei, nessuna che fosse così
spontanea, in tutto, così forte e indipendente.
E quante notti spese per
immaginarmi insieme a te
Non
era la prima volta che passavo una notte insonne pensando a lei. Sirius
diceva che ero un caso perso. Io dicevo che ero perso di lei.
Ti regalerei una stella ma non
servirebbe a nulla, un desiderio resterai
Ma
a che scopo continuare così, a pensarla, a seguirla, a cercare di
piacerle, se ormai era chiaro che non avevo speranze? Lei mi odiava,
non c'era rimedio.
Sirius
Black era seduto al tavolo della Sala Comune dei Grifondoro con un
bicchiere di succo di zucca davanti a se. Stava controllando la porta,
impaziente di veder arrivare Mark. Non si accorse, tuttavia,
dell'arrivo di Lily Evans dal dormitorio. Si sedette vicino a lui - per
quanto ripugnante fosse anche solo l'idea di stargli vicina, non
c'erano altri posti liberi in tutta la sala - e aprì il tomo di Storia
della Magia. Sirius non la guardò neppure, come se non esistesse; dopo
ciò che aveva detto a James il giorno prima non si meritava nulla.
Vedendo
che dopo mezz'ora il succo di zucca era ancora intatto, Lily chiese:
"Lo bevi?" Sirius, sovrappensiero, negò con un cenno del capo. Solo
quando la ragazza aveva portato il bicchiere alle labbra e stava già
bevendo il primo sorso Sirius lanciò un urlo, attirando l'attenzione di
tutti i Grifondoro presenti; Lily deglutì di colpo tutto ciò che aveva
in bocca, poi chiese al ragazzo cosa fosse successo. Non appena ebbe
terminato la frase, il suo sguardo si fece vacuo e restò immobile per
un momento; poi sorrise e i suoi occhi s'illuminarono di una luce nuova.
Lily
era seduta vicina a Sirius, si teneva la testa con una mano mentre con
l'altra picchiettava sul tavolo, producendo un rumore continuo e
incredibilmente fastidioso, o almeno così pensava lui. "Oh, ma
quanto ci mette?" Quest frase, accompagnata da un sospiro finale,
usciva in media ogni tre minuti dalle labbra della ragazza. James era
in
ritardo, di solito a quell'ora era già tornato dagli allenamenti. Un
po' alla volta tutta la squadra di Quidditch stava rientrando e, come
coloro che erano già presenti, venivano tutti mandati nei dormitori da
Sirius che si era autoproclamato Padrone Supremo della Sala Comune.
Infine, arrivò anche James.
Il
ragazzo si rese subito conto che qualcosa non andava. Non si era mai
trovato davanti il suo migliore amico e la ragazza che amava insieme.
Non pensava che avrebbe mai visto nulla del genere. Rimase ancora più
perplesso quando vide che Lily si dirigeva verso di lui sorridendo.
Solo il giorno prima gli aveva dichiarato tutto il suo odio. Tutti
questi pensieri svanirono nell'esatto istante in cui la ragazza gli
gettò le braccia al collo e lo strinse forte a se. James chiuse gli
occhi e si godette il momento, abbracciandola, sicuro ormai che fosse
un sogno, un bellissimo sogno. Poi Sirius parlò, e le sue parole lo
riportarono alla realtà come una secchiata d'acqua gelida. "Ramoso...
ha bevuto dell'Amortentia."
Lentamente,
James aprì gli occhi e guardò il suo migliore amico che, in piedi
vicino al tavolo, ricambiava la sua occhiata, preoccupato.
"E' stato un
incidente - tentò di spiegarsi. - Non doveva prenderla lei, però poi è
arrivata e l'ha bevuta e... beh, eccola qui."
Allungò la mano verso di
loro, come a mostrare le condizioni in cui si era ridotta la ragazza.
"E che cosa ci faceva dell'Amortentia qui?" Domandò James, fissando le
iridi grigie dell'amico.
"Era per uno scherzo, doveva berla Mark e..."
il ragazzo non concluse nemmeno la frase, lo sguardo deluso e
arrabbiato di James l'aveva colpito. Non pensava che si sarebbe
arrabbiato tanto. Insomma, era uno scherzo!
"Amore,
- s'intormise Lily, con una voce dolce che nessuno dei due ragazzi
aveva mai sentito prima. - Che succede? Perchè sei diventato triste?"
James
sospirò, mordendosi le labbra per calmarsi.
"Lily, vai in dormitorio
per favore, devo parlare con Sirius da solo." La ragazza gli posò una
mano sulla guancia, cercando di fargli voltare la testa verso di lei,
ma James continuava a fissare il suo amico.
"Cos'è ti vergogni di me?"
Domandò in tono scherzoso, quando vide che i suoi sforzi erano inutili.
"Vai in dormitorio, Lily. Per piacere." Sorpresa e delusa, la ragazza
avanzò lentamente verso le scale, guardando di tanto in tanto i due
amici.
Solo quando Lily chiuse la porta dietro di se James parlò, o
meglio, scoppiò.
"Dannazione
Sirius! Quando la smetterai di fare questi
giochetti idioti? Non avevamo forse già abbastanza problemi? La luna
piena si sta avvicinando e Remus comincia ad essere intrattabile, Peter
si comporta in modo strano e nessuno sa cosa gli passi
per la testa, Voldemort ha sempre più potere; e tu cosa fai? Versi
l'Amortentia nei bicchieri? Il tempo dei giochi è finito, Sirius. E'
ora di crescere." Aveva parlato così energicamente, con così tanto
ardore che per un momento Sirius non aveva visto il malandrino
diciasettenne, ma un ragazzo diverso, un uomo quasi, serio e deciso a
crescere una volta per tutte.
"Scusa, - mormorò, realmente dispiaciuto. - Domani parlerò con
Lumacorno e gli chiederò di preparare un'antidoto."
"No,
ti metterai solo nei casini. Aspetteremo che l'effetto svanisca da
solo, insomma, quanto può metterci?" James sospirò, sedendosi sulla
poltrona e tenendosi la testa tra le mani.
"Non ne ho idea."
La
mattina seguente quando i Malandrini scesero in Sala Comune vennero
accolti - tutti e quattro - dal caloroso sorriso di Lily. Si era
apparentemente dimenticata di ciò che era successo la sera precedente,
ed ora stava abbracciando James - non era proprio riuscito a fermarla,
gli era corsa incontro non appena l'aveva visto - e salutava
amichevolmente gli altri tre.
"Ciao, Lily. - James piegò le labbra
in quello che doveva essere un sorriso, ma non uscì granché bene. - Hai
già fatto colazione?" Chiese infine, uscendo dalla sua stretta.
"No,
aspettavo te," rispose la ragazza, afferrandogli la mano e cominciando
a trascinarlo verso l'uscita della Sala Comune. Seguiti da Sirius,
Remus e Peter, i due raggiunsero la Sala Grande. Appena ne varcarono la
soglia tutti i Grifondoro voltarono la testa verso di loro, un azione
abituale che facevano ogni mattina, curiosi di vedere cosa si sarebbero
inventati i Malandrini quel giorno. Di solito, però, con loro non c'era
anche Lily Evans; anzi, a dirla tutta, non era mai con loro. Quando poi
videro che James e Lily si tenevano per mano - non due persone
qualunque, James e Lily!
Quelli che non facevano altro che punzecchiarsi tutto il giorno! - dal
tavolo si levò un brusio che in pochi secondi raggiunse tutta la
stanza, finchè tutti - anche i professori - non ebbero puntato gli
occhi sull'insolita coppia.
"Perchè ci fissano tutti?" Domandò Lily mentre prendeva posto al tavolo
dei Grifondoro.
"Perchè siamo un bella coppia!" Affermò James, sedendosi e versandosi
un bicchiere di succo di zucca.
Vedendo
che gli sguardi non cessavano e che entrambi erano abbastanza a disagio
- per non parlare delle occhiatacce che un gruppetto di tassorosso
stava mandando a Lily - Sirius ritenne giusto intervenire, dato che
tutto ciò
stava accadendo per colpa sua. "Beh, che c'è da guardare? Non avete
niente di meglio da fare?" Il tono brusco e le occhiate poco benevole
che si prodigava a lanciare qua e là riuscirono a smorzare un po'
quell'attenzione che stava diventando davvero opprimente.
Durante l'ora di Pozioni James si ritrovò a pensare che, Fortunatamente, lei è e sarà
sempre Lily Evans.
Nonostante l'Amortentia - e quindi l'improvviso e impetuoso amore per
il ragazzo - la sua passione per quella materia e la sua diligenza a
scuola non erano svanite. Perlomeno, i professori non si sarebbero
lamentati, anche se era evidente che erano rimasti stupiti della svolta
del rapporto tra i due giovani Grifondoro. Per la prima volta da sempre
Lily si era seduta accanto al malandrino, in terza fila per giunta e
non in primo banco come al solito. Aveva continuato a guardarlo, a
sorridergli e a parlargli ma non appena entrò Lumacorno si ritirò zitta
e composta sulla sua sedia, attenta alla lezione. Come al solito, James
non era riuscito a prestare realmente attenzione all'insegnante - che
in
quel momento stava illustrando le proprietà dello sciroppo di elleboro
e
le pozioni più famose e importanti in cui era utilizzato - era troppo
impegnato a osservare Lily. Osservare, non semplicemente guardare. Da
un po' di tempo - poco prima della fine del sesto anno a dire la verità
- aveva smesso di fissarle sfacciatamente la schiena, di spostarsi con
qualche scusa verso il suo tavolo per sfiorarle i capelli e
semplicemente per farla reagire. Ora la guardava di sottecchi, senza
farsi venire il torcicollo per vederla in viso. La spiava furtivo con
la coda dell'occhio, attento a raccogliere ogni piccolo dettaglio, ogni
minimo movimento che faceva. Aveva notato che nell'aula di Pozioni era
ancora più bella del solito. I fumi e i vapori che impregnavano l'aria
la rendevano ancora più affacinante. I suoi occhi acquisivano un verde
ancora più intenso, e i capelli acquistavano volume mettendole in
risalto il viso. Un giorno si era accorto che aveva dei piccoli spruzzi
di lentiggini sulle guance, non le aveva mai viste prima, evidentemente
le altre mattine le copriva con qualche trucco, ma quella volta se
n'era dimenticata o non aveva fatto in tempo. Quando le aveva detto che
con le lentiggini era ancora più carina lei si era offesa e
gli aveva
urlato contro, non c'era stato verso di farle capire che era serio e
non la stava prendendo in giro.
In quel momento stava giocherellando
con una piuma d'oca; la spostava dolcemente, lambendone la punta con le
labbra, mentre teneva gli occhi fissi su Lumacorno. Incredibile! pensò
James. Con un gesto
così naturale ed innocente riesce ad incantarmi, mi ha stregato!
Alcune volte si era chiesto se non gli avesse rifilato una
pozione d'amore ad effetto permanente solo per tormentarlo, ma poi la
vedeva vivere così tranquillamente e spontaneamente...
"Signor
Potter, mi rendo conto che Lily è molto più carina di me, ma sarebbe
gentile da parte sua rivolgere lo sguardo da questa parte e seguire la
lezione. Grazie," il richiamo di Lumacorno lo riportò alla realtà. Si
rese conto di aver girato la testa verso di lei, ed ora il suo viso era
solo a una ventina di centimetri di distanza dal suo. Lily gli
sorrideva imbarazzata, le guance appena arrossate. Sfortunatamente, pensò
James, anche questa
mattina ha messo il trucco. Vorrei vedere come sono quelle lentiggini
quando arrossisce.
Rendendosi
conto che la stava fissando - ancora - girò la testa mormorando un
flebile "Scusi, professore." Non guardò più Lily, anche se la
tentazione era forte. Si rese conto che l'Amortentia che aveva
preparato Sirius non era molto potente, perchè per quanto Lily potesse
essere diligente e studiosa sotto l'effetto del filtro d'amore più
forte del mondo avrebbe dovuto comportarsi in modo differente.
Dopotutto, sarebbe potuta andare molto peggio.
Nonostante
fosse già novembre, quel giorno il sole splendeva alto nel cielo e
scaldava l'aria, invitando gli studenti ad uscire e godersi uno degli
ultimi giorni autunnali. Anche Lily - e di conseguenza James - fu tra
questi studenti. Si sedettero sul prato, vicino alla sponda del Lago
Nero. Un gruppo di ragazzini Tassorosso - probabilmente erano al primo
anno - stava cercando di acchiappare un rospo che saltellava verso il
lago. Tre ragazze Corvonero stavano studiando un grosso tomo che
avevano messo tra loro. Lily strizzò gli occhi, cercando di distinguere
le tre figure lontane che si rincorrevano. Erano Grifondoro, distinse
subito le righe rosso e oro sulle divise. Sembravano anche abbastanza
grandi, di certo non erano ragazzini del primo o del secondo anno. Uno
di loro - quello con i capelli più scuri - lanciò un urlo, per niente
virile a dirla tutta.
"Ma...quelli
sono Sirius, Remus e Peter?"
Domandò la ragazza, incredula. James rise, e Lily s'incantò a
guardarlo. Quando rideva tutti i muscoli del viso sembravano
concentrarsi sugli zigomi, e gli occhi quasi svanivano. Restava solo
una piccola fessura che non riusciva a nascondere completamente il
caldo color nocciola di quegli occhi che la facevano impazzire. "Sì,
sono loro," rispose lui, ma Lily aveva quasi dimenticato la domanda che
gli aveva rivolto. Istintivamente, si allungò per raggiungere il suo
viso. Si fermò a pochi centimentri dalle sue labbra, e con un sorriso
proferì: "Oggi non mi hai ancora dato un bacio." Improvvisamente, il
sorriso svanì dalla faccia di James; il ragazzo impallidì dovunque,
tranne che nelle guance, sembrava quasi imbarazzato. Tirò indietro la
testa per mettere un po' più di distanza tra i loro visi - e recuperare
un po' di controllo - e intanto pensava ad una scusa adatta. "Ehm
sì...l'avevo notato anch'io, - nervoso, si passò una mano tra i
capelli. - Ma oggi è stata comunque una splendida giornata. Penso che
potremmo anche farne a meno, no? Secondo me sarà divertente vedere chi
dei due cede prima!" Si sforzò di sorridere e fare una risatina, ma ciò
che uscì non fu molto convincente.
"Beh, se la metti così... - perfetto,
pensò il ragazzo, è una
questione d'orgoglio, non si rifiuterà,-
credo che sarò io la prima a cedere. Adesso!" Spiazzato, cercò di
recuperare la situazione. "Io non cederò così facilmente, sono un
grifondoro dopotutto!"
Con un sorrisino che non prometteva niente di
buono, Lily si fece ancora più vicina. "Sicuro?" Soffiò, guardandolo
negli occhi. James deglutì, non riusciva a distogliere lo sguardo.
Annuì.
"Andiamo, James... è soltanto un bacio!" Si era avvicinata
ancora e lui non poteva più sottrarsi a quella vicinanza, l'unica
alternativa sarebbe stata abbassarsi e stendersi sulla schiena, ma non
gli sembrava una grande idea.
Quasi balbettando, James pronunciò le prime parole che gli si
presentarono davanti. "Un bacio può rovinare la vita."
Disorientata,
Lily si bloccò a mezz'aria, stava quasi per baciarlo quando quella
frase l'aveva fermata. Lo guardò in viso, aveva un espressione strana,
quasi spaventata. Poi, stupendolo sempre di più, esplose in una allegra
risata. Con una scatto che James non poté - e non volle - evitare,
l'abbracciò, poggiando il viso sulla sua spalla.
"Sei tutto matto," mormorò, lasciando un bacio dolce sul suo mento. Un
bacio che, tuttavia, ebbe il potere di stordirlo.
Lily,
seduta a gambe incrociate sul suo letto a baldacchino di fronte a Mary
ed Emmeline, si stava tormendando le unghie delle dita. Non aveva fatto
in tempo a chiudersi la porta dietro le spalle che subito le sue amiche
avevano cominciato a tempestarla di domande.
"Allora, non ci devi raccontare niente?"
"Quando è successo?"
"Come è succeso?"
"Cosa aspettavi a dircelo?"
"Bacia bene?"
Quasi
istantaneamente, la gioia che ancora provava dopo un pomeriggio con
James e il sorriso beato che aveva in viso svanirono. Si rese conto di
non saper rispondere a nessuna di quelle domande. Quando le ragazze
videro il rapido cambiamento della sua espressione, la trascinarono a
sedere sul letto e le si accomodarono accanto.
"Lily," la chiamò dolcemente Emmeline. "Stai bene?"
La rossa non rispose, si limitò a guardarla negli occhi, inespressiva.
"Non...
non mi ricordo come è successo; e neanche come. So solo che lo amo,
tanto." Sentiva che i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime, ma
continuò a parlare, nonostante dei piccoli singhiozzi la
interrompessero.
"Però ieri sera, quando è tornato dagli allenamenti di Quidditch e l'ho
abbracciato sembrava sorpreso, e lui e Sirius... credo che abbiano
litigato dopo che me ne sono andata. Non mi ricordo niente!" Gemette,
in preda alle lacrime. Emmeline la strinse a se, cullandola come se
fosse sua figlia. Lily non vide lo sguardo che si scambiarono le due
amiche. Non capivano cosa stava succedendo, ma certo non prometteva
nulla
di buono.
"Tranquilla, Lily. E' solo un po' di stress. Ora
dormi, quando ti sarai riposata vedrai che passerà tutto." Le sussurrò
Mary, accarezzandole i capelli.
Sforzandosi di trattenere i
singhiozzi che le scuotevano il corpo, Lily si distese sul letto mentre
le due ragazze uscivano e tiravano le tende. Poi, in silenzio, uscirono
dal dormitorio e andarono in quello dei malandrini.
Raramente
una ragazza era entrata nel loro dormitorio - quasi sempre era Lily,
che cercava Remus per questioni da prefetto o era troppo impaziente di
rimproverare Potter
e Black
per aspettare che scendessero in Sala Comune - così quando i quattro
amici si ritrovarono con non una, ma ben due ragazze alla porta il loro
stupore non era poi così fuori luogo. Era stato Peter ad aprire, ma
quando Sirius vide chi era arrivato balzò in piedi e si avvicinò a
Emmeline con l'intenzione di darle un bacio sulla guancia. Venne
fermato - non troppo aggraziatamente - dalla stessa ragazza, che gli
rifilò una manata in faccia.
"Ahi! Che cosa ti ho fatto?" Si lamentò il ragazzo, massaggiandosi la
parte lesa.
"Sbagliato. La domanda esatta è: cosa avete fatto VOI a Lily?"
I quattro malandrini si guardarono, preoccupati, senza sapere cosa
rispondere.
"Non capisco quale sia il problema," affermò infine James, utilizzando
la vecchia - e inefficace - tecnica del finto tonto.
Mary
gli rivolse uno sguardo scettico mentre prendeva a parlare. "Ah no?
Quindi potresti dirci come mai da oggi Lily è così profondamente
innamorata di te,
dato che fino a ieri diceva di odiarti? L'abbiamo chiesto a lei, ma
dice di non ricordare, quindi se fossi così gentile da svelarci questo
mistero..."
James guardò disperato Remus che, secondo
l'opinione di tutti, era quello più intelligente tra loro. Lui gli
restituì lo
sguardo, senza sapere che dire.
"Emmeline, forse dovreste..." Sirius
tentò di parlare, voleva invitare le due ragazze ad andarsene, ma
l'occhiata raggelante che gli rivolse lei lo fece desistere.
"Ti prego, Sirius, continua. Cosa stavi dicendo?"
"Niente, figurati!" Si affrettò a ribattere quello, facendo un passo
indietro.
"Allora?" Intervenne Mary, fissandoli uno a uno.
"L-Lily
potrebbe aver b-bevuto un pochina di A-" il balbettio sconclusionato di
Peter venne interrotto da un copo di tosse - chiaramente fittizia - di
Sirius e dall'occhiata di Remus. James non aveva fatto niente per
fermarlo, era semplicemente rimasto a fissare il pavimento, senza osare
guardare nessuno.
"Un pochina di?" Emmeline lo incitò a continuare, ma Peter non
pronunciò più una parola.
Poi un sussurro ruppe il silenzio che regnava nella stanza.
"Amortentia." Fu James a parlare, senza alzare il capo.
"Spero che tu stia scherzando," proruppe Emmeline con voce glaciale.
Quando
il ragazzo alzò la testa verso di lei non riuscì più a contraddirlo.
Non c'era assolutamente niente di malandrino nella sua espressione. Nei
suoi occhi marroni non c'era traccia di quella scintilla che li rendeva
così speciali; erano tristi e vuoti e - notò Emmeline - anche
arrossati. Non l'aveva mai visto triste, mai in sette anni.
"Non sto scherzando. Prima che cominciate a riempirmi di insulti, è
stato uno sbaglio, un errore. Non doveva succedere."
"Colpa mia," ammise Sirius, portando una mano dietro la testa e facendo
una smorfia colpevole.
"Con
te faccio i conti dopo," riferì la ragazza guardandolo appena. "Cosa
avete intenzione di fare al riguardo?" Domandò poi, facendo scorrere lo
sguardo sui quattro malandrini.
"Lily ha assunto la pozione ieri
sera, - s'intromise Remus. - Non ne siamo sicuri ma non
personalmente non credo
che l'effetto durerà
ancora a lungo. Ha bevuto solo un sorso dal
bicchiere di succo di zucca che aveva preparato Sirius e la dose non
era molto alta. Preparare un antidoto è fuori discussione, ci vuole
tempo e un piccolo sbaglio può essere fatale. Abbiamo deciso di
aspettare che l'effetto svanisca da se, se lo dicessimo a qualcuno
Sirius finirebbe nei guai e di certo non sarebbe un bene; quindi se
foste così gentili da tenere per voi questa notizia vi saremmo grati."
Le
due ragazze si scambiarono uno sguardo d'intesa e annuirono, poi Mary
chiese: "Cosa dobbiamo dire a Lily quando si sveglierà? Insomma, lei
non ricorda come si è innamorata di lui, perchè in effetti non l'ha mai
fatto, quindi..." Si pentì subito delle parole che aveva usato, aveva
appena ribadito a James che quella era tutta una finzione e che in
realtà Lily non l'amava, quando era evidente a tutti che lui era pazzo
di lei.
"Domani le parlerò io," rispose James, spostando lo sguardo sul letto.
"Cosa le dirai?"
"Non lo so," ammise con un sospiro, accasciandosi all'indietro sulle
coperte.
La
Sala Comune dei Grifondoro era insolitamente calma quel sabato mattina.
Gli studenti del quarto e del quinto anno erano scesi per fare
colazione e non avevano più fatto ritorno, mentre i bambini del primo
anno stavano ancora dormendo beati. Solo pochi ragazzi si aggiravano
per la stanza oltre ai malandrini. Remus stava battendo
clamorosamente Sirius a scacchi, Peter osservava ogni loro mossa senza
però capirci nulla - non era mai stato il suo gioco preferito - e
James, seduto sul divano, stava guardando con un sorriso la foto che il
suo migliore amico aveva ricevuto da sua cugina Andromeda. Una bambina
di circa cinque anni stava correndo per il salotto, i capelli rosa di
tanto in tanto diventavano dorati mentre il padre la
raggiungeva e le faceva il solletico. Con la fotografia era allegata,
naturamente, un lettera. Andromeda pregava il cugino di trascorrere
almeno un paio di giorni da lei durante le feste di Natale, affermando
che anche James era il benvenuto. Ovviamente, Sirius non c'aveva
pensato
due volte prima di risponderle entusiasta per accettare l'invito.
Andromeda era una dei pochissimi parenti che non odiava, anzi l'adorava
in modo indiscutibile, e la piccola Ninfadora era una compagna di
scherzi perfetta. James posò la foto e si sporse un po' per vedere come
procedeva la partita di scacchi, quando si sentì accarezzare i capelli
da una mano gentile, la sua testa venne dolcemente trascinata
all'indietro finchè non entrò in contatto con qualcosa di morbido.
Piegò di più il capo per vedere chi era, anche se era sicuro di saperlo
già. Infatti, era Lily. Lo guardava con lo stesso sguardo innamorato
del giorno prima, ma una piccola ruga le percorreva la fronte, segno
che non era del tutto tranquilla.
"Buongiorno," sussurrò
sorridendole. Notò che quella mattina non si era truccata, e quelle
piccole lentiggini la facevano sembrare ancora più bella.
"Ciao,"
salutò spostandosi e sedendosi accanto a lui. Voleva parlare,
raccontargli come si sentiva e cosa provava, ma non sapeva cosa dire.
"James, io... ieri mi sono resa conto che non-" s'interruppe. Le parole
le venivano meno, non sapeva come esprimersi.
"Vieni,
andiamo a fare colazione," la invitò ad alzarsi e tenendola per mano la
condusse in Sala Grande. Ormai quel contatto all'inizio così strano e
nuovo era diventato quasi un'abitudine, e al solo pensiero che un
giorno - probabimente molto presto - non avrebbe più potuto toccarla
gli si stringeva il cuore. Sapere che se non fosse stata vittima di
quella pozione non avrebbe mai potuto farlo, e che quando l'effetto
dell'Amortentia svanirà lei lo odierà per non averle detto la verità e
per aver approfittato di quella situazione lo facevano stare ancora più
male.
"James!
Perchè stiamo tornando indietro? James!" I due ragazzi stavano correndo
di nuovo verso la Torre di Grifondoro, ma solo lui sapeva perchè.
Arrivarono
al quadro della Signora Grassa che, udita la parola d'ordine, li lasciò
subito entrare. La Sala Comune era esattamente come l'avevano lasciata,
solo un paio di studenti erano scesi nel frattempo. James continuò a
camminare ma quando arrivò alle scale che portavano al dormitorio
maschile Lily si bloccò. "Dove stiamo andando?" Chiese accigliata.
"In camera," rispose tranquillamente James, guardandola negli occhi.
"In camera? - Domandò incredula. - Ieri non volevi neanche baciarmi e
ora vuoi andare in camera?"
Lui
rise e le fece strada sino alla porta del dormitorio del settimo anno.
Aprì la porta e con un elegante "Dopo di lei, signorina" accompagnato
da un inchino, entrarono e lui chiuse la porta. Non era certo il posto
più romantico del mondo, né il più pulito ed ordinato, ma Lily non
disse nulla e si sedette sul primo letto a destra, quello meno
distrutto, quello di Remus.
"Allora?" Chiese, afferrando la sua
maglia e tirandolo più vicino a se. Abbassò un po' il viso mentre lui
s'inginocchiava davanti a lei. Si avvicinò a lui, pronta - finalmente -
a baciarlo. Di nuovo, il ragazzo piegò il capo e con un sorrisino mandò
all'aria la sua idea. "Non fare pensieri sconci, piccola. Questo è il
letto di Remus."
"Ehi!
- Rimbeccò lei. - Sei il mio ragazzo, ho il diritto di fare pensieri
sconci su di te." Poi la sua espressione mutò, e il bacio che stava per
dargi restò sospeso per aria. "Anche se, in effetti, non ricordo come sono la tua
ragazza."
"Tu
sei mia da quando ci siamo visti per la prima volta sull'Hogwarts
Express sette anni fa," replicò James, cercando di restare calmo e
mantenere quella facciata di allegria e tranquillità che aveva tanto
difficilmente creato, e che desiderava provare davvero.
"Ah sì? Per questo ti ho odiato per sei lunghi anni? Perchè ricordo che
l'anno scorso ti odiavo."
Anche ora mi odi,
pensò James, solo che
non lo sai.
"Tu invece mi sei sempre piaciuta, sin dal primo momento."
"James, perchè non ricordo?" Insisté lei, fissandolo negli occhi.
Con
un sorriso mesto lui le prese le mani e, ricambiandone lo sguardo,
rispose. "Non lo so; ma il passato non importa. Ricominciamo! Facciamo
finta di non stare insieme, io ti devo conquistare e tu devi
innamorarti
di me. Non metterci altri sei anni, pero!" Sperò di essere sembrato
convincente, ma Lily quel giorno non sembrava molto incline ai giochi.
Forse l'effetto
dell'Amortentia comincia a svanire, pensò, senza sapere se
esserne feice o meno.
"Ma io voglio ricordare! - Protestò la ragazza - Raccontami!"
"Perchè
invece non ce ne andiamo in Sala Comune con gli altri? Sai che non sono
bravo a raccontare storie, sarà molto più divertente stare con loro."
James si alzò, la prese per mano e la portò giù con lui. In pochi
secondi apparvero davanti ai loro amici, lui con il viso inflessibile,
che cercava di nascondere una strana e indefinibile emozione che si era
impossessata di lui da quando aveva capito che la pozione cominciava a
svanire dal corpo della ragazza; lei lievemente imbronciata e
arrabbiata, con se stessa e con tutti, perchè nessuno e raccontava
nulla. Fortunatamente c'era Sirius che, tra una barzelletta e l'altra,
stava migliorando un po' il loro umore.
"James," lo chiamò Lily, rigirandosi un boccino tra le dita. Lui la
guardò, aspettando che parlasse.
Con un sorriso, la ragazza continuò: "Tu sei in assoluto la persona più
disordinata che abbia mai conosciuto!"
Fingendosi
offeso, James cominciò a farle il solletico. Mentre la vedeva ridere e
contorcersi sotto di se il pensiero che era tutta una finzione, che per
lei non c'era niente di vero, non lo lasciava mai. Quando lei cominciò
ad annaspare in cerca di aria si spostò, stendendosi al suo fianco.
Dopo qualche attimo di silenzio, durante i quali Lily era tornata a
respirare regolarmente, disse: "Non hai proprio intenzione di
raccontarmi nulla, vero?"
Lui scosse la testa, continuando a fissare
il soffitto, poi lei si appoggio con la braccia sul suo petto e posò il
mento su di esse, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso, in una
strana angolatura.
"Sappi che non ho intenzione di arrendermi. Non
stavolta," lo fissò negli occhi, poi continuò. "Suppongo che sia io a
dover fare delle ipotesi, dato che tu sembri non voler collaborare.
Allora... qualcuno mi ha fatto un incantesimo di memoria?"
Lui scosse la testa, consapevole che qualunque cosa avesse detto
avrebbe negato.
"Sono caduta, ho battuto la testa e ho dimenticato tutto e tu non vuoi
dirmi niente perchè avevamo litigato?"
Di nuovo, scosse la testa. Lily si sistemò meglio su di lui,
avvicinandosi ancora di più al suo viso.
"Uhm... mi hai fatto un incantesimo per convincermi che sono innamorata
di te?"
"Ti rendi conto che parli come se qualcuno ti avesse costretta ad
amarmi, vero?" Replicò lui, cercando di deviarla.
Lei
alzò le spalle, poi riprese. "Lo sai che ti amo - proferì, fissandolo
intensamente, - ma tu non mi dici niente, quindi devo fare da me.
Allora... non mi avrai dato una pozione d'amore?" Concluse ridendo.
Il sorriso di James si congelò, ma cercò di non darlo a vedere unendosi
alla sua risata, producendo un suono poco convincente.
"James?" Lo richiamò lei, afferrandogli il mento e costringendolo a
guardarla.
"Lily?" Le fece il verso lui, incrociando le dita e scongiurando
Merlino di aiutarlo.
La
ragazza sorrise, poi lo baciò. Fu così rapido e inaspettato che non
riuscì a fermarla. Era stato solo un semplice bacio a stampo, uno
sfioramento di labbra, ma James aveva desiderato tanto quel momento che
per un attimo rimase immobile, sconvolto.
Non è in se,
rifletté amaramente, non
è in se e quando ricorderà questo momento mi odierà.
"Fregato!" Esclamò lei, ridendo divertita alla sua espressione
scioccata.
Quando,
alle undici passate, Sirius, Remus e Peter tornarono al dormitorio
trovarono la coppietta felice comodamente stesa sul letto di James.
Lily stava ridendo per chissà quale battuta e di tanto in tanto si
sporgeva per baciarlo. Sulla guancia. Non aveva ancora capito che
problema avesse James, non aveva capito nemmeno perchè non ricordava,
ma non riusciva a concentrarsi per svelare il mistero. Lui era così
bello e speciale che un solo sguardo riusciva a farla sentire in
paradiso.
"Per favore! - Esclamò il giovane Black, coprendosi
scherzosamente gli occhi con le mani, - almeno tirate le tende.
Sporcaccioni!"
Ridacchiando, Lily si sedette sul letto, sistemandosi i capelli.
James si alzò e le porse una mano. Quando entrambi furono in piedi, il
ragazzo cominciò a camminare verso la porta del dormitorio, ma lei non
si mosse.
"James, - lo chiamò. - Mi stai cacciando?"
Lui finse di pensarci, poi con un sorriso biricchino esclamò: "Certo!"
Vedendo
che la ragazza aveva aperto la bocca per replicare, la tirò a se e la
trascinò giù per le scale, zittendola con un rapido "E' tardi" e
fermandosi sotto le scale che portavano al dormitorio femminile, che
non poteva raggiungere.
"A nanna, su!" La incitò, battendo le mani.
"James," il suo tono lasciava chiaramente intendere che era infastidita.
"Sì?"
"Non hai dimenticato nulla?" Domandò con un occhiata minacciosa,
sporgendosi verso di lui.
"Hai ragione," l'assecondò lui, avvicinandosi al suo viso.
Mentre
chiudeva gli occhi Lily si stupì quasi della tranquillità con cui si
apprestava a baciarla, dato che per due giorni non aveva fatto altro
che evitare quel contatto. Il bacio che ricevette non fu, tuttavia,
come se lo immaginava. Un bacio sulla fronte. Lungo certo, ma sulla
fronte.
Quando riaprì gli occhi, lui stava già tornando al suo
dormitorio. Lo chiamò con tono minaccioso, ma tutto ciò che
ottenne fu un sorriso - incantevole e bellissimo, ovviamente - e un
affettuoso "Buona notte, amore." Poi lui scomparve. Con uno sbuffò,
anche Lily andò a dormire.
Erano
quasi le quattro del mattino e Lily Evans non riusciva a dormire.
All'inizio aveva pensato semplicemente di non essere sufficientemente
stanca, ancora eccitata e allegra dalla giornata passata con James che
- nonostante i silenzi estenuanti del ragazzo - era stata fantastica.
Aveva passato più di un'ora a fantasticare su quel meraviglioso
malandrino dagli occhi nocciola, immaginando una schiera di bambini dai
capelli disordinati e i sorrisi biricchini che correvano per il
giardino, mentre lei e suo marito li guardavano seduti sulla sedia a
dondolo. Poi, quando aveva cominciato a sentire le palpebre farsi più
pesanti, pensò che finalente sarebbe riuscita a dormire; ma
improvvisamente il cuore aveva cominciato a batterle forte nel petto,
poteva sentirlo distintamente senza bisogno di appoggiare la mano
all'altezza del cuore. Un fastidioso sibilio le aveva invaso la mente e
si sentiva incredibilmente nervosa. Era rimasta sdraiata sul letto, con
gli occhi spalancati e le dita che tamburellavano sulle lenzuola per
chissà quanto tempo, aspettando che tutte quelle orribili sensazioni
scemassero. Quando si sentì venir meno l'aria, si decise ad infilarsi
la vestaglia e scendere in sala Comune. In silenzio, cercando di non
svegliare le sue compagne, uscì dalla stanza e solo quando si sedette
sulla poltrona vicino al caminetto riprese a respirare decentemente. Fu
solo un attimo, poi la morsa al cuore tornò e la testa pareva
scoppiarle. Si alzò, avvicinandosi alla finestra e poggiandovi la
fronte, nella speranza che il contatto con il vetro freddo l'aiutasse.
Niente.
All'improvviso sentì dei passi provenienti dalle scale
che portavano ai dormitori maschili, voltò il capo e vide Minus che,
infagottato in una vestaglia azzurra, scendeva gli ultimi gradini.
Rimase immobile davanti alle scale, sorpreso di vederla lì, sorpreso di
vederla in quelle condizioni. Era pallida, tremava e sembrava sul punto
di svenire.
"S-Stai
bene?" Domandò, avvicinandosi lentamente a lei, come se fosse una bomba
pronta per scoppiare. Lei scosse la testa, ma quel movimento le provocò
un capogiro che la fece quasi cadere. Fortunatamente, Peter riuscì ad
afferrarla in tempo. Non sapeva cosa fare, poi mormorando un "Andiamo,
ti porto su," la trascinò con gran fatica al dormitorio che condivideva
con i suoi compagni.
"James," chiamò senza riuscire però a
svegliarlo. Lasciò che Lily si sedesse sul suo letto e andò a scuotere
il ragazzo finchè lui, assonnato e infastidito, aprì leggermente gli
occhi.
"Codaliscia... che vuoi?" Farfugliò dopo uno sbadiglio.
"C'è
Lily - rispose lui, agitato - non sembra stare molto bene.
Adesso
è-" Non finì nemmeno la frase che James aveva già afferrato gli
occhiali, si era alzato in piedi e aveva cercato la figura della
ragazza nell'oscurità. Illuminò la stanza con un colpo di bacchetta e
si precipitò da lei che, seduta precariamente sul letto di
Minus,
aveva davvero una cera orrenda.
"Sveglia Remus e Sirius, presto!" Ordinò inginocchiandosi davanti a lei
e prendendole il viso tra le mani.
"Lily,
ehi Lily guardami, Lily..." la chiamava continuamente ma gli sguardi
che gli furono rivolti erano vuoti, come se fosse in trance.
"Lily,"
la scosse leggermente, riuscendo finalmente a catturare la sua
attenzione e - apparentemente - a svegliarla. "Come ti senti?"
Lei
tentò di parlare, ma ogni sillaba richiedeva un immenso sforzo. "Mal di
testa... n-non respiro," chiuse gli occhi e James ne approfittò per
farla stendere.
"Che succede?" Remus si era svegliato ed era corso da loro, nel
frattempo anche Sirius si stava alzando, più sveglio che mai.
"Sta male, non so - ci pensò per un momento, poi continuò. - Credo che
sia l'effetto dell'Amortentia che svanisce."
Lily
aprì debolmente le palpebre, fissava James e sembrava sul punto di dire
qualcosa ma gli occhi le si chiusero e non pronunciò più una parola. La
fronte - notò il ragazzo - scottava. Remus fece apparire una pezza
bagnata che Jame si apprestava a sostituire ogni mezz'ora.
Solo più di tre ore dopo Lily aprì nuovamente gli occhi.
"Lily?" La chiamò James, vedendo che aveva un aspetto decisamente
migliore.
"Potter?"
Domandò la ragazza, incredula e incerta. Si sollevò a sedere e la pezza
che aveva in fronte le cadde sulle gambe, la guardò stranita per un
momento, poi se la tolse di dosso e la posò sul letto. Si accorse di
essere in pigiama, e decisamente quel letto non era il suo. Diede un
occhiata veloce alla stanza e, vedendo i quattro ragazzi che
l'abitavano, si rese conto di essere nel Dormitorio dei malandrini.
"Cosa ci faccio qui?"
E' tornata in sé,
pensò James, lanciando uno sguardo ai suoi amici.
"Potter!
Vuoi spiegarmi cosa diavolo-" Non finì nemmeno di parlare, aveva lo
sguardo perso, la mente rivolta a ricordi sfuocati e insicuri.
"Amortentia? Mi avete dato dell'amortentia?" Urlò stizzita.
"E'
stato un incidente, Evans; e tecnicamente hai fatto tutto da sola, non
ti abbiamo detto noi di berla," s'intromise Sirius, cercando di farla
ragionare.
"Un incidente, - mormorò incredula - Black ti rendi conto di quello che
dici?"
"Lily, possiamo parlarne con calma?"
"Non
chiamarmi Lily, Potter!" Strepitò, si alzò e corse fuori dalla stanza
sbattendo la porta. Nel silenzio che seguì i quattro si guardarono in
silenzio, senza parole.
"James..."
"Lascia perdere, Felpato."
Lily
era seduta a gambe incrociate al centro del letto a baldacchio, aveva
tirato le tende e si stava rigirando tra le mani un elastico per
capelli color indaco che era finito in fondo al letto. Era estremamente
nervosa in quel momento, sentiva che se qualcuno l'avesse contraddetta
avrebbe potuto schiantarlo senza sentirsi minimamente in colpa. Era così arrabbiata!
Quegli idioti l'avevano praticamente drogata
e poi volevano parlarne con calma... Aveva sempre creduto che Potter e
Black fossero due bulletti menefreghisti delle regole che non pensavano
a niente che non fosse architettare stupidi scherzi e divertirsi, ma
non credeva che sarebbero mai arrivati a tanto. Ovviamente, non era
colpa di Remus, lui era suo amico e soprattutto era gentile ed era
Caposcuola, non avrebbe mai fatto nulla del genere. Neanche il povero
Minus aveva colpe, lei non l'aveva mai visto come un vero malandrino,
non era intelligente né particolarmente idiota o teppista;
semplicemente seguiva Potter e Black dovunque andassero, li ammirava e
loro per un motivo che ancora non capiva se lo tenevano sempre vicino.
Come se lo volessero
proteggere,
si ritrovò a pensare, senza rendersene conto. Si rese conto che quel
pensiero non era poi così sbagliato, perchè per quanto quei due fossero
imbecilli - e su questo non c'erano dubbi - l'amicizia che legava i
malandrini era qualcosa di unico, se n'erano accorti tutti ed era
inutile negarlo. Erano Grifondoro, dopotutto. Coraggio, audacia, lealtà e
nobiltà d'animo:
queste erano le caratteristiche che il Cappello Parlante aveva detto
appartenere alla sua Casa e, seppur a malincuore, Lily dovette
ammettere che Potter e Black le possedevano tutte. Anche se avrebbe
avuto da ridire sull' ultima. Come poteva definirli nobili d'animo
quando loro le avevano dato un filtro d'amore?
Black
aveva detto che l'aveva bevuta, ma lei non ricordava esattamente quando
e dove. Chiuse gli occhi e si sforzò per ricordare. Il succo di zucca!
Aveva visto che lui non lo toccava e l'aveva bevuto lei. Per la barba di Merlino!
Era doloroso ammetterlo ma, in effetti, aveva fatto tutto da sola.
Potter ne aveva approfittato, però! Insomma, avrebbe potuto dirlo a
qualche professore e farsi dare un antidoto; ma questo avrebbe messo
nei guai il suo amico, quindi aveva tenuto il segreto. Ovvio.
Un immagine le si presentò davanti agli occhi: la prima volta che
l'aveva visto dopo aver assunto la pozione. Merlino, gli era
praticamente saltata addosso! Immediatamente, una domanda le balenò in
testa: Ci siamo mai
baciati?
Si concentrò, sperando di trovare una risposta negativa, ma tutto ciò
che raccimolò furono solo immagini sfuocate e dubbia certezza. Lei che
tentava di baciarlo, di sedurlo
e lui che la respingeva. Lui che le diceva che era meglio non baciarsi.
Lei che lo baciava di sorpresa.
"Oh, no!" Gemette, prendendosi la testa
tra le mani. Solo dopo realizzò ciò che aveva visto. James Potter -
quello che le andava dietro da sempre, quello che le chiedeva
costantemente di uscire, lui
- l'aveva respinta? Non l'aveva baciata? Per un piccolo, minuscolo
momento si chiese come sarebbe stato essere baciata da James Potter.
L'istante successivo stava scuotendo la testa, decisa a lasciar perdere
quei pensieri. In fondo, lui non si era comportato così male. In fondo,
era stato gentile e non aveva sfruttato a suo favore quella situazione.
Doveva scusarsi. Insomma,
si disse Lily, siamo
entrambi due persone adulte e civili, dobbiamo comportarci come tali.
Per la prima volta, non lo stava considerando un ragazzino, e sperava
vivamente di non doversene pentire. Con un respiro profondo uscì dal
suo rifugio e scese le scale. Non si rese neanche conto di essersi
aggiustata i capelli passando davanti allo specchio e di aver
cominciato ad arrotolarne una ciocca con la mano destra, come faceva
sempre quando era nervosa. In Sala Comune James e gli altri malandrini
non c'erano, quindi decise di provare a salire al loro dormitorio. La
porta della loro stanza era chiusa ma sentiva un chiacchiericcio
provenire dall'interno. Dopo un altro respiro profondo bussò alla
porta. Passò qualche istante prima che questa venisse aperta da un
affannato Remus che aveva appena finito di aiutare i tre amici a
completare il tema di Storia della Magia. Prima che potesse salutarla,
Lily domandò: "C'è James?"
"Non vuoi ucciderlo, vero?" Ribattè
preoccupato e stupito dal fatto che l'aveva chiamato James e non
Potter, cosa che non era mai accaduta, almeno non quando era nel pieno
delle sue facoltà mentali. Lily negò, scuotendo la testa e facendo un
sorrisino.
"Vi lasciamo soli," quella di Remus sembrava quasi una
domanda, ma dato che lei non aveva protestato il ragazzo aveva
richiamato Sirius e Peter per scendere in Sala Comune. Lily si fece da
parte per lasciarli passare, evitando accuratamente lo sguardo di
Black, per poi entrare e chiudersi la porta alle spalle non appena se
ne furono andati.
James non parlò, si limitò a guardarla in silenzio
aspettando che spiegasse il motivo della sua visita. Dentro di se
sperava che avesse capito che lui non l'aveva ingannata, sperava che
non si mettesse ad urlargli contro.
"Non mi ricordo bene quello che
è successo in questi due giorni - cominciò, appoggiandosi titubante al
letto più vicino a lei. - Ho solo dei ricordi sfuocati e... okay, lo
ammetto, prima ho reagito in modo esagerato, ma mi sono risvegliata nel
vostro dormitorio e tu eri lì e mi chiamavi per nome e-" S'interruppe
per riprendere fiato, non si era accorta di aver parlato così veloce e
di aver iniziato a gesticolare con le mani. "Mi dispiace, ma era una
situazione strana e non ho capito più nulla. Poi mi sono messa a
pensare e ho capito che tu non ne hai approfittato. - Prese un respiro
profondo, non era sicuro che tutto ciò che aveva appena detto avesse un
senso logico. - Ti ringrazio. Sei stato gentile, ti sei comportato bene
e, anche se mi duole ammetterlo, forse non sei il ragazzino stupido che
pensavo." Per tutta la durata del suo sconclusionato discorso aveva
continuato a spostare lo sguardo, evitando accuratamente quello del
ragazzo. Solo quando ebbe finito di parlare lo guardò. Stava
sorridendo, anzi stava quasi ridendo.
"Sono felice che tu abbia capito."
Vedendo
che non si era arrabbiato per la scenata di quel mattino, Lily si fece
forza e formulò quella domanda che le stava corrodendo il cervello.
"Tu dici di amarmi, dici che ti piaccio da sempre e che non mi prendi
in giro. Se questo è vero, perchè non mi hai mai baciata?"
Lui la guardò con un sorriso così particolare che Lily non capiva cosa
volesse dire.
"Tu non avresti voluto baciarmi, non sarebbe stato giusto farlo."
"Ma avresti ottenuto quello che cercavi di fare da quando avevamo
tredici anni!"
"Non
ti ho tormentata per tutto questo tempo per un bacio. Mi piacevi Lily,
mi piaci ancora. Volevo conoscerti, non solo baciarti."Il suo sguardo,
mentre pronunciava quelle
parole cariche di sottintesi e significati,
ardeva. Non sembrava arrabbiato, ma gli occhi gli brillavano di una
luce così speciale. A Lily
tornò in mente una frase di una canzone babbana che era solita cantare
sua madre.
Amare una persona significa
amarla tanto intensamente da scordarsi di se stessi.
Un sorriso, uguale a quello di James e impossibile da frenare,
s'impossessò del suo viso.
* * *
NOTE:
Come
amiche e compagne di dormitorio di Lily ho scelto Mary Macdonald ed
Emmeline Vance, innanzitutto perchè da qualche parte - non ricordo dove
- ho letto che aveva appunto due amiche che si chiamavano così e poi
perchè inserire ancora Alice Paciock mi sembrava sbagliato. Su questo
punto ho un'altra precisazione: a quanto pare Alice e Franck erano più
grandi dei Malandrini perchè si dice che erano già dei bravi Auror, e
dato che il corso per diventare Auror dura tre anni avrebbero fatto
appena in tempo a finirlo prima di essere torturati. Salta quindi anche
la mia idea di affibbiare l'Amortentia a Frank, ho quindi inserito un
altro personaggio, Mark appunto, che dovrebbe avere un anno meno dei
malandirni ma che ho inventato io giusto per dare una spiegazione alla
cosa. Se ti stai chiedendo che rapporto c'è tra Sirius ed Emmeline,
beh, Emmaline Vance mi sembra un nome da 'purosangue' - non chiedermi
perchè, è un mia impressione - ho supposto quindi che i due si
conoscessero fin da bambini, dato che le famiglie di maghi si
frequentavano (almeno così mi pare di ricordare) e sono rimasti quindi
molto amici, ma niente di romantico. Altra cosa: no, non ho fatto
diventare schizzofrenici i personaggi. Partiamo da Lily: all'inizio,
quando James ricorda che gli ha urlato addosso, possiamo dire che era
semplicemente arrabbiata. Insomma, dopo che uno ti perseguita per anni
e anni devi essere un po' schizzata! Se poi c'è un po' di instabilità
nel suo carattere - prima vuole scoprire la verità, poi non le importa,
poi vuole scoprirla di nuovo... - è un effetto dell'Amortentia. E qui
apro una parentesi: non ho trovato grandi descrizioni dell'Amortentia e
di tutto ciò che comporta, quindi supponendo che non ne abbia assunta
molta dobbiamo contare che sì, la pozione fa effetto, ma non la rende
un orsetto assatanato perennemente appiccicato a James, ha comunque i
suoi pensieri e le sue passioni, la rende solo una persona normale
molto innamorata. Tutta la tiritera mentale che si fa alla fine è
servita - almeno spero - per spiegare che l'Amortentia le ha lasciato
dei ricordi abbastanza sfuocati e che quindi riesce a ricostruire ciò
che è successo in quei giorni senza però avere un immagine nitida ed
essere perfettamente sicura di ciò che ha fatto. Ovviamente, non si è
innamorata di James con un colpo di fulmine in ritardo di qualche anno,
ha capito che non è più un ragazzino e che potrebbero essere perlomeno
amici o comunque creareun rapporto che non sia basato sull'odio.Ora,
veniamo a James: ti chiederai dov'è finito ramoso il Malandrino? Beh, è
cresciuto. E' comunque la stessa persona di prima, quella che si
divertiva a tormentare Lily e appendere Piton a testa in giù, però ha
capito che non si possono più permettere di fare i bambini perchè la
fuori ci sarà una guerra e devono essere pronti a combattere. Ho
cercato di valorizzare questo suo lato serio nella fanfic, sperando di
non essere stata esagerata. Tutta la fanfara mentale sui baci è
riassumibie in una frase: James ama Lily e non vuole che soffra, quindi
se la baciasse mentre non è in sé si rende conto che sicuramente lei
non lo ringrazierebbe, e cerca quindi di evitarlo.Altri personaggi:
Peter è quasi sempre raffigurato come un piccolo idiota nella fanfic,
che poi non è molto diverso dalla realtà, però ho pensato che -
nonostante l'odio profondo che provo per lui - se gli altri tre sono
diventati suoi amici un motivo c'è stato. Ho cercato di renderlo
abbastanza utile alla storia, mantenendo comunque il suo lato 'idiota'.
Non mi sembra di dover dire molto altro.
Ah, già! Il primo
paragrafo
è un James POV, ho tentato di renderlo in terza persona ma non veniva
bene, quindi ho preferito tenerlo così; mentre il resto è un POV
esterno che mantiene comunque i pensieri dei personaggi, stile Dan
Brown insomma.
* * *
4° classificata a "Lily&James
stories - flash contest" di GiulsGryffindor
Totale:
46/50
Grammatica
e Punteggiatura: 10/10
Aras, cara Aras. Non ho trovato nessun errore! La storia era lunghetta,
come ho specificato più volte xD ma nonostante fosse di 9/10 pagine,
era correttissima! Brava, brava e brava! I miei più sinceri complimenti.
Stile:
8/10
Lo stile si “blocca” in alcuni punti; ci sono molte virgole che lo
rendono un po' impreciso. Se devo darti un consiglio ti dico di usare
più punti fermi e meno virgole; così la storia risulterà più scorrevole.
Originalità:
8/10
La storia non è il massimo dell'originalità; ho già letto di Lily che
beve Amortentia per sbaglio, e le riflessioni di James erano più o meno
quelle in tutte le fic J/L... che dire? Avresti potuto fare di più,
Aras!
Caratterizzazione
(IC): 10/10
Be'... direi che l'IC ci sta tutto! Lily è Lily, acida, certo... ma che
si riprende quando capisce di aver esagerato. Anche James è lui,
romantico e Malandrino, che vuole far capire in tutti i modi a Lily che
l'ama, brava!
Rispetto
delle regole: 5/5
Gradimento
personale: 5/5
La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Le riflessioni di James
erano proprio vere; mi hanno commosso, ma guarda un po'! Complimenti. ^^
4° classificata a "Everybody,
Everywhere and Everything Battleship Contest!" di Gra Gra 96
e Alyssa98
69.8/77
Giudizio
di Gra Gra 96 (3° posto)
Grammatica:
14/20 [Ortografia: 8.3/10; Punteggiatura: 5.7/10]
Stile e lessico: 9.5/10
Caratterizzazione
personaggi: 10/10
Originalità: 9.5/10
Giudizio personale:
10/10
Utilizzo corretto di
una casella rossa e di una casella nera: 6/6
Utilizzo facoltativo
di un’altra casella rossa e di un’altra casella nera: 6/6
Utilizzo facoltativo
di una tematica: 5/5
Totale: 70/77
Dal punto di vista
ortografico, ho riscontrato tre verbi coniugati in modo errato, una
parola in più e un errore di battitura.
Quando le aveva detto
che con le lentiggini erano ancora più carina, lei si era offesa e gli
aveva urlato contro… Avresti dovuto coniugare il verbo alla terza
persona singolare.
Si alzò, avvicinandosi
alla finestra e poggiandovi la fronte, nella speranza che il contatto
con il vetro freddo l'avrebbe aiutata. Qui avresti dovuto scrivere
“aiutasse” invece di “avrebbe aiutata”.
Quegli idioti l'aveva
praticamente drogata… Avresti dovuto coniugare il verbo alla terza
persona plurale. Questi erano gli errori legati alla coniugazione dei
verbi, quindi quelli più importanti.
Per quanto riguarda la
punteggiatura, ho riscontrato: tre segni di punteggiatura errati e
quindici virgole mancanti.
Se non fosse stato per
la punteggiatura mancante, ti avrei dato il massimo sotto il campo
stilistico, visto che il testo era scorrevole, piacevole da leggere,
pieno di descrizioni ricche di particolari e per niente noiose.
Insomma, complimenti vivissimi!
Ho trovato ottima la
caratterizzazione sia dei Malandrini che di Lily e delle sue amiche,
per quanto poco si sappia di loro. Ottima l’introspezione di tutti i
personaggi.
Come originalità ti ho
dato quasi il massimo: è vero che si leggono spesso storie sul modo in
cui Lily si è innamorata di James, ma la tua aveva qualcosa in più,
dettata anche dall’ottimo uso dell’Amortentia, elemento principale
della tua storia.
Hai usato in modo
corretto tutte le caselle e la tematica.
Questa storia,
nonostante fosse incentrata su un paring che solitamente non amo, mi è
piaciuta tantissimo. Sei riuscita a farmi vedere James da un’altra
prospettiva e di questo ti faccio i miei più sentiti complimenti.
Insomma, non era il solito sbruffone arrogante. Inoltre, la trama della
storia era anche molto interessante. Bravissima!
Giudizio di
Alyssa98 (3°
posto a pari merito)
Grammatica: 14/20 [Ortografia: 8.3/10; Punteggiatura: 5.7/10]
Stile e lessico: 9.5/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Originalità: 9/10
Giudizio personale: 10/10
Utilizzo corretto di una casella rossa e di una casella nera: 6/6
Utilizzo facoltativo di un’altra casella rossa e di un’altra casella
nera: 6/6
Utilizzo facoltativo di una tematica: 5/5
Totale: 69.5/77
Hai scritto una Lily/James! Tu hai scritto una Lily/James! Ma io ti
amo!!! Io li adoro e mi piace sempre leggere e scrivere su di loro e ti
faccio al premessa che ho letto praticamente ventinove pagine su
ventinove di storie su di loro e sono molto pignola su ciò che li
riguarda. Ma dopo questa premessa comincio:
ho riscontrato un po’ di errori di punteggiatura e anche due verbi mal
coniugati, lo stile infatti, è rallentato per colpa di questi errori.
La caratterizzazione fa letteralmente sognare!!! Questi sono loro in
tutto e per tutto! L’acidità di Lily, la serietà e l’amore di James, la
malandrinità (?!) di Sirius e anche l’affetto e l’amicizia delle
compagne di Lily e dei malandrini, eccezionale! Di originalità, però,
non ti ho potuto dare il massimo perché ho letto una storia con la
stessa identica situazione, ma tu l’hai resa a migliore a modo tuo. le
caselle le hai usate tutte benissimo e la tematica, anche se
sottointesa, è ben evidente. complimenti! Sei stata molto brava.
Vincitrice
del premio speciale Alyssa98 per "la storia che più mi è rimasta nel
cuore"
Vincitrice del premio LOVE
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