Avvertimenti:
One-shot,
Movieverse, Missing Moments
Introduzione: Cos’è
successo realmente quando la professoressa McGranitt ha dato il
permesso ad
alcuni studenti, di far saltare in aria il ponte durante la guerra?
Dedico questa Fan Fiction
a Serena, Mara e a Federica,
che
mi hanno trascinata di nuovo nel mondo
dei sorrisi.
A
Nicole,
che mi manca un sacco
.
A
lui,
che
mi ha lasciata, e inconsciamente mi ha
insegnato molte cose in un solo gesto.
E
a Giorgio,
che ha detto addio a questo mondo troppo presto.
BOOM!
“Neville: «Mi faccia
capire, professoressa: ci da addirittura il permesso di
farlo?»
McGranitt: «Sì,
è
esatto Neville Paciock.»
Neville: «Di farlo
esplodere... Boom!»
McGranitt: «BOOM!»
Neville: «Mitico! Ma
come diavolo ci riusciremo?»
McGranitt: «Perché non
ti consulti con il signor Finnigan? Se ricordo bene ha una particolare
inclinazione per la pirotecnica.»
Seamus: «Lo posso far
crollare!»
McGranitt: «E’ lo
spirito giusto... ora andate.»”
L’eccitazione di Neville
prese il sopravvento dopo quella
notizia.
L’ultima cosa che si
aspettava in quel momento, era
l’approvazione della professoressa McGranitt alla proposta
del suo piano;
d’altronde – pensò Neville –
se lei non avesse acconsentito sarebbe stata di
certo una mossa poco saggia. Doveva ammettere che la sua era stata
un’idea
avventata davvero geniale.
Il suo petto si gonfiò
d’orgoglio: se soltanto ci fossero
stati i suoi genitori, lì con lui... Sarebbero stati fieri
del proprio figlio.
«Dobbiamo dirlo agli
altri» disse d’un tratto Seamus,
eccitato, mentre lui, Neville e Cho si dirigevano verso l’ala
est del castello.
«Potrebbero esserci d’aiuto!».
«Concordo»
convenne Cho, «Ginny ha sempre idee brillanti
quando si tratta di distruggere la scuola».
Neville sghignazzò,
ricordando quel giorno in cui la
compagna Grifondoro aveva accidentalmente allagato i bagni del secondo
piano, e
a tutte le volte in cui l’aveva fatta pagare ai Serpeverde
per le loro
malefatte. Sì, decisamente confidare il loro piano a Ginny
Weasley era un ottimo
passo per cominciare la loro battaglia.
Camminarono frettolosamente,
ignorando gli schiamazzi di
alcuni ragazzi, che venivano trascinati nelle segrete da Gazza, e gli
strilli
disperati degli studenti più giovani, che erano stati appena
catapultati nel
mondo della magia, e già si ritrovavano a dover affrontare
una guerra.
«Mi è venuta
voglia di budino al cioccolato» confidò Neville
ai due amici, guadagnandosi un’occhiata incredula da
entrambi. «Che c’è?»
continuò poi, «E’ forse vietato avere
fame anche nei momenti peggiori?».
«No, ma non mi pare il
caso, Neville» commentò la ragazza.
«Ma sì,
infiltriamoci di soppiatto nelle cucine e facciamo
sbaffo di tutto ciò che troviamo. D’altronde
potrebbe essere il nostro ultimo
pasto, no?» rise Seamus, inciampando in una piastrella
ammaccata. «E dai, sto
scherzando» aggiunse poi, accorgendosi
dell’espressione atterrita di Cho.
«Non lo sarà,
Seamus. Non sarà il nostro ultimo pasto, non
questo giorno» rispose saggio Neville –
più a se stesso che al compagno –,
infilandosi in un corridoio e andando quasi a sbattere contro una
figura
allampanata che gli stava correndo in contro.
«Ernie!»
trillò non appena riconobbe il compagno Tassorosso.
«Stavamo proprio venendo a reclutarvi... dove sono gli
altri?».
Ernie deglutì.
«Stanno arrivando. Neville, c’è un
esercito
di Mangiamorte che circonda Hogwarts...».
«Lo so» rispose
prontamente lui, «e tale esercito sarà
decimato – ma che dico? Estinto! – grazie al nostro
coraggio e al nostro nuovo
piano! Portaci dagli altri».
Il ragazzo annuì poco
convinto e condusse Neville, Seamus e
Cho Chang esattamente dalla parte opposta a cui erano arrivati; era
tutto così
strano. Hogwarts immersa nei preparativi di una guerra. Hogwarts
imprigionata
da un recinto di Mangiamorte. Hogwarts, la sua seconda casa, che
probabilmente
stava per venire distrutta... Neville non voleva pensarci. Si fidava di
se
stesso e dei suoi amici, ma come fidarsi del Fato? Per quanto il loro
piano
fosse geniale – anche se avventato – poteva
succedere qualcosa e fallire da un
momento all’altro.
Ma non si preoccupò di
renderlo noto ai suoi compagni.
«Ecco, sono là,
stanno aiutando la professoressa Sprite a
sigillare i cancelli e il portone principale» disse il
Tassorosso, indicando un
gruppetto di studenti poco distanti da loro.
«Ginny! Ehi,
Ginny!» la chiamò Seamus. «Abbiamo
bisogno
d’aiuto per una cosuccia un po’... un po’
da pazzi, ecco».
«Da suicidio
vorresti dire!» esclamò Cho con una risatina
nervosa.
La rossa si voltò e
scrutò i tre amici con aria curiosa.
«Sarebbe?».
«Beh, ecco... è
meglio se ne parliamo mentre ci avviamo
verso il luogo» disse
Neville, con
una punta di eccitazione nella voce.
In effetti, anche se erano nel bel
mezzo di una guerra di
cui le probabilità di sopravvivere erano assai poche, il
tutto era davvero
eccitante. Adrenalina pura.
Aveva partecipato ad una specie di
‘missione’ anche durante
il quinto anno, quando aveva seguito Harry nel Ministero della Magia e
aveva
combattuto per la prima volta contro alcuni Mangiamorte; ma questa
volta era
diverso.
Era stato lui
ad
aver avuto l’idea.
Lui ad
aver
progettato tutto.
E lui
era il
responsabile della sorte dei suoi amici... Non Harry, come
l’ultima volta. Come
sempre.
«Prima di trascinarmi in
qualsiasi luogo» obiettò Ginny,
«vorrei sapere se quello che stiamo per fare graverebbe sulla
nostra condotta
scolastica».
«Assolutamente!»
esalò Seamus.
«Direi proprio di
sì».
«Ehm... parecchio,
temo» concluse Cho.
Ginny sospirò.
«Bene, era proprio quello che volevo sentire!
Forza, andiamo».
Oltre a Ginny, anche alcuni studenti
si unirono al gruppetto
di oppositori del male: Neville non
riconobbe nessuno, ma ciò non importava poi molto, viste le
circostanze.
Si diressero verso
un’uscita del castello, dove un ponte
apparentemente fragile e lungo, collegava il cortile alla Foresta
Proibita; ora
che se lo trovava davanti, Neville dovette ammettere che la cosa
cominciava a
turbarlo un po’. E se non avesse funzionato? E se fosse
successo qualcosa a
qualcuno dei suoi amici?
Non se lo sarebbe perdonato, questo
mai. Ma non avevano
molto da perdere... Almeno avrebbero tentato di far entrare meno
Mangiamorte
possibili dentro alle mura!
«Okay, ammetto che
l’idea di scappare e rifugiarci nella
Foresta Proibita per il resto dei nostri giorni è molto
allettante – anche se
inutile, temo – però non credo che tutto
ciò-» cominciò Ginny.
«Sia molto da Grifondoro»
ridacchiò Seamus, concludendo la frase per lei.
«Esattamente. Sputate il
rospo!» esclamò eccitata.
Neville si schiarì la
gola, come se dovesse prepararsi per
un discorso particolarmente impegnativo. «Dobbiamo far
saltare il ponte».
Qualche istante di un silenzio
imbarazzante calò sul
gruppetto di ragazzi: Neville e Seamus erano i più gasati,
mentre gli altri li
osservavano un po’ confusi.
«Far saltare il
ponte» ripeté la ragazza.
«Far saltare il
ponte» ripeté ancora Neville. «Abbiamo
il
permesso della McGranitt!».
«Per le pulci della barba
di Merlino! Se non aveste avuto il
suo permesso, sareste rimasti con le mani in mano? Far saltare il ponte
è
un’idea brillante, io l’avrei fatto anche senza
l’approvazione di nessuno.
Ammetto che lo avrei fatto anche al terzo anno, quando- okay, lasciamo
stare.
Questo è il momento decisamente migliore!» disse
Ginny, colta dall’eccitazione
anche lei.
Neville le fu grato, immensamente.
Avere dei compagni determinati e
folli quanto lui, era la
cosa migliore che potesse capitargli.
«Bene, come
procediamo?» domandò Seamus dopo qualche istante
di silenzio.
«Tu sei esperto per quanto
riguarda far saltare in aria
qualsiasi cosa» commentò Ginny, ghignando.
«Hai qualche idea?».
«Beh»
cominciò lui, «che ne dite di usare la
magia?».
«Ma dai, non ci avevamo
proprio pensato!» lo prese in giro
Cho.
Seamus parve in qualche modo offeso.
«Che ne so io! Credevo
voleste usare qualche aggeggio babbano!».
«Credo che nella Stanza
delle Necessità sia rimasto qualche
fuoco d’artificio di Fred e George... magari potremmo
piazzarlo alla base del
ponte e farlo saltare in aria nel momento più
opportuno» decretò la giovane
Weasley, pensierosa.
Neville dovette ammettere che era
decisamente d’accordo con
lei; per di più i Mangiamorte non potevano aspettarsi una
cosa simile da parte
di ‘sudici ragazzini’. Anzi, non si sarebbero
aspettati una cosa simile, punto
e basta.
«Ci sto»
concordò infine, sorridendo ampiamente all’amica.
«Dovremmo trovare il modo di farli arrivare in massa in modo
da farne
precipitare il più possibile, però...».
Ginny assentì con un cenno
del capo. «Qualcuno di noi
dovrebbe farsi vedere all’inizio del ponte, in modo da farsi
seguire e
attirarli nella trappola. Posso farlo io!»
«Mmh,
d’accordo» disse Neville, non del tutto convinto.
«E’
rischioso, però».
«Anche andare in bagno a
pisciare è rischioso» puntualizzò
la ragazza, incrociando le braccia. «E sinceramente
preferisco rischiare
attirando quei viscidi schifosi sul ponte, piuttosto che starmene qui
ad
attendere di farci uccidere».
«D’accordo,
d’accordo» disse lui, «ma sta
attenta».
La cosa che più gli
piaceva di Ginny Weasley, era la sua
abilità nel non lasciar trasparire le sue emozioni, anche in
uno stato di caos
totale come quello; forse era l’unico ad averlo notato, ma in
quel momento era
certo che, dietro al suo lato guerrigliero, stava celando un grande
stato
d’ansia. D’altronde tutta
la sua
famiglia si era recata ad Hogwarts, pronta a combattere, e Harry era
chissà
dove in giro per il castello a cercare quella cosa di cui gli aveva
accennato.
Chissà cos’aveva in mente... Nonostante tutto era
rimasta impassibile e stava
facendo di tutto per mostrare agli altri quanto fosse forte.
«Vado a prendere i
fuochi!» esclamò d’un tratto Ernie,
allontanandosi
dal gruppo.
«Certo che»
cominciò Cho, deglutendo, e fissando Ernie
sparire dietro l’angolo, «siamo proprio folli,
eh?».
I ragazzi si guardarono per qualche
istante per poi
sorridere.
«Decisamente!»
rise Neville, contento del fatto che nessuno
di loro si stesse deprimendo in aspettativa di agire.
«Hai piazzato bene i
fuochi?».
«Sì».
«Ne sei proprio
certo?».
«Sì...».
«Proprio dove abbiamo
pianificato? Sotto a-».
«Sì,
Ginny!».
Seamus, spazientito, roteò
gli occhi.
Prima che Ernie tornasse da loro con
una scatola stracolma
di prodotti Weasley, avevano studiato il ponte in modo da piazzare le bombe nei posti in cui avrebbero fatto
decisamente più danni; era stato Seamus a farli levitare
fino alla base del
ponte e in qualche posticino più in là. Ginny non
avrebbe dovuto far altro se
non gridare ai Mangiamorte: “Ehi, sono qui!
Rincorretemi!” – in un modo un
tantino più credibile, insomma – e poi lanciare
incantesimi proprio nei punti
pensati. E scappare via, logico.
Era strano progettare la distruzione
di una parte del
castello.
Tutto ad un tratto, una cappa di
magia luminosa cominciò a
formarsi sopra le loro teste; a Neville venne in mente una frase detta
dalla
nonna poco prima che tornasse a scuola, quell’anno:
“Stai attento, figliolo. O
ti vengo a prendere e ti rinchiudo in una campana di vetro!”
Ora lo sono,
nonna.
Lo sembrava davvero.
Chissà se avrebbe rivisto sua nonna...
«E’
meraviglioso» sospirò una ragazza che li aveva
seguiti,
decisamente più piccola di loro. «Ma
cos’è?».
«E’ un insieme di
incantesimi» spiegò Cho. «Per
proteggerci.
O almeno, per tentare di farlo... Sei pronta, Ginny?».
La ragazza annuì,
continuando a fissare incantata le
protezioni che si stavano ampiamente formando sopra di loro.
Cominciò ad
avviarsi, quando un braccio la trattenne.
«Cambiato idea,
Neville?» domandò lei.
Lui scosse la testa. «Ci
vado io. Harry non me lo
perdonerebbe mai se tu precipitassi accidentalmente giù dal
ponte».
La giovane Weasley aprì la
bocca per poi richiuderla, come
se volesse dire qualcosa; deglutì e rivolse a Neville un
cenno con il capo. «Va
bene».
Il ragazzo la sorpassò e
si diresse deciso in direzione
dell’entrata: avrebbe spedito quei luridi Mangiamorte dove
spettava loro,
all’inferno. La cosa che lo stupì, fu che in quel
momento non era né spaventato
né ansioso per quello che stava per fare. L’unico
pensiero che gli ronzava
nella testa, era che stava facendo qualcosa per cui i suoi genitori e i
suoi
amici avrebbero dovuto essere fieri.
Stava cercando di salvare loro la
vita e, se ciò avesse
comportato la sventura di seguire i Mangiamorte nel burrone, beh...
almeno
sarebbe morto sapendo di essere stato smistato nella Casa giusta. Chi
altri
avrebbe avuto il coraggio di farlo se non uno stupido Grifondoro?
«Fagli il culo,
Neville!» sentì gridare Seamus.
Sorrise.
***
«Neville!».
Credo di
essere vivo,
per ora.
Lui non soffriva di vertigini, ma il
pensiero di essere
sospeso a quell’altezza, gli dava la nausea. Almeno ce
l’aveva fatta, era
riuscito laddove aveva sperato.
Lanciò la bacchetta sopra
al ponte e cercò di arrampicarsi:
non appena fece capolino, vide l’espressione terrorizzata sul
volto di Ginny e
le sorrise, quando lei fece un lungo sospiro di sollievo.
«E’ andata
bene» disse soltanto, tirandosi su e lasciandosi
crollare su ciò che rimaneva del ponte.
Okay, per un momento aveva pensato di
morire sfracellato al
suolo, ma per fortuna era stato più veloce dei Mangiamorte;
non erano morti
tutti, alcuni erano rimasti indietro nella foresta, ma buona parte era
crollata
assieme al ponte. Completamente sfracellati al suolo.
Certo, non che ora il mondo fosse al
sicuro, anzi; però
avevano contribuito con un piccolo aiutino.
Un’idea geniale finita in
modo altrettanto geniale. Geniale,
no?
Ginny gli si avvicinò e lo
aiutò a tirarsi su; si accorse di
quanto era pallida smunta e, se non fosse per i capelli lunghi e rossi,
in quel
momento avrebbe potuto scambiarla per Draco Malfoy.
«Ce l’hai fatta,
Neville» disse solamente.
Lui le sorrise.
«Sì, e ho ancora una voglia matta di budino
al cioccolato. E di Luna, ovviamente».
Angolo Me.
L’ultima volta che ho postato una Fan Fiction, l’ho
fatto dopo
aver aiutato l’Homo Habilis a costruire una zattera.
Quindi ne è passato di tempo! :D
Ebbene sì, sono tornata con una shot leggera leggera e
venuta in mente in un momento di depressione; se fa schifo,
è per quello,
sappiatelo.
Volevo scrivere qualcosa su Neville e sui personaggi
“secondari” di Harry Potter, e così ho
cominciato proprio da questo.
Sinceramente sono abbastanza soddisfatta dell’idea che mi
è balenata in testa e
spero con tutto il cuore che non ci siano altre storie simili nel
fandom. Non
frequento molto EFP ultimamente – come alcuni di voi avranno
potuto notare –
quindi non abbiatemene male se ho avuto la vostra stessa idea: ho
cercato un
po’ in giro per vedere se c’erano fiction simili,
ma non ne ho trovate e ho
cominciato subito a scrivere.
E comunque questa è la mia versione, quindi diciamo che, in
ogni caso, non ricado in alcun tipo di plagio u__ù
Comunque, spero davvero che vi abbia regalato qualche sorta
di emozione e che non sia stata pallosamente
pesante da leggere. Sono aperta a qualunque tipo di critiche,
quindi non
abbiate paura a dirmi sinceramente i vostri pareri.
E spero che me ne arrivino tanti tanti *_*
E’ da molto che non scrivo, però, quindi sono un
po’
arrugginita, credo.
E’ la prima volta che scrivo qualcosa di serio e lungo su
Neville, quindi spero di non aver fatto un pasticcio! Poi... la frase
finale vi
fa capire quanto io ami Neville assieme a Luna ♥ E anche se
nel libro non c’è
alcun accenno alla coppia, sono contenta di ciò che Yates ha
fatto nascere nel
film! U_U
Per qualsiasi cosa, sono qui (:
Saluti,
Lin.
*corre a prepararsi per andare a
vedere
la partita di Uefa
allo stadio *____* *