Amoenitates Sardicae III: Elegie Portoscusesi

di andreabmth
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GAIA

Fluida come le acque,
solida come la terra.
Nella notte il vento tacque.
Nel cielo un uccello erra.

A Gaia dedico questo mio canto,
A Gaia, cui siamo legati.
A Gaia, che ci copre col suo manto,
a Gaia, Gaia dai deserti dorati.

Tutte le creature ti rendono omaggio,
siamo legati a te infinitamente.
Amore, bene, coraggio;
non ti valgono minimamente.

Esalto la rapidità del fiume,
lo splendore delle nevi;
in confronto a essi siamo piume,
le nostre vite tremendamenti brevi.

Apparteniamo a te soltanto,
Dea Madre superba.
Ovunque rieccheggia il tuo canto,
soffia fra i fili d'erba.

Tu, o Gaia, implacabile.
O Gaia, meravigliosa.
Tu, o invincibile.
O Gaia, dea gioiosa.

Fonte di mille cantici,
nostra signora.
Non c'è spazio per i romantici,
un'infinito organismo lavora.

Ritorniamo all'origine;
polvere sulla terra.
Straripiamo dal nostro argine,
oltre questo confine c'è guerra.

PRIMA ELEGIA: LA PIOGGIA

Scende come un torrente lungo la strada... Un fragore potentissimo, un fragore primordiale. Un fragore che porta e porta via la vita. Poveri piccoli insetti. Risucchiati dalle acque, spenti come candele al vento, come candele sotto la pioggia.

SECONDA ELEGIA: LA CAMMINATA DOPO LA PIOGGIA

Un'ombra. Budello di vicoli. Torre che si erge al cielo. Dalla spiaggia chi potrà mai sentirmi? Le nuvole corrono lungo l'orizzonte , a raggiungere il tuffo del sole. Aria fresca. Pinnacoli di rocce si stagliano sul mare di platino, e fra essi infiniti specchi argentei dopo la pioggia.

TERZA ELEGIA: L'ADDIO

La lunga costa si protende e abbraccia il mare. E' un addio temporaneo. Perché ivi sono legato indissolubilmente, la mia anima appartiente a questi luoghi. La spuma si dissolve e si allontana.




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