SPOILER!: La miniserie
in tre parti Tin Man è stata trasposta
in italiano nel lungometraggio Ritorno al
mondo di Oz, che tuttavia non ha praticamente
nulla a che vedere con l’opera originale – al di là delle
traduzioni a dir poco scandalose (Glitch è
diventato ‘Tilt’, Raw è diventato ‘Leo’,
e DG è stata erroneamente ribattezzata ‘Dorothy Gale’) anche
moltissimi eventi relativi al passato dei personaggi, e di una certa importanza, sono stati tagliati. Se non conoscete il fandom originale state leggendo questa shot
a vostro rischio e pericolo. Lettore avvisato... ^^’
Il
giorno perfetto ~
prompt: #072, pebbles
Forse i ricordi non sarebbero stati così chiari, se DG non
avesse insistito per fermarsi a Finaqua per qualche
ora. La prospettiva di incontrare Ahamo – suo padre
– la spaventava più di quanto volesse mostrare, e alla fine si era
fermamente opposta alla sollecitudine di Cain: aveva
bisogno di fermarsi, aveva bisogno di stare semplicemente ferma, a pensare. Glitch conosceva bene
quella sensazione. Era ciò che gli succedeva ormai sempre più
spesso, fin dal momento in cui la ragazza lo aveva sciolto dalle corde e
portato con sé.
Forse
non sarebbe stato così facile lasciarsi andare alla metà intatta
del proprio cervello saccheggiato, se DG non fosse stata là accanto a
lui, seduta sulla vecchia altalena. Ora che lo sguardo poteva di nuovo spaziare
sul lago, anche il vento fluiva più veloce, senza ostacoli, ed era facile
persino credere che potesse portarsi via i mormorii impazienti di Cain – era quasi
possibile credere di essere soli,
loro due, a condividere qualcosa che gli altri non conoscevano, o comunque non allo
stesso modo.
Ricordava
quel posto. Era lì che aveva vissuto gli ultimi momenti con la Regina
dagli occhi di lavanda, prima che Azkadellia gliene
togliesse la memoria.
Era
DG, era sicuramente DG. Da quando l’aveva
incontrata – da quando l’aveva ricordata
– la sua testa s’inceppava di rado, i suoi pensieri erano
continuamente sostenuti dal fatto che la
priorità era aiutare DG a salvare l’OltreZona.
Non poteva che essere merito suo se ogni sasso di Finaqua
si associava a un colore, a un sentimento, a una parola, a un alito di passato
sbiadito ma vivo.
«Avevi
un vestito rosso.»
Lo
disse senza premeditarlo; e dopotutto come avrebbe potuto? Si vide ricambiato
dal suo sguardo pulito e curioso, quello di sempre, e la sua espressione
distesa e il cigolio costante dell’altalena in movimento lo
incoraggiarono a proseguire.
Si alzò,
le si portò alle spalle e accompagnò quel suo dondolare.
«Era
il giorno del tuo compleanno e nessuno poteva giocare con te. Tua sorella aveva
la febbre. Tua madre non si allontanò dal suo letto per tutto il giorno.
Eri così piccola, non potevi capire cosa stesse succedendo: ti sembrava
soltanto di essere stata abbandonata.» Una spinta più forte; la schiena
di DG era esile e calda sotto le sue dita aperte. «Mi trovasti qui e mi
chiedesti di stare con te. Lanciamo i sassi
nel lago, Ambrose? Mi dicesti che ti piaceva il
mio nome. Avevi un vestito rosso.»
DG
non parlò subito. Quando lo fece, la sua voce fu sorprendentemente
tranquilla.
«Sei
molto profondo, oggi.»
Glitch sorrise. «Oh, no... Credo di essere solo
felice di poter ricordare le piccole cose che Azkadellia
non ha giudicato abbastanza importanti da togliermi.»
DG
puntò i piedi a terra, fermando l’altalena, così che Glitch se la ritrovò improvvisamente tra le braccia.
Non si ritrasse quando lei si voltò a guardarlo – e i suoi occhi vicinissimi erano splendenti di una luce
che Glitch aveva visto solo un paio di volte in
quelli di Raw.
Non
si ritrasse neppure quando si sentì ricambiare da un abbraccio leggero,
quando le labbra di lei gli sfiorarono la guancia.
Ne
ebbe conferma in quel momento: mentre DG lo baciava, centinaia di immagini dai
mille colori gli esplosero nella mente e gli ricordarono una vita trascorsa ad aspettarla.
«Lanciamo
i sassi nel lago, Glitch?»
Sorrise
ancora e la lasciò andare, accennando un rispettoso inchino. «Dopo
di voi, principessa.»
DG
si alzò e lo prese per mano. Ora più che mai sembrava che nessun
altro conoscesse Finaqua quanto loro due.
«Avevi
un vestito rosso.»
«Sì,
l’hai già detto.»
I
sassi piatti rimbalzavano, quelli tondi affondavano...
[ 600 parole ]
Nota: È venuta alquanto
nonsense, questa cosa. E Glitch non mi sembra esattamente lui; forse è un po’
troppo malinconico, anche se alla fine è innegabile che la sua storia
abbia del tragico. Mmm. Dovrò lavorarci su.
(Oh, sì, perché Glitch e DG sono amore. ♥)
Il titolo si riferisce alle parole di DG e Azkadellia bambine sul ‘sasso perfetto’ da
lanciare durante il ‘giorno perfetto’ – giorno che poi è
la rinascita di Finaqua. Sono fermamente convinta che
non solo i ricordi di DG si smuovano nel corso della storia, ma che anche Glitch – soprattutto a Finaqua,
appunto, dove ha vissuto anche lui – ricordi perlomeno ciò che non gli è stato strappato, e che
ricordi maggiormente in virtù della vicinanza di DG.