He's the reason for the teardrops on my guitar.

di Itsamazaynx
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Prologo.

Mi accomodo al mio posto. Metto le cuffie e guardo fuori dal finestrino.
Non sono nervosa, non lo sono mai stata.
Amo volare.
Vorrei essere uno di quei gabbiani che spiccano il volo da uno scoglio e si immergono completamente nell’azzurro cielo.
Amo il cielo, amo il suo colore, convalida il mio orgoglio, non mi lascia mai capire quando ho torto, non è pretenzioso, lui ti protegge da probabili attacchi alieni, ti fa capire quando sbagli scagliando fulmini sulla tua vita, sparge nuvole sul tuo cammino per avvisarti che ci possono sempre essere imprevisti o perché no? Anche sorprese. Lascia entrare gli arcobaleni quando tutto quello di cui bisogno è un sorriso, quello è il suo sorriso che ti tira su il morale sempre, è un buon amico. E’ il posto ideale per gente che non di perdere la via di casa, è perfetto per i sognatori non impone limiti e ti lascia arrivare ovunque, verso l’infinito. Cercando di acchiappare l’orizzonte.
Odio il sole, mette tutto in risalto, anche cose che dovrebbero essere nascoste. Cerca di prendere il posto del cielo, cerca di oscurarlo con la sua luce, ma non ci riuscirà mai. Lui è più grande.
Odio il sole, Lascia vedere tutti i difetti, tutto il male che c’è in questo mondo. Lascia vedere tutto. Mi dimostra di non essere sola, che sono circondata da persone e tutto non ruota intorno a me. Lascia vedere il male e che tutto non ruota intorno al bene, alle persone buone.
Vorrei vivere per sempre nel buio, vorrei vivere per sempre nel bene, o magari non vorrei conoscere la luce di nuovo, non voglio bruciarmi di nuovo, non voglio di nuovo del male.
Vorrei essere un’aquila che sorveglia tutto dall’alto, l’onnipotente aquila. Scappare via, aprire le ali e saltare quando le cose si complicano.
Vorrei essere una farfalla che conduce una vita breve ma felice, posarsi da un fiore all’altro con la convinzione di libertà che non ti abbandonerà mai, proprio perché non lo farà.
La libertà, vorrei solo questo.
Raggi di sole, gocce di male scendono dai miei occhi.
 
Senza accorgermene, immersa nei miei pensieri atterriamo, due ore sono passate e tra poco atterreremo nella mia città.
Un hostess ci ordina di allacciare le cinture, inizia la discesa.
La parte che preferisco.
Tutto oramai è finito, il pericolo è passato, bisogna solo rimettere i piedi a terra, riaprire gli occhi se li hai chiusi per la paura e fare un respiro profondo. Il peggio è passato.
Se fossi un’aquila ora potrei stendere gli artigli e acchiappare la preda, ma siccome sono solo un’inutile adolescente ‘acchippo’ solo il mio bagaglio a mano e mi dirigo verso i grandi portelloni dell’uscita.
Scendo dall’aereo e prendo il mio bagaglio. Esco dalle porte scorrevoli un po’ spaesata, è tardi, devo trovare un taxi al più presto che mi porti da mia madre.
 




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