Prologo
Questa è la mia prima storia su questo fandom per cui non so come mi uscirà.
Chiedo già scusa in
anticipo se qualcun altro ha sfruttato l'idea per scriverci una storia,
purtroppo non ho avuto ancora modo di visionare tutte le fic presenti
nella sezione. Mal che vada se fosse così fatemelo pure notare
che la ritirerò e la finirò solo per me a beneficio del
mio forum, okay? L'ultima cosa che voglio infatti è passare per
qualcuno che plagia qualcun altro.
E' una AU ed il pairing
principale sarà Sebastian x Ciel, anche se forse prima o poi
sullo sfondo potrebbe apparire anche qualche altra coppia.
I personaggi sono degli aventi diritto, io scrivo solo per diletto personale.
Scusate se ci saranno degli errori, io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà e mi farà sapere il suo parere personale.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan
PROLOGO
All’apparenza
sembrava una giornata come tante altre al maniero di campagna dei
conti Phantomhive, ma se si scavava in profondità si capiva
invece che non era così.
All’interno della grande villa si respirava infatti aria di novità.
Le cameriere
pulivano con perizia ogni stanza, si occupavano del bucato e di
strofinare l’argenteria e le porcellane dei servizi di the fino a
farli risplendere.
O meglio quasi tutte
le cameriere erano impegnate in quelle attività visto che una
invece non faceva che intralciare quel lavoro minuzioso sporcando dove
le altre passavano e rompendo sbadatamente le tazzine che prendeva in
mano con l’intenzione di strofinarle, facendole cadere a
terra.
Non era però lei, quella ragazza dagli occhiali spessi, la novità.
No, ormai la sua goffaggine infatti era diventata routine nella grande villa e quindi più nessuno ci faceva caso.
Il buon cuore del
conte aveva deciso di assumere la ragazza per toglierla dalla strada ed
invece da farsi sconfiggere dagli insuccessi la capo cameriera tentava
con tutti i mezzi di trasformarla da un’incapace in un elemento
di primo piano tra le domestiche. Anche se ormai passati dei mesi in
cui la cameriera non faceva che commettere sempre gli stessi errori
la sicurezza iniziale della capo cameriera cominciava a
vacillare. Avrebbe mai raggiunto lo scopo di renderla una persona
capace? Solo il futuro ovviamente avrebbe potuto rispondere a quella
domanda.
Nel frattempo, in
cucina, i cuochi preparavano chi l’occorrente per il the del
pomeriggio, chi la cena utilizzando i prodotti più
raffinati.
Anche qui
però c’era un elemento di disturbo. Il nuovo cuoco assunto
sempre per via del buon cuore del conte che aveva voluto salvarlo da
una vita di miseria che avrebbe potuto portarlo in galera visto le
brutte compagnie frequentate, invece di cucinare le pietanze con la
maestria che un buon cuoco dell’alta società avrebbe
dovuto avere, carbonizzava ogni cosa le sue mani toccassero, con sommo
dispiacere del capo chef che non sapeva più cosa fare per
impedirgli di fare disastri.
Aveva provato a
fargli tagliare solo le verdure, o a fargli mettere semplicemente le
pietanze nei piatti, intimandogli di non cucinare, ma l’uomo non
ascoltandolo invece preda da un raptus ogni santo giorno non faceva che
disobbedirgli e nell’intento di cucinare metteva a soqquadro ogni
cosa.
Le esplosioni che
provenivano dal grande forno della villa ormai non si contavano
più per cui no, non era nemmeno quella la novità che
rompeva la solita quiete di casa Phantomhive.
Intanto, in
giardino, i giardinieri si prendevano cura delle piante e dei fiori in
modo che fossero sempre in perfetto ordine e con la loro bellezza
adornassero il grande parco della villa. Od almeno la maggior parte dei
giardinieri si occupava di quelle cose, visto che un ragazzotto biondo
da poco portato a casa dal Conte e liberato da una vita di recluso
causata da dai genitori violenti invece di curare le piante le
diserbava con grande rammarico del capo giardiniere che non
faceva che sgridarlo. Lui però a quelle sgridate rispondeva
sempre sorridendo, asseriva facendo intendere di aver capito
l’errore ma poi tornava sempre a commetterlo.
Come si è capito, però nemmeno lui era la novità che attendeva quel giorno il maniero dei Phantomhive.
Anche lui ormai era
cosiddetta “carne vecchia”. Lo conoscevano tutti ed i suoi
sbagli non facevano più parlare poi più di tanto.
Se dovessimo essere
pignoli era proprio la minuziosa pulizia che si stava svolgendo nella
villa che avrebbe potuto essere la vera novità.
Di solito infatti tutta la servitù guidata dal direttore di casa non lavorava così duramente.
Ci si accontentava
di un lavoro alla meno peggio, senza fare degli extra per ripulire
anche dove lo sguardo del Conte non sarebbe mai potuto arrivare.
Quel giorno però era diverso.
Tutti lavorarono con particolare impegno, perché doveva essere tutto perfetto.
Ed il perché era molto semplice. I coniugi Phantomhive attendevano un ospite speciale.
E la servitù
non voleva sfigurare. Non voleva fare una cattiva impressione. Non
voleva che l'ospite in futuro dichiarasse in giro che nella villa del
Conte regnava il caos e la scarsa igiene. Sarebbe stata un onta
difficile da ripulire.
Tutto doveva essere
perfetto per quando il nuovo venuto sarebbe arrivato, anche se
quest'ultimo alla fin fine, in seguito, sarebbe stato destinato a
diventare un abitante della casa.
Se un giorno
però quest’ultimo avesse deciso di andarsene, doveva
essere chiaro fin da subito che non era stato a causa
dell'incapacità della servitù, ma che tutto era dovuto
alle due piccole pesti.
I figli del conte
dopotutto di persone che avevano occupato quel ruolo, ne avevano
già fatte fuggire dieci a causa dei loro modi sgarbati e dei
loro scherzi sadici e nessuno dubitava che prima o poi anche il nuovo
venuto avrebbe fatto quella fine.
O meglio la
servitù pensava che sarebbe successo, perché invece
Vincent e Rachel Phantomhive finalmente erano più che sicuri di
aver trovato la persona giusta per tenere a bada i loro due turbolenti
eredi.
Sentivano che lui
era la persona che li avrebbe raddrizzati per renderli dei veri membri
dell’alta società come era consono al loro stato.
Il nuovo venuto era
alla prima esperienza in quel lavoro, ma non aveva mai fallito
qualunque occupazione e scopo si fosse prefissato.
Era il figlio di un
piccolo nobile decaduto e povero in canna, e ogni risultato che aveva
raggiunto lo aveva perseguito contando solo sulle sue capacità.
Aveva affrontato
ogni difficoltà e si era laureato con il massimo dei voti
all’università più prestigiosa del regno.
Aveva vissuto dei brevi periodi all'estero per perfezionare le lingue e ora ne parlava correttamente una decina.
Era giovane eppure aveva un bagaglio d'esperienza in diverse occupazioni, come se avesse avuto il triplo della sua età.
Di sicuro, non era
una persona che si arrendeva facilmente e quindi i due ragazzi stavolta
avevano trovato pane per i loro denti.
Vincent Phantomhive,
infatti, aveva già avvertito l'altro di come erano i suoi figli,
e subito lui si era dimostrato desideroso di conoscerli, dicendogli che
le sfide gli erano sempre piaciute e che quindi sarebbe stato ben
felice di rimetterli in riga, bastava solo che gli desse carta bianca.
Ed il conte era stato felice di dargliela. Era giunto il momento
infatti che i suoi ragazzi si prendessero le loro
responsabilità.
Erano quelli i pensieri che affollavano la mente del conte, mentre aspettava il suo ospite.
Quando il
maggiordomo venne ad avvisarlo che la carrozza con il nuovo venuto era
arrivata, Vincent chiese all’uomo di avvisare la moglie ed i
figli di raggiungerlo nello studio e di far accomodare lì anche
il nuovo tutore per i suoi ragazzi.
Ebbene sì,
era giunto il momento che i suoi due figli, una ragazza di quattordici
anni ed un giovane uomo di tredici, conoscessero il loro nuovo tutore
ed insegnante privato.
Lui avrebbe
insegnato loro le buone maniere, e tutte le materie in cui erano
carenti in modo in futuro di renderli degni di poter partecipare agli
incontro con l'alta società.
Ovviamente in cuor
suo sapeva che i suoi due figli non avrebbero accettato di buon grado
la presenza di quel nuovo insegnante, ma stavolta era intenzionato a
non dargliela vinta.
Dovevano diventare adulti, non potevano rimanere sempre bambini.
L'uomo dentro di
sé non faceva che sperare tuttavia che almeno alla presentazione
Ciel e Angelina, i nomi dei due ragazzi, non facessero qualcosa di
sgarbato. Potevano almeno aspettare che Sebastian Michaelis, il nuovo
tutore, s'insediasse in casa prima di iniziare a dargli contro, in modo
così che potesse respirare un po'.
Dopotutto
quest'ultimo era l'ultima spiaggia anche per il conte, se anche
Sebastian avesse fallito infatti difficilmente avrebbe trovato un nuovo
tutore disposto a prendersi cura dei suoi figli, e così sarebbe
stato costretto a separarli e mandarli in collegio per tentare di
raddrizzare il loro carattere.
E la cosa gli sarebbe spiaciuta perché lui amava i suoi ragazzi ed avrebbe voluto tenerli vicino a sé.
Sospirò e poi fu finalmente pronto ad accogliere il nuovo arrivato.
FINE PROLOGO
Come accoglierà il
figlio maschio del conte la notizia dell'arrivo del nuovo tutore? Quale
sarà la sua prima impressione? Cosa succederà? Tutto
quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.
L'ANGOLO DI REBYCHAN:
L'idea di questa storia mi
è venuta leggendo il volume due del manga quando Ciel si
è travestito da donna e Sebastian gli faceva da tutore di nobili
natali.
Ed ho pensato e se davvero il loro legame fosse stato quello cosa sarebbe successo tra i due?
E così ecco qui questa storia.
Ho poi donato a Ciel una sorella che ha il nome della zia per tutta una serie di ragioni che si sapranno più avanti.
Questo prologo spiega poco o niente lo so, ma spero un pochino di avervi incuriositi. Fatemi sapere.
Se ci sono dubbi, chiedetemeli pure, okay?
Spero di riuscire ad
aggiornare questa storia con regolarità, almeno una volta ogni
quindici giorni, impegni permettendo.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui si commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan
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