Scritta per la
Sagra del Kink di
Kinkmemeita su questo
prompt. E' la primissima fanfiction che scrivo su questo fandom, quindi i
commenti non solo graditi, ma anche sentitamente richiesti! ;)
His Taste
Il sorriso che Jack rivolge al Dottore è sfavillante, come sempre: allegro ed
entusiasta, leggero come la mano che si è appena poggiata alla sua spalla,
richiamandolo finalmente in questo mondo da chissà quale ricordo sperduto in un
universo parallelo, o forse solo in qualche giorno del passato, quando il futuro
ancora non sembrava così vuoto. Apre la bocca per parlare, forse per prenderlo
in giro, forse per flirtare, come faceva sempre, ma gli occhi, scuri e vecchi,
così vecchi, del suo personalissimo Signore del Tempo sembrano inchiodargli la
voce nella gola.
E’ così evidente? Il colore del dolore sordo che sente continuamente in mezzo al
petto, proprio nel centro del suo cuore eterno, è davvero così intenso da avere
dipinto anche la sua migliore faccia tosta? O forse è solo troppo impegnato a
cercare di mentire a se stesso, a convincere quella fitta insistente che il
peggio è passato, per riuscire a fingere con altri? No, probabilmente è solo che
questo Signore del Tempo lo conosce troppo bene, perché possa essere ingannato
dalla luce offuscata di un sorriso falso.
Riporta gli occhi chiari davanti a sé, fissando di nuovo la colonna ansimante al
centro del TARDIS, cercando di gioire del suo ritmico respiro metallico che
annuncia il dischiudersi di un numero infinito di possibilità e mondi diversi.
Eppure c’è un solo mondo dove vorrebbe essere, lo stesso da cui sta
ostinantamente fuggendo.
“Era quello giusto?” domanda d’improvviso la voce del Dottore, di fianco a lui.
Sommessa e discreta, priva, probabilmente per la prima volta in qualche secolo,
delle sue entusiastiche note acute, costantemente impregnate d’un sottile ma
sempre gustoso velo d’ironia. Non è il mirabolante Signore del Tempo, in sella
alla sua prodigiosa cabina blu, quello che gli sta parlando, ma l’amico, l’uomo
che pur continuando a sfuggirgli, è sempre stato lì, quando aveva davvero
bisogno di lui.
Quando Jack torna a rivolgere lo sguardo al volto affilato e serio del Dottore,
ci sono due lacrime brillanti appese, come gemme su un prezioso albero di
natale, alle sue ciglia bionde, e il rosso acceso del dolore circonda l’azzurro
chiaro dei suoi occhi, bagnando il suo sorriso posticcio di una risposta che non
ha bisogno di essere pronunciata.
Questa volta, nemmeno il tocco fresco e gentile di quelle labbra sottili che
sanno sempre di antico, riesce a scacciare il sale bruciante delle lacrime.
Questa volta, nemmeno assaporare davvero la sua bocca è un trionfo, perché non
sa di lui.
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