Il Dolce Pensiero di Nakajima
immagini tratte da internet
Quella mattina Nakajima era stranamente taciturno, tanto che se n'era accorto perfino il commissario Kachou. Abituati a vederlo sempre così allegro e loquace, i colleghi non riuscivano assolutamente a spiegarsi cosa diavolo potesse turbarlo tanto. Ormai erano circa due ore che Nakajima sedeva davanti alla sua scrivania, fissando serio una piccola scatolina con un biglietto attaccato. Improvvisamente giunse il collega Shoji che, dopo averlo salutato cordialmente, non poté fare a meno di notare sia la sua strana espressione sia la scatolina elegantemente incartata.
- Hm, e questo cos'è? - domandò, allungando una mano verso la scatola.
L'espressione furibonda di Nakajima, resa ancor più minacciosa dal riflesso di luce sui suoi occhiali, convinse Shoji che la sua curiosità non era poi molto salutare; la mano del poliziotto rimase ferma a mezz'aria, mentre il suo volto sbiancò di paura nell'incrociare quello di Nakajima.
- Scu... Scusa - balbettò Shoji appena. - Come non detto!
Non appena l'altro se la diede a gambe levate, Nakajima tornò a sedersi senza dire una parola e a contemplare serio il minuscolo pacchettino davanti a sé.
- Sono già passati due anni - mormorò sottovoce.
In effetti erano giusto trascorsi due anni dal giorno in cui lui e Miyuki si erano incontrati la prima volta. Da allora Nakajima non aveva mai dimenticato la sensazione provata nel vedere il dolce sorriso della fanciulla. A differenza di tutti gli altri colleghi del distretto ( completamente persi dietro alla sexy e intrigante collega di Miyuki, Natsumi ), Nakajima era forse l'unico in mezzo a quel branco di pervertiti a subire ancora il fascino di una ragazza semplice come Miyuki e soprattutto a provare un affetto sincero nei suoi confronti. La prima volta che vide Miyuki, nel cortile della stazione di polizia, quella volta stava scendendo dalla moto e contemporaneamente Miyuki stava appunto scendendo dalla vettura parcheggiata di fianco a lui; non appena i suoi occhi, attraverso le spesse lenti degli occhiali, si posarono su quel viso dolce dal sorriso gentile, Nakajima sentì come un groppo alla gola che gli aveva completamente tolto il respiro...
- Salve - disse lei con un sorriso.
- Buo... Buon... Buongiorno - rispose lui, arrossendo come un peperone.
Tutto il tempo che entrambi avevano trascorso a lavorare insieme da allora aveva permesso loro di imparare a conoscersi e, malgrado fosse troppo timido per rivelare i suoi sentimenti, Nakajima sentiva di essere profondamente e sinceramente innamorato di Miyuki. Quel giorno, in occasione di quella per lui particolare ricorrenza ( ovvero il loro primo incontro ), Nakajima aveva deciso di comprare un regalo per Miyuki e di raccogliere finalmente il coraggio per dirle quanto tenesse a lei. Tuttavia, ogni istante che osservava quella piccola scatolina colorata e il bigliettino scritto a mano, qualcosa dentro di lui sembrava continuare a ripetergli che non fosse ancora il momento giusto. Si conoscevano da due anni certo, erano buoni amici e colleghi, ma una simile dichiarazione così importante... Nakajima temeva fortemente che una risposta negativa da parte della sua dolce Miyuki gli avrebbe senza dubbio spezzato il cuore, ed era questo pensiero fisso a tormentarlo da quella mattina.
- Buongiorno, Nakajima!
La voce di Miyuki, improvvisamente apparsa a salutarlo con un sorriso raggiante, per poco non gli fece venire un infarto. In preda al panico e alla confusione, Nakajima gesticolò nervosamente con le mani e alla fine riuscì a far sparire la scatolina dietro la schiena prima che Miyuki potesse notarla.
- Che ti prende? - domandò la ragazza perplessa.
- No, niente - provò a rispondere l'altro, inghiottendo a fatica. - Solo... ecco, io... Il... Il mio solito mal di schiena, è veramente terribile, non ci posso fare niente!
Così dicendo, Nakajima finse di darsi alcuni leggeri colpetti sulle spalle.
- Mi dispiace - disse Miyuki sinceramente. - Beh, ti auguro buona giornata comunque!
- Miyuki, aspetta...
- Sì ?
Le parole di Nakajima morirono sulle labbra di quest'ultimo. Lo sguardo interrogativo di Miyuki sembrava così invitante eppure...
- No - pensò lui tristemente, facendo scivolare il regalo nella tasca dei pantaloni.
Purtroppo, per quanto fosse perdutamente innamorato di lei, non era ancora sufficientemente pronto per sopportare un suo eventuale rifiuto.
- Devi dirmi qualcosa ? - chiese ancora Miyuki, sbattendo gli occhi perplessa.
- No, niente - rispose l'altro, evitando di guardarla negli occhi. - Solo che oggi, se ci fai caso, fanno due anni che lavoriamo insieme in questa stazione di polizia...
- Ah già, è vero - osservò lei, schioccando le dita. - Sei carino a ricordartene!
- Macché, figurati... Mi trovo così bene a lavorare con te, non potrei mai scordare qualcosa che ti riguarda...
- Sei veramente tenero oggi, Nakajima - arrossì Miyuki.
In quella la voce di Natsumi rimbombò nella stanza.
- Ehi Miyuki, sbrigati, dobbiamo andare!
- Arrivo subito!
Nakajima cacciò mille mute imprecazioni all'indirizzo di quella guastafeste, tuttavia non poté aprire bocca neanche per replicare. Miyuki si voltò a salutarlo, giungendo le mani a mo' di scusa.
- Mi dispiace, devo andare - disse. - Però, se vuoi, più tardi possiamo andare a prenderci un caffé insieme!
- Ma certo, volentieri - annuì Nakajima.
- Perfetto, a dopo allora, ciao!
- Cia... Ciao M... Miyuki...
Prima ancora che Nakajima potesse dirle anche solo "ciao", Miyuki era già andata via insieme a Natsumi. Il poveretto tornò a fissare la propria scrivania con le braccia conserte, rimuginando sull'ennesima occasione persa. Chissà, forse un giorno sarebbe riuscito a rivelarle i suoi sentimenti... o forse no!
FINE ???