Questo capitolo
è dedicato a tutte voi,
che lo avete aspettato e che mi avete aspettata,
rispettando i miei tempi e le mie idee, a volte sballate.
Ma soprattutto è dedicato a te,
senza la quale forse non sarei nemmeno riuscita a pubblicarlo,
che mi hai ricordato cos'è la passione,
che mi hai insegnato che non devo avere paura del giudizio degli altri
e di far leggere loro quello che scrivo,
che hai ascoltato i miei dubbi e le mie difficoltà per
telefono senza criticare, ma solo spronandomi a fare di più.
Questo è per te.
-Mezzosangue, vuoi darti una mossa?-
Hermione si riscosse di colpo.
Draco era accanto a lei che la scuoteva.
-Oddio, devo essermi addormentata- mormorò.
-Ho notato! Sbrigati che quel monaco ci aspetta!-
La ragazza si alzò di scatto, si legò i capelli e
seguì Malfoy fuori dalla stanza. Ci misero un bel po' a
ripercorrere al contrario quel labirinto di corridoi, ma alla fine
giunsero all'ingresso, dove già li attendeva Astral.
-Siete riusciti a sistemarvi?- chiese cordiale, ma serio come sempre.
-Sì grazie...le stanze sono bellissime!- rispose Hermione,
con un sorriso.
Il mago non rispose, limitandosi a guidarli lungo un luminoso
porticato, il quale si affacciava su un giardino interno che pareva un
orto
botanico, dato che era disseminato di piante di ogni tipo. Piccoli
vialetti lo
attraversavano, lungo i quali passeggiavano maghi di diverse
nazionalità, da soli o a gruppetti, mentre altri ancora
erano intenti a
leggere sulle numerose panchine.
-Questa è la parte centrale del tempio- spiegò la
loro guida -La Biblioteca si trova qui accanto-
Astral spinse un pesante portone, e i tre entrarono in un locale
semibuio.
Le finestre erano altissime, e per lo più coperte da pesanti
tende. L'illuminazione era data solamente da alcune candele
galleggianti in aria.
-Troppa luce danneggia i libri- spiegò il monaco -Alcuni
sono talmente antichi da costituire un tesoro inestimabile-
-Posso immaginarlo- mormorò Hermione, con gli occhi che
brillavano. Quel posto era il suo paradiso.
La Biblioteca era una sorta di gigantesco quadrilatero che correva
tutto attorno al giardino, ed era occupata da migliaia di scaffali, sui
quali erano accuratamente catalogati milioni di libri.
-Non dirmi che non ti sei ancora liberata dalla sindrome da
so-tutto-io, Granger- le sussurrò Draco all'orecchio.
Hermione gli mollò una gomitata, continuando a guardarsi
attorno.
-Ora vi condurrò nel reparto che vi interessa, poi potrete
venirci per conto vostro a qualunque ora vorrete- disse Astral.
Proseguirono per qualche minuto, fino a giungere ad un angolo un po'
isolato della Biblioteca, dove c'erano una scrivania ed alcuni divani.
-Potete usufruire liberamente di questo spazio, nessuno vi
disturberà- annunciò il monaco -Su questi
scaffali vi
sono i libri che trattano degli incanti più antichi. Vi
raccomando di maneggiarli con ogni cura, sono unici al mondo-
-Non si preoccupi, useremo ogni riguardo- assicurò Hermione.
Astral chinò il capo in segno di saluto, e se ne
andò, lasciando i due ragazzi ai loro doveri.
Draco si lasciò cadere su un divano, mentre la Granger si
dedicò alla lettura dei titoli sui dorsetti dei libri.
-Guarda che siamo qui per lavorare, non per rilassarci- gli fece notare
la ragazza, piccata, estraendo un foglio e iniziando a segnare i nomi
dei testi che le sarebbero potuti essere utili.
Malfoy si alzò, mettendosi alle sue spalle e posando la
bocca sul collo di lei.
-Chi ti dice che non possiamo fare entrambe le cose?-
sussurrò languido, vicinissimo alla sua pelle.
Hermione represse un brivido nel sentire il respiro caldo del ragazzo,
ma decise di trattenersi.
-Tieni, datti da fare- gli disse, girandosi di scatto e piazzandogli in
mano un foglio e una penna per prendere appunti.
Draco mugugnò infastidito, poi controvoglia si
staccò da
lei, per dedicarsi a un compito decisamente meno piacevole.
Era tarda notte, ma Malfoy non riusciva in alcun modo a prendere sonno.
Era stanchissimo, soprattutto considerato il fatto che avevano lavorato
senza sosta per molte ore, ma l'idea che Hermione fosse a pochi metri
da lui non gli concedeva la rilassatezza di cui in quel momento sentiva
di aver bisogno.
Si stava trattenendo con tutte le sue forze per non andare da lei, ma
l'impresa gli risultava quasi impossibile.
La voleva, a tutti i costi. La voleva tra le sue braccia, sotto le sue
mani, nel suo letto.
E, ormai era chiaro, lo voleva anche lei.
Ma era giusto? Era giusto piegarla ad una vita che non sarebbe mai
stata quella che una come lei si sarebbe meritata?
Lui era un reietto. Era un uomo che per sei anni aveva vissuto solo di
ricordi ed illusioni, rifiutato dalla vita, e che ormai si era convinto
che non sarebbe più potuto tornare ad essere completamente
felice.
Il suo passato tornava ogni giorno a perseguitarlo, e l'avrebbe fatto
per sempre.
Lui conosceva bene l'Inferno, ci aveva vissuto negli ultimi sei anni,
ma era giusto trascinarci anche lei?
No.
Lei avrebbe dovuto avere molto di più dalla vita.
Se non altro,
un uomo in grado di amarla alla luce del sole, senza il timore che il
proprio padre Mangiamorte decidesse di tornare e rovinare tutto. Un
uomo in grado di darle un figlio che non sarebbe stato additato per i
peccati di cui si erano macchiati i suoi avi.
Un uomo che avesse potuto camminare al suo fianco a testa alta, e poter
guardare avanti verso un luminoso futuro, invece di macerarsi nel
rancore e nella rabbia per il passato.
Draco si alzò dal letto, con l'idea di andare a prendere una
boccata d'aria nel cortile interno.
Aprì delicatamente la porta della camera di Hermione,
imponendosi di non fermarsi lì per nessuna ragione al mondo.
Non
potè però impedirsi di lanciare un'occhiata al
letto
della ragazza che, con sua enorme sorpresa, notò essere
vuoto.
Evidentemente anche lei non riusciva a dormire...E c'era un solo luogo
in cui, poco ma sicuro, poteva essere andata.
In pochi minuti il biondino raggiunse la Biblioteca, ed eccola
là, seduta alla scrivania, con davanti numerose pile di
libri.
-Non è un po' tardi, Mezzosangue?- le chiese, facendola
sussultare.
-Mi hai spaventato!- lo rimproverò lei -E comunque non avevo
sonno-
-Nemmeno io...Ma di certo mi sarei trovato un passatempo più
divertente-
Hermione lo ignorò, continuando a sfogliare le pagine
ingiallite di un enorme librone.
-Questo parla di pozioni...Non credo che possa contenere quello che
cerchiamo, ma non si sa mai- spiegò.
Draco si lasciò cadere sul divano, ben deciso a non
partecipare alla ricerca se non durante il giorno!
-Ne ho già esaminati tre, oltre a quelli che abbiamo
guardato oggi pomeriggio, ma non ho cavato un ragno dal buco e...-
La ragazza si interruppe di colpo, pallidissima.
-Che succede, Granger?- chiese Draco, intuendo che qualcosa non andasse.
-No...n-niente- mormorò Hermione, facendo per chiudere il
libro.
Malfoy perse la pazienza e la raggiunse, mettendo una mano sulla pagina
alla quale lei era arrivata. Scorse rapidamente le righe, e
capì
cosa avesse turbato tanto la ragazza.
A metà della facciata c'era scritta la formula della
"Malefica Potio".
Così tutto
era cominciato.
La Granger tentò nuovamente di chiudere il libro, ma Draco
la
bloccò con un gesto secco. Hermione vide le spalle del
biondino
irrigidirsi, mentre le dita serravano i margini del libro.
Dopo un istante Malfoy lo sollevò, scagliandolo poi a terra.
-Draco- esclamò la riccia -E' un testo antichissimo-
Si alzò e raccolse il libro, poi guardò verso il
ragazzo.
Era in piedi, immobile come una statua di marmo, con i pugni stretti e
lo sguardo contratto.
Hermione gli si avvicinò, facendo per prendergli la mano, ma
lui si ritrasse.
-Non fare così- lo supplicò -Capisco quello che
provi ma...-
-Credi davvero di poterlo capire?- gridò Draco -Quella
pozione
maledetta ha rovinato la mia vita! Non puoi immaginare quello che ho
passato!-
-E allora raccontamelo!- disse la ragazza, accostandosi a lui.
Malfoy non rispose, limitandosi a serrare la mascella.
-Perchè fai così?- domandò Hermione,
confusa -Io ho passato esattamente quello che hai passato tu!-
-Oh...io non penso proprio!- sbottò il biondo.
-Dannazione Draco, piantala!- urlò la riccia, sconvolta-
Sono
stanca di questi tuoi giochetti...Credi di aver sofferto davvero solo
tu? Credi che in questi sei anni io non ti abbia pensato ogni singola
notte? Credi che non mi sia macerata nel tuo maledetto ricordo?-
Hermione riprese fiato, ma non appena Malfoy fece cenno di
interromperla, riprese il suo accorato discorso.
-E' da quando sei tornato che ti diverti a giocare al gatto col topo
con me...Ma non appena sfioriamo l'argomento degli ultimi sei anni, ti
richiudi a riccio, tagliando tutti fuori. Tagliando me fuori!
Non sei cambiato affatto..Sei sempre lo stesso spocchioso Purosangue
che eri ad Hogwarts, pronto a immischiarti nelle faccende di tutti
senza ritegno, per poi non mettere a parte nessuno di quello che provi
in quella specie di sasso che hai nel petto!-
-Sbagli-
-Oh, ma io sono stufa di cercare di capirti! Ho aspettato, e con me
tutti gli altri, ma adesso...Eh? Cos'hai detto?- si interruppe di colpo
la ragazza.
-Ho detto che sbagli, Mezzosangue- disse Draco a mezza voce -Io non
sono più lo stesso di sei anni fa-
Hermione lo guardò, e per la prima volta le
sembrò...fragile. Forse non l'aveva mai guardato prima,
guardato sul serio.
Senza la corazza del suo cognome, del suo sangue, della sua arroganza,
a fargli da scudo.
Solo lui, lui e quel passato ingombrante che ancora lo feriva e lo
tormentava, rendendolo ancora più estraneo e chiuso al resto
del mondo, lei compresa.
E, strano a dirsi, le sembrava che, ora più che mai,
nonostante il rancore e la
sofferenza, ogni singola parte del suo corpo avesse voglia di gridargli
il suo amore.
Non c'erano mai state mezze misure tra loro, e mai ce ne sarebbero
state. Si erano amati fino a farsi male, senza forse avere un motivo
valido per farlo, se non quello stesso amore così bruciante
che
anche dopo sei anni non li aveva abbandonati.
-Mezzosangue...io non posso darti quello che tu vuoi, anche se Dio solo
sa quanto lo vorrei- mormorò Draco, sconfitto.
-Che stai dicendo?-
-Sto dicendo che sono cambiato, che mio padre ha rovinato anche quel
poco di bello che avevo nella mia vita, e che non potrò
riavere
indietro nulla-
-E io invece?- sussurrò Hermione -Io cosa potrò
riavere indietro? Anche la mia di vita è andata in pezzi-
-Non puoi paragonare quello che hai passato tu con quello che ho
passato io-
-Ero convinta che tu fossi morto!- mormorò la Granger,
delusa
perchè lui pareva non capire ciò che lei aveva
provato
-Sono stati anni durissimi...Ho dovuto imparare a vivere senza di te, e
non è nemmeno detto che ci sia riuscita!-
-L'hai detto, Mezzosangue, vivere!
Tu hai vissuto. Avevi la tua casa, i
tuoi amici, il tuo lavoro. Potevi scegliere di voltare pagina e
costruirti un futuro, se lo avessi voluto- urlò Draco, con
gli
occhi lucidi, sempre più vicino a lei -Io invece ero chiuso
dentro ad una dannata casa, senza bacchetta, senza nessuno con cui
parlare, sapendo che tu eri viva ma anche che non avrei mai
più
potuto vederti, perchè ero condannato a stare lì
per sempre!-
Hermione trattenne il fiato, sconvolta. Narcissa le aveva accennato
qualcosa, ma non aveva mai lontanamente immaginato ciò che
Draco
aveva dovuto patire.
-E' vero, hai dovuto affrontare la mia morte, o quello che era...Ma
almeno hai avuto l'occasione di rifarti una vita, senza di me! Io
invece ho passato quasi sei anni in prigione, sapendo che esistevi, che
respiravi, ma che non avrei mai più potuto toccarti, averti
tra
le mie braccia..C'erano momenti in cui ho creduto di impazzire-
ringhiò Draco -Lì, a fissare un muro sperando che
crollasse per poter uscire, andando a dormire con l'unica speranza di
sognarti, per poi finalmente riuscire a fuggire con l'unico obiettivo
di
vendicarmi una volta per tutte. Sono un ramo secco, Hermione. Non
c'è più speranza per me. Non è
più il mio
posto questo, tra di voi.-
-Come puoi stare qui e dirmi una cosa del genere?-
singhiozzò la Granger -Come puoi tornare per poi dirmi che
te ne andrai di nuovo eh?
Hai idea di come sia stata quando ti ho rivisto lì, legato,
in
quella casa? Di come sia stato riaverti nella mia vita?-
E' stato come riprendere
a respirare dopo una lunghissima apnea...
-Non volevo infliggerti la mia presenza un'altra volta...Ti giuro che
la mia intenzione iniziale era solo quella di proteggervi tutti da quel
pazzo di Cavendish e poi lasciarti di nuovo libera di vivere la tua
vita. Solo che poi ti ho rivista, e non sono più riuscito a
staccarmi...Allora ho deciso di proteggerti da lontano, senza farmi
vedere ma rimanendoti sempre accanto.-
-Come hai potuto non dirmi nulla?- mormorò Hermione.
-Ero sotto copertura, mi era impossibile...E comunque non era nei miei
piani iniziali. Solo che poi il piano è saltato e tu sei
venuta
a sapere tutto-
-Davvero non mi avresti detto nulla? Non ti saresti fatto vedere?-
chiese, incredula, la ragazza.
-Non lo so Mezzosangue, va bene?- sbottò Draco -Non ero
pronto a
tutto questo, sapevo che se mi fossi riavvicinato a te non sarei
più riuscito a lasciarti andare-
-Perchè avresti dovuto lasciarmi andare?-
-Te l'ho detto...Non posso più darti quello che tu vuoi. Tu
ricordi un'altra persona, che ora non c'è
più..Non potrai
mai capire cosa mi porto dentro-
-Non è una gara a chi ha sofferto di più
questa...Non
è così che risolveremo le cose- disse piano
Hermione.
-Cosa c'è da risolvere, Mezzosangue?- sussurrò
Malfoy,
nella voce l'eco della disperazione -Io sono questo, adesso. Tu mi
guardi e speri di rivedere il ragazzo che ti aveva amato sei anni fa,
ma di lui non è rimasto nulla. Adesso c'è solo
odio, e
rabbia-
Hermione gli si avvicinò ancora, sfiorandogli il volto con
due dita.
-Non è vero, e lo sai- mormorò dolcemente -Se ci
fosse
solo odio non avresti fatto l'infiltrato per conto di Carrigan, non ti
saresti preso cura di me in quel modo...e forse adesso non saremmo qui-
-Che diritto ho io per condannarti a questo?- disse piano Malfoy,
chiudendo gli occhi -Meriti una vita felice, e non di avere accanto un
uomo sommerso dai fantasmi del suo passato-
-Io non vedo nessun fantasma, qui attorno- scherzò Hermione,
con
un mezzo sorriso -E, se ci sono, possiamo certamente sconfiggerli
insieme-
Il ragazzo aprì gli occhi, non del tutto certo di aver udito
quelle ultime parole.
Davanti a sè vedeva gli occhi di Hermione, limpidi e decisi
come
erano sempre stati, grandi e gioiosi come li ricordava e come non erano
stati più da quando lui se n'era andato.
Non era così che aveva sempre immaginato che le avrebbe
parlato
di quei sei anni lontano da lei, ma ce ne sarebbe stato il tempo.
Almeno adesso lei sapeva il bagaglio che lui si portava dietro, e con
cui avrebbe dovuto imparare a convivere.
-Dici sul serio, Mezzosangue?- soffiò Malfoy, incredulo. La
bocca di lei era vicinissima, ormai bastava solo un suo assenso per fargliela
raggiungere.
Dimmi di sì,
ti prego.
Hermione lo guardò di sotto in su, mentre le
sue labbra si piegavano in un sorriso.
Dimmi che tutto questo
non è un sogno.
Draco potè vedere una piccola lacrima scenderle
lungo la
guancia. Ormai lei era così vicina che poteva contarle le
ciglia.
Dimmi che mi rivuoi
indietro, e che davvero vuoi affrontare il nostro dolore insieme.
Hermione alzò una mano, portandola tra i
capelli di lui e affondandovi le dita.
Dimmi che questa volta
sarà per sempre, e che nessuno ti porterà via da
me.
Draco le passò un braccio dietro la schiena,
facendo aderire il corpo della ragazza al proprio.
Non ci poteva credere. Lei era lì, adesso, ed era ad un
passo dall'essere di nuovo sua.
Non era quello il momento della paura, non era quello il momento dei
rimpianti. Quello era il momento per essere felici.
Questo pensava Draco, mentre posava le proprie labbra su quelle di
Hermione, buttando all'aria tutto quanto come la prima volta che
l'aveva baciata.
Dio come ti amo,
Hermione.
La strinse tanto forte da sollevarla da terra, quindi la fece sedere
sul tavolo di fronte a sè, posizionandosi tra le sue gambe e
facendole arcuare il busto contro di lui per avere un migliore accesso
alla sua bocca.
Il suo profumo...era inebriante. La morbidezza della sua pelle candida
era esattamente come la ricordava..quella pelle che ora lui si
ritrovava a scoprire con mani bramose, centimetro dopo centimetro,
lasciando la sua bocca solo per continuare a
guardarla, mentre lei gli baciava la fronte, i capelli, le mani.
Non avrebbe chiuso gli occhi.
Voleva godere di ogni frammento di lei, per riportarne alla mente ogni
lembo, per ricordarne ogni anfratto e curva, nel caso in cui
qualcuno lo strappasse ancora via da lei.
Lei che era una visione, bella come sempre, reale come sei anni prima.
Lei che ora gemeva piano mentre con ardore Draco calava sul suo collo e
sulla sua scollatura, soffiando su quel vestito ormai salito ai
fianchi, un ulteriore impedimento al suo desiderio di riaverla di
nuovamente
pelle contro pelle su di lui.
Lei, lei, lei. Sempre lei. Solo lei. Mai nessun'altra.
Fece risalire la mano lungo la sua schiena sottile, ritornando a
baciarla con passione, come se volesse recuperare tutti quegli anni in
cui un momento del genere l'aveva solo potuto sognare, mentre avvertiva
le mani di Hermione stringere forte i suoi capelli, insinuando i
polpastrelli sulla sua nuca e attirandolo contro di sè,
ancora e
ancora.
Draco inclinò appena la testa per potersi accostare al collo
sottile della ragazza, posando una scia di piccoli baci fino alla
clavicola, per poi scendere alla spalla.
Poi un singulto, che lo fece bloccare come se gli avessero inflitto una
coltellata. Si scostò, riportando la propria attenzione agli
occhi di lei, dove erano ben visibili piccole sfere d'acqua, le sue
lacrime, impigliate tra le ciglia, come se avessero paura di uscire, di
farsi vedere.
-Se solo sapessi quanto mi sia mancato tutto questo...-
mormorò appena Hermione - Se sapessi quanto tu mi sia mancato-
E lui si ritrovò lì, boccheggiante, perso in
quella frase
che aveva temuto di non potersi più meritare, quella frase
che
rivelava il bisogno che lei aveva di riaverlo accanto..e fu come se una
morsa invisibile si sciogliesse all'improvviso nel suo petto, quella
morsa che per tanti anni aveva riempito il vuoto dato dall'assenza di
Hermione, e a cui ormai si era abituato.
-Sono qui- le disse piano -Sono qui-
Quelle parole sembrarono avere un effetto particolare sulla ragazza,
come se avessero fatto crollare anche l'ultimo paletto rimasto a
dividerla da Draco. Si mosse contro di lui, allacciandogli le braccia
al collo e lasciando che le labbra del biondino la raggiungessero
ovunque, lambendole la pelle serica, bruciandola e consumandola
lentamente.
Malfoy la trasse nuovamente a sè, stringendola con
trasporto, come se volesse diventare un tutt'uno con lei, come se
volesse arrivarle all'anima.
La portò fino al divano, lasciando che si stendesse per poi
calarle addosso, senza darle tregua. Raggiunse la sua bocca prima
ancora che lei potesse permettersi un respiro, violandola con la
propria lingua e giocando con le sue labbra, mordendole e
assaggiandole.
Non vedeva l'ora di riaverla, ma cercava di tenere a freno il suo
desiderio.
Voleva farle ricordare cos'erano stati.
Voleva che le si imprimesse bene nella mente quel momento, e che non
fosse un semplice episodio fugace, frutto della bramosia e del bisogno.
Hermione dal canto suo era come annebbiata.
Sentiva solo lui su di
sè, e la tremenda urgenza di averlo dentro di sè,
forse
per rendersi in qualche modo conto che sì, era veramente
lì. Gli slacciò freneticamente la camicia, poi la
cintura, mentre lui le alzava il vestito, continuando a
baciarla.
Si piegò in un gemito quando avvertì la lingua di
Draco lambirle l'orecchio, mentre con una mano le separava le
ginocchia, incastrandosi tra esse.
Lo strinse forte mentre lo sentiva entrare in lei, e l'emozione le
bloccò la gola, le intorpidì i sensi, arrivando
fino alla punta delle sue dita.
Aprì di scatto gli occhi però, qualche istante
dopo quando si accorse che Malfoy si era fermato, e lo trovò
a fissarla, come a chiederle un assenso, come a voler essere sicuro che
anche lei fosse convinta. Si ritrovò così ad
annuire appena, posandogli un leggero bacio sulle labbra, in un muto
permesso.
Si mossero allora insieme, riconoscendosi quasi istintivamente,
adeguandosi di nuovo ai ritmi l'uno dell'altra.
Si amarono disperatamente, appassionatamente, come se fosse l'ultima
volta.
Invece era solo l'impazienza di ritrovarsi, di riprendersi, di sentirsi
di nuovo insieme.
Draco aprì gli occhi quando un primo raggio di sole invase
la
camera da letto di Hermione, filtrando attraverso le pesanti tende.
Non si ricordava come fossero arrivati fin lì, dopo essersi
consumati d'amore in Biblioteca, e francamente nemmeno gli importava.
Tutto quello che contava era il respiro caldo di Hermione contro il
proprio collo, i suoi ricci sparsi sul cuscino.
Malfoy chinò il capo e sorrise appena, guardandola dormire.
Fece
vagare le proprie dita sulla schiena di lei, che con un fremito si
riscosse.
-Non volevo svegliarti, scusa- le sussurrò a bassa voce,
posandole un leggero bacio tra i capelli.
Hermione gli rivolse un sorriso pigro -Che ore sono? Ho perso la
cognizione del tempo-
-Ti ho proprio distrutta stanotte, eh Mezzosangue?- la prese in giro
con dolcezza Draco, facendola arrossire.
La Granger non gli rispose nemmeno, troppo presa a osservarlo, a
studiare ogni più piccolo dettaglio del suo volto, a
gustarsi
nuovamente quel senso di appartenenza che solo lui le faceva provare.
Erano perfetti insieme. Nonostante fossero due pezzi totalmente
incompatibili, che non si sarebbero potuti incastrare in nessun modo,
loro ce l'avevano fatta. Con rabbia, disprezzo, fatica, odio a volte,
si erano uniti a forza. Una forza che era riuscita a superare il
sangue, le lacrime, le sconfitte, il tempo. Forse anche la morte.
Draco la afferrò per i fianchi e fece un mezzo giro,
portandola sotto di sè. Le sganciò i laccetti
della
camicia da notte, sfilandogliela delicatamente e lentamente.
Non vedeva l'ora di riaverla, di risentirla come quella notte, come
tante notti in cui non c'era stata.
Le carezzò i capelli piano, con
esasperante dolcezza. Le baciò una spalla, poi il collo, poi
il braccio. Studiò
ogni più piccolo dettaglio del suo corpo, come se volesse
ritrovare tutto ciò che era stato costretto a lasciare. Quel
piccolo neo dietro l'orecchio, quella minuscola cicatrice sotto il
ginocchio.
Ricordò tutto, non più sopraffatto dall'urgenza e
dal desiderio che li avevano incendiati quella notte.
Ricordò il calore del corpo di Hermione, ricordò
come si
sentiva a casa quando era tra le sue braccia, ricordò
com'era
amarla e farla sussultare di piacere.
Quando entrò in lei lo fece piano, guardandola intensamente
mentre si faceva inondare dal languore, aspettando solo che anche lei a
sua volta lo guardasse, per perdersi insieme in quel vortice senza
uscita.
Hermione gli strinse le spalle, allacciando le gambe attorno ai fianchi
di Draco e lasciandosi andare sui cuscini, che parevano perdere di
consistenza, assieme a tutto ciò che li circondava.
Sentì le dita di Malfoy afferrarle il mento e voltare il
viso
verso il suo, così aprì gli occhi. Si
scontrò
quasi con quelli di lui, che parevano non voler mollare la presa.
Allora lo baciò, ancora e ancora, perdendosi in quelle
lenzuola
che sapevano di loro, finalmente di nuovo insieme.
Un bel
respiro...........eccolo qui.
L'ho scritto e riscritto non so quante volte, perchè non mi
sembrava mai adatto, o giusto, rispetto a come lo avrei voluto.
Poi, ad un certo punto, ho deciso che andava bene così, che
non sarebbe mai potuto essere come nella mia testa, e l'ho lasciato
andare insomma.
Ammetto che ho fatto una certa fatica a destreggiarmi in questa valanga
di sentimenti, soprattutto sapendo quali fossero le vostre aspettative
al riguardo. Ve l'ho fatto penare questo capitolo, lo so, e il timore
di non averlo reso al meglio è forte, ma vi posso assicurare
che ci ho messo tutta me stessa e spero che questo possa bastare.
Diciamo pure che se non è venuto fuori proprio una cosa
illeggibile è anche per merito di qualcuno che non sono io,
la stessa persona che ho ringraziato ad inizio capitolo,
perchè io non sono brava a parlare di queste cose. La scena
d'amore di Draco ed Hermione mi ha fatto sudare circa una ventina di
camicie, e senza il suo grande aiuto sarebbe rimasta la prima versione
di essa, credo, e non sarebbe stata una bella cosa.
Grazie alle sue parole mi sono un po' sbloccata, e ho cercato di
metterci dentro più emozioni e particolari. Questo risultato finale
è un miscuglio tra un abbozzo di scena che mi ha scritto
lei, e ciò che poi ho aggiunto io.
Ok,
lo so che non sono scene dettagliate, e che qui su EFP ci sono cose
decisamente più spinte, ma già immagini
così semplici mi creavano serissime difficoltà.
Credo di aver detto abbastanza, se non troppo. Ai posteri l'ardua
sentenza.
Alla prossima, un grandissimo abbraccio a tutte!
Gaia
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