SKABOOM!
Everything is going to blow!
Keel aprì la porta
completamente certo che il rumore che
aveva udito provenisse da li.
I cardini cigolarono leggermente
lasciando trasparire da
quanto tempo quel posto fosse abbandonato.
Il tanfo emanato dal legno oramai
incrostato si fondeva con
il forte odore di salsedine: per essere una casa diroccata, il posto in
cui era
situata non era male.
Dalla piccola finestra della sala si
vedeva la scogliera
ergersi in tutta la sua maestosità, con le onde che si
infrangevano in quelle
rocce color ossidiana, lasciando che la spuma bianca svanisse a poco a
poco.
La fioca luce che filtrava dalla
porta aperta disegnando i
vaghi contorni della stanza in cui si trovava il dragon ape dava al
luogo
un’atmosfera leggermente inquietante.
Il giovane fighter si
fermò dopo alcuni passi fino a
giungere al centro della stanza ed esaminare il luogo. Era una stanza
spoglia,
un letto, una scrivania.
Niente di più.
Niente di strano.
Anche se qualcosa puzzava.
Puzzava più del tanfo
impregnante di quella catapecchia.
Mippy sbatté le ali da
pipistrello più velocemente, lo
faceva sempre quando era nervoso.
Keel lo sentiva sulla pelle: era il
suo istinto a dirgli che
l’apparenza ingannava.
Non riusciva a capire. Era come se
tra quel odore e il suo naso
vi fosse un velo che non permetteva di capire di cosa potesse
trattarsi, ma che
riusciva ugualmente a lasciare un pizzicore strano sulla punta del naso.
E questo urtava decisamente i nervi.
Ma che poteva essere?
“Mippy qui non
c’è niente torna nell’altra stanza e
vedi
come sono presi Ravi e Testa d’Acqua.”
“Puoh..”
sussurrò il devil pig.
Non era convinto, Keel aveva
un’espressione troppo seria per
i suoi standard; Mippy conosceva quella espressione tesa e sapeva che
il dragon
ape era intrattabile.
Meglio fare come gli era stato detto
e quindi si diresse
verso la stanza maggiore che, assieme alla camera e un corridoio
componeva
l’intera baracca.
Appena ebbe svolazzato oltre
l’angolo del corridoio Keel
tornò a fissare l’interno della camera.
Non che la cosa lo entusiasmasse, ma
era certo che fosse
meglio controllare quel buco.
Si avvicinò alla scrivania
osservando le poche cose che vi
erano su di essa.
Un calamaio. Vuoto.
Qualche goccia d’inchiostro
aveva macchiato la superficie
lignea attorno all’oggetto lasciando flebili aloni che
scurivano il chiaro
marrone del tavolo.
Del pennino non vi era
l’ombra, solo una cornice riempiva il
vuoto sul banco. Le due persone nella foto gli erano sconosciute. Anche
se
sforzandosi, Keel poteva intravedere nei tratti della piccola bambina
sull’altalena, la giovane ragazza che aveva commissionato
loro la missione.
Quindi l’altro doveva
essere il loro target.
O forse un amico.
Da come la stringeva però,
Keel conseguì che fosse decisamente
il padre.
Di cui non ricordava il nome.
Panacotta aveva spiegato al Buster Keel Party di quello che era
successo poco più di due mesi
prima, raccontando come l’uomo fosse improvvisamente
scomparso.
“E’
successo di punto
in bianco. La sera prima c’era, il giorno dopo non
più…”
“Ma
dovrà esserci
stato pure un motivo no?” aveva sentenziato Ravi.
“Che genitore abbandona così
la figlia!”
Keel
guardò la ragazza
trovandola con la testa china e i pugni serrati.
Aveva
risolto i suoi
problemi con il padre ma era comunque vero che sapeva come ci si
sentiva ad
essere soli.
E non era
l’unica.
Tutti loro
lo
sapevano.
“Ok.
Accettiamo.”
disse Keel esprimendo il mutuo consenso del party.
Era per quello che avevano accettato
la missione.
Spostò lo sguardo dalla
scrivania al letto avvicinandosi.
Il leggero lenzuolo era sfilacciato
in alcuni punti e un
sottile strato di polvere lo copriva.
Grazie a Blue e a Ravi erano arrivati
in quel luogo
interpretando le varie tracce e segni lasciati dove aveva sostato il
vecchio.
Ad essere sinceri, il
“vecchio” l’avevano trovato.
Era stato proprio lui a trovarlo il
giorno prima; per puro
caso in realtà. Keel si era allontanato dal sentiero per un
bisogno impellente
e nel folto fogliame si era ritrovato davanti quella orribile
spettacolo.
La figura completamente carbonizzata
davanti a lui era ormai
un semplice ammasso di carne morta.
Aveva gridato agli altri di
raggiungerlo e tra l’orrore
generale Blue aveva riconosciuto al polso il braccialetto gemello a
quello
della figlia che Panacotta aveva loro mostrato in foto.
Dopo aver sepolto quel che restava
del corpo avevano deciso
di fare tappa al villaggio vicino per passare la notte lì,
per poi continuare
il viaggio fino a dove avrebbe dovuto condurli l’ultima
traccia.
Volevano capirci di più di
questa storia prima di tornare
con la brutta notizia dalla giovane.
Ed era così che erano
finiti lì.
Tic…tic…
Li aveva sentiti di nuovo, quei
rumori strani, e adesso era
sicuro da dove provenissero, e il flebile odore con loro.
Sotto il letto.
Quello che trovò alzando
le lenzuola gli fece sgranare gli
occhi.
Le voci di Ravi, Mippy e Blue gli
risuonarono lontane, quasi
sussurrate.
00.02
“TUTTI
FUORIIIII!!!!” gridò correndo in corridoio
più veloce
che poté.
E quella fu l’ultima cosa
che vide prima della luce.
I volti sorpresi dei suoi compagni.
Tutto quello che loro non riuscirono
a svelare fu ben presto
reso chiaro dal altre squadre di adventurer che completarono la
missione, ma
per loro le tracce svanivano lì.
Lì dove la bomba era
esplosa.
Lì dove il loro party
risultava “soppresso causa forze
maggiori”.
Lì dove la vita li aveva
lasciati.
_Everything is going
to blow_
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